Edizione 1.0
Neretto monospazio
Per visualizzare i contenuti del filemy_next_bestselling_novel
nella vostra directory di lavoro corrente, inserire il comandocat my_next_bestselling_novel
al prompt della shell e premere Invio per eseguire il comando.
Premere Invio per eseguire il comando.Premere Ctrl+Alt+F1 per smistarsi sul primo virtual terminal. Premere Ctrl+Alt+F7 per ritornare alla sessione X-Windows.
Neretto monospazio
. Per esempio:
Le classi relative ad un file includonofilesystem
per file system,file
per file, edir
per directory. Ogni classe possiede il proprio set associato di permessi.
Selezionare Preferenze del mouse. Nella scheda Pulsanti, fate clic sulla casella di dialogo mouse per mancini, e successivamente fate clic su per cambiare il pulsante primario del mouse da sinistra a destra (rendendo così il mouse idoneo per un utilizzo con la mano sinistra).dalla barra del menu principale per lanciarePer inserire un carattere speciale in un file gedit, selezionare dalla barra menu principale. Successivamente, selezionare dalla barra del menu Mappa carattere, inserire il nome del carattere nel campo Cerca e cliccare . Il carattere ricercato verrà evidenziato nella Tabella caratteri. Fate un doppio clic sul carattere evidenziato per posizionarlo nel campo Testo da copiare, e successivamente fate clic sul pulsante . Ora ritornate al vostro documento e selezionate dalla barra del menu di gedit.
Corsivo neretto monospazio
o Corsivo neretto proporzionale
Per collegarsi ad una macchina remota utilizzando ssh, digitaressh
al prompt della shell. Se la macchina remota èusername
@domain.name
example.com
ed il nome utente sulla macchina interessata è john, digitaressh john@example.com
.Il comandomount -o remount
rimonta il file system indicato. Per esempio, per rimontare il file systemfile-system
/home
, il comando èmount -o remount /home
.Per visualizzare la versione di un pacchetto attualmente installato, utilizzare il comandorpm -q
. Esso ritornerà il seguente risultato:package
.
package-version-release
Quando il server HTTP Apache accetta le richieste, esso invia i processi figlio o thread per la loro gestione. Questo gruppo di processi figlio o thread è conosciuto come server-pool. Con Apache HTTP Server 2.0, la responsabilità per la creazione e gestione di questi server-pool si riassume in un gruppo di moduli chiamati Multi-Processing Modules (MPMs). Diversamente da altri moduli, solo un modulo dal gruppo MPM può essere caricato del server HTTP Apache.
Tondo monospazio
e così presentato:
books Desktop documentation drafts mss photos stuff svn books_tests Desktop1 downloads images notes scripts svgs
Mono-spaced Roman
ma vengono presentati ed evidenziati nel modo seguente:
package org.jboss.book.jca.ex1; import javax.naming.InitialContext; public class ExClient { public static void main(String args[]) throws Exception { InitialContext iniCtx = new InitialContext(); Object ref = iniCtx.lookup("EchoBean"); EchoHome home = (EchoHome) ref; Echo echo = home.create(); System.out.println("Created Echo"); System.out.println("Echo.echo('Hello') = " + echo.echo("Hello")); } }
boot.iso
per il CD di avvio minimale o per il disco flash USB. Scrivere l'immagine sul supporto appropriato per creare il dispositivo avviabile. Il supporto di avvio non contiene pacchetti ma deve puntare ad un disco fisso o repository online per completare l'installazione.
netinst.iso
per un CD di avvio di dimensioni ridotte. Scrivere l'immagine su un supporto fisico appropriato per creare un supporto avviabile.
vmlinuz
e l'immagine initrd.img
dalla cartella di distribuzione isolinux/
. Configurare il sistema operativo per avviare il kernel e caricare l'immagine ramdisk. Per informazioni aggiuntive sull'installazione senza supporti, fare riferimento a Capitolo 10, Installazione senza supporti.
fedora/linux/releases/11/
. Questa directory contiene una cartella per ogni architettura supportata da quella versione di Fedora. I file dei supporti CD e DVD appaiono all'interno di tale cartella, in una cartella chiamata iso/. Per esempio, è possibile trovare il file per la distribuzione DVD di Fedora 11 per x86_64 in fedora/linux/releases/11/x86_64/iso/F-9-x86_64-DVD.iso
.
Produttore del processore e modello | Tipo di architettura per Fedora |
---|---|
Intel (eccetto Atom 230, Atom 330, Core 2 Duo, Centrino Core2 Duo e vintage Xeon recenti); AMD (eccetto Athlon 64, Athlon x2, Sempron 64 e Opteron); VIA C3, C7 |
i386
|
Intel Atom 230, Atom 330, Core 2 Duo, Centrino Core 2 Duo e Xeon; AMD Athlon 64, Athlon x2, Sempron64 e Opteron; Apple MacBook, MacBook Pro e MacBook Air |
x86_64
|
Apple Macintosh G3, G4, G5, PowerBook e altri modelli non-Intel |
ppc
|
i386
.
i386
. I processori Atom della serie 230 e 330 sono basati sull'architettura x86_64
. Fare riferimento a http://ark.intel.com/cpugroup.aspx?familyID=29035 per maggiori dettagli.
F-11-x86_64-DVD.iso
. Fare riferimento a Sezione 2.2, «Di quale architettura è il mio computer?» se non si è sicuri della propria architettura del computer.
Installa su Disco
. Se il sistema si giudica positivamente e si desidera installarlo, basta semplicemente attivare la sezione per copiare Fedora nel disco fisso. Si può scaricare l'immagine Live direttamente da un mirror oppure utilizzando BitTorrent.
arch
con l'architettura del computer su cui va installato.
Tipo di supporto | Locazioni dei file |
---|---|
Distribuzione completa su DVD |
fedora/linux/releases/11/Fedora/
|
immagine Live |
fedora/linux/releases/11/Live/ , fedora/linux/releases/11/Live/
|
Supporto CD di avvio minimo |
fedora/linux/releases/11/Fedora/
|
su -c 'yum -y install livecd-tools'
/dev/disk/by-label
oppure usare findfs
:
su -c 'findfs LABEL="MyLabel
"'
/var/log/messages
per i dettagli:
su -c 'less /var/log/messages'
livecd-iso-to-disk
per scrivere l'immagine ISO sul supporto:
su -c 'livecd-iso-to-diskthe_image.iso
/dev/sdX1
'
sdX1
con il nome della partizione del dispositivo USB. Molti dispositivi flash e dischi rigidi esterni utilizzano una sola partizione. Se si è cambiato questo comportamento o si ha un supporto mal partizionato, sarà necessario consultare altre risorse per l'aiuto.
Indice
/
e swap
) devono essere adibite a Fedora.
dd
per copiare l'immagine diskboot.img
dalla directory /images/
sul CD-ROM 1 o DVD. Per esempio:
dd if=diskboot.img of=/dev/sda
images/
sul DVD di installazione contiene il file boot.iso
.Questo file è una immagine del disco che è possibile scrivere in un CD ed usare per avviare il programma di installazione. Per usare questo CD d'avvio, il computer deve essere in grado di avviarsi dal lettore CD, e le impostazioni del BIOS devono essere configurate per tale operazione.
boot.iso
, assicurarsi di selezionare l'opzione scrivi un file immagine sul disco
dal proprio software di scrittura CD. La scrittura della frase potrebbe variare, a seconda del programma che si utilizza, ma deve contenere la parola "immagine". Notare che non tutti i software di scrittura CD includono questa opzione. In particolare, il software di scrittura CD incluso in Microsoft Windows XP e in Windows Vista non offrono questa funzione. Esistono molti programmi disponibili che hanno questa funzione ai sistemi operativi Windows; Infrarecorder è un esempio di programma gratuito e open source disponibile su http://www.infrarecorder.org/.
boot:
:
linux mediacheck
/location/of/disk/space
. La cartella destinata ad essere disponibile al pubblico tramite FTP, NFS, o HTTP, verrà specificata come /publicly/available/directory
. Per esempio /location/of/disk/space
potrebbe essere una cartella creata dall'utente e chiamata /var/isos
. /publicly/available/directory
potrebbe essere /var/www/html/11
per una installazione HTTP.
dd if=/dev/dvd
of=/location/of/disk/space/
f11.iso
dvd
si riferisce al dispositivo del lettore DVD:
README-en
nel disk1
.
mv /location/of/disk/space/
f11.iso /publicly/available/directory/
mv /location/of/disk/space/
f11-disk*.iso /publicly/available/directory/
/publicly/available/directory
sia esportata tramite NFS utilizzando una voce in /etc/exports
.
/publicly/available/directory
client.ip.address
(ro,no_root_squash)
/publicly/available/directory
*(ro,no_root_squash)
/sbin/service nfs start
). Se NFS è in esecuzione, ricaricare il file di configurazione (su di un sistema Fedora utilizzare /sbin/service nfs reload
).
dd if=/dev/cdrom of=/tmp/file-name
.iso
md5sum
(molti programmi md5sum
sono disponibili a seconda dei sistemi operativi). Un programma md5sum
dovrebbe essere disponibile sulla stessa macchina Linux delle immagini ISO.
boot:
:
linux mediacheck
updates.img
nella cartella usata per eseguire l'installazione, questo file viene utilizzato per gli aggiornamenti del programma di installazione anaconda
. Consultare il file install-methods.txt
presente nel pacchetto RPM anaconda
per informazioni dettagliate sui diversi metodi di installazione di Fedora, insieme ai suggerimenti su come apportare gli aggiornamenti al programma d'installazione stesso.
[1] Spazio su disco non partizionato significa che lo spazio disponibile sui dischi fissi interessati non è stato ancora diviso in sezioni per l'uso dei dati. Quando si partiziona un disco, ogni partizione si comporta come una unità disco separata.
/boot
su sda1
, /
su sda2
, e /home
su sdb1
. Questo consente di identificare le partizioni durante il processo di installazione.
linux dd
al prompt d'avvio.
linux dd
, usare il comando linux dd=url
, dove url
è sostituito da un indirizzo HTTP, FTP, o NFS dell'immagine del driver da usare.
drvnet.img
, digitare dd if=drvnet.img
of=/dev/fd0
come root.
driverdisk.img
desiderato sulla penna USB. Per esempio:
dd if=driverdisk.img of=/dev/sda
boot:
inserire linux dd
se si utilizza un sistema x86 o x86-64. Per informazioni sull'avvio del programma d'installazione consultate la Sezione 7.3.1, «Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64».
Indice
linux askmethod
alla fine della linea che appare sotto il menù.
Metodo di avvio | Installation method |
---|---|
DVD | DVD, rete o disco fisso |
CD di avvio minimo o USB, CD di ripristino | Rete o disco fisso |
Live CD o USB | Applicazione Installa su disco |
Network Boot
o Boot Services
. Una volta che si sarà configurato correttamente l'avvio tramite PXE, il computer può avviare il sistema di installazione Fedora senza alcun altro supporto.
pxelinux.cfg/*
:
IPAPPEND 2
APPEND ksdevice=bootif
ksdevice=link
linux text
alle opzioni di boot:
.
X
per eseguire altri tipi di selezione, dove X
viene sostituito con una lettera presente in quella schermata.
boot:
:
linux text
console | combinazioni tasti | contenuti |
---|---|---|
1 | ctrl+alt+f1 | messaggio di installazione |
2 | ctrl+alt+f2 | prompt della shell |
3 | ctrl+alt+f3 | log di installazione (messaggi dal programma di installazione) |
4 | ctrl+alt+f4 | messaggi relativi al sistema |
5 | ctrl+alt+f5 | altri messaggi |
6 | ctrl+alt+f6 | display grafico |
xdriver=vesa
– vedere Capitolo 9, Opzioni di avvio
boot:
. La schermata contiene informazioni su varie opzioni di avvio. Ogni opzione di avvio ha inoltre una o più schermate di aiuto associate. Per accedere alle schermate di aiuto premere il tasto funzione appropriato come elencato nella linea in basso sullo schermo.
boot:
, il programma di installazione inizierà automaticamente se non si tocca nulla entro un minuto. Per disattivare questa caratteristica premere uno dei tasti funzione di aiuto (f1, f2, ecc).
linux text
linux mediacheck
images/
è presente il file boot.iso
. Questo file è una immagine ISO che può essere usata per avviare il programma di installazione. Per usare il boot.iso
, il computer deve essere in grado di avviare il sistema dal lettore CD-ROM e le impostazioni del BIOS devono essere configurate per tale scopo. E' quindi possibile scrivere il file boot.iso
un un CD-ROM scrivibile/rescrivibile.
linux console=<device>
linux text console=<device>
<device>
dovrebbe essere il dispositivo che si stà usando (come ttyS0 o ttyS1). Per esempio, linux text console=ttyS0
.
utf8
come opzione al momento dell'avvio del programma di installazione. Per esempio:
linux console=ttyS0 utf8
linux updates
linux text updates
rhupdates/
sul server.
linux askmethod
). Per informazioni riguardanti l'installazione con una unità fissa, consultare la Sezione 7.6, «Installazione dal disco fisso».
linux askmethod
). Per informazioni riguardanti l'installazione di rete consultare la Sezione 7.8, «Installazione tramite NFS». Da notare che le installazioni NFS possono essere eseguite in modalità GUI.
linux askmethod
). Per informazioni riguardanti l'installazione HTTP e FTP consultare la Sezione 7.9, «Installazione tramite FTP o HTTP».
askmethod
, lo stadio successivo carica automaticamente dal DVD. Continuare con Sezione 7.10, «Benvenuti in Fedora».
boot:
inserire linux hdX
=cdrom
. Sostituire X
con una delle seguenti lettere, a seconda dell'interfaccia utilizzata per il collegamento da parte dell'unità, e della sua configurazione master o slave (conosciute anche come primaria e secondaria):
a
— primo controller IDE, master
b
— primo controller IDE, slave
c
— secondo controller IDE, master
d
— secondo controller IDE, slave
install.img
dal quale i file ISO devono essere copiati in una cartella di nome images
. Si può utilizzare questa opzione per installare Fedora su computer che non hanno né connessione di rete, né lettore CD o DVD.
install.img
dalle ISO seguire la procedura:
mount -t iso9660 /path/to/Fedora11.iso /mnt/point -o loop,ro
cp -pr /mnt/point/images /path/images/
umount /mnt/point
fdisk
.
/dev/sd
. Ogni singolo drive ha la propria lettera, per esempio /dev/sda
. Ogni partizione sul drive è numerata, per esempio /dev/sda1
.
Tipo partizione | Volume | Percorso originale ai file | Cartella da usare |
---|---|---|---|
VFAT | D:\ | D:\Downloads\F11 | /Downloads/F11 |
ext2, ext3, ext4 | /home | /home/user1/F11 | /user1/F11 |
/
. Se le immagini ISO si trovano in una sottocartella di una partizione montata, inserire il nome della cartella che contiene le immagini ISO all'interno di questa partizione. Per esempio, se la partizione sulla quale sono presenti le immagini ISO viene normalmente montata come /home/
, e le immagini sono in /home/new/
, bisogna inserire /new/
.
/11/Fedora/architettura
/os/
al percorso mostrato sulla pagina web. Un indirizzo del mirror corretta per un sistema i386
potrebbe essere l'URL http://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/i386/os
.
eastcoast
nel dominio example.com
, inserire eastcoast.example.com
nel campo del Server NFS.
/export/directory/
.
/mirrors/Fedora/arch
/
, inserire /mirrors/Fedora/arch
/
(dove arch
va sostituito con l'architettura del sistema, come i386). Se il tutto è stato specificato correttamente, verrà visualizzato un messaggio che indica la ricezione dei file dal server.
mkdir discX
mount -o loop Fedora11-discX
.iso discX
X
con il numero del disco corrispondente.
system-config-keyboard
per avviare l'applicazione Strumento di configurazione della tastiera. Se non si è connessi come root, verrà richiesta la password di root per continuare.
/home
separata e di eseguire una installazione da zero. Per maggiori informazioni sulle partizioni e su come settarle, fare riferimento a Sezione 7.18, «Disk Partitioning Setup».
rpm -qa --qf '%{NAME} %{VERSION}-%{RELEASE} %{ARCH}\n' > ~/old-pkglist.txt
su -c 'tar czf /tmp/etc-`date +%F`.tar.gz /etc' su -c 'mv /tmp/etc-*.tar.gz /homè
/home
, così come il contenuto dai servizi quali apache, FTP , server SQL oppure un sistema di gestione del codice sorgente. Anche se i passaggi alle versioni successive non sono distruttivi, se si lavora impropriamente ci potrebbe essere una piccola possibilità di perdita dei dati.
/home
. Se la cartella /home
del sistema non è in una partizione separata, non bisogna seguire questo esempio alla lettera! Bisogna conservare i propri backup su un altro dispositivo come dei dischi CD o DVD oppure un hard disk esterno.
hostname
.domainname
. Molte reti hanno un servizio di DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) che fornisce automaticamente i dati a sistemi connessi ad un nome di dominio, lasciando agli utenti l'inserimento di un nome host.
hostname
.localdomain
per il sistema Fedora. Se si possiede più di un computer su questa rete, si potrà dare ad ognuno un nome host separato in questo dominio.
machine1.example.com
. Il nome della macchina (o "short hostname") è machine1
ed il
nome dominio è example.com
.
address
/ netmask
, assieme all'indirizzo del gateway e all'indirizzo del nameserver per la rete.
system-config-date
al prompt della shell per lanciare il Time and Date Properties Tool. Se non siete utenti root, vi verrà richiesta la password root per continuare.
timeconfig
.
su -
per accedere come root quando si deve risolvere un problema rapidamente. Seguendo queste regole di base, i rischi di inserire un errore di battitura o un comando non corretto e dannoso per il sistema si riducono.
su -
al prompt della shell in una finestra del terminale, quindi premere Invio. A questo punto inserire la password root e premere Invio.
system-config-rootpassword
in un prompt della shell per lanciare Strumento Password di Root. Se non si è utente root, verrà richiesto d'inserire la password root per continuare.
root
nel campo Password di root. Fedora visualizzerà degli asterischi al posto dei caratteri per motivi di sicurezza. Inserire la stessa password nel campo Conferma per assicurare che la password sia corretta. Dopo aver impostato la password di root, selezionare per procedere.
/var/cache/yum/
. Se si effettua un partizionamento manuale e si crea una partizione /var/
separata, assicurarsi di creare una partizione sufficientemente larga (3.0 GB o più) per poter effettuare un download degli aggiornamenti del pacchetto.
/boot/
deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato. Sarà necessario utilizzare un disco fisso interno per poter creare una partizione con schede RAID problematiche.
/boot/
.
/boot
.
/boot
.
/boot/efi/
di circa 100MB e di tipo FAT (VFAT), una partizione swap di almeno 512 MB, e una partizione (/
) root con dimensioni appropriate.
/bin/
, /dev/
, /etc/
, /lib/
, /proc/
, /root/
, e /sbin/
. Queste cartelle risiedono nella partizione
/
(root).
/boot
non dovrebbe risiedere su un gruppo LVM. Creare la partizione /boot
prima di configurare qualsiasi gruppo di volumi. Inoltre, non è possibile usare i filesystem ext4 o btrfs per la partizione di /boot
.
/usr
su una partizione separata. Se /usr
non si trova nella partizione /
(root), il processo di avvio diventa molto più complicato ed in alcune situazioni (come installazioni su dischi iSCSI) potrebbe non funzionare del tutto.
lvm
. Per ritornare all'installazione in modalità testo premere Alt+F1.
swap
/boot
/
Se M < 2 S = M *2 Altro S = M + 2
/boot/
(100 MB)/boot/
contiene il kernel del sistema operativo (il quale permette al sistema di avviare Fedora), insieme ai file utilizzati durante il processo bootstrap. A causa di alcune limitazioni, è necessaria la creazione di una partizione ext3 nativa in modo da contenere i suddetti file. Per la maggior parte degli utenti, è sufficiente una partizione boot di 100MB.
/boot/
se si desidera che la partizione /
(root), sia in grado di usare tutto lo spazio rimanente sul disco fisso.
/boot/
deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato.
root
(3.0 GB - 5.0 GB)/
(la cartella root). In questa impostazione, tutti i file (ad eccezione di quelli conservati in /boot
) si trovano sulla partizione root.
/
(o root) è l'inizio della struttura delle cartelle. La cartella /root
/root
(a volte pronunciata "slash-root") è la cartella principale dell'account utente per l'amministrazione del sistema.
/home
separata per conservare i dati utente. Fare riferimento a Sezione 7.21.4.1.1, «Avviso sulle partizioni» per maggiori informazioni.
/
gli avanzamenti di sistema diventano più semplici. Fare riferimento alla descrizione delle opzioni di modifica in Sezione 7.21.2, «La schermata di partizionamento» per maggiori informazioni.
/foo
deve essere almeno di 500MB e non bisogna fare una singola partizione /foo
, quindi la partizione /
(root) deve essere almeno 500 MB.
Cartella | Dimensione minima |
---|---|
/
| 250 MB |
/usr
| 250 MB, ma è consentito spostarla in una partizione separata |
/tmp
| 50 MB |
/var
| 384 MB |
/home
| 100 MB |
/boot
| 75 MB |
/home
all'interno del gruppo di volumi. Con una partizione /home
separata, è possibile aggiornare o reinstallare Fedora senza la cancellazione dei dati personali.
/boot
. Se non si pensa di installare un grande numero di kernel, la dimensione predefinita di 100 MB per /boot
è sufficiente.
/boot
.
/var
mantiene contenuti per alcune applicazioni, incluso il server web Apache. Viene usata inoltre per contenere i pacchetti di aggiornamenti in maniera temporanea. Assicurarsi che la partizione contenente la cartella /var
abbia abbastanza spazio per scaricare gli aggiornamenti in sospeso e stipare gli altri contenuti.
/usr
contiene la maggior parte dei contenuti software di un sistema Fedora. Per l'installazione di un set di software predefinito sono necessari almeno 4GB di spazio. Se si è sviluppatori di software o si intende usare il sistema Fedora per imparare a sviluppare software, potrebbe essere necessario il doppio dello spazio.
/usr
si trova su una partizione diversa dalla /
, il processo di avvio diventa molto più complicato ed in alcune situazioni (come installazioni su dischi iSCSI) potrebbe non funzionare del tutto.
/var/lib/mysql
, realizzare una partizione a parte per questa cartella nel caso si desidera reinstallarla successivamente.
Partizione | Dimensione e tipo |
---|---|
/boot
|
partizione 100MB ext3 .
|
swap
| 2 GB swap |
Volume fisico LVM | Spazio rimanente, come un gruppo di volumi LVM |
Partizione | Dimensione e tipo |
---|---|
/
| 13 GB ext4 |
/var
| 4 GB ext4 |
/home
| 50 GB ext4 |
/
; digitare /boot
per la partizione /boot
e così via. Inoltre è possibile utilizzare il menu a tendina per selezionare il punto di montaggio corretto per la partizione. Per una partizione swap non sarà necessario impostare alcun punto di montaggio - sarà sufficiente selezionare swap come tipo di filesystem.
icantbelieveitsnotbtr
. Per le istruzioni fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio.
fsck
[3] del filesystem.
/boot/efi/
sui sistemi Itanium.
/boot/grub/grub.conf
. Se si è impossibilitati ad effettuare un boot, si dovrebbe essere in grado di usare la modalità di "ripristino" tramite l'uso del primo disco di installazione di Fedora per azzerare la password di GRUB.
grub-md5-crypt
. Per maggiori informazioni a riguardo, usare il comando man grub-md5-crypt
in un terminale, per leggere le pagine del manuale.
/boot
.
/boot
nei primi 1024 cilindri del disco fisso per avviare Linux. Le altre partizioni Linux possono risiedere dopo il cilindro 1024.
parted
, i 1024 cilindri equivalgono a 528MB. Per maggiori informazioni, consultare:
http://www.pcguide.com/ref/hdd/bios/sizeMB504-c.html
linux rescue
al prompt d'avvio dell'installazione.
repodata
. Per intenderci, il repositorio "Everything" per Fedora normalmente viene posizionato nell'albero di cartelle releases/11/Everything/arch
/os
, dove arch
è un nome di architettura di sistema.
/root/install.log
dopo aver riavviato il computer.
[2] Una password di root è una password amministrativa per il sistema Fedora. Si consiglia di eseguire un login come utenti root solo a scopo di manutenzione. L'account root opera senza seguire alcuna restrizione imposta ad utenti normali, per questo motivo le modifiche effettuate utilizzando un account root possono avere ripercussioni sull'intero sistema.
[3]
L'applicazione fsck
viene utilizzata per controllare il file system per la consistenza dei metadata, ed eventualmente riparare uno o più filesystem di Linux.
GRUB:
) e un cursore lampeggiante. Se è quello che vedete, dovrete ripartizionare il sistema.
/boot
al di fuori dell'array RAID, per esempio su un disco fisso diverso. è necessario utilizzare un disco fisso interno per la creazione di partizioni che presentano schede RAID difettose.
/boot
.
boot:
linux mediacheck
http://www.bitwizard.nl/sig11/
resolution=
. Questa opzione può essere utile per gli utenti di portatili. Un'altra soluzione può essere rappresentata dall'opzione driver=
, così da specificare il driver da caricare per la scheda video. Se tale opzione funziona, sarà necessario inviare un bug poichè l'installatore non ha rilevato automaticamente la scheda video. Consultare il Capitolo 9, Opzioni di avvio per maggiori informazioni sulle opzioni di avvio.
nofb
. Questo comando potrebbe essere necessario per l'accessibilità di alcuni hardware di lettura dello schermo.
No devices found to install Fedora
Messaggio d'erroreNo devices found to install Fedora
, molto probabilmente un controller SCSI non è stato riconosciuto dal programma d'installazione.
scp
, per copiare il messaggio di errore su di un sistema remoto.
/tmp/anacdump.txt
. Dopo aver visualizzato tale dialogo, selezionate una nuova tty (console virtuale) premendo i tasti Ctrl+Alt+F2
e scp
, il messaggio scritto su /tmp/anacdump.txt
su di un sistema remoto funzionante.
swap
e una /
(root), e selezionato la partizione root per utilizzare lo spazio residuo, ma questa non utilizza tutto lo spazio libero presente sul disco.
parted
, 1024 cilindri equivalgono a 528MB. Per maggiori informazioni, consultate http://www.pcguide.com/ref/hdd/bios/sizeMB504-c.html.
/
(root)
/tmp/
. L'errore potrebbe somigliare al seguente:
Traceback (innermost last): File "/var/tmp/anaconda-7.1//usr/lib/anaconda/iw/progress_gui.py", line 20, in run rc = self.todo.doInstall () File "/var/tmp/anaconda-7.1//usr/lib/anaconda/todo.py", line 1468, in doInstall self.fstab.savePartitions () File "fstab.py", line 221, in savePartitions sys.exit(0) SystemExit: 0 Local variables in innermost frame: self: <fstab.GuiFstab instance at 8446fe0> sys: <module 'sys' (built-in)> ToDo object: (itodo ToDo p1 (dp2 S'method' p3 (iimage CdromInstallMethod p4 (dp5 S'progressWindow' p6 <failed>
/tmp
e le altre posizioni sono simbolici, oppure sono stati modificati dopo la loro creazione. Tali link simbolici, o modificati, non sono validi durante il processo di installazione, e quindi il programma di installazione non può scrivere le informazioni.
http://fedoraproject.org/wiki/Anaconda/Updates
http://fedoraproject.org/wiki/Anaconda
http://bugzilla.redhat.com/bugzilla/
/boot/grub/grub.conf
.
grub.conf
, decommentate la riga che inizia con splashimage
inserendo il carattere #
all'inizio della riga.
b
per avviare il sistema.
grub.conf
viene riletto, e le modifiche diventeranno effettive.
grub.conf
, rimuovendo il carattere ;
.
startx
.
/etc/inittab
, modificando solo un numero nella sezione del runlevel. La prossima volta che eseguite un login, vi sarà presentato un prompt di login grafico.
su
.
gedit /etc/inittab
per modificare il file con gedit. Il file /etc/inittab
verrà aperto. All'interno della prima schermata vedrete una sezione del file che è simile alla seguente:
# Runlevel predefinito. I runlevel usati sono: # 0 - halt (NON impostare initdefault a questo) # 1 - Single user mode # 2 - Multiutente, senza NFS (Come 3, se non si ha una rete) # 3 - Modalità multiutente completa # 4 - inutilizzata # 5 - X11 # 6 - riavvio (NON impostare initdefault a questo) # id:3:initdefault:
id:3:initdefault:
da 3
a 5
.
3
a 5
.
id:5:initdefault:
df -h
df
vi aiuterà a sapere quale partizione risulta essere piena. Per informazioni aggiuntive su df
, insieme ad una spiegazione delle opzioni disponibili (come ad esempio l'opzione -h
usata in questo esempio), fate riferimento alla pagina man di df
, digitando man df
al prompt della shell.
/home/
e /tmp/
si possono riempire rapidamente con i file dell'utente. è possibile così ottenere più spazio, rimuovendo i file più vecchi. Dopo aver ottenuto spazio sufficiente, provate ad eseguire X.
linux single
.
e
per la modifica dopo il caricamento della schermata di avvio di GRUB. Verrà visualizzato l'elenco degli elementi presenti nel file di configurazione per l'etichetta di avvio che avete selezionato.
kernel
, e digitate e
per modificare la voce d'avvio interessata.
kernel
, aggiungete:
single
b
to boot the system.
#
, digitate passwd root
, il quale vi permetterà di inserire una nuova password di root. A questo punto potete digitare shutdown -r now
per riavviare il sistema con la nuova password di root.
su -
e inserite la password di root quando richiesto. Digitate poi passwd <username>
. Questo vi consente di inserire una nuova password per l'account utente specificato.
http://www.linuxquestions.org/hcl/index.php
cat /proc/meminfo
.
/boot/grub/grub.conf
:
mem=xx
M
xx
con la quantità di RAM presente sul sistema in megabyte.
/boot/grub/grub.conf
, l'esempio descritto sopra è molto simile a quanto segue:
# NOTICE: Si possiede una partizione /boot. ciò significa # che tutti i percorsi del kernel si riferiscono a /boot/ default=0 timeout=30 splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz title Fedora (2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686) root (hd0,1) kernel /vmlinuz-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 mem=1024M initrd /initrd-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686.img
grub.conf
si rifletteranno sul sistema.
e
per apportare modifiche. Verrà visualizzato un elenco di elementi nel file di configurazione per il label di boot selezionato.
kernel
e digitate e
per modificare questa voce.
kernel
, aggiungete
mem=xx
M
xx
corrisponde alla quantità di RAM presente nel sistema.
b
to boot the system.
elilo
seguito dal comando di avvio.
xx
con la quantità di RAM disponibile sul sistema. Premere Invio per eseguire il boot.
system-config-printer
per avviare l'applicazione Printer Configuration Tool. Se non siete collegati come root, vi verrà richiesta la password root per continuare.
system-config-soundcard
).
system-config-soundcard
ad un prompt della shell. Se non siete l'utente root, vi verrà richiesto d'inserire la password root per procedere.
httpd
basato su Apache durante l'avviohttpd
basato su Apache durante l'avvio, assicuratevi che la seguente riga sia presente all'interno del file /etc/hosts
:
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost
Indice
linux option
al prompt di boot:
.
linux opzione1
opzione2
opzione3
version
/Documentation/kernel-parameters.txt, che è installato con il pacchetto kernel-doc .
lang
. Usare l'opzione keymap
per configurare la tastiera correttamente.
el_GR
e gr
identificano la lingua greca e la tastiera in uso in quel Paese:
linux lang=el_GR
keymap=gr
lowres
. Per usare una specifica risoluzione dello schermo, digitare resolution=setting
come opzione di avvio. Per esempio, per configurare la risoluzione del monitor a 1024x768, digitare:
linux resolution=1024x768
linux text
display=ip
:0
per consentire il reindirizzamento del display in remoto. In questo comando, ip
deve essere sostituito con l'indirizzo IP del sistema sul quale si desidera far comparire il display.
xhost +hostnameremoto
, dove hostnameremoto
è il nome dell'host dal quale si stà eseguendo il display originale. Usando il comando xhost +hostnameremoto
si limita l'accesso al terminale del display remoto e non si consente l'accesso a chiunque o a qualsiasi sistema non esplicitamente autorizzato per l'accesso remoto.
linux updates
rhupdates/
del server.
linux updates=
askmethod
per mostrare ulteriori menù che abilitino a specificare il metodo di installazione ed i parametri di rete. Si può anche configurare il metodo di installazione ed i parametri di rete nello stesso prompt di boot:
.
boot:
, usare l'opzione method
. Fare riferimento a Tabella 9.1, «Metodi di installazione» per i metodi di installazione supportati.
Metodo di installazione | Formato opzione |
---|---|
Drive CD o DVD |
method=
|
Hard Drive |
method=
|
HTTP server |
method=
|
FTP server |
method=
|
NFS server |
method=
|
boot:
. Si possono specificare indirizzo ip
, netmask
, gateway
e dns
del server per il sistema di installazione al prompt. Se si dovesse specificare la configurazione della rete al prompt di boot:
, tali parametri saranno usati per il processo di installazione, e la schermata Configurazione TCP/IP non apparirà.
192.168.1.10
:
linux ip=192.168.1.10
netmask=255.255.255.0
gateway=192.168.1.1
dns=192.168.1.2,192.168.1.3
linux vnc vncpassword=qwerty
vnc
abilita il servizio VNC. L'opzione vncpassword
setta la password per l'accesso remoto. L'esempio appena mostrato imposta la password come qwerty
.
Avvio VNC... Il server VNC è in esecuzione. Connettersi a computer.mydomain.com:1 per iniziare l'installazione... Avvio installazione grafica... Premere <invio> per una shell
computer.mydomain.com:1
.
-listen
per avviare vncviewer in ascolto. In un terminale, digitare il comando:
vncviewer -listen
5500
nel campo Porta(e), e specificare tcp
come Protocollo.
boot:
. In aggiunta alle opzioni vnc
e vncpassword
, usare l'opzione vncconnect
per specificare il nome o l'indirizzo IP del sistema che ha il client in ascolto. Per specificare la porta TCP per il pc in ascolto, aggiungere due punti (:) ed il numero della porta al nome del sistema.
desktop.mydomain.com
sulla porta 5500, digitare quanto segue al prompt di boot:
linux vnc vncpassword=qwerty
vncconnect=desktop.mydomain.com:5500
telnet
al prompt di boot:
linux text telnet
telnet
. Il comando telnet
richiede il nome o l'indirizzo IP del sistema di installazione:
telnet computer.mydomain.com
telnet
solo per l'installazione di sistemi su reti con accesso limitato.
syslog
. Specificare l'indirizzo IP del sistema di logging ed il numero della porta UDP del servizio di log su quel sistema. Per impostazione predefinita, i servizi syslog che accettano messaggi remoti rimangono in ascolto sulla porta UDP 514.
192.168.1.20
, digitare quanto segue al prompt di boot:
linux syslog=192.168.1.20:514
rsyslog
per fornire un servizio di syslog. La configurazione predefinita di rsyslog
rifiuta i messaggi provenienti dai sistemi remoti.
rsyslog
mostrata di seguito non include misure di sicurezza disponibili per rsyslog
. Dei cracker possono rallentare o mandare in crash quei sistemi che permettono l'accesso ai servizi di logging, mandando grandi quantità di falsi messaggi di log. In aggiunta, utenti ostili possono intercettare o falsificare messaggi mandati al servizio di log attraverso la rete.
/etc/rsyslog.conf
. Si devono usare i privilegi di root
per modificare il file /etc/rsyslog.conf
. Decommentare le seguenti linee rimuovendo il cancelletto che le precede:
$ModLoad imudp.so
$UDPServerRun 514
rsyslog
per applicare il cambiamento:
su -c '/sbin/service rsyslog restart'
root
password when prompted.
514
nel campo Porta(e) e specificare udp
come Protocollo.
/root/anaconda-ks.cfg
. Si può usare tale file per ripetere l'installazione con parametri identici, o modificare copie per specificare parametri per altri sistemi.
system-config-kickstart
per installare questo strumento. Per caricare l'editor di Kickstart di Fedora, scegliere → → .
ks
per specificare il nome e la localizzazione del file:
linux ks=location/kickstart-file.cfg
Sorgente Kickstart | Formato opzione |
---|---|
Drive CD o DVD |
ks=
|
Hard Drive |
ks=
|
Altri dispositivi |
ks=
|
HTTP server |
ks=
|
FTP server |
ks=
|
NFS server |
ks=
|
ks=
. Se si è aggiunta l'opzione kssendmac
, la richiesta manderà inoltre le intestazioni HTTP all'applicazione web. L'applicazione può usare queste intestazioni per identificare il computer. Queste righe mandano una richiesta con intestazione all'applicazione http://server.mydomain.com/kickstart.cgi:
linux ks=http://server.mydomain.com/kickstart.cgi kssendmac
.zip
, o .tar.gz
. Per estrarre i contenuti di un file zippato con un sistema Fedora, selezionare → → .
dd
. Per esempio, per preparare un disco floppy con il file immagine drivers.img
, digitare il seguente comando in un terminale:
dd if=drivers.img of=/dev/fd0
dd
al prompt del boot:
linux dd
dd
può essere sostituita con l'opzione driverdisk
.
Sorgente immagine | Formato opzione |
---|---|
Selezionare un dispositivo o un unità disco |
dd
|
HTTP server |
dd=
|
FTP server |
dd=
|
NFS server |
dd=
|
Compatibilità | Opzione |
---|---|
Disabilita il riconoscimento di tutto l'hardware |
noprobe
|
Disabilita il riconoscimento di schede grafiche, tastiera e mouse |
headless
|
Disabilita passando informazioni di tastiera e mouse alla fase 2 del programma di installazione |
nopass
|
Usa il driver VESA di base per il video |
xdriver=vesa
|
Disabilita l'accesso shell su console virtuale 2 durante l'installazione |
noshell
|
Disabilita configurazioni avanzate e interfaccia di alimentazione (ACPI) |
acpi=off
|
Disabilita l'auto diagnosi della CPU machine check exception (MCE). |
nomce
|
Disabilita l'accesso alla memoria non uniforme su architetture AMD64 |
numa-off
|
Forza il kernel a rilevare una specifica quantità di memoria, dove xxx è un valore in megabyte
|
mem=
|
Abilita il DMA solo per i drive IDE e SATA |
libata.dma=1
|
Disabilita RAID assistiti dal BIOS |
nodmraid
|
Disabilita il riconoscimento dei dispositivi firewire |
nofirewire
|
Disabilita il riconoscimento delle porte parallele |
noparport
|
Disabilita il riconoscimento di dispositivi PC Card (PCMCIA) |
nopcmcia
|
Disabilita il riconoscimento di dispositivi di archiviazione USB |
nousbstorage
|
Disabilita il riconoscimento di tutti i dispositivi USB |
nousb
|
Disabilita tutti i test dell'hardware di rete |
nonet
|
isa
fa mostrare al sistema una schermata testualeaggiuntiva all'inizio del processo di installazione. Utilizzare tale schermata per configurare dispositivi ISA sul computer.
Memory Test
dal menù di avvio. Il primo test partirà immediatamente. Per impostazione predefinita, memtest86
esegue dieci test in totale.
mediacheck
.
/mnt/sysimage/
.
upgrade
, è stata sostituita da uno stadio del processo di installazione dove il programma di installazione richiede se avanzare o reinstallare versioni precedenti di Fedora rilevate sul sistema.
/etc/fedora-release
sono stati cambiati. L'opzione di avvio upgradeany
attenua il test eseguito dal programma di installazione e consente di avanzare una versione di Fedora che il programma di installazione non ha identificato correttamente.
isolinux/
utilizzando uno dei seguenti metodi:
isolinux/
releases/11/Fedora/arch
/os/isolinux/
.
vmlinuz
e initrd.img
dalla sorgente selezionata nella cartella /boot/
, rinominandoli in vmlinuz-install
e initrd.img-install
Bisogna avere i privilegi di root
per scrivere i file nella cartella /boot/
/boot/grub/grub.conf
. Per configurare GRUB per avviare dai nuovi file, aggiungere una istanza di avvio a /boot/grub/grub.conf
che vi fa riferimento.
title Installation root (hd0,0) kernel /vmlinuz-install initrd /initrd.img-install
kernel
dell'istanza di avvio. Queste opzioni impostano opzioni preliminari in Anaconda che l'utente normalmente imposta interattivamente. Per un elenco delle opzioni di avvio disponibili, fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio.
ip=
metodo=
lingua=
mappa tastiera=
ksdevice=
(se l'installazione richiede un'altra interfaccia oltre eth0)
vnc
e vncpassword=
per una installazione remota
default
in /boot/grub/grub.conf
per puntare alla nuova istanza precedentemente aggiunta.
default 0
askmethod
con il CD #1 o il DVD di Fedora. In alternativa, se il sistema da installare contiene una network interface card (NIC) con un supporto Pre-Execution Environment (PXE), esso può essere configurato in modo da avviarsi tramite i file di un altro sistema presente sulla rete, invece di usare un supporto locale come ad esempio un CD-ROM.
tftp
(che fornisce i file necessari per avviare il programma d'installazione) e la posizione dei file sul server tftp
.Ciò è possibile grazie a PXELINUX, che fa parte del pacchetto syslinux
.
root
con il comando su -
. In alternativa, si può eseguire un comando con l'opzione -c
, usando la forma su -c 'command
'
.
yum -y install cobbler
cobbler check
/var/lib/cobbler/settings
per riflettere le informazioni degli indirizzi IP per il server. Bisogna almeno cambiare le opzioni server
e next_server
, anche se queste opzioni possono puntare allo stesso indirizzo IP.
manage_dhcp
in 1
. Se si sta eseguendo un server DHCP, configurarlo in accordo alle istruzioni trovate nella documentazione del pacchetto syslinux. Per maggiori informazioni, Fare riferimento ai propri file locali /usr/share/doc/syslinux-version
/syslinux.doc
e /usr/share/doc/syslinux-version
/pxelinux.doc
.
mkdir /mnt/dvd
mount -o context=system_u:object_r:httpd_sys_content_t:s0 /dev/dvd /mnt/dvd
mount -ro loop,context=system_u:object_r:httpd_sys_content_t:s0 /path/to/image.iso /mnt/dvd
/etc/exports
ed aggiungervi la seguente linea:
/mnt/dvd *(ro,async)
/sbin/service rpcbind start /sbin/service nfs start
yum
per installare il server web apache se non è già installato:
yum -y install httpd
ln -s /mnt/dvd /var/www/html/distro
cobbler
per creare un server di installazione. Il comando cobbler
può eseguire il fetch della distribuzione tramite la rete come parte del processo di importazione.
http://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch
/os
ftp://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch
/os
rsync://mirror.example.com/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch
/os
cobbler import
aggiuntivi usando un nome differente per ogni metodo. Per ottenere un risultato migliore, utilizzare il metodo di installazione come parte del nome, così apparirà nel menù di avvio del client.
cobbler
, eseguire questo comando:
cobbler import --path=/mnt/dvd --name=distro_name
distro_name
, sostituire un nome significativo per la distribuzione.
cobbler
, eseguire questo comando. Sostituire network_URI
con l'URI trovato in Sezione 11.3, «Mirror di una locazione di rete», e distro_name
come di seguito:
cobbler import --mirror=network_URI
--name=distro_name
cobbler
importa una distribuzione con i seguenti comandi, copia tutti i file dalla memoria locale del server, il che potrebbe richiedere del tempo.
--available-as
.
cobbler import --path=/mnt/dvd --name=
distro_name
--available-as=network_URI
cobbler import --mirror=
network_URI
--name=distro_name
--available-as=network_URI
nework_URI
, sostituire la locazione di rete appropriata della distribuzione. Questo URI indica come il server rende la distribuzione disponibile ai suoi client. I seguenti esempi assumono che il server cobbler
raggiunga la locazione del mirror allo stesso URI del client. Se non è così, sostituire un URI appropriato per l'opzione --mirror
. I seguenti esempi sono locazioni URI che funzionano se è stata seguita la procedura di questa sezione, e l'indirizzo IP del server sia 192.168.1.1
:
nfs://192.168.1.1
:/mnt/dvd
http://192.168.1.1
:/distro
192.168.1.1
con l'indirizzo IP del server cobbler
.
cobbler sync
per applicare i cambiamenti. Per controllare che il server cobbler
sia in ascolto sulle porte corrette, utilizzare il comando netstat -lp
.
system-config-securitylevel
per consentire l'accesso ad alcuni o a tutti questi servizi di rete:
cobbler
sta fornendo servizio di installazione HTTP
cobbler
sta fornendo servizio di installazione FTP
cobbler
sta fornendo servizio di installazione NFS
tftp
necessari per l'avvio di PXE.
tftp
.
tftp
in modo che possano essere trovati quando il client li richiede. Il server tftp
normalmente è lo stesso server di rete che esporta l'albero di installazione.
http://server.example.com/kickstart/ks.cfg
. Questo file può essere creato con il Kickstart Configurator. Fare riferimento a Capitolo 14, Configuratore di Kickstart per maggiori dettagli.
tftp
tftp-server
sia stato installato con il comando rpm -q tftp-server
.
tftp
è un servizio basato su xinetd; avviarlo con i seguenti comandi:
/sbin/chkconfig --level 345 xinetd on /sbin/chkconfig --level 345 tftp on
tftp
e xinetd
, in modo tale da essere abilitati e configurati al momento dell'avvio nei runlevel 3,4 e 5.
allow booting; allow bootp; class "pxeclients" { match if substring(option vendor-class-identifier, 0, 9) = "PXEClient"; next-server <server-ip>
; filename "linux-install/pxelinux.0"; }
<server-ip>
deve essere sostituito con l'indirizzo IP del server tftp
.
/tftpboot/linux-install/msgs/boot.msg
per usare un messaggio di avvio personalizzato.
vncviewer
è disponibile su Red Hat Enterprise Linux e Fedora Linux istallando il pacchetto vnc
:
# yum install vnc
vnc://SERVER
:DISPLAY
, dove SERVER è l'indirizzo IP o il nome host DNS del server VNC dove si desidera connettersi e DISPLAY è il numero del display VNC (normalmente 1), e cliccare su Connect.
vnc
come argomento di avvio.
vnc
nel file di kickstart usato per l'istallazione.
Running anacondaVERSION
, thePRODUCT
system installer - please wait...
vncconnect
:
boot: linux vncconnect=HOST
vnc
venga dato come parametro di boot. Per aggiungere il parametro vnc
, è necessaria una console connessa al sistema target che consenta di interagire con il processo di avvio. Inserire quanto segue nel prompt:
boot: linux vnc
vnc
al file di kickstart. Se il sistema target utilizza DHCP, aggiungere vncconnect=HOST
fra gli argomenti di avvio per il sistema target. HOST rappresenta l'indirizzo IP o il nome host DNS del sistema VNC viewer. Inserire quanto segue nel prompt:
boot: linux vncconnect=HOST
vnc
al file kickstart per il sistema. Sarà possibile connettersi al sistema target usando il VNC viewer e visualizzando il processo di installazione. L'indirizzo da usare sarà quello configurato per il sistema tramite il file di kickstart.
vncconnect
inverso. Piuttosto che aggiungere il parametro di boot vnc
al file di kickstart, aggiungere il parametro vncconnect=HOST
alla lista degli argomenti di avvio per il sistema target. Per HOST, inserire l'indirizzo IP o l'hostname DNS del sistema VNC viewer. Fare riferimento alla prossima sezione per maggiori dettagli sull'utilizzo della modalità vncconnect.
vnc
, si potrebbe inoltre voler fornire il parametro vncpassword
in questo scenario. Fintanto che la password non viene inviata tramite rete, esso fornisce un passagio in più prima che il viewer possa connettersi al sistema. Una volta che il viewer si connette al sistema target tramite VNC, non sono consentite altre connessioni. Queste limitazioni normalmente sono sufficienti per gli obbiettivi dell'installazione.
vncpassword
. Non dovrebbe essere una password da usare su un sistema, specialmente una password di root.
vncconnect
. In questa modalità di operazione, si avvia il viewer sul sistema indicandogli di rimanere in ascolto per delle connessioni in entrata. Passando vncconnect=HOST
al prompt di avvio il programma di installazione tenterà di connettersi all'HOST specificato (un nome host oppure un indirizzo IP).
/root/anaconda-ks.cfg
. Si dovrebbe essere in grado di modificare il file con un editor di testo o un processore word in grado di salvare i file come testo ASCII.
%packages
— Consultare la Sezione 13.5, «Package Selection» per maggiori informazioni.
%pre
e %post
— Queste due sezioni possono trovarsi in qualsiasi ordine e non sono necessarie. Consultare la Sezione 13.6, «Script di pre-installazione» e la Sezione 13.7, «Script di post-installazione» per maggiori informazioni.
upgrade
autopart
(facoltativo) /
), una partizione swap ed una partizione boot appropriata per l'architettura. Le dimensioni della partizione di default possono essere ridefinite con la direttiva part
.
--encrypted
— I dispositivi supportati devono essere cifrati in modo predefinito? Questo è equivalente a spuntare la casella Cifra sulla schermata iniziale del partizionamento.
--passphrase=
— Fornisce una frase d'accesso predefinita per l'intero sistema per tutti i dispositivi cifrati.
ignoredisk
(facoltativo) ignoredisk
, il tentativo di impiegare kickstart su di un SAN-cluster fallirà, poichè l'installatore rileva i percorsi passivi per SAN che non ritornano una tabella delle partizioni.
ignoredisk
è molto utile se si è in possesso di percorsi multipli per i dischi.
ignoredisk --drives=drive1,drive2
,...
driveN
è uno tra sda
, sdb
,..., hda
,... ecc.
autostep
(facoltativo) interactive
ad eccezione del fatto che passa alla schermata successiva. Viene utilizzato in particolare per il debugging.
--autoscreenshot
— Cattura una schermata ad ogni fase durante l'installazione e copia le immagini su /root/anaconda-screenshots
dopo il completamento dell'installazione. Questo processo risulta essere molto utile per la documentazione.
auth
o authconfig
(necessari) authconfig
, il quale può essere eseguito dopo l'installazione. Le password sono normalmente cifrate e non vengono visualizzate.
--enablemd5
— Utilizza la cifratura md5 per le password utente.
--enablenis
— Abilita il supporto NIS. In modo predefinito --enablenis
utilizza qualsiasi dominio trovato sulla rete. Un dominio dovrebbe sempre essere impostato manualmente tramite l'opzione --nisdomain=
.
--nisdomain=
— Il nome del domino NIS da utilizzare per i servizi NIS.
--nisserver=
— Server da utilizzare per i servizi NIS (predefinito).
--useshadow
o --enableshadow
— Usa password shadow.
--enableldap
— Abilita il supporto LDAP in /etc/nsswitch.conf
, permettendo al sistema di ripristinare le informazioni sugli utenti (UID, cartella home, shell ecc), da una cartella LDAP. Per utilizzare questa opzione è necessario installare il pacchetto nss_ldap
. Sarà altresì necessario specificare un server ed un DN di base (distinguished name) con --ldapserver=
e --ldapbasedn=
.
--enableldapauth
— Utilizza LDAP come metodo di autenticazione. Ciò permetterà al modulo pam_ldap
di autenticare e modificare le password, utilizzando la cartella LDAP. Per utilizzare questa opzione è necessario aver installato il pacchetto nss_ldap
. È necessario specificare altresì un server ed un DN di base con --ldapserver=
e --ldapbasedn=
.
--ldapserver=
— Se si specifica --enableldap
o --enableldapauth
, utilizzare questa opzione per specificare il nome del server LDAP da utilizzare. Questa opzione è impostata nel file /etc/ldap.conf
.
--ldapbasedn=
— Se si specifica --enableldap
o --enableldapauth
, utilizzare questa opzione per specificare il DN nell'albero della cartella LDAP, nel quale vengono conservate le informazioni dell'utente. Questa opzione è impostata nel file /etc/ldap.conf
.
--enableldaptls
— Utilizza le ricerche TLS (Transport Layer Security). Questa opzione consente a LDAP di inviare nomi utente e password cifrati a un server LDAP prima dell'autenticazione.
--enablekrb5
— Utilizza Kerberos 5 per autenticare gli utenti. Kerberos non è a conoscenza delle cartelle home, UID o shell. Se si abilita kerberos, sarà necessario rendere noti gli account degli utenti a questa workstation abilitando LDAP, NIS o Hesiod, oppure utilizzando il comando /usr/sbin/useradd
. Se si utilizza questa opzione, sarà necessario aver installato il pacchetto pam_krb5
.
--krb5realm=
— Il realm di Kerberos 5 a cui appartiene la workstation.
--krb5kdc=
— KDC che risponde alle richieste dei client kerberos. Se si possiedono più KDC, separare i loro nomi con una virgola (,).
--krb5adminserver=
— Il KDC nel realm che sta eseguendo kadmind. Questo server gestisce la modifica delle password e le altre richieste di amministrazione. Se si possiede più di un KDC, questo server va eseguito sul KDC master.
--enablehesiod
— Abilita il supporto Hesiod per la ricerca delle cartelle home, UID, e delle shell degli utenti. Maggiori informazioni su come impostare ed utilizzare Hesiod sulla rete sono disponibili su /usr/share/doc/glibc-2.x.x/README.hesiod
, il quale è incluso nel pacchetto glibc
. Hesiod è una estensione DNS che utilizza i record DNS per conservare le informazioni sugli utenti, gruppi e vari oggetti.
--hesiodlhs
— L'opzione Hesiod LHS ("left-hand side"), impostata in /etc/hesiod.conf
. Questa opzione viene usata dalla libreria Hesiod per determinare il nome per la ricerca DNS durante la ricerca delle informazioni, simile all'utilizzo di un DN di base di LDAP.
--hesiodrhs
— L'opzione Hesiod RHS ("right-hand side"), impostata in /etc/hesiod.conf
. Questa opzione viene usata dalla libreria Hesiod per determinare il nome per la ricerca DNS durante la ricerca delle informazioni, simile all'utilizzo di un DN di base di LDAP.
jim:*:501:501:Jungle Jim:/home/jim:/bin/bash
). Per i gruppi la situazione è identica, ad eccezione del fatto che verrà utilizzato jim.group<LHS><RHS>.
--enablesmbauth
— Abilita l'autenticazione degli utenti rispetto ad un server SMB (generalmente un Samba o un server Windows). Il supporto per l'autenticazione SMB non è a conoscenza delle cartelle home, UID o delle shell. Se si abilita SMB sarà necessario rendere noti gli account degli utenti alle workstation tramite l'abilitazione di LDAP, NIS o Hesiod oppure utilizzando il comando /usr/sbin/useradd
. Per utilizzare questa opzione è necessario aver installato il pacchetto pam_smb
.
--smbservers=
— Indica il nome del (o dei) server da usare per l'autenticazione di tipo SMB. Quando si specifica più di un server, separare ogni nome con una virgola (,).
--smbworkgroup=
— Indica il nome del workgroup per i server SMB.
--enablecache
— Abilita il servizio nscd
. Il servizio nscd
è in grado di conservare le informazioni riguardanti gli utenti, i gruppi insieme ad altri tipi di informazioni. Tale processo è utile in special modo se si sceglie di distribuire le informazioni sugli utenti e sui gruppi, attraverso la rete utilizzando NIS, LDAP o hesiod.
bootloader
(necessario)--append=
— Specifica i parametri del Kernel. Per specificare parametri multipli, separarli con gli spazi. Per esempio:
bootloader --location=mbr --append="hdd=ide-scsi ide=nodma"
--driveorder
— Specifica quale unità è il primo nell'ordine di avvio del BIOS. Per esempio:
bootloader --driveorder=sda,hda
--location=
— Specifica dove è stato scritto il boot record. Di seguito sono riportati i valori validi: mbr
(il predefinito), partition
(installa il boot loader sul primo settore della partizione contenete il kernel) o none
(non installare il boot loader).
--password=
— Se si usa GRUB, impostare la password del boot loader GRUB su quella specificata con questa opzione. Questo deve essere utilizzato per limitare l'accesso alla shell di GRUB, dove è possibile passare le opzioni arbitrarie del kernel.
--md5pass=
— Se si usa GRUB, il processo è simile a --password=
ad eccezione del fatto che la password dovrebbe essere già cifrata.
--upgrade
— Aggiorna la configurazione del boot loader esistente, conservando le vecchie voci. Quest'opzione è disponibile solo per gli avanzamenti di sistema.
clearpart
(opzionale) clearpart
, allora non sarà possibile usare il comando --onpart
su di una partizione logica.
--all
— Cancella tutte le partizioni dal sistema.
--drives=
— Specifica le unità dalle quali cancellare le partizioni. Per esempio, quanto segue permette la cancellazione di tutte le partizioni sulle prime due unità sul controller IDE primario:
clearpart --drives=hda,hdb --all
--initlabel
— Inizializza l'etichetta del disco come predefinita per l'architettura (per esempio msdos
per x86 e gpt
per Itanium). È utile in quanto il programma d'installazione non richiederà se inizializzare o meno l'etichetta del disco se si installa un disco fisso nuovo.
--linux
— Cancella tutte le partizioni Linux.
--none
(predefinito) — Non rimuove nessuna partizione.
cmdline
(opzionale) device
(opzionale) device
, il quale indica al programma d'installazione di installare moduli aggiuntivi, è nel seguente formato:
device<type>
<moduleName>
--opts=<options>
<type>
— Sostituire con scsi
o eth
.
<moduleName>
— Sostituire con il nome del modulo del kernel da installare.
--opts=
— Opzioni di mount da usare per montare le export NFS. Sono consentite le opzioni che possono essere specificate in /etc/fstab
. Le opzioni sono elencate nella pagina man di nfs(5)
. Le opzioni multiple sono separate da una virgola.
driverdisk
(opzionale) driverdisk
, per indicare al programma d'installazione dove trovare il disco driver.
driverdisk<partition>
[--type=<fstype>
]
driverdisk --source=ftp://path/to/dd.img driverdisk --source=http://path/to/dd.img driverdisk --source=nfs:host:/path/to/img
<mntpoint>
— Partizione contenente il disco driver.
--type=
— Tipo di File system (per esempio, vfat o ext2).
firewall
(opzionale) firewall --enabled|--disabled [--trust=] <device>
[--port=]
--enabled
or --enable
— Rifiuta i collegamenti in entrata che non corrispondono alle richieste in uscita, come ad esempio le repliche DNS o le richieste DHCP. Se è necessario l'accesso ai servizi in esecuzione su questa macchina, è possibile scegliere di abilitare servizi specifici attraverso il firewall.
--disabled
o --disable
— Non configura le regole di iptables.
--trust=
— Elencando qui un dispositivo, ad esempio eth0, si permette a tutto il traffico che arriva dal dispositivo in questione di passare attraverso il firewall. Per elencare più di un dispositivo utilizzare il comando --trust eth0 --trust eth1
. Non utilizzare un formato che utilizza le virgole per la separazione come ad esempio --trust eth0, eth1
.
<incoming>
— Sostituire con una o più delle seguenti opzioni, per poter autorizzare i servizi specificati a passare attraverso il firewall.
--ssh
--telnet
--smtp
--http
--ftp
--port=
— Si può abilitare l'accesso ad altre porte specificando il formato port:protocol. Per esempio, per permettere l'accesso IMAP attraverso il firewall, specificare: imap:tcp
. E' inoltre possibile indicare numericamente le porte per autorizzare il passaggio di pacchetti UDP sulla porta 1234, inserire 1234:udp
. Per specificare più porte è necessario separarle con delle virgole.
firstboot
(opzionale) firstboot
deve essere installato. Se non risulta essere specificato, questa opzione è disabilitata in modo predefinito.
--enable
o --enabled
— Setup Agent viene avviato al primo avvio del sistema.
--disable
or --disabled
— Setup Agent non viene avviato al primo avvio del sistema.
--reconfig
— Permette al Setup Agent di avviarsi al momento dell'avvio del sistema in modalità di riconfigurazione. Questa modalità abilita le opzioni di configurazione del nerworking, della lingua, del mouse, della tastiera, della password root, del livello di sicurezza e del fuso orario, insieme alle opzioni predefinite.
halt
(opzionale) reboot
.
halt
è equivalente al comando shutdown -h
.
poweroff
, reboot
e shutdown
.
graphical
(opzionale) install
(opzionale) cdrom
, harddrive
, nfs
o url
(per installazioni FTP o HTTP). Il comando install
ed il comando del metodo d'installazione devono essere su righe separate.
cdrom
— Installa dalla prima unità CD-ROM sul sistema.
harddrive
— Installa da un albero di installazione di Red Hat su una unità locale, la quale deve essere vfat o ext2.
--biospart=
--partition=
--dir=
variant
dell'albero d'installazione.
harddrive --partition=hdb2 --dir=/tmp/install-tree
nfs
— Installa dal server NFS specificato.
--server=
--dir=
variant
dell'albero d'installazione.
--opts=
nfs --server=nfsserver.example.com --dir=/tmp/install-tree
url
— Installa da un albero di installazione su un server remoto via FTP o HTTP.
url --url http://<server>
/<dir>
url --url ftp://<username>
:<password>@<server>
/<dir>
interactive
(opzionale) autostep
.
iscsi
(opzionale)--target=
—
--port=
—
--user=
—
--password=
—
key
(opzionale)--skip
— Non si inserisce una chiave. Generalmente se il comando key non viene inserito in questa fase, anaconda viene sospeso e verrà richiesta una chiave. Questa opzione permette di procedere con l'installazione automatizzata, nel caso in cui non si è in possesso di una chiave oppure se non si desidera fornirne una.
keyboard
(necessario) be-latin1, bg, br-abnt2, cf, cz-lat2, cz-us-qwertz, de, de-latin1, de-latin1-nodeadkeys, dk, dk-latin1, dvorak, es, et, fi, fi-latin1, fr, fr-latin0, fr-latin1, fr-pc, fr_CH, fr_CH-latin1, gr, hu, hu101, is-latin1, it, it-ibm, it2, jp106, la-latin1, mk-utf, no, no-latin1, pl, pt-latin1, ro_win, ru, ru-cp1251, ru-ms, ru1, ru2, ru_win, se-latin1, sg, sg-latin1, sk-qwerty, slovene, speakup, speakup-lt, sv-latin1, sg, sg-latin1, sk-querty, slovene, trq, ua, uk, us, us-acentos
/usr/lib/python2.2/site-packages/rhpl/keyboard_models.py
contiene anche questo elenco ed è parte del pacchetto rhpl
.
lang
(necessario)
lang en_US
/usr/share/system-config-language/locale-list
fornisce un elenco di codici validi della lingua nella prima colonna di ogni riga e fa parte del pacchetto system-config-language
.
langsupport
(deprecato)
%packages
del file kickstart. Per esempio, l'aggiunta del supporto per la lingua Francese, significherà aggiungere quanto segue a %packages
:
@french-support
logvol
(opzionale)
logvol<mntpoint>
--vgname=<name>
--size=<size>
--name=<name>
<options>
--noformat
— Usa un volume logico esistente e non lo formatta.
--useexisting
— Usa un volume logico esistente e non lo formatta.
--fstype=
— Imposta il tipo di file system per il volume logico. I valori validi sono xfs
, ext2
, ext3
, ext4
, swap
, vfat
e hfs
.
--fsoptions=
— Specifica una stringa con forma libera di opzioni da usare quando si esegue il mount del file system. Questa stringa verrà copiata nel file /etc/fstab
del sistema installato racchiuso tra virgolette.
--bytes-per-inode=
— Specifica la misura degli inode sul file system da creare sul volume logico. Non tutti i file system supportano questa opzione ed in questi casi essa viene ignorata.
--grow=
— Indica al volume logico di espandersi fino ad occupare lo spazio disponibile (se presente), oppure fino alla misura massima impostata.
--maxsize=
— Dimensione massima in megabyte quando il volume logico è impostato su grow. Specificare un valore intero e non aggiungere MB dopo il numero.
--recommended=
— Determina la dimensione del volume logico automaticamente.
--percent=
— Specifica la dimensione del volume logico come percentuale di spazio disponibile, nel gruppo di volumi.
part pv.01 --size 3000 volgroup myvg pv.01 logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
logging
(opzionale)
--host=
— Invia le informazioni di logging all'host remoto interessato, il quale deve eseguire un processo syslogd configurato per accettare il logging remoto.
--port=
— Se il processo syslogd remoto utilizza una porta diversa da quella predefinita, tale porta può essere specificata con questa opzione.
--level=
— Uno tra debug, info, warning, error o critical.
mediacheck
(opzionale)
monitor
(opzionale)
--hsync=
— Indica la frequenza orizzontale del monitor.
--monitor=
— Utilizza il monitor specificato; il nome del monitor dovrebbe essere selezionato dall'elenco di monitor in /usr/share/hwdata/MonitorsDB dal pacchetto hwdata. L'elenco di monitor è disponibile anche sulla schermata di configurazione di X del configuratore di kickstart. Verrà ignorato se vengono forniti --hsync o --vsync. Se non vengono fornite informazioni sul monitor, il programma d'installazione cercherà di ottenerle in modo automatico.
--noprobe=
— Non prova ad eseguire il probe del monitor.
--vsync=
— Specifica la frequenza verticale del monitor.
mouse
(non supportato)
network
(opzionale)
network
configura le informazioni del networking per le installazioni kickstart e per il sistema installato tramite una rete.
--bootproto=
— Uno tra dhcp
, bootp
o static
.
dhcp
. bootp
e dhcp
vengono trattati allo stesso modo.
network --bootproto=dhcp
network --bootproto=bootp
network --bootproto=static --ip=10.0.2.15 --netmask=255.255.255.0 \ --gateway=10.0.2.254 --nameserver=10.0.2.1
network --bootproto=static --ip=10.0.2.15 --netmask=255.255.255.0 \ --gateway=10.0.2.254 --nameserver 192.168.2.1,192.168.3.1
--device=
— Usato per selezionare un determinato dispositivo Ethernet per l'installazione. Da notare che l'utilizzo di --device=
non risulta efficace se il file kickstart non è un file locale (come ad esempio ks=floppy
), poichè il programma d'installazione configura la rete per la ricerca del file kickstart. Per esempio:
network --bootproto=dhcp --device=eth0
--ip=
— Indirizzo IP per la macchina da installare.
--gateway=
— Gateway predefinito come indirizzo IP.
--nameserver=
— Server di nomi primario, come indirizzo IP.
--nodns
— Non configura alcun server DNS.
--netmask=
— Maschera di rete per il sistema installato.
--hostname=
— Nome dell'host per il sistema installato.
--ethtool=
— Specifica le impostazioni aggiuntive low-level per il dispositivo di rete, le quali verranno passate al programma ethtool.
--essid=
— L'ID di rete per reti wireless.
--wepkey=
— La chiave di cifratura per reti wireless.
--onboot=
— Se abilitare o meno il dispositivo al momento dell'avvio.
--class=
— La classe DHCP.
--mtu=
— L'MTU del dispositivo.
--noipv4
— Disabilita IPv4 su questo dispositivo.
--noipv6
— Disabilita IPv6 su questo dispositivo.
multipath
(opzionale)
part
o partition
(necessari per le installazioni, ignorati per gli aggiornamenti) --noformat
e --onpart
.
part
, consultare la Sezione 13.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
<mntpoint>
— <mntpoint>
indica dov'è montata la partizione ed è simile a quanto segue:
/<percorso>
/
, /usr
, /home
swap
--recommended
:
swap --raccomandata
raid.<id>
raid
).
pv.<id>
logvol
).
--size=
— La dimensione minima della partizione, misurata in megabyte. Indicare un valore intero, come per esempio 500. Non aggiungere MB dopo il numero.
--grow
— Indica alla partizione di "allargarsi" e di occupare tutto lo spazio disponibile oppure di raggiungere la dimensione massima impostata.
--grow=
senza impostare --maxsize=
su una partizione swap, Anaconda limiterà la dimensione massima della partizione di swap. Per sistemi che hanno meno di 2GB di memoria fisica, il limite imposto è del doppio della memoria fisica. Per sistemi con più di 2GB il limite imposto è la dimensione della memoria fisica più 2GB.
--maxsize=
— Imposta la dimensione massima della partizione in megabyte nel caso sia stata selezionata l'opzione grow. Specificare un valore intero e non aggiungere MB dopo il numero.
--noformat
— Indica al programma d'installazione di non formattare la partizione, da utilizzare con il comando --onpart
.
--onpart=
o --usepart=
— Posiziona la partizione sul dispositivo già esistente. Per esempio:
partition /home --onpart=hda1
/home
su /dev/hda1
, il quale deve essere già esistente.
--ondisk=
o --ondrive=
— Forza la creazione di una partizione su di un disco in particolare. Per esempio --ondisk=sdb
inserisce la partizione sul secondo disco SCSI sul sistema.
--asprimary
— Forza l'assegnazione automatica della partizione come partizione primaria, o il partizionamento fallirà.
--type=
(sostituito da fstype
) — Questa opzione non è più disponibile. Usare fstype
.
--fstype=
— Imposta il tipo di filesystem per la partizione. Valori validi sono xfs
, ext2
, ext3
, ext4
, swap
, vfat
e hfs
.
--start=
— Specifica il cilindro d'avvio per la partizione. È necessario specificare una unità con --ondisk=
o ondrive=
. Altresì, specificare il cilindro finale con --end=
oppure specificare la dimensione della partizione con --size=
.
--end=
— Specifica il cilindro finale per la partizione. È necessario specificare il cilindro iniziale con --start=
.
--bytes-per-inode=
— Specifica la dimensione degli inode sul filesystem da creare sulla partizione. Non tutti i filesystem supportano questa opzione e per questi casi tale opzione viene ignorata.
--recommended
— Determina automaticamente la dimensione della partizione.
--onbiosdisk
— Forza la creazione della partizione su di un disco in particolare, come scoperto dal BIOS.
--encrypted
— Specifica che la partizione dovrebbe essere cifrata.
--passphrase=
— Specifica le frasi d'accesso da usare quando si cifrano le partizioni. Senza l'opzione --encrypted
, questa opzione non fa niente. Se non viene specificata nessuna frase d'accesso, viene usata la predefinita per l'intero sistema, oppure il programma di installazione si interromperà e la richiederà se non ne è presente una predefinita.
poweroff
(opzionale) reboot
.
poweroff
è simile al comando shutdown -p
.
poweroff
dipende dal tipo di hardware del sistema in uso. In modo specifico, alcuni componenti hardware come ad esempio BIOS, APM (advanced power management), e ACPI (advanced configuration and power interface), devono essere in grado di interagire con il kernel del sistema. Contattate il proprio produttore per maggiori informazioni sulle capacità APM/ACPI del sistema.
halt
, reboot
e shutdown
.
raid
(opzionale) raid<mntpoint>
--level=<level>
--device=<mddevice>
<partitions*>
<mntpoint>
— Posizione dove è stato montato il file system RAID. Se tale posizione è /
, il livello RAID deve essere 1 se non è presente la partizione boot (/boot
). Se tale partizione è presente, /boot
deve assumere il livello 1 e la partizione root (/
) può essere di qualsiasi tipo. <partitions*>
(il quale denota che è possibile elencare partizioni multiple) elenca gli identificatori RAID da aggiungere all'array RAID.
--level=
— Livello RAID da usare (0, 1, o 5).
--device=
— Nome del dispositivo RAID da utilizzare (come per esempio md0 o md1). I dispositivi RAID variano da md0 a md15 e ognuno di essi può essere usato una volta sola.
--bytes-per-inode=
— Specifica la misura degli inode sul file system da creare sul dispositivo RAID. Non tutti i file system supportano questa opzione e per questo motivo nei casi interessati viene ignorato.
--spares=
— Indica il numero di unità spare allocate per l'array RAID. Le unità spare (di riserva) vengono utilizzate per ricostruire l'array in caso di problemi.
--fstype=
— Imposta il tipo di filesystem per l'array RAID. I valori ammessi sono xfs
, ext2
, ext3
, ext4
, swap
, vfat
e hfs
.
--fsoptions=
— Specifica una stringa con forma libera di opzioni da usare quando si esegue il mount del file system. Questa stringa verrà copiata nel file /etc/fstab del sistema installato e dovrebbe essere racchiusa tra virgolette.
--noformat
— Usa un dispositivo RAID esistente e non formatta l'array RAID.
--useexisting
— Usa un dispositivo RAID esistente e lo riformatta.
--encrypted
— Specifica che questo dispositivo RAID dovrebbe essere cifrato.
--passphrase=
— Specifica la frase d'accesso da usare quando si cifra questo dispositivo RAID. Senza l'opzione --encrypted
, questo comando non fà nulla. Se non viene specificata nessuna frase d'accesso viene utilizzata quella predefinita per l'intero sistema, oppure il programma di installazione la richiederà se non ne esiste una predefinita.
/
e un RAID level 5 per /usr
, assumendo la presenza di tre dischi SCSI sul sistema. Verranno create altresì tre partizioni swap, una su ogni unità.
part raid.01 --size=60 --ondisk=sda part raid.02 --size=60 --ondisk=sdb part raid.03 --size=60 --ondisk=sdc
part swap --size=128 --ondisk=sda part swap --size=128 --ondisk=sdb part swap --size=128 --ondisk=sdc
part raid.11 --size=1 --grow --ondisk=sda part raid.12 --size=1 --grow --ondisk=sdb part raid.13 --size=1 --grow --ondisk=sdc
raid / --level=1 --device=md0 raid.01 raid.02 raid.03 raid /usr --level=5 --device=md1 raid.11 raid.12 raid.13
raid
, consultare la Sezione 13.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
reboot
(opzionale) reboot
è quasi equivalente al comando shutdown -r
.
reboot
potrebbe generare un loop dell'installazione, in base al metodo ed al supporto d'installazione.
reboot
è il metodo di completamento predefinito se nessun altro metodo è stato esplicitamente specificato nel file kickstart.
halt
, poweroff
e shutdown
.
repo
(opzionale)
repo --name=<repoid>
[--baseurl=<url>
| --mirrorlist=<url>
]
--name=
— L'id di repository. Questa opzione è necessaria.
--baseurl=
— L'URL del repository. Qui le variabili utilizzabili nei file di configurazione yum repo non sono supportate. È possibile utilizzare una di queste opzioni o --mirrorlist, ma non entrambe.
--mirrorlist=
— L'URL che indica un elenco di mirror per i repository. Qui non vengono supportate le variabili usate nei file di configurazione di yum repo. Sarà possibile usare una di queste opzioni o --baseurl, ma non entrambe.
rootpw
(necessario) rootpw [--iscrypted] <password>
--iscrypted
— Se questa opzione è presente, la password viene considerata già cifrata.
selinux
(opzionale) selinux [--disabled|--enforcing|--permissive]
--enforcing
— Abilita SELinux con la politica in questione impostata in modo predefinito in forzata.
selinux
non è presente nel file kickstart, SELinux viene abilitato ed impostato su --enforcing
in modo predefinito.
--permissive
— Emette i massaggi di avvertimento in base al tipo di politica di SELinux, senza però forzare la politica.
--disabled
— Disabilita completamente SELinux sul sistema.
services
(opzionale) --disabled
— Disabilita i servizi, separati da virgole, presenti in un elenco.
--enabled
— Abilita i servizi, separati da virgole, presenti in un elenco.
services --disabled auditd, cups,smartd, nfslock
services --disabled auditd,cups,smartd,nfslock
shutdown
(opzionale) reboot
viene utilizzata come predefinita.
shutdown
è equivalente al comando shutdown
.
halt
, reboot
e poweroff
.
skipx
(opzionale) text
(opzionale) timezone
(necessario) <timezone>
, il quale può assumere qualsiasi valore presente su timeconfig
.
timezone [--utc] <timezone>
--utc
— Se presente, il sistema presuppone che nell'orologio hardware sia impostata l'ora UTC (meridiano di Greenwich).
upgrade
(opzionale) user
(opzionale) user --name=<username>
[--groups=<list>
] [--homedir=<homedir>
] [--password=<password>
] [--iscrypted] [--shell=<shell>
] [--uid=<uid>
]
--name=
— Fornisce il nome dell'utente. Questa opzione è necessaria.
--name=
— Oltre al gruppo predefinito, un elenco di nomi del gruppo separati da un virgola al quale l'utente deve appartenere.
--homedir=
— La cartella home per l'utente. Se non fornita, il valore predefinito sarà /home/<username>
.
--password=
— La nuova password dell'utente. Se non fornita, l'account verrà bloccato in modo predefinito.
--iscrypted=
— La password fornita da --password è già cifrata oppure no?
--shell=
— La shell di login dell'utente. Se non fornita, verrà implementato il valore predefinito del sistema.
--uid=
— L'UID dell'utente. Se non fornito, il valore predefinito sarà l'UID successivo disponibile non del sistema.
vnc
(opzionale) vnc [--host=<hostname>
] [--port=<port>
] [--password=<password>
]
--host=
— Invece di avviare un server VNC sulla macchina da installare, esegue un collegamento al processo di visualizzazione VNC in ascolto sull'hostname in questione.
--port=
— Fornisce una porta sulla quale è in ascolto il processo di visualizzazione VNC. Se non viene fornita alcuna porta, anaconda userà la porta VNC predefinita.
--password=
— Imposta una password necessaria per collegarsi alla sessione VNC. Tale password è facoltativa, ma consigliata.
volgroup
(opzionale) volgroup<name>
<partition>
<options>
--noformat
— Usa un gruppo di volume esistente e non lo formatta.
--useexisting
— Usa un gruppo di volume esistente e lo riformatta.
--pesize=
— Imposta la dimensione delle estensioni fisiche.
part pv.01 --size 3000 volgroup myvg pv.01 logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
volgroup
, consultare la Sezione 13.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
xconfig
(opzionale) --driver
— Specifica il driver X da utilizzare per l'hardware video.
--videoram=
— Specifica la quantità di RAM video presente nella scheda video.
--defaultdesktop=
— Specifica GNOME o KDE per impostare il desktop predefinito (assume che GNOME Desktop Environment e/o KDE Desktop Environment siano stati installati attraverso %packages
).
--startxonboot
— Usa un login grafico sul sistema installato.
--resolution=
— Indica la risoluzione predefinita per il sistema X Window sul sistema installato. Dei valori validi sono 640x480, 800x600, 1024x768, 1152x864, 1280x1024, 1400x1050 e 1600x1200. Assicurarsi di specificare una risoluzione compatibile con la scheda video e il monitor.
--depth=
— Indica la profondità di colore predefinita per il sistema X Window sul sistema installato. Dei valori validi sono 8, 16, 24 e 32. Assicurarsi di specificare una profondità di colore compatibile con la scheda video e il monitor.
zerombr
(opzionale) zerombr
, qualsiasi tabella non valida delle partizioni trovata sui dischi verrà inizializzata. Ciò eliminerà tutti i contenuti dei dischi con tabelle non valide della partizione.
zerombr yes
. Questa forma non è più usata; basta semplicemente specificare zerombr
nel file di kickstart.
zfcp
(opzionale) zfcp [--devnum=<devnum>
] [--fcplun=<fcplun>
] [--scsiid=<scsiid>
] [--scsilun=<scsilun>
] [--wwpn=<wwpn>
]
%include
(opzionale)clearpart
, raid
, part
, volgroup
e logvol
in azione:
clearpart --drives=hda,hdc --initlabel # configurazione IDE Raid 1 part raid.11 --size 1000 --asprimary --ondrive=hda part raid.12 --size 1000 --asprimary --ondrive=hda part raid.13 --size 2000 --asprimary --ondrive=hda part raid.14 --size 8000 --ondrive=hda part raid.15 --size 1 --grow --ondrive=hda part raid.21 --size 1000 --asprimary --ondrive=hdc part raid.22 --size 1000 --asprimary --ondrive=hdc part raid.23 --size 2000 --asprimary --ondrive=hdc part raid.24 --size 8000 --ondrive=hdc part raid.25 --size 1 --grow --ondrive=hdc # Si può aggiungere --spares=x raid / --fstype ext3 --device md0 --level=RAID1 raid.11 raid.21 raid /safe --fstype ext3 --device md1 --level=RAID1 raid.12 raid.22 raid swap --fstype swap --device md2 --level=RAID1 raid.13 raid.23 raid /usr --fstype ext3 --device md3 --level=RAID1 raid.14 raid.24 raid pv.01 --fstype ext3 --device md4 --level=RAID1 raid.15 raid.25 # Configura LVM in modo da poter ridimensionare /var e /usr/local in futuro volgroup sysvg pv.01 logvol /var --vgname=sysvg --size=8000 --name=var logvol /var/freespace --vgname=sysvg --size=8000 --name=freespacetouse logvol /usr/local --vgname=sysvg --size=1 --grow --name=usrlocal
%packages
per iniziare una sezione del file di kickstart la quale elenca i pacchetti che si desidera installare (questo è valido solo per le installazioni, poichè la selezione dei pacchetti durante gli aggiornamenti non è supportata).
variant
/repodata/comps-*.xml
sul primo CD-ROM di Fedora, per un elenco dei gruppi. Ogni gruppo possiede un id, un valore di visibilità dell'utente, nome, descrizione ed elenco del pacchetto. Nell'elenco del pacchetto, i pacchetti segnati come obbligatori vengono sempre installati se il gruppo viene selezionato, i pacchetti segnati come predefiniti vengono selezionati per default se il gruppo viene selezionato ed i pacchetti segnati come facoltativi devono essere selezionati in modo specifico anche se il gruppo è stato selezionato per l'installazione.
Core
e Base
sono sempre selezionati per default e per questo motivo non è necessario specificarli nella sezione %packages
.
%packages
:
%packages @ X Window System @ GNOME Desktop Environment @ Graphical Internet @ Sound and Video dhcp
@
, uno spazio e successivamente il nome completo del gruppo come presente nel file comps.xml
. È possibile specificare i gruppi utilizzando l'id per il gruppo, come ad esempio gnome-desktop
. Specifica i singoli pacchetti senza la necessità di utilizzare caratteri aggiuntivi (la riga dhcp
nell'esempio sopra riportato è un singolo pacchetto).
-autofs
%packages
:
--nobase
--resolvedeps
--ignoredeps
--ignoremissing
%packages --ignoremissing
ks.cfg
è stato analizzato. Questa sezione deve trovarsi alla fine del file di kickstart (dopo i comandi) e deve iniziare con il comando %pre
. E' possibile accedere sulla rete nella sezione %pre
; tuttavia name service non è stato ancora configurato, quindi funzionerà solo l'indirizzo IP.
--interpreter /usr/bin/python
/usr/bin/python
con il linguaggio di scripting scelto.
%pre
:
%pre #!/bin/sh hds="" mymedia="" for file in /proc/ide/h* do mymedia=`cat $file/media` if [ $mymedia == "disk" ] ; then hds="$hds `basename $file`" fi done set $hds numhd=`echo $#` drive1=`echo $hds | cut -d' ' -f1` drive2=`echo $hds | cut -d' ' -f2` #Scrive lo schema di partizionamento basato sul fatto che ci siano 1 o 2 dischi fissi if [ $numhd == "2" ] ; then #2 dischi echo "#schema di partizionamento generato in %pre per 2 dischi" > /tmp/part-include echo "clearpart --all" >> /tmp/part-include echo "part /boot --fstype ext3 --size 75 --ondisk hda" >> /tmp/part-include echo "part / --fstype ext3 --size 1 --grow --ondisk hda" >> /tmp/part-include echo "part swap --recommended --ondisk $drive1" >> /tmp/part-include echo "part /home --fstype ext3 --size 1 --grow --ondisk hdb" >> /tmp/part-include else #1 disco echo "#schema di partizionamento generato in %pre per 1 disco" > /tmp/part-include echo "clearpart --all" >> /tmp/part-include echo "part /boot --fstype ext3 --size 75" >> /tmp/part-includ echo "part swap --recommended" >> /tmp/part-include echo "part / --fstype ext3 --size 2048" >> /tmp/part-include echo "part /home --fstype ext3 --size 2048 --grow" >> /tmp/part-include fi
%include /tmp/part-include
%post
. Questa sezione è utile per le funzioni come l'installazione di software aggiuntivo e la configurazione di un nameserver addizionale.
%post
. Se la rete è stata configurata per DHCP, il file /etc/resolv.conf
non è stato ancora completato quando l'installazione esegue la sezione %post
. Ora è possibile accedere alla rete ma non è possibile risolvere gli indirizzi IP. Quindi se si stà usando DHCP, sarà necessario specificare gli indirizzi IP nella sezione %post
.
--nochroot
/etc/resolv.conf
sul file system appena installato.
%post --nochroot cp /etc/resolv.conf /mnt/sysimage/etc/resolv.conf
--interpreter /usr/bin/python
/usr/bin/python
con il linguaggio di scripting scelto.
%post
( # Notare che in questo esempio si esegue l'intera sezione %post come una sottoshell per l'accesso.
wget -O- http://proxy-or-sat.example.com/pub/bootstrap_script | /bin/bash
/usr/sbin/rhnreg_ks --activationkey=<activationkey>
# Termina la sottoshell e cattura qualsiasi uscita in un file di log post installazione.
) 1
>/root/post_install.log 2
>&1
runme
da una condivisione NFS:
mkdir /mnt/temp mount -o nolock 10.10.0.2:/usr/new-machines /mnt/temp open -s -w -- /mnt/temp/runme umount /mnt/temp
-o nolock
quando si esegue il montaggio di un mount NFS.
ks.cfg
.
ks.cfg
e deve essere posizionato nella cartella principale del CD-ROM d'avvio. Poichè il CD-ROM è di sola lettura, il file deve essere aggiunto su di una cartella usata per creare l'immagine che verrà scritta sul CD-ROM. Per informazioni consultare Sezione 3.4.2, «Creazione di un CD-ROM di installazione» su come creare i supporti d'avvio; tuttavia prima di creare il file d'immagine file.iso
, copiare il file kickstart ks.cfg
nella cartella isolinux/
.
ks.cfg
e posizionato nella cartella principale della memoria flash. Come prima cosa creare una immagine d'avvio e successivamente copiare il file ks.cfg
.
/dev/sda
) utilizzando il comando dd
:
dd if=diskboot.img of=/dev/sda bs=1M
dhcpd.conf
per il server DHCP:
filename
"/usr/new-machine/kickstart/"
; next-serverblarg.redhat.com;
filename
, con il nome del file kickstart (o la directory nella quale risiede il file kickstart) ed il valore dopo next-server
con il nome server NFS.
<ip-addr>
-kickstart
<ip-addr>
del nome del file, dovrebbe essere sostituita con l'indirizzo IP del client sotto forma di numeri decimali separati da punti. Per esempio il nome del file per un computer con un indirizzo 10.10.0.1 dovrebbe essere 10.10.0.1-kickstart
.
/kickstart
dal server BOOTP/DHCP e andrà alla ricerca del file di kickstart usando lo stesso nome del file <ip-addr>
-kickstart
come sopra descritto.
ks
viene passato al kernel.
linux ks=floppy
funziona anche se il file ks.cfg
si trova su di un file system vfat o ext2 su di un dischetto e l'utente esegue un avvio tramite il CD-ROM #1 di Fedora.
boot:
:
linux ks=hd:fd0:/ks.cfg
dd
. Per esempio, per avviare un dischetto d'avvio ed utilizzare un dischetto del driver, inserire il seguente comando al prompt boot:
:
linux ks=floppy dd
boot:
(dove ks.cfg
è il nome del file di kickstart):
linux ks=cdrom:/ks.cfg
askmethod
autostep
debug
dd
dhcpclass=<class>
dns=<dns>
driverdisk
esperto
gateway=<gw>
grafico
isa
ip=<ip>
keymap=<keymap>
ks=nfs:<server>
:/<path>
<server>
, come file <path>
. Il programma d'installazione utilizza DHCP per configurare la scheda Ethernet. Per esempio se il server NFS risulta essere server.example.com ed il file di kickstart si trova all'interno della condivisione NFS /mydir/ks.cfg
, il comando d'avvio corretto sarà ks=nfs:server.example.com:/mydir/ks.cfg
.
ks=http://<server>
/<path>
<server>
, come file <path>
. Il programma d'installazione utilizza DHCP per configurare la scheda Ethernet. Per esempio se il vostro server HTTP risulta essere server.example.com ed il file di kickstart si trova all'interno della directory HTTP /mydir/ks.cfg
, il comando d'avvio corretto sarà ks=http://server.example.com/mydir/ks.cfg
.
ks=floppy
ks.cfg
su di un file system vfat o ext2 sul dischetto in /dev/fd0
.
ks=floppy:/<path>
/dev/fd0
, come file <path>
.
ks=hd:<device>
:/<file>
<device>
(il quale deve essere vfat o ext2) e andrà alla ricerca del file di configurazione kickstart come <file>
, nel file system in questione (per esempio, ks=hd:sda3:/mydir/ks.cfg
).
ks=file:/<file>
<file>
dal file system; in questo caso non vengono eseguiti processi mount. Tale processo viene normalmente eseguito se il file di kickstart è già presente sull'immagine initrd
.
ks=cdrom:/<path>
<path>
.
ks
ks
viene usato da solo, il programma d'installazione configura la scheda Ethernet in modo da usare DHCP. Il file di kickstart viene letto dal "bootServer" dalla risposta DHCP, come se fosse un server NFS il quale condivide il file di kickstart. Per default il bootServer è lo stesso del server DHCP. Il nome del file kickstart può essere uno dei seguenti:
/
, si andrà alla ricerca sul server NFS del file d'avvio fornito da DHCP.
/
, si andrà alla ricerca all'interno della directory /kickstart
del server NFS, del file d'avvio fornito da DHCP.
/kickstart/1.2.3.4-kickstart
, dove 1.2.3.4
è l'indirizzo IP numerico della macchina installata.
ksdevice=<device>
ks=nfs:<server>
:/<path>
ksdevice=eth1
al prompt boot:
.
kssendmac
lang=<lang>
loglevel=<level>
lowres
mediacheck
method=cdrom
method=ftp://<path>
method=hd:<dev>
:<path>
method=http://<path>
method=nfs:<path>
netmask=<nm>
nofallback
nofb
nofirewire
noipv6
nokill
nomount
nonet
noparport
nopass
nopcmcia
noprobe
noshell
nostorage
nousb
nousbstorage
rescue
resolution=<mode>
serial
skipddc
syslog=<host>
[:<port>
]
<host>
e facoltativamente, sulla porta <port>
. Necessita che il processo syslog remoto accetti i collegamenti (l'opzione -r ).
text
aggiornamenti
updates=ftp://<path>
updates=http://<path>
upgradeany
vnc
vncconnect=<host>
[:<port>
]
<host>
e facoltativamente utilizzare la porta <port>
.
vncpassword=<password>
/usr/sbin/system-config-kickstart
.
variant
dell'albero d'installazione. Per esempio, se il server NFS contiene la directory /mirrors/redhat/i386/RedHat/
, inserire /mirrors/redhat/i386/
per la directory NFS.
variant
. Per esempio se il server FTP contiene la directory /mirrors/redhat/i386/Server/
, inserire /mirrors/redhat/i386/Server/
per la directory FTP. Specificare un nome utente ed una password se richiesto dal server FTP.
variant
. Per esempio, se il server HTTP contiene la directory /mirrors/redhat/i386/Server/
, inserire /mirrors/redhat/i386/Server/
per la directory HTTP.
md5sum
insieme all'opzione d'avvio linux mediacheck
, come discusso in Sezione 6.3, «Verifica dei supporti». Inserire la partizione del disco fisso che contiene le immagini ISO (per esempio /dev/hda1
) nella casella di testo Partizione del disco fisso. Inserite la directory che contiene le immagini ISO all'interno della casella di testoDirectory del disco fisso.
/boot
). Installare il boot loader sul MBR se si desidera usarlo come boot loader.
cdrecord
. Per fare questo configurare hdd=ide-scsi
come parametro del kernel (dove hdd
è il dispositivo CD-ROM).
msdos
per x86 e gpt
per Itanium), selezionare Inizializza l'etichetta del disco se si sta eseguendo l'installazione su di un nuovo disco fisso.
anaconda
e kickstart
supportano il Logical Volume Management (LVM), al momento non vi è alcun meccanismo disponibile per la configurazione usando il Kickstart Configurator.
/dev/hda
), specificare hda
come unità. Non includere /dev
nel nome dell'unità.
/dev/hda1
), specificare hda1
come partizione. Non includere /dev
nel nome della partizione.
system-config-network
). Per informazioni consultare la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
port:protocol
. Per esempio, per permettere l'accesso IMAP attraverso il firewall, specificare: imap:tcp
. È inoltre possibile indicare numericamente le porte; per autorizzare il passaggio di pacchetti UDP sulla porta 1234, inserire 1234:udp
. Per specificare più porte è necessario separarle con delle virgole.
skipx
viene scritta sul file di kickstart.
%packages
del file kickstart dopo averlo salvato. Per informazioni consultare la Sezione 13.5, «Package Selection».
/usr/bin/python2.4
può essere specificato per uno script Python. Questa opzione corrisponde all'utilizzo di %pre --interpreter /usr/bin/python2.4
nel file di kickstart.
addgroup
, adduser
, adjtimex
, ar
, arping
, ash
, awk
, basename
, bbconfig
, bunzip2
, busybox
, bzcat
, cal
, cat
, catv
, chattr
, chgrp
, chmod
, chown
, chroot
, chvt
, cksum
, clear
, cmp
, comm
, cp
, cpio
, crond
, crontab
, cut
, date
, dc
, dd
, deallocvt
, delgroup
, deluser
, devfsd
, df
, diff
, dirname
, dmesg
, dnsd
, dos2unix
, dpkg
, dpkg-deb
, du
, dumpkmap
, dumpleases
, e2fsck
, e2label
, echo
, ed
, egrep
, eject
, env
, ether-wake
, expr
, fakeidentd
, false
, fbset
, fdflush
, fdformat
, fdisk
, fgrep
, find
, findfs
, fold
, free
, freeramdisk
, fsck
, fsck.ext2
, fsck.ext3
, fsck.ext4
, fsck.minix
, ftpget
, ftpput
, fuser
, getopt
, getty
, grep
, gunzip
, gzip
, hdparm
, head
, hexdump
, hostid
, hostname
, httpd
, hush
, hwclock
, id
, ifconfig
, ifdown
, ifup
, inetd
, insmod
, install
, ip
, ipaddr
, ipcalc
, ipcrm
, ipcs
, iplink
, iproute
, iptunnel
, kill
, killall
, lash
, last
, length
, less
, linux32
, linux64
, ln
, load_policy
, loadfont
, loadkmap
, login
, logname
, losetup
, ls
, lsattr
, lsmod
, lzmacat
, makedevs
, md5sum
, mdev
, mesg
, mkdir
, mke2fs
, mkfifo
, mkfs.ext2
, mkfs.ext3
, mkfs.ext4
, mkfs.minix
, mknod
, mkswap
, mktemp
, modprobe
, more
, mount
, mountpoint
, msh
, mt
, mv
, nameif
, nc
, netstat
, nice
, nohup
, nslookup
, od
, openvt
, passwd
, patch
, pidof
, ping
, ping6
, pipe_progress
, pivot_root
, printenv
, printf
, ps
, pwd
, rdate
, readlink
, readprofile
, realpath
, renice
, reset
, rm
, rmdir
, rmmod
, route
, rpm
, rpm2cpio
, run-parts
, runlevel
, rx
, sed
, seq
, setarch
, setconsole
, setkeycodes
, setlogcons
, setsid
, sh
, sha1sum
, sleep
, sort
, start-stop-daemon
, stat
, strings
, stty
, su
, sulogin
, sum
, swapoff
, swapon
, switch_root
, sync
, sysctl
, tail
, tar
, tee
, telnet
, telnetd
, test
, tftp
, time
, top
, touch
, tr
, traceroute
, true
, tty
, tune2fs
, udhcpc
, udhcpd
, umount
, uname
, uncompress
, uniq
, unix2dos
, unlzma
, unzip
, uptime
, usleep
, uudecode
, uuencode
, vconfig
, vi
, vlock
, watch
, watchdog
, wc
, wget
, which
, who
, whoami
, xargs
, yes
, zcat
, zcip
busybox comando
--help
anaconda
, bash
, bzip2
, jmacs
, ftp
, head
, joe
, kudzu-probe
, list-harddrives
, loadkeys
, mtools
, mbchk
, mtools
, mini-wm
, mtools
, jpico
, pump
, python
, python2.4
, raidstart
, raidstop
, rcp
, rlogin
, rsync
, setxkbmap
, sftp
, shred
, ssh
, syslinux
, syslogd
, tac
, termidx
, vncconfig
, vncpasswd
, xkbcomp
, Xorg
, Xvnc
, zcat
%pre
. È stato aggiunto precedentemente.
%post
. Il suddetto comando è già stato aggiunto.
%post
:
echo "Hackers will be punished!" > /etc/motd
--nochroot
nella sezione %post
.
/mnt/sysimage/
all'inizio del nome della directory.
echo "Hackers will be punished!" > /mnt/sysimage/etc/motd
/usr/bin/python2.2
può essere specificato per uno script Python. Questa opzione corrisponde all'utilizzo di %post --interpreter /usr/bin/python2.2
nel file di kickstart.
Indice
root
.
yum
. Digitando il seguente comando si potrà iniziare la procedura di completo aggiornamento del sistema tramite yum
:
su -c 'yum update'
root
password when prompted.
yum
.
yum
. Il processo di aggiornamento scaricherà informazioni e pacchetti da una rete di server.
release
. Controllare la lista dei vecchi pacchetti per i repository che erano installati:
awk '{print $1}' ~/old-pkglist.txt | grep 'release$'
yum
e altri strumenti di gestione del software sul sistema Fedora.
awk '{print $1}' ~/old-pkglist.txt | sort | uniq > ~/old-pkgnames.txt
rpm -qa --qf '%{NAME}\n' | sort | uniq > ~/new-pkgnames.txt
diff -u ~/old-pkgnames.txt ~/new-pkgnames.txt | grep '^-' | sed 's/^-//' > /tmp/pkgs-to-install.txt
/tmp/pkgs-to-install.txt
con il comando yum
per ripristinare la maggior parte di tutti i vecchi software:
su -c 'yum install `cat /tmp/pkgs-to-install.txt`'
root
:
su -
yum groupinstall "GNOME Desktop Environment"
/etc/inittab
:
nano /etc/inittab
initdefault
. Cambiare il numero 3
in 5
.
exit
per effettuare il logout dell'utente amministratore.
reboot
. Il sistema verrà riavviato presentando un accesso grafico.
/
, il boot loader non è più in grado di trovarla e di montarla. Per risolvere questo problema, avviare in modalità di ripristino e modificare il file /boot/grub/grub.conf
.
rescue
come parametro del kernel. Per esempio, per un sistema x86, digitare il seguente comando al prompt di avvio di installazione:
linux rescue
The rescue environment will now attempt to find your Linux installation and mount it under the directory /mnt/sysimage. You can then make any changes required to your system. If you want to proceed with this step choose 'Continue'. You can also choose to mount your file systems read-only instead of read-write by choosing 'Read-only'. If for some reason this process fails you can choose 'Skip' and this step will be skipped and you will go directly to a command shell.
/mnt/sysimage
. Qualora non si riesca a montare una partizione, visualizzerà un avviso. Se si seleziona , tenterà di montare il file system sotto la cartella /mnt/sysimage
, ma in modalità di sola lettura. Se si seleziona , il file system non viene montato. Scegliere se si ritiene che il file system possa essere corrotto.
sh-3.00b#
chroot /mnt/sysimage
rpm
, per i quali è necessario che la partizione root sia montata come /
. Per uscire dall'ambiente chroot
, digitare exit
e si tornerà al prompt.
/foo
, e digitando il seguente comando:
mount -t ext4 /dev/mapper/VolGroup00-LogVol02 /foo
/foo
rappresenta una cartella creata dall'utente, e /dev/mapper/VolGroup00-LogVol02
è il volume logico LVM2 che si desidera montare. Se la partizione è di tipo ext2
o ext3
, sostituire ext4
rispettivamente con ext2
o ext3
.
fdisk -l
pvdisplay
vgdisplay
lvdisplay
ssh
,scp
, e ping
se é avviata la rete
dump
e restore
per utenti con lettori a nastro
parted
e fdisk
per la gestione delle partizioni
rpm
per l'installazione o l'avanzamento di versione del software
joe
per la modifica dei file di configurazione
emacs
, pico
, o vi
, sarà avviato l'editor joe
.
linux rescue
al prompt d'avvio dell'installazione per entrare nell'ambiente di ripristino.
chroot /mnt/sysimage
per montare la partizione root.
/sbin/grub-install /dev/hda
per reinstallare il boot loader GRUB, dove /dev/hda
è la partizione boot.
/boot/grub/grub.conf
, poichè potrebbero essere necessarie voci aggiuntive per GRUB per poter controllare sistemi operativi aggiuntivi.
a
per modificare la linea.
single
, come parola separata (premere la Barra spaziatrice e digitare single
). Quindi premere Invio per uscire dalla modalità di modifica.
init
non vengono caricati. Se init
è corrotto o non funziona correttamente, è ancora possibile montare i file system per recuperare i dati che rischiano di andare persi durante una reinstallazione.
single
con la parola emergency
.
.rpmsave
(per esempio, sendmail.cf.rpmsave
). Tale processo genera, inoltre, una registrazione delle proprie azioni in /root/upgrade.log
.
/etc/fedora-release
é stato cambiato dal predefinito, l'installazione di Fedora potrebbe non essere trovata nel momento in cui si cerca di effettuare un avanzamento di versione a Fedora 11.
linux upgradeany
linux upgradeany
se l'installazione di Fedora non risulta essere una delle opzioni per l'avanzamento.
diskmgmt.msc
e premere Invio. Si aprirà lo strumento Disk Management.
NTFS
e corrisponde al drive C:
. Saranno presenti almeno due partizioni Fedora, Windows non mostrerà un tipo di filesystem per queste partizioni, ma potrebbe allocare delle lettere ad esse.
unallocated
.
diskpart
e premere Invio. Apparirà una finestra di comando.
list volume
e premere Invio. Diskpart mostrerà una lista delle partizioni sul sistema con un numero di volume, la sua lettera di drive, l'etichetta di volume, il tipo di filesystem e la dimensione. Identificare la partizione Windows che si desidera usare per occupare tutto lo spazio lasciato vuoto sul disco da Fedora e prendere nota del suo numero di volume (per esempio, il drive Windows C:
potrebbe essere "Volume 0").
select volume N
(dove N
è il numero di volume per la partizione Windows che si desidera espandere) e premere Invio. Ora digitare extend
e premere Invio. Diskpart ora estenderà la partizione scelta per riempire lo spazio rimanente sul disco fisso. Verrà notificato quando l'operazione sarà completata.
Disk Management
cliccare con il tasto destro sullo spazio su disco che windows identifica come unallocated
e selezionare New Partition
dal menù. Verrà avviato il New Partition Wizard.
Press any key to boot from CD
Welcome to Setup
, è possibile avviare la Windows Recovery Console. La procedura è leggermente diversa per le diverse versioni di Windows:
fixmbr
e premere Invio, Lo strumento fixmbr
ripristinerà l'MBR del sistema.
exit
e premere il tasto Invio.
diskmgmt.msc
nel box Start Search e premere Invio. Apparirà lo strumento Disk Management.
NTFS
e corrisponde al drive C:
. Saranno presenti almeno due partizioni Fedora, Windows non mostrerà un tipo di filesystem per queste partizioni, ma potrebbe allocare delle lettere ad esse.
unallocated
.
Disk Management
, cliccare con il tasto destro sullo spazio su disco che Windows indica come unallocated
e selezionare New Simple Volume
dal menù. Si avvierà il New Simple Volume Wizard.
Press any key to boot from CD or DVD
bootrec /fixmbr
e premere Invio.
/Applications/Utilities
.
/Applications/Utilities
.
gparted
at the command line and pressing Enter.
su -
e premere Invio. Quando il sistema richiede la password di root, inserire la password e premere Invio.
gedit /boot/grub/grub.conf
e premere Invio. Si aprirà il file grub.conf
nell'editor di testo gedit.
grub.conf
consiste di quattro linee:
grub.conf
grub.conf
, ognuna corrispondente ad una differente versione del kernel di Linux. Cancellare ognuna delle voci Fedora dal file.
Grub.conf
contiene una linea che specifica il sistema operativo predefinito da avviare, nel formato default=N
dove N
è un numero maggiore o uguale a zero.Se N
viene impostato a 0, GRUB avvierà il primo sistema operativo della lista. Se N
viene impostato a 1, avvierà il secondo sistema operativo della lista.
default=
Contenga il numero precedente al numero del sistema operativo nella lista che si sceglie come predefinito.
grub.conf
aggiornato e chiudere gedit
gparted
at the command line and pressing Enter.
/dev/sda3
.
e2fsck partition
nella linea di comando e premere Invio, dove partition
è la partizione appena ridimensionata. Per esempio, se si è appena ridimensionata /dev/sda3
, si dovrà inserire e2fsck /dev/sda3
.
resize2fs partition
nella linea di comando e premere Invio, dove partition
è la partizione appena ridimensionata. Per esempio, se è stata ridimensionata /dev/sda3
, bisognerà inserire resize2fs /dev/sda3
.
gparted
at the command line and pressing Enter.
non allocato
. Fare click con il tasto destro sullo spazio non allocato e selezionare Nuovo. Accettare i valori predefiniti e GParted creerà una nuova partizione che riempirà lo spazio disponibile sul disco.
/dev/sda3
sul dispositivo /dev/sda
.
fdisk device
e premere Invio, dove device
rappresenta il nome del dispositivo sul quale si è appena creata la partizione. Per esempio , fdisk /dev/sda
.
Command (m for help):
, premere T e Invio per usare fdisk per cambiare tipo di partizione.
Partition number (1-4):
, inserire il numero della partizione appena creata. Per esempio, se si è appena creata la partizione /dev/sda3
, inserire il numero 3
e premere Invio. Questo identifica quale tipo di partizione fdisk cambierà.
Hex code (type L to list codes):
, inserire il codice 8e
e premere Invio. Questo è il codice per una partizione Linux LVM.
Command (m for help):
, premere W e Invio. Fdisk scriverà il nuovo tipo di codice ed uscirà.
lvm
e premere Invio per avviare lo strumento lvm2.
lvm>
, inserire pvcreate partition
e premere Invio, dove partition
è la partizione appena creata. Per esempio, pvcreate /dev/sda3
. Questo creerà /dev/sda3
come volume fisico in LVM.
lvm>
, digitare vgextend VolumeGroup
partition
e premere Invio, dove VolumeGroup
è il gruppo di volumi LVMsul quale è installato Linux partition
è la partizione creata da poco. Per esempio: Se Linux è installato su /dev/VolumeGroup00
, bisogna inserire vgextend /dev/VolumeGroup00 /dev/sda3
per estendere quel gruppo di volumi per includere il volume fisico in /dev/sda3
.
lvm>
, inserire lvextend -l +100%FREE LogVol
e premere Invio, dove LogVol
è il volume logico che contiene il filesystem Linux. Per esempio, per estendere LogVol00
per riempire il nuovo spazio disponibile in questo gruppo di volumi, VolGroup00
, digitare lvextend -l +100%FREE /dev/VolGroup00/LogVol00
.
lvm>
, digitare exit
e premere Invio per uscire da lvm2
e2fsck LogVol
alla linea di comando e premere Invio, dove LogVol
è il volume logico appena realizzato. Per esempio, se si è appena realizzato /dev/VolumeGroup00/LogVol00
, si dovrebbe digitare e2fsck /dev/VolumeGroup00/LogVol00
.
resize2fs LogVol
nella linea di comando e premere Invio, dove LogVol
è la partizione appena realizzata. Per esempio, se si è appena realizzata /dev/VolumeGroup00/LogVol00
, bisogna digitare resize2fs /dev/VolumeGroup00/LogVol00
.
/mbr
. Con questa opzione viene riscritto SOLO l'MBR in modo da avviare la partizione DOS primaria. Il comando dovrebbe essere simile a quanto segue:
fdisk /mbr
linux rescue
. Esso avvierá la modalità di ripristino del programma.
list-harddrives
. Questo comando vi fornirà un elenco di tutti i dischi fissi presenti sul sistema, i quali possono essere riconosciuti dal programma di installazione, fornendone anche la misura in megabyte.
parted
. Avviare parted
, dove /dev/hda
é il dispositivo sul quale si deve rimuovere la partizione:
parted /dev/hda
print
, si visualizza la tabella della partizione attuale in modo da determinare il numero minore della partizione da rimuovere:
print
visualizzerà anche il tipo di partizioni (come ad esempio linux-swap, ext2, ext3, ext4 e così via). Sapere il tipo di partizione, aiuterà nel determinare se rimuovere o meno la partizione stessa.
rm
. Per esempio, per rimuovere la partizione con il numero minore pari a 3:
rm 3
print
per confermare che la stessa sia stata rimossa dalla tabella.
quit
per uscire da parted
.
parted
, digitare exit
al prompt d'avvio per uscire dalla modalità di ripristino e riavviare il sistema, invece di continuare con l'installazione. Il sistema dovrebbe riavviarsi automaticamente. In caso contrario sarà possibile riavviare il computer utilizzando Control+Alt+Delete .
Indice
Tipo di partizione | Valore | Tipo di partizione | Valore |
---|---|---|---|
Vuoto | 00 | Novell Netware 386 | 65 |
DOS 12-bit FAT | 01 | PIC/IX | 75 |
XENIX root | 02 | Vecchio MINIX | 80 |
XENIX usr | 03 | Linux/MINUX | 81 |
DOS 16-bit <=32M | 04 | Linux swap | 82 |
Estesa | 05 | Linux nativa | 83 |
DOS 16-bit >=32 | 06 | Linux estesa | 85 |
OS/2 HPFS | 07 | Amoeba | 93 |
AIX | 08 | Amoeba BBT | 94 |
AIX avviabile | 09 | BSD/386 | a5 |
OS/2 Boot Manager | 0a | OpenBSD | a6 |
Win95 FAT32 | 0b | NEXTSTEP | a7 |
Win95 FAT32 (LBA) | 0c | BSDI fs | b7 |
Win95 FAT16 (LBA) | 0e | BSDI swap | b8 |
Win95 Extended (LBA) | 0f | Syrinx | c7 |
Venix 80286 | 40 | CP/M | db |
Novell | 51 | DOS access | e1 |
PPC PReP Boot | 41 | DOS R/O | e3 |
GNU HURD | 63 | DOS secondaria | f2 |
Novell Netware 286 | 64 | BBT | ff |
parted
. Si tratta di un programma distribuito gratuitamente che può ridimensionare le partizioni.
parted
, è importante avere una certa familiarità con la memoria del disco, è importante per questo scopo effettuare anche un backup dei dati del computer. Fare due copie di tutti i dati importanti presenti sul computer. Queste copie dovrebbero essere fatte su dispositivi rimovibili (come nastri, CD-ROM, o dischetti). Prima di procedere, dopo aver fatto il backup assicurarsi che i dati siano leggibili.
parted
, dopo la sua esecuzione saranno presenti due partizioni: quella ridimensionata e quella che parted
ha ricavato dallo spazio libero appena creato. Se l'obiettivo è quello di utilizzare questo spazio per installare Fedora, cancellare la partizione appena creata utilizzando lo strumento di partizionamento dell'attuale sistema operativo, oppure durante l'impostazione delle partizioni durante l'installazione.
/dev/xxyN
.
/dev/
/dev/
.
xx
hd
(per i dischi IDE) oppure sd
(per i dischi SCSI).
y
/dev/hda
(il primo disco IDE) oppure /dev/sdb
(il secondo disco SCSI).
N
1
a 4
. Le partizioni logiche iniziano da 5
. Per esempio, /dev/hda3
è la terza partizione primaria o estesa sul primo disco IDE e /dev/sdb6
è la seconda partizione logica sul secondo disco SCSI.
/dev/hda5
viene montata su /usr
, significa che tutti i file e le cartelle sotto /usr
risiedono fisicamente su /dev/hda5
. Così il file /usr/share/doc/FAQ/txt/Linux-FAQ
sarà archiviato in /dev/hda5
, ma non il file /etc/gdm/custom.conf
.
/usr
siano punto di montaggio per altre partizioni. Per esempio, una partizione (come /dev/hda7
) può essere montata su /usr/local
, il che significa che /usr/local/man/whatis
risiede su /dev/hda7
anziché su /dev/hda5
.
swap
, /boot/
(o una partizione /boot/efi/
per sistemi Itanium), una partizione /var/
per sistemi Itanium ed una partizione /
(root).
[5] I blocchi in realtà sono di dimensioni regolari, a differenza delle illustrazioni. Tenere inoltre presente che un disco fisso medio contiene migliaia di blocchi. Ma ai fini di questa spiegazione, non è il caso di dar peso a queste piccole discrepanze.
/
in modo che il sistema effettuerà l'accesso in modo automatico all'avvio. Se /
si trova su un target iSCSI, initrd effettuerà l'accesso a questo target e anaconda non includerà questo target negli script di avvio per evitare tentativi multipli di accesso nello stesso target.
/
viene posizionato su un target iSCSI, anaconda imposta NetworkManager per ignorare interfacce di rete attive durante il processo di installazione. Queste interfacce verranno configurate da initrd quando si avvia il sistema. Se NetworkManager dovesse riconfigurare queste interfacce, il sistema potrebbe perdere la connessione verso /
.
/
(se presente). Questo viene fatto usando lo strumento iscsistart (che può essere fatto senza la richiesta che iscsid sia in esecuzione).
/
, o se qualche target nel database iSCSI è marcato per essere loggato automaticamente.
/etc/NetworkManager/dispatcher.d/04-iscsi
/usr
, non è possibile usarlo per configurare l'accesso di rete se /usr
si trova su un dispositivo collegato via rete come un target iSCSI.
dm-crypt
. Questo aggiustamento fornisce una mappatura di basso livello che gestisce la codifica e decodifica dei dati del dispositivo. Le operazioni a livello utente, come la creazione e l'accesso ai dispositivi criptati, vengono realizzate tramite l'utilizzo dello strumento cryptsetup
.
swap
.
kickstart
per impostare differenti frasi d'accesso per ogni dispositivo a blocchi cifrato.
parted
, pvcreate
, lvcreate
e mdadm
.
/dev/sda3
) con dati casuali prima della cifratura incrementa notevolmente la robustezza della cifratura. Il problema è che l'operazione richiede parecchio tempo.
dd if=/dev/urandom of=<device>
badblocks -c 10240 -s -w -t random -v <device>
cryptsetup luksFormat <device>
cryptsetup(8)
.
cryptsetup isLuks <device> && echo Success
cryptsetup luksDump <device>
device-mapper
.
/dev/sda3
) è garantito per rimanere costante fintanto chè l'intestazione di LUKS rimane intatta. Per trovare l'UUID di un dispositivo LUKS, eseguire il comando seguente:
cryptsetup luksUUID <device>
luks-<uuid>
, dove <uuid> va sostituito con l'UUID LUKS del dispositivo (es: luks-50ec957a-5b5a-47ee-85e6-f8085bbc97a8
). Questa convenzione di nomi potrebbe sembrare molto lunga ma non è necessario inserire questo nome spesso.
cryptsetup luksOpen <device> <name>
/dev/mapper/<name>
, che rappresenta il dispositivo cifrato. Questo dispositivo a blocchi si può leggere e scrivere da qualsiasi altro dispositivo a blocchi non cifrato.
dmsetup info <name>
dmsetup(8)
.
/dev/mapper/<name>
) come qualsiasi altro dispositivo a blocchi. Per creare un filesystem ext2
sul dispositivo mappato, usare il seguente comando:
mke2fs /dev/mapper/<name>
/mnt/test
, usare il seguente comando:
/mnt/test
deve esistere prima di eseguire il comando.
mount /dev/mapper/<name> /mnt/test
/etc/crypttab
/etc/crypttab
. Se il file non esiste, bisogna crearlo e cambiare il proprietario e il gruppo in root (root:root
) e cambiare chmod in 0744
. Aggiungere una linea al file con il seguente formato:
<name> <device> none
cryptsetup luksUUID <device>
. Ciò assicura che verrà identificato e usato il corretto dispositivo anche se il nodo dispositivo (es: /dev/sda5
) dovesse cambiare.
/etc/crypttab
, consultare la pagina man crypttab(5)
.
/etc/fstab
/dev/mapper/<name>
nel file/etc/fstab
.
/etc/fstab
per UUID o per etichetta di filesystem. Lo scopo principale è quello di fornire un identificatore costante nel caso in cui il nome dispositivo (es: /dev/sda4
) dovesse cambiare. I nomi dispositivi LUKS nella forma /dev/mapper/luks-<luks_uuid>
sono basati solo sull'UUID LUKS e pertanto sono garantiti costanti. Ciò li rende adeguati per l'utilizzo in /etc/fstab
.
/etc/fstab
, consultare la pagina di man fstab(5)
.
$HOME/keyfile
.
dd if=/dev/urandom of=$HOME/keyfile bs=32 count=1 chmod 600 $HOME/keyfile
cryptsetup luksAddKey <device> ~/keyfile
cryptsetup luksAddKey <device>
cryptsetup luksRemoveKey <device>
ext4
, ed un punto di mount.
/boot
.
/
e swap all'interno di volumi LVM, con una partizione di /boot
separata.
/boot/
si trova oltre il cilindro 1024 del disco fisso, oppure quando si utilizza la modalità LBA. Il boot loader della fase 1.5 si può trovare sia sulla partizione /boot/
sia su di una parte molto piccola dell'MBR e sulla partizione /boot/
.
/boot/sysroot/
, nella memoria. Una volta che GRUB determina quale sistema operativo o kernel deve avviare, lo carica all'interno della memoria e trasferisce il controllo della macchina al sistema operativo in questione.
/boot/grub/grub.conf
, ogni qualvolta viene avviato il sistema, eliminando così la necessità da parte dell'utente, di scrivere una nuova versione del loader della prima fase sull'MBR una volta eseguite le modifiche della configurazione. Sarà richiesto all'utente d'installare nuovamente GRUB sull'MBR solo se la posizione fisica della partizione /boot/
, viene spostata sul disco. Per informazioni su come installare GRUB sul MBR, consultare la Sezione E.2, «Installing GRUB».
/sbin/grub-install <location>
, dove <location>
è la posizione in cui la Fase 1 del boot loader GRUB deve essere installata. Per esempio, il seguente comando installa GRUB sul MBR del dispositivo IDE master sul bus IDE primario:
/sbin/grub-install /dev/hda
(<type-of-device><bios-device-number>
,<partition-number>
)
<type-of-device>
specifica il tipo di dispositivo dal quale viene avviato GRUB. Le due opzioni più comuni sono hd
per un disco fisso o fd
per un dischetto 3.5. È anche disponibile un tipo di dispositivo meno utilizzato chiamato nd
per un disco di rete. Le istruzioni su come configurare GRUB in modo da avviarlo attraverso la rete, sono disponibili su http://www.gnu.org/software/grub/manual/.
<bios-device-number>
è il numero del dispositivo BIOS. Il disco fisso IDE primario viene numerato 0
ed il disco fisso IDE secondario viene numerato 1
. La sintassi risulta più o meno equivalente a quella usata per i dispositivi del kernel. Per esempio, a
in hda
per il kernel, risulta essere analogo a 0
in hd0
per GRUB, b
in hdb
è analogo a 1
in hd1
, e così via.
<partition-number>
specifica il numero di una partizione su di un dispositivo. Similmente a <bios-device-number>
, numerosi tipi di partizioni vengono numerate iniziando con 0
. Tuttavia le partizioni BSD vengono specificate usando lettere, con a
che corrisponde a 0
, b
che corrisponde a 1
, e così via.
0
e non con 1
. Molti nuovi utenti spesso commettono l'errore di dimenticare tale caratteristica in questo tipo di numerazione.
(hd0)
, ed al secondo come (hd1)
. In modo simile GRUB farà riferimento alla prima partizione sulla prima unità come (hd0,0)
e la terza partizione sul secondo disco fisso come (hd1,2)
.
hd
. Le lettere fd
vengono usate per specificare i dischetti 3.5.
(hd0)
specifica l'MBR sul primo dispositivo, e (hd3)
specifica l'MBR per il quarto dispositivo.
(<device-type><device-number>
,<partition-number>
)</path/to/file>
<device-type>
con hd
, fd
o nd
. Sostituire <device-number>
con il valore intero per il dispositivo. Sostituire </path/to/file>
con un percorso assoluto, relativo al livello alto del dispositivo.
0+50,100+25,200+1
(hd0,0)+1
chainloader
con una designazione simile di elenco dei blocchi sulla linea di comando di GRUB, dopo aver impostato il dispositivo corretto e la partizione come root:
chainloader +1
(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz
si trova all'interno della directory /grub/
nel livello alto (o root) della partizione (hd0,0)
(la quale risulta essere la partizione /boot/
del sistema).
kernel
viene eseguito con la posizione del file del kernel come una opzione. Una volta che il kernel di Linux viene avviato, esso imposta il file system root conosciuto dagli utenti di Linux. Il file system root di GRUB originale, compresi i propri mount, viengono dimenticati; il loro compito principale era quello di avviare il file del kernel.
bash
.
boot
— Avvia il sistema operativo o il loader a catena 'chain loader' caricato per ultimo.
chainloader </path/to/file>
— Carica il file specificato come loader a catena. Se il file si trova nel primo settore della partizione specificata, utilizzare la numerazione dell'elenco dei blocchi, +1
, invece di usare il nome del file.
chainloader
:
chainloader +1
displaymem
— Visualizza l'uso corrente della memoria, in base alle informazioni provenienti dal BIOS. Ciò è utile per determinare la quantità di RAM di un sistema prima che lo stesso sia stato avviato.
initrd </path/to/initrd>
— Permette agli utenti di specificare una RAM disk iniziale da utilizzare al momento dell'avvio. Un initrd
risulta essere necessario quando il kernel ha bisogno di determinati moduli per avviarsi in modo corretto, come ad esempio quando la partizione root viene formattata con il file system ext3 o ext4.
initrd
:
initrd /initrd-2.6.8-1.523.img
install <stage-1>
<install-disk>
<stage-2>
p
config-file
— Installa GRUB sul MBR.
<stage-1>
— Indica un dispositivo, una partizione ed un file dove viene trovata l'immagine del primo boot loader, come ad esempio (hd0,0)/grub/stage1
.
<install-disk>
— Specifica il disco dove è necessario installare il boot loader della prima fase, ad esempio (hd0)
.
<stage-2>
— Passa la posizione del boot loader della seconda fase al boot loader della prima fase, ad esempio (hd0,0)/grub/stage2
.
p
<config-file>
— Questa opzione indica al comando install
di ricercare il file di configurazione del menu specificato da <config-file>
, come ad esempio (hd0,0)/grub/grub.conf
.
install
sovrascrive qualsiasi informazione già presente sull'MBR.
kernel </path/to/kernel>
<option-1>
<option-N>
... — Specifica il file del kernel da caricare durante l'avvio del sistema operativo. Sostituire </path/to/kernel>
con un percorso assoluto dalla partizione specificata dal comando root. Sostituire <option-1>
con le opzioni per il kernel di Linux, come ad esempio root=/dev/VolGroup00/LogVol00
, per specificare il dispositivo sul quale si trova la partizione root per il sistema. È possibile passare le opzioni multiple al kernel in un elenco separato da spazi.
kernel
:
kernel /vmlinuz-2.6.8-1.523 ro root=/dev/VolGroup00/LogVol00
hda5
.
root (<device-type>
<device-number>
,<partition>
)
— Configura la partizione root per GRUB, come ad esempio (hd0,0)
, montando la partizione.
root
:
root (hd0,0)
rootnoverify (<device-type>
<device-number>
,<partition>
)
— Configura la partizione root per GRUB, proprio come il comando root
, senza però montare la partizione.
help --all
per un elenco completo di comandi. Per una descrizione di tutti i comandi di GRUB consultare la documentazione disponibile online http://www.gnu.org/software/grub/manual/.
/boot/grub/grub.conf
), usato per creare un elenco di sistemi operativi in modo da avviare l'interfaccia del menu di GRUB, permette all'utente di selezionare un gruppo precedentemente impostato di comandi da eseguire. È possibile usare i comandi presenti nella Sezione E.5, «Comandi», insieme a comandi speciali disponibili solo all'interno del file di configurazione.
/boot/grub/grub.conf
. I comandi usati per impostare le preferenze globali per l'interfaccia del menu, vengono posizionati nella parte superiore del file, seguite da istanze per ogni kernel operativo o da un sistema operativo presente nel menu.
default=0 timeout=10 splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz hiddenmenu title Fedora (2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686) root (hd0,1) kernel /vmlinuz-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 rhgb quiet initrd /initrd-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686.img # sezione per il caricamento di Windows title Windows rootnoverify (hd0,0) chainloader +1
title
nel file di configurazione di GRUB. Per impostare la sezione Windows
come predefinita nell'esempio precedente, modificare default=0
in default=1
.
chainloader </path/to/file>
— Carica il file specificato come un loader a catena. Sostituire </path/to/file>
con il percorso assoluto per il loader a catena. Se il file è posizionato sul primo settore della partizione specificata, usare la numerazione dell'elenco dei blocchi, +1
.
color <normal-color>
<selected-color>
— Permette l'utilizzo di colori specifici nel menu, dove due colori vengono configurati come foreground e background. Utilizzare nomi semplici di colori come red/black
. Per esempio:
color red/black green/blue
default=<integer>
— Sostituire <integer>
con il numero del titolo della voce di default, da caricare se l'interfaccia del menu raggiunge il tempo limite.
fallback=<integer>
— Sostituire <integer>
con il numero del titolo della voce da provare se il primo tantativo fallisce.
hiddenmenu
— Impedisce la visualizzazione dell'interfaccia del menu GRUB, caricando la voce default
quando il periodo di timeout
viene raggiunto. L'utente è in grado di visualizzare il menu GRUB standard premendo il tasto Esc.
initrd </path/to/initrd>
— Permette agli utenti di specificare una RAM disk iniziale da usare al momento dell'avvio. Sostituire </path/to/initrd>
con il percorso assoluto per la RAM disk iniziale.
kernel </path/to/kernel>
<option-1>
<option-N>
— Specifica il file kernel da caricare al momento dell'avvio del sistema operativo. Sostituire </path/to/kernel>
con un percorso assoluto dalla partizione specificata dalla direttiva root. Le opzioni multiple possono essere passate al kernel una volta caricato.
password=<password>
— Impedisce ad un utente che non conosce la password, di modificare le voci per questa opzione del menu.
password=<password>
. In questo caso, GRUB riavvia il boot loader della seconda fase ed utilizza il file di configurazione alternativo specificato per creare il menu. Se un file di configurazione del menu alternativo viene lasciato fuori dal comando, un utente che conosce la password sarà in grado di modificare il file di configurazione corrente.
root (<device-type>
<device-number>
,<partition>
)
— Configura la partizione root per GRUB, come ad esempio (hd0,0)
, montando la partizione.
rootnoverify (<device-type>
<device-number>
,<partition>
)
— Configura la partizione root per GRUB, proprio come il comando root
, senza però montare la partizione.
timeout=<integer>
— Specifica l'intervallo, in secondi, che GRUB attende prima di caricare la voce designata nel comando default
.
splashimage=<path-to-image>
— Specifica la posizione dell'immagine della schermata splash da usare all'avvio di GRUB.
title group-title
— Specifica un titolo da usare con un gruppo di comandi particolari, usati per caricare un kernel o un sistema operativo.
#
).
kernel
<space><runlevel>
alla fine della riga delle opzioni d'avvio, per eseguire un avvio nel runlevel desiderato. Per esempio, la seguente entry dovrebbe inizializzare un processo d'avvio all'interno del runlevel 3:
grub append> ro root=/dev/VolGroup00/LogVol00 rhgb quiet 3
/usr/share/doc/grub-<version-number>
/
— Questa directory contiene informazioni utili sull'utilizzo e sulla configurazione di GRUB, dove <version-number>
corrisponde alla versione del pacchetto GRUB installato.
info grub
— La pagina info di GRUB contiene una fase intriduttiva, un manuale di riferimento per l'utente, un manuale per il riferimento del programmatore ed un documento FAQ su GRUB e sul suo utilizzo.
/boot/
.
/sbin/init
.
/sbin/init
carica tutti i servizi ed i tool dello spazio utente e monta tutte le partizioni elencate in /etc/fstab
.
/boot/grub/grub.conf
— al momento dell'avvio. Consultare la Sezione E.6, «File di configurazione del menu di GRUB» per informazioni su come modificare questo file.
/boot/
. Il kernel binario viene chiamato usando il formato seguente — /boot/vmlinuz-<kernel-version>
(dove <kernel-version>
corrisponde alla versione del kernel specificata nelle impostazioni del boot loader).
/sysroot/
, un file system virtuale basato sulla RAM tramite il comando cpio
. initramfs
viene usato dal kernel per caricare tutti i driver ed i moduli necessari per avviare il sistema. Questa operazione è particolarmente importante se si dispone di unità SCSI o se i sistemi utilizzano il file system ext3 o ext4.
initramfs
, il boot loader trasferisce il controllo del processo di avvio al kernel.
initramfs
compressa in una posizione predeterminata della memoria, la decomprime direttamente su /sysroot/
e carica tutti i driver necessari. Successivamente inizializza i dispositivi virtuali relativi al file system, come LVM o il software RAID prima di completare i processi initramfs
e liberare tutta la memoria occupata.
/sbin/init
.
/sbin/init
/sbin/init
(chiamato anche init
) coordina la fase restante del processo di avvio e configura l'ambiente per l'utente.
init
viene eseguito, diventa il genitore di tutti i processi che si avviano automaticamente sul sistema. Innanzitutto esegue lo script /etc/rc.d/rc.sysinit
che imposta il percorso dell'ambiente, attiva lo swap, controlla i filesystem e si occupa di tutti i processi che vanno eseguiti per l'inizializzazione del sistema. Per esempio, la maggior parte dei sistemi utilizza un orologio, così rc.sysinit
legge il file di configurazione /etc/sysconfig/clock
per inizializzare l'orologio dell'hardware. Un altro esempio potrebbe essere quello con il quale è necessario inizializzare processi speciali per le porte seriali, rc.sysinit
può eseguire anche il file /etc/rc.serial
.
init
esegue a sua volta lo script /etc/inittab
, il quale descrive come impostare il sistema in ogni SysV init runlevel. I runlevel sono uno stato, o una modalità, definiti dai servizi elencati nella directory SysV /etc/rc.d/rc<x>
.d/
, dove <x>
rappresenta il numero del runlevel. Per maggiori informazioni sui runlevel SysV init, consultare la Sezione F.4, «SysV Init Runlevels».
init
imposta la libreria di funzione della sorgente, /etc/rc.d/init.d/functions
, per il sistema il quale a sua volta configura il modo di avvio o come eliminare e determinare il PID di un programma.
init
avvia tutti i processi di background cercando nella relativa directory rc
, il runlevel specificato come predefinito in /etc/inittab
. Le directory rc
sono numerate in modo da corrispondere ai runlevel che rappresentano. Per esempio /etc/rc.d/rc5.d/
è la directory per il runlevel 5.
init
cerca nella directory /etc/rc.d/rc5.d/
per determinare quali processi iniziare e quali da arrestare.
/etc/rc.d/rc5.d/
:
K05innd -> ../init.d/innd K05saslauthd -> ../init.d/saslauthd K10dc_server -> ../init.d/dc_server K10psacct -> ../init.d/psacct K10radiusd -> ../init.d/radiusd K12dc_client -> ../init.d/dc_client K12FreeWnn -> ../init.d/FreeWnn K12mailman -> ../init.d/mailman K12mysqld -> ../init.d/mysqld K15httpd -> ../init.d/httpd K20netdump-server -> ../init.d/netdump-server K20rstatd -> ../init.d/rstatd K20rusersd -> ../init.d/rusersd K20rwhod -> ../init.d/rwhod K24irda -> ../init.d/irda K25squid -> ../init.d/squid K28amd -> ../init.d/amd K30spamassassin -> ../init.d/spamassassin K34dhcrelay -> ../init.d/dhcrelay K34yppasswdd -> ../init.d/yppasswdd K35dhcpd -> ../init.d/dhcpd K35smb -> ../init.d/smb K35vncserver -> ../init.d/vncserver K36lisa -> ../init.d/lisa K45arpwatch -> ../init.d/arpwatch K45named -> ../init.d/named K46radvd -> ../init.d/radvd K50netdump -> ../init.d/netdump K50snmpd -> ../init.d/snmpd K50snmptrapd -> ../init.d/snmptrapd K50tux -> ../init.d/tux K50vsftpd -> ../init.d/vsftpd K54dovecot -> ../init.d/dovecot K61ldap -> ../init.d/ldap K65kadmin -> ../init.d/kadmin K65kprop -> ../init.d/kprop K65krb524 -> ../init.d/krb524 K65krb5kdc -> ../init.d/krb5kdc K70aep1000 -> ../init.d/aep1000 K70bcm5820 -> ../init.d/bcm5820 K74ypserv -> ../init.d/ypserv K74ypxfrd -> ../init.d/ypxfrd K85mdmpd -> ../init.d/mdmpd K89netplugd -> ../init.d/netplugd K99microcode_ctl -> ../init.d/microcode_ctl S04readahead_early -> ../init.d/readahead_early S05kudzu -> ../init.d/kudzu S06cpuspeed -> ../init.d/cpuspeed S08ip6tables -> ../init.d/ip6tables S08iptables -> ../init.d/iptables S09isdn -> ../init.d/isdn S10network -> ../init.d/network S12syslog -> ../init.d/syslog S13irqbalance -> ../init.d/irqbalance S13portmap -> ../init.d/portmap S15mdmonitor -> ../init.d/mdmonitor S15zebra -> ../init.d/zebra S16bgpd -> ../init.d/bgpd S16ospf6d -> ../init.d/ospf6d S16ospfd -> ../init.d/ospfd S16ripd -> ../init.d/ripd S16ripngd -> ../init.d/ripngd S20random -> ../init.d/random S24pcmcia -> ../init.d/pcmcia S25netfs -> ../init.d/netfs S26apmd -> ../init.d/apmd S27ypbind -> ../init.d/ypbind S28autofs -> ../init.d/autofs S40smartd -> ../init.d/smartd S44acpid -> ../init.d/acpid S54hpoj -> ../init.d/hpoj S55cups -> ../init.d/cups S55sshd -> ../init.d/sshd S56rawdevices -> ../init.d/rawdevices S56xinetd -> ../init.d/xinetd S58ntpd -> ../init.d/ntpd S75postgresql -> ../init.d/postgresql S80sendmail -> ../init.d/sendmail S85gpm -> ../init.d/gpm S87iiim -> ../init.d/iiim S90canna -> ../init.d/canna S90crond -> ../init.d/crond S90xfs -> ../init.d/xfs S95atd -> ../init.d/atd S96readahead -> ../init.d/readahead S97messagebus -> ../init.d/messagebus S97rhnsd -> ../init.d/rhnsd S99local -> ../rc.local
/etc/rc.d/rc5.d/
. Tutti i file in /etc/rc.d/rc5.d/
sono link simbolici diretti a script che si trovano nella directory /etc/rc.d/init.d/
. I link simbolici sono utilizzati in ciascuna delle directory rc
per fare in modo che i runlevel possano essere riconfigurati creando, modificando ed eliminando i link simbolici senza influire sugli script a cui fanno riferimento.
K
o S
. I link K
sono processi che vengono terminati, mentre quelli che iniziano con S
vengono avviati.
init
arresta innanzitutto i link simbolici K
della directory eseguendo il comando /etc/rc.d/init.d/<command>
stop
, in cui <command>
è il processo da terminare. Avvia quindi tutti i link simbolici S
eseguendo il comando /etc/rc.d/init.d/<command>
start
.
/etc/rc.d/init.d/httpd stop
arresta il server HTTP di Apache.
init
esegue è il file /etc/rc.d/rc.local
. Il suddetto file è molto utile durante il processo di personalizzazione del sistema. Per maggiori informazioni su come utilizzare il file rc.local
, consultate Sezione F.3, «Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio».
init
è passato attraverso la directory appropriata rc
del runlevel, lo script /etc/inittab
dirama un processo /sbin/mingetty
per ogni console virtuale (prompt di login) assegnata al runlevel. Dal runlevel 2 fino al 5 sono presenti tutte e sei le console virtuali, mentre il runlevel 1 (modalità utente singolo) ne ha solo una ed i runlevel 0 e 6 non presentano alcuna console virtuale. Il processo /sbin/mingetty
apre alcuni percorsi di comunicazione per i dispositivi tty [8], imposta le rispettive modalità, stampa il prompt di login, accetta la password ed il nome utente ed inizializza il processo di login.
/etc/inittab
esegue lo script /etc/X11/prefdm
. Lo script prefdm
esegue l'X display manager preferito[9] — gdm
, kdm
, o xdm
, a seconda dei contenuti del file /etc/sysconfig/desktop
.
/etc/rc.d/rc.local
viene eseguito dal comando init
al momento dell'avvio oppure ogni qualvolta si modifica il runlevel. Aggiungendo dei comandi nella parte inferiore dello script risulta essere più semplice eseguire le operazioni necessarie come l'avvio dei servizi speciali oppure l'inizializzazione dei dispositivi senza scrivere degli script complessi all'interno della directory /etc/rc.d/init.d/
, creando quindi dei link simbolici.
/etc/rc.serial
viene usato se le porte seriali devono essere impostate al momento dell'avvio. Questo script esegue i comandi setserial
per configurare le porte seriali del sistema. Per ulteriori informazioni, consultate la pagina man setserial
.
init
viene avviato o interrotto per un runlevel particolare. SysV init è stato scelto perchè è piè semplice da utilizzare e più flessibile del processo tradizionale a stile BSD init.
/etc/rc.d/
. In questa directory troverete gli script rc
, rc.local
, rc.sysinit
e facoltativamente gli script rc.serial
e le seguenti directory:
init.d/ rc0.d/ rc1.d/ rc2.d/ rc3.d/ rc4.d/ rc5.d/ rc6.d/
init.d/
contiene gli script utilizzati dal comando /sbin/init
durante il controllo dei servizi. Ognuna delle directory numerate, rappresentano i sei runlevel configurati in modo predefinito per Fedora.
init
. Per esempio, runlevel 1 (modalità utente singolo) interrompe qualunque servizio di rete, mentre il runlevel 3 avvia questi servizi. Assegnando specifici servizi per l'interruzione o l'avvio di un particolare runlevel, init
è in grado di modificare la modalità del computer senza che l'utente debba interrompere o avviare i servizi manualmente.
0
— Arresto1
— Modalità a utente singolo2
— Non utilizzato (definito dall'utente)3
— Modalità multiutente completa4
— Non utilizzato (definito dall'utente)5
— Modalità grafica multiutente completa (con schermata di login basata su X)6
— Riavvio
/etc/inittab
. Per scoprire il runlevel di default per un sistema, cercare la riga simile a quella riportata all'inizio del file /etc/inittab
:
id:5:initdefault:
/etc/inittab
come root.
/etc/inittab
. Errori semplici possono causare l'impossibilità di riavvio del sistema. Se si verifica quanto detto, usare un dischetto di avvio, immettere la modalità utente singolo, o la madalità rescue e correggere il file.
/etc/rc.d/
.
/sbin/chkconfig
— L'utilità /sbin/chkconfig
fornisce uno strumento semplice da linea di comando, per la manutenzione della gerarchia della directory /etc/rc.d/init.d/
.
chkconfig
.
system-config-services
) è uno strumento flessibile per la configurazione dei runlevel.
/sbin/shutdown
. La pagina man shutdown
presenta un elenco completo di opzioni ma le due più comunemente usate sono:
/sbin/shutdown -h now
/sbin/shutdown -r now
-h
arresta la macchina e l'opzione -r
la riavvia.
reboot
e halt
per arrestare il sistema se si trovano dal runlevel 1 fino al runlevel 5. Per maggiori informazioni sugli utenti di console PAM, consultare la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
[7] GRUB è in grado di leggere file system ext3 come se fossero ext2, ignorando il file journal. Consultare il capitolo intitolato Il file system ext3 nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide, per maggiori informazioni sul file system ext3.
[8]
Consultare la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide per maggiori informazioni sui dispositivi tty
.
[9] Consultate la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide per maggiori informazioni sui display manager.
anaconda
. Per approfondire la conoscenza di
anaconda
, visitare la pagina internet del progetto: http://www.fedoraproject.org/wiki/Anaconda.
anaconda
che il sistema Fedora usano un gruppo comune di componenti software. Per informazioni dettagliate sulle tecnologie chiave, fare riferimento ai siti web elencati di seguito:
GRUB
boot loader. Fare riferimento a http://www.gnu.org/software/grub/ per ulteriori informazioni.
parted
per partizionare i dischi. Fare riferimento a http://www.gnu.org/software/parted/ per ulteriori informazioni.
Xorg
per supportare le risorse grafiche. I componenti di Xorg
gestiscono il display, la tastiera ed il mouse degli ambienti desktop con cui gli utenti interagiscono. Fare riferimento a http://www.x.org/ per ulteriori informazioni.
anaconda
includono il software
VNC (Virtual Network Computing) per abilitare l'accesso remoto ai display grafici. Per ulteriori informazioni su VNC, fare riferimento alla documentazione sul sito web di RealVNC: http://www.realvnc.com/documentation/.
bash
di GNU per fornire un'interfaccia a linea di comando. Le Core Utilities di GNU completano l'ambiente della linea di comando. Fare riferimento a http://www.gnu.org/software/bash/bash.html per ulteriori informazioni su bash
. Per approfondire la propria conoscenza delle Core Utilities di GNU, fare riferimento a http://www.gnu.org/software/coreutils/.
anaconda
può usare la funzione scp
, di SSH per trasferire rapporti sui crash a sistemi remoti. Fare riferimento al sito web di OpenSSH per ulteriori informazioni: http://www.openssh.com/.
netfilter
per fornire
le funzioni di firewall. Il sito web del progetto Netfilter fornisce documentazione sia per netfilter
, che per iptables
che per le funzioni di amministrazione: http://netfilter.org/documentation/index.html.
yum
per gestire i pacchetti RPM che preparano il sistema. fare riferimento a http://docs.fedoraproject.org/yum/ per ulteriori informazioni.
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Revisione 11.0.0 | Wed Apr 01 2009 | , , , , , | |
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