Fedora 11

Guida d'installazione

Installazione di Fedora 11 su x86, AMD64, e architetture Intel® a 64 bit

Edizione 1.0

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Fedora Documentation Project


Nota Legale

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Sommario
Fornisce la documentazione per il processo di installazione.

Intestazione
1. Convenzioni del documento
1.1. Convenzioni tipografiche
1.2. Convenzioni del documento
1.3. Note ed avvertimenti
2. Inviateci i vostri commenti!
Introduzione
1. Background
1.1. Informazioni su Fedora
1.2. Ottenere più aiuto
2. Informazioni su questo documento
2.1. Scopi
2.2. Pubblico
1. Avvio rapido per esperti
1.1. Anteprima
1.2. Scaricare i file
1.3. Preparazione per l'installazione
1.4. Installare Fedora
1.5. Eseguire i passi post installazione
2. Nuovi Utenti
2.1. Come posso scaricare i file di installazione?
2.1.1. Da un mirror
2.1.2. Da BitTorrent
2.2. Di quale architettura è il mio computer?
2.3. Quali file devo scaricare?
2.4. Come posso creare un supporto Fedora?
2.4.1. Realizzare dischi CD e DVD
2.4.2. Preparare supporti USB
2.5. Cosa fare se non si può scaricare Fedora?
2.6. Come avviare il programma di installazione?
I. Prima di iniziare
3. Fasi necessarie per prepararvi all'installazione
3.1. Aggiornare o installare?
3.2. L'hardware è compatibile?
3.3. Lo spazio sul disco è sufficiente?
3.4. E' possibile eseguire l'installazione usando il CD-ROM o il DVD?
3.4.1. Metodi di avvio alternativi
3.4.2. Creazione di un CD-ROM di installazione
3.5. Preparazione per una installazione di rete
3.5.1. Preparazione per una installazione HTTP e FTP
3.5.2. Preparazione per una installazione NFS
3.6. Preparazione per una installazione dal disco fisso
4. Elenco specifiche di sistema
5. Driver Media per i sistemi Intel e AMD
5.1. Perchè si necessita di un driver media?
5.2. Cos'è il driver media?
5.3. Come posso ottenere un driver media?
5.3.1. Creazione di un dischetto dei driver da un file d'immagine
5.4. Utilizzo di una immagine del driver durante l'installazione
II. Il processo di installazione
6. Iniziare l'installazione
6.1. Il menù di avvio
6.2. Installare da una sorgente differente
6.3. Verifica dei supporti
6.3.1. Verificare il Live CD
6.3.2. Verifica del DVD
6.4. Avviare dalla rete usando PXE
6.5. Interfacce grafiche e di testo
7. Installazione sui sistemi Intel e AMD
7.1. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
7.1.1. Una nota sulle console virtuali
7.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo
7.2.1. Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
7.3. Avvio del programma di installazione
7.3.1. Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64
7.3.2. Opzioni di avvio aggiuntive
7.4. Scelta del metodo di installazione
7.5. Installazione dal DVD/CD-ROM
7.5.1. Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
7.6. Installazione dal disco fisso
7.7. Eseguire una installazione di rete
7.8. Installazione tramite NFS
7.9. Installazione tramite FTP o HTTP
7.10. Benvenuti in Fedora
7.11. Language Selection
7.12. Keyboard Configuration
7.13. Installazione del disco fisso
7.14. Aggiornamento di un sistema esistente
7.14.1. Esaminare il passaggio ad una versione superiore
7.14.2. Effettuare il passaggio ad una versione successiva usando il programma di installazione
7.14.3. Aggiornamento della configurazione del boot loader
7.15. Network Configuration
7.15.1. Configurazione manuale
7.16. Configurazione del fuso orario
7.17. Impostare la password di root
7.18. Disk Partitioning Setup
7.18.1. RAID ed altri dispositivi su disco
7.19. Advanced Storage Options
7.20. Create Default Layout
7.21. Partizionamento del sistema
7.21.1. Display grafico dei dischi fissi
7.21.2. La schermata di partizionamento
7.21.3. Campi delle partizioni
7.21.4. Schema di partizionamento consigliato
7.21.5. Aggiunta di partizioni
7.21.6. Modifica delle partizioni
7.21.7. Cancellare una partizione
7.22. Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
7.22.1. Configurazione avanzata del boot loader
7.22.2. Rescue Mode
7.22.3. Boot loader alternativi
7.23. Package Group Selection
7.23.1. Installare da repository aggiuntivi
7.23.2. Personalizzazione della scelta del software
7.24. Prepararsi all'installazione
7.24.1. Prepararsi all'installazione
7.25. Installazione dei pacchetti
7.26. Installazione terminata
8. Troubleshooting dell'installazione su di un sistema Intel o AMD
8.1. Impossibile avviare Fedora
8.1.1. Problemi di avvio con la scheda RAID
8.1.2. Viene visualizzato il segnale di errore 11?
8.2. Problemi nell'avvio dell'installazione
8.2.1. Problemi nell'avvio dell'installazione grafica
8.3. Problemi durante l'installazione
8.3.1. No devices found to install Fedora Messaggio d'errore
8.3.2. Salvare i messaggi di errore traceback senza un supporto rimovibile
8.3.3. Problemi con la tabella delle partizioni
8.3.4. Uso dello spazio residuo
8.3.5. Altri problemi di partizionamento
8.3.6. Presenza di errori con Python
8.4. Problemi post installazione
8.4.1. Avete dei problemi con la schermata grafica di GRUB su di un sistema basato su x86?
8.4.2. Avvio in un ambiente grafico
8.4.3. Problemi con il sistema X Window (GUI)
8.4.4. Problemi con il crash del Server X e con utenti non-root
8.4.5. Problemi con il login
8.4.6. La vostra RAM non è stata riconosciuta?
8.4.7. La vostra stampante non funziona
8.4.8. Problemi con la configurazione audio
8.4.9. Sospensione di Sendmail/servizio httpd basato su Apache durante l'avvio
III. Opzioni avanzate di installazione
9. Opzioni di avvio
9.1. Configurare il sistema di installazione nel menù di avvio
9.1.1. Specificare la lingua
9.1.2. Configurare l'interfaccia
9.1.3. Aggiornare anaconda
9.1.4. Specificare il metodo di installazione
9.1.5. Configurazione manuale dei parametri di rete
9.2. Abilitare l'acceso remoto al sistema di installazione
9.2.1. Abilitare l'accesso remoto con VNC
9.2.2. Connettere il sistema di installazione ad un VNC in ascolto (VNC Listener)
9.2.3. Abilitare l'accesso remoto con telnet
9.3. Inviare i file di log (logging) ad un sistema remoto durante l'installazione
9.3.1. Configurare un log server
9.4. Automatizzare l'installazione con Kickstart
9.5. Migliorare il supporto hardware
9.5.1. Aggiungere supporto hardware con driver specifici
9.5.2. Aggirare il riconoscimento automatico dell'hardware
9.6. Usare le modalità di avvio di manutenzione
9.6.1. Caricare la modalità di test della memoria (RAM)
9.6.2. Verifica del disco di avvio
9.6.3. Avviare il computer in modalità di ripristino
9.6.4. Avanzamento di versione del computer
10. Installazione senza supporti
10.1. Reperire i file di avvio
10.2. Modificare la configurazione di GRUB
10.3. Avviare l'installazione
11. Impostare un server di installazione
11.1. Preparazione di cobbler
11.2. Preparazione della distribuzione
11.3. Mirror di una locazione di rete
11.4. Importare la distribuzione
11.5. Configurare manualmente un server PXE
11.5.1. Impostare il server di rete
11.5.2. Configurazione di avvio PXE
11.5.3. Aggiunta di host PXE
11.5.4. TFTPD
11.5.5. Configurare il server DHCP
11.5.6. Aggiungere un messaggio di avvio personalizzato
11.5.7. Eseguire una installazione PXE
12. Installazione tramite VNC
12.1. VNC Viewer
12.2. Modalità VNC in Anaconda
12.2.1. Modo diretto
12.2.2. Modo connessione
12.3. Installazione usando VNC
12.3.1. Esempi di installazione
12.3.2. Considerazioni kickstart
12.3.3. Firewall Considerations
12.4. Riferimenti
13. Installazioni kickstart
13.1. Cosa sono le installazioni kickstart?
13.2. Come eseguire un'installazione kickstart?
13.3. Creazione di un file kickstart
13.4. Opzioni di kickstart
13.4.1. Esempio di partizionamento avanzato
13.5. Package Selection
13.6. Script di pre-installazione
13.6.1. Esempio
13.7. Script di post-installazione
13.7.1. Esempi
13.8. Come rendere disponibile un file kickstart
13.8.1. Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
13.8.2. Rendere il file kickstart disponibile sulla rete
13.9. Rendere disponibile l'albero di installazione
13.10. Avvio di una installazione kickstart
14. Configuratore di Kickstart
14.1. Configurazione di base
14.2. Metodo di installazione
14.3. Opzioni del boot loader
14.4. Informazioni sulla partizione
14.4.1. Creazione delle partizioni
14.5. Network Configuration
14.6. Autenticazione
14.7. Configurazione firewall
14.7.1. Configurazione SELinux
14.8. Configurazione display
14.9. Package Selection
14.10. Script di pre-installazione
14.11. Script di post-installazione
14.11.1. Ambiente chroot
14.11.2. Utilizzo di un interprete
14.12. Salvataggio del file
IV. Dopo l'installazione
15. Firstboot
15.1. Accettazione licenza
15.2. Utente di sistema
15.3. Data ed ora
15.4. Profilo hardware
16. Passi successivi
16.1. Aggiornamento del sistema
16.2. Terminare l'aggiornamento a versione superiore
16.3. Passare ad un login di tipo grafico
16.4. Sottoscriversi a Fedora Announcements and News
16.5. Reperire documentazione e supporto
16.6. Unitevi alla Comunità Fedora
17. Recupero di base del sistema
17.1. Problemi comuni
17.1.1. Impossibile effettuare un avvio di Fedora
17.1.2. Problemi hardware/software
17.1.3. Root Password
17.2. Avvio della modalitá di ripristino
17.2.1. Re-installazione del boot loader
17.3. Avvio della modalità utente singolo
17.4. Avvio nella modalitá di emergenza
18. Aggiornamento del sistema in uso
18.1. Scegliere se aggiornare o reinstallare
18.2. Aggiornamento del sistema
19. Rimozione di Fedora
19.1. Fedora è il solo sistema operativo sul computer
19.2. Il computer avvia Fedora e un altro sistema operativo
19.2.1. Il computer avvia sia Fedora che un sistema operativo Microsoft Windows
19.2.2. Il computer avvia sia Fedora che Mac OS X
19.2.3. Il computer avvia sia Fedora che una diversa distribuzione Linux
19.3. Sostituire Fedora con MS-DOS o versioni obsolete di Microsoft Windows
V. Appendici tecniche
A. Introduzione al partizionamento del disco
A.1. Concetti di base sui dischi fissi
A.1.1. Non conta ciò che si scrive, ma come lo si scrive
A.1.2. Partizioni: ottenere più unità da una sola
A.1.3. Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese
A.1.4. Creazione di spazio per Fedora
A.1.5. Schema dei nomi per le partizioni
A.1.6. Partizioni ed altri sistemi operativi
A.1.7. Partizioni su disco e punti di montaggio
A.1.8. Quante partizioni?
B. Dischi ISCSI
B.1. dischi iSCSI in anaconda
B.2. dischi iSCSI durante l'avvio
C. Guida alla crittografia del disco
C.1. Cosa è la cifratura del dispositivo a blocchi?
C.2. Crittografare dispositivi a blocchi usando dm-crypt/LUKS
C.2.1. Panoramica di LUKS
C.2.2. Come accedere ai dispositivi criptati dopo l'installazione? (Avvio del sistema)
C.2.3. Scegliere una buona password
C.3. Creazione di dispositivi a blocchi criptati in anaconda
C.3.1. Quali tipi di dispositivi a blocchi possono essere cifrati?
C.3.2. Limitazioni al supporto cifratura dispositivi a blocchi di anaconda
C.4. Creazione di dispositivi a blocchi cifrati sul sistema installato dopo l'installazione
C.4.1. Creazione dei dispositivi a blocchi
C.4.2. Opzionale: Riempire il dispositivo con dati casuali
C.4.3. Formattare il dispositivo come dispositivo cifrato dm-crypt/LUKS
C.4.4. Creare una mappatura per consentire l'accesso ai contenuti decriptati del dispositivo
C.4.5. Creare filesystem sul dispositivo mappato, o continuare a costruire strutture complesse usando il dispositivo mappato
C.4.6. Aggiungere le informazioni di mappatura a /etc/crypttab
C.4.7. Aggiungere una voce a /etc/fstab
C.5. Compiti comuni post installazione
C.5.1. Impostare una chiave generata in modo casuale come metodo aggiuntivo per l'accesso ad un dispositivo cifrato
C.5.2. Aggiungere una nuova frase d'accesso al dispositivo preesistente
C.5.3. Rimozione di una frase d'accesso o chiave da un dispositivo
D. Comprensione di LVM
E. Il boot loader GRUB
E.1. GRUB
E.1.1. Processo di avvio di GRUB e x86
E.1.2. Caratteristiche di GRUB
E.2. Installing GRUB
E.3. Terminologia GRUB
E.3.1. Nomi dei dispositivi
E.3.2. Nomi dei file ed elenchi dei blocchi
E.3.3. Il file System root e GRUB
E.4. Interfacce di GRUB
E.4.1. Ordine di caricamento delle interfacce
E.5. Comandi
E.6. File di configurazione del menu di GRUB
E.6.1. Struttura del file di configurazione
E.6.2. Direttive del file di configurazione
E.7. Modifica dei runlevel all'avvio
E.8. Risorse aggiuntive
E.8.1. Documentazione installata
E.8.2. Siti Web utili
E.8.3. Libri correlati
F. Processo di avvio, init e spegnimento
F.1. Il processo di avvio
F.2. Esame dettagliato del processo di avvio
F.2.1. Il BIOS
F.2.2. Il boot loader
F.2.3. Il kernel
F.2.4. Il programma /sbin/init
F.3. Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
F.4. SysV Init Runlevels
F.4.1. Runlevel
F.4.2. Utilità dei Runlevel
F.5. Arresto del sistema
G. Altra documentazione tecnica
H. Contributori e metodi di produzione
H.1. Contributori
H.2. Metodi di produzione
I. Storia revisione
Indice analitico

Intestazione

1. Convenzioni del documento

Questo manuale utilizza numerose convenzioni per evidenziare parole e frasi, ponendo attenzione su informazioni specifiche.
Nelle edizioni PDF e cartacea questo manuale utilizza caratteri presenti nel set Font Liberation. Il set Font Liberation viene anche utilizzato nelle edizioni HTML se il set stesso è stato installato sul vostro sistema. In caso contrario, verranno mostrati caratteri alternativi ma equivalenti. Da notare: Red Hat Enterprise Linux 5 e versioni più recenti, includono per default il set Font Liberation.

1.1. Convenzioni tipografiche

Vengono utilizzate quattro convenzioni tipografiche per richiamare l'attenzione su parole e frasi specifiche. Queste convenzioni, e le circostanze alle quali vengono applicate, sono le seguenti.
Neretto monospazio
Usato per evidenziare l'input del sistema, incluso i comandi della shell, i nomi dei file ed i percorsi. Utilizzato anche per evidenziare tasti singoli e combinazione di tasti. Per esempio:
Per visualizzare i contenuti del file my_next_bestselling_novel nella vostra directory di lavoro corrente, inserire il comando cat my_next_bestselling_novel al prompt della shell e premere Invio per eseguire il comando.
Quanto sopra riportato include un nome del file, un comando della shell ed un tasto, il tutto riportato in Neretto monospazio e distinguibile grazie al contesto.
Le combinazioni di tasti possono essere distinte dalle chiavi singole, tramite il trattino che collega ogni parte della combinazione di tasti. Per esempio:
Premere Invio per eseguire il comando.
Premere Ctrl+Alt+F1 per smistarsi sul primo virtual terminal. Premere Ctrl+Alt+F7 per ritornare alla sessione X-Windows.
La prima frase evidenzia il tasto specifico singolo da premere. La seconda evidenzia due set di tre tasti, ogni set viene premuto simultaneamente.
Se si affronta il codice sorgente, i nomi della classe, i metodi, le funzioni i nomi della variabile ed i valori ritornati indicati all'interno di un paragrafo, essi verranno indicati come sopra, e cioè in Neretto monospazio. Per esempio:
Le classi relative ad un file includono filesystem per file system, file per file, e dir per directory. Ogni classe possiede il proprio set associato di permessi.
Neretto proporzionale
Ciò denota le parole e le frasi incontrate su di un sistema, incluso i nomi delle applicazioni; il testo delle caselle di dialogo; i pulsanti etichettati; le caselle e le etichette per pulsanti radio, titoli del menu e dei sottomenu. Per esempio:
Selezionare Sistema > Preferenze > Mouse dalla barra del menu principale per lanciare Preferenze del mouse. Nella scheda Pulsanti, fate clic sulla casella di dialogo mouse per mancini, e successivamente fate clic su Chiudi per cambiare il pulsante primario del mouse da sinistra a destra (rendendo così il mouse idoneo per un utilizzo con la mano sinistra).
Per inserire un carattere speciale in un file gedit, selezionare Applicazioni > Accessori > Mappa carattere dalla barra menu principale. Successivamente, selezionare Cerca > Trova… dalla barra del menu Mappa carattere, inserire il nome del carattere nel campo Cerca e cliccare Successivo. Il carattere ricercato verrà evidenziato nella Tabella caratteri. Fate un doppio clic sul carattere evidenziato per posizionarlo nel campo Testo da copiare, e successivamente fate clic sul pulsante Copia. Ora ritornate al vostro documento e selezionate Modifica > Incolla dalla barra del menu di gedit.
Il testo sopra riportato include i nomi delle applicazioni; nomi ed oggetti del menu per l'intero sistema; nomi del menu specifici alle applicazioni; e pulsanti e testo trovati all'interno di una interfaccia GUI, tutti presentati in Neretto proporzionale e distinguibili dal contesto.
Da notare > l'abbreviazione usata per andare da un menu e sottomenu relativi. Tale operazione viene eseguita per evitare l'uso di 'Seleziona Mouse dal sottomenu Preferenze nel menu Sistema della barra principale del menu.
Corsivo neretto monospazio o Corsivo neretto proporzionale
Sia se si tratta di Corsivo neretto monospazio o Corsivo neretto proporzionale, l'aggiunta del carattere Corsivo indica un testo variabile o sostituibile . Il carattere Corsivo denota un testo che non viene inserito letteralmente, o visualizzato che varia a seconda delle circostanze. Per esempio:
Per collegarsi ad una macchina remota utilizzando ssh, digitare ssh username@domain.name al prompt della shell. Se la macchina remota è example.com ed il nome utente sulla macchina interessata è john, digitare ssh john@example.com.
Il comando mount -o remount file-system rimonta il file system indicato. Per esempio, per rimontare il file system /home, il comando è mount -o remount /home.
Per visualizzare la versione di un pacchetto attualmente installato, utilizzare il comando rpm -q package. Esso ritornerà il seguente risultato: package-version-release.
Da notare la parola in Corsivo neretto — nome utente, domain.name, file-system, pacchetto, versione e release. Ogni parola racchiude il testo da voi inserito durante l'emissione di un comando o per il testo mostrato dal sistema.
Oltre all'utilizzo normale per la presentazione di un titolo, il carattere Corsivo denota il primo utilizzo di un termine nuovo ed importante. Per esempio:
Quando il server HTTP Apache accetta le richieste, esso invia i processi figlio o thread per la loro gestione. Questo gruppo di processi figlio o thread è conosciuto come server-pool. Con Apache HTTP Server 2.0, la responsabilità per la creazione e gestione di questi server-pool si riassume in un gruppo di moduli chiamati Multi-Processing Modules (MPMs). Diversamente da altri moduli, solo un modulo dal gruppo MPM può essere caricato del server HTTP Apache.

1.2. Convenzioni del documento

Due tipi di dati, comunemente con più righe, vengono evidenziati rispetto al testo circostante.
L'output inviato ad un terminale è impostato su Tondo monospazio e così presentato:
books        Desktop   documentation  drafts  mss    photos   stuff  svn
books_tests  Desktop1  downloads      images  notes  scripts  svgs
Gli elenchi del codice sorgente sono impostati in Mono-spaced Roman ma vengono presentati ed evidenziati nel modo seguente:
package org.jboss.book.jca.ex1;

import javax.naming.InitialContext;

public class ExClient
{
   public static void main(String args[]) 
       throws Exception
   {
      InitialContext iniCtx = new InitialContext();
      Object         ref    = iniCtx.lookup("EchoBean");
      EchoHome       home   = (EchoHome) ref;
      Echo           echo   = home.create();

      System.out.println("Created Echo");

      System.out.println("Echo.echo('Hello') = " + echo.echo("Hello"));
   }
   
}

1.3. Note ed avvertimenti

E per finire, tre stili vengono usati per richiamare l'attenzione su informazioni che in caso contrario potrebbero essere ignorate.

Nota Bene

Una nota è un suggerimento o un approccio alternativo per il compito da svolgere. Non dovrebbe verificarsi alcuna conseguenza negativa se la nota viene ignorata, ma al tempo stesso potreste non usufruire di qualche trucco in grado di facilitarvi il compito.

Importante

Caselle importanti riportano informazioni che potrebbero passare facilmente inosservate: modifiche alla configurazione applicabili solo alla sessione corrente, o servizi i quali necessitano di un riavvio prima di applicare un aggiornamento. Ignorare queste caselle non causa alcuna perdita di dati, ma potrebbe causare irritazione e frustrazione da parte dell'utente.

Avvertenza

Un avvertimento non dovrebbe essere ignorato. Se ignorato, potrebbe verificarsi una perdita di dati.

2. Inviateci i vostri commenti!

Quando inviate un bug report, assicuratevi di indicare l'identificatore del manuale: Installation_Guide
Se inviate un suggerimento per contribuire al miglioramento della guida, cercate di essere il più specifici possibile. Se avete individuato un errore, indicate il numero della sezione e alcune righe di testo, in modo da agevolare la ricerca dell'errore.

Introduzione

Questa guida riguarda l'installazione di Fedora, una distribuzione Linux basata su software libero ed open source. Questo manuale aiuta ad installare Fedora su sistemi desktop, portatili e server. Il sistema di installazione è abbastanza flessibile da usare, anche se non si ha alcuna precedente conoscenza di Linux o di reti di computer. Selezionando le impostazioni predefinite, Fedora fornisce un sistema operativo completo per il desktop, incluse applicazioni per la produttività, programmi d'utilità per Internet e strumenti per il desktop.
Questo documento non riporta in dettaglio tutte le caratteristiche del sistema di installazione.

1. Background

1.1. Informazioni su Fedora

Per scoprire altro su Fedora, fare riferimento a http://fedoraproject.org/. Per leggere altra documentazione su argomenti legati a Fedora, fare riferimento a http://docs.fedoraproject.org/.

1.2. Ottenere più aiuto

Per informazioni sulle risorse di aiuto aggiuntive per Fedora, visitare http://fedoraproject.org/wiki/it_IT/Communicate.

2. Informazioni su questo documento

2.1. Scopi

Questa guida aiuta un lettore a:
  1. Capire come trovare una distribuzione Fedora online
  2. Creare dei dati di configurazione che consentono ad un computer di avviare Fedora
  3. Capire ed interagire con il programma di installazione di Fedora
  4. Completare configurazioni post installazione di base del sistema Fedora

Altre sorgenti di documentazione

Questa guida non copre l'uso di Fedora. Per imparare come usare un sistema Fedora installato, fare riferimento a http://docs.fedoraproject.org/ per ulteriore documentazione.

2.2. Pubblico

Questa guida è indirizzata agli utenti Fedora nuovi ed intermedi. Gli utenti Fedora avanzati con domande su operazioni dettagliate su caratteristiche di installazione avanzate devono consultare la mailing list di anaconda su http://www.redhat.com/archives/anaconda-devel-list/.

Capitolo 1. Avvio rapido per esperti

Questa sezione offre una breve anteprima dei passi dell'installazione per lettori esperti che hanno fretta di iniziare. Si noti che nei seguenti capitoli della guida appariranno molte note di spiegazione e suggerimenti utili. Se si verificasse un problema durante il processo di installazione, consultare il capitolo appropriato nella guida completa per l'aiuto.

Solo per esperti

Questa sezione è indirizzata ai soli esperti. Gli altri lettori potrebbero non conoscere alcuni dei termini di questa sezione e dovrebbero andare su Capitolo 2, Nuovi Utenti.

1.1. Anteprima

La procedura di installazione è semplice e consiste solo di pochi passi:
  1. Scaricare i file per creare i supporti o un altra configurazione avviabile.
  2. Preparare il sistema per l'installazione.
  3. Avviare il computer ed eseguire il processo di installazione.
  4. Riavviare ed eseguire la configurazione post installazione.

1.2. Scaricare i file

Fare uno dei seguenti passi:

Verificare i download

I download potrebbero fallire per svariati motivi. Verificare sempre lo sha1sum dei file scaricati.
  1. Scaricare l'immagine ISO per una immagine Live. Creare un supporto CD dal file ISO utilizzando l'applicazione che si preferisce. Si può inoltre usare il pacchetto livecd-tools per scrivere l'immagine su altri supporti avviabili come dischi flash USB. Per installare la distribuzione sul disco fisso, usare la scorciatoia sul desktop dopo aver effettuato l'accesso.
  2. Per informazioni sul settaggio di un server di avvio di rete dal quale si può installare Fedora, fare riferimento a Capitolo 11, Impostare un server di installazione.

1.4. Installare Fedora

Avviare dal supporto desiderato, con le opzioni appropriate per il proprio hardware e modalità di installazione. Fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio per maggiori informazioni sulle opzioni di boot. Se si avvia da Live CD, selezionare l'opzione su desktop "Installa su disco" per eseguire il programma di installazione. Se si avvia da un dispositivo di avvio minimale o un kernel scaricato, selezionare una rete o un disco fisso dal quale installare.
Seguire tutti i passi del programma di installazione. Il programma di installazione non cambia il sistema finché non si darà la conferma finale per procedere. Riavviare il sistema quando l'installazione sarà finita.

1.5. Eseguire i passi post installazione

Dopo il riavvio del sistema, verranno mostrate le opzioni di configurazione aggiuntive. Fare le modifiche appropriate al sistema e procedere alla schermata di login.

Capitolo 2. Nuovi Utenti

Questo capitolo spiega come ottenere i file necessari all'installazionee ed esecuzione di Fedora sul computer. Alcuni dei concetti di questo capitolo potrebbero essere nuovi, nel caso non si sia mai scaricato un sistema operativo completamente libero. Se si riscontrano problemi con questo capitolo, si potrà trovare aiuto visitando i forum di Fedora su http://www.fedoraforum.org/.

Link di download

Per seguire una guida basata sul web per il download, visitare http://get.fedoraproject.org/. Per una guida su quale architettura scaricare, fare riferimento a Sezione 2.2, «Di quale architettura è il mio computer?».

2.1. Come posso scaricare i file di installazione?

Il Fedora Project distribuisce Fedora in molti modi, la maggior parte dei quali sono gratuiti e reperibili tramite internet. Il metodo più comune di distribuzione è tramite supporti CD e DVD. Sono disponibili differenti tipi di supporti CD e DVD, inclusi:
  • Un set completo di software installabile da supporto DVD
  • Immagini Live che si possono utilizzare per provare Fedora ed installarlo sul sistema se si desidera
  • CD minimale di avvio ed immagini di dispositivi flash USB che consentono l'installazione tramite connessione internet
  • Codice sorgente su supporti DVD
Molti utenti desiderano sia l'immagine Live che il set completo del software installabile su DVD o CD. L'immagine di avvio ridotta è ottimale per l'utilizzo tramite una connessione veloce ad internet e se si desidera esclusivamente installare Fedora su un computer. I dischi di codice sorgente non vengono usati per l'installazione di Fedora, ma sono risorse utili per gli utenti esperti e gli sviluppatori di software.
Il software Fedora è disponibile per il download in modo gratuito in molti modi.

2.1.1. Da un mirror

I mirror pubblicano il software Fedora sotto una gerarchia di cartelle ben organizzata. Per esempio, la distribuzione Fedora 11 compare normalmente nella cartella fedora/linux/releases/11/. Questa directory contiene una cartella per ogni architettura supportata da quella versione di Fedora. I file dei supporti CD e DVD appaiono all'interno di tale cartella, in una cartella chiamata iso/. Per esempio, è possibile trovare il file per la distribuzione DVD di Fedora 11 per x86_64 in fedora/linux/releases/11/x86_64/iso/F-9-x86_64-DVD.iso.

2.1.2. Da BitTorrent

BitTorrent è un modo per scaricare informazioni in cooperazione con altri computer. Ogni computer che coopera nel gruppo scarica pezzi di informazione in un particolare torrent da altri peer del gruppo. I computer che hanno terminato il download di tutti i dati in un torrent rimangono nello sciame per fare il seed oppure per fornire i dati ad altri peer. Se si scarica utilizzando BitTorrent, come cortesia si dovrebbe tenere in seed il torrent per inviare lo stesso quantitativo di dati scaricati.
Se il computer non ha software installato per BitTorrent, visitare la pagina iniziale di BitTorrent http://www.bittorrent.com/download/ per scaricarlo. Il software client BitTorrent è disponibile per Windows, Mac OS, Linux e molti altri sistemi operativi.
Non è necessario trovare un mirror speciale per i file BitTorrent. Il protocollo BitTorrent assicura che il computer partecipi ad un gruppo vicino. Per scaricare e usare i file Fedora BitTorrent, visitare http://torrent.fedoraproject.org/.

Immagini minime di avvio

I CD e le immagini di dischi flash USB di avvio minimi non sono disponibili tramite BitTorrent.

2.3. Quali file devo scaricare?

Si hanno differenti opzioni per scaricare Fedora. Leggere le opzioni di seguito per decidere quale è la migliore.
Il tipo di architettura appare nel nome dei file scaricabili per ogni distribuzione di Fedora. Per esempio, il file per la distribuzione DVD di Fedora 11 per x86_64 si chiama F-11-x86_64-DVD.iso. Fare riferimento a Sezione 2.2, «Di quale architettura è il mio computer?» se non si è sicuri della propria architettura del computer.
  1. Distribuzione completa su DVD
    Se si dispone di parecchio tempo e di una connessione ad internet veloce e si desidera avere una più ampia scelta di software sul supporto, scaricare la versione completa su DVD. Una volta scritto il DVD, il supporto sarà avviabile ed includerà il programma di installazione. La versione DVD contiene una modalità per effettuare operazioni di ripristino sul sistema Fedora in caso di emergenza. Si può scaricare la versione su DVD direttamente da un mirror, oppure tramite BitTorrent.
  2. Immagine Live
    Se si vuole provare Fedora prima di installarlo sul computer, scaricare la versione immagine Live. Se il computer supporta l'avvio da CD o USB, si può avviare il sistema operativo senza effettuare nessun cambiamento al disco fisso. L'immagine Live fornisce inoltre un icona sul desktop Installa su Disco. Se il sistema si giudica positivamente e si desidera installarlo, basta semplicemente attivare la sezione per copiare Fedora nel disco fisso. Si può scaricare l'immagine Live direttamente da un mirror oppure utilizzando BitTorrent.
  3. Supporto di avvio minimo
    Se si dispone di una connessione veloce ad internet ma non si vuole scaricare l'intera distribuzione, è possibile scaricare una piccola immagine di avvio. Fedora offre immagini per un ambiente di avvio minimo su CD. Una volta avviato il sistema con il media minimale, è possibile installare Fedora direttamente tramite internet. Anche se questo metodo richiede ancora il download di una significativa quantità di dati tramite internet, saranno comunque molto meno della dimensione del supporto della distribuzione completa. Una volta terminata l'installazione, sarà possibile aggiungere o rimuovere software sul sistema come si desidera.

    Dimensioni del download

    Installare il software predefinito per Fedora tramite internet richiede più tempo rispetto all'immagine Live ma meno tempo rispetto all'intera distribuzione su DVD. Gli attuali risultati dipendono dal software che si è scelto e dalle condizioni di traffico di rete.
La tabella seguente spiega dove trovare i file desiderati su un sito mirror. Sostituire arch con l'architettura del computer su cui va installato.
Tipo di supporto Locazioni dei file
Distribuzione completa su DVD fedora/linux/releases/11/Fedora/arch/iso/Fedora-11-arch-DVD.iso
immagine Live fedora/linux/releases/11/Live/arch/iso/Fedora-11-arch-Live.iso, fedora/linux/releases/11/Live/arch/iso/Fedora-11-KDE-arch-Live.iso
Supporto CD di avvio minimo fedora/linux/releases/11/Fedora/arch/os/images/boot.iso
Tabella 2.2. Individuare i file

2.4. Come posso creare un supporto Fedora?

E' possibile trasformare i file ISO di Fedora in dischi CD o DVD. E' possibile trasformare i file ISO Fedora Live in dispositivi USB avviabili, così come in CD o DVD.

2.4.1. Realizzare dischi CD e DVD

Per imparare come passare le immagini ISO in un supporto CD o DVD, fare riferimento a http://docs.fedoraproject.org/readme-burning-isos/.

2.4.2. Preparare supporti USB

Per rendere avviabile un supporto USB, usare una immagine Fedora Live. Si può usare sia un sistema Windows che Linux per rendere il dispositivo USB avviabile.

La scrittura dell'immagine USB non è distruttiva

La scrittura dell'immagine USB non è distruttiva. Qualsiasi dato presente nel supporto non sarà compromesso.
È buona norma effettuare il back-up dei dati importanti prima di effettuare operazioni sensibili su disco.
Per iniziare, assicurarsi di avere spazio libero sufficiente sul supporto USB. Non è necessario partizionare o formattare il supporto. E' sempre una buona idea salvare i dati importanti prima di eseguire operazioni sensibili su disco.

2.4.2.1. Creazione immagine USB da Windows

  1. Scaricare un Lile ISO come mostrato in Sezione 2.3, «Quali file devo scaricare?».
  2. Scaricare il programma per Windows liveusb-creator da http://fedorahosted.org/liveusb-creator.
  3. Seguire le istruzioni fornite sul sito e nel programma liveusb-creator per creare un supporto USB avviabile.

2.4.2.2. Creazione di immagini USB in Linux

I supporti USB spesso sono nella forma di dispositivi flash a volte chiamati pen drive, penne USB o chiavette; oppure come un disco rigido esterno. Quasi tutti i supporti di questo tipo sono formattati con il filesystem vfat. E' possibile creare un supporto USB avviabile su supporti formattati come ext2, ext3 o vfat.

ext4 and Btrfs

Il bootloader GRUB non supporta il file system ext4 o Btrfs. Non è possibile creare supporti USB avviabili su supporti formattati come ext4 o Btrfs.

Supporto USB insolito

In pochi casi di supporti USB formattati o partizionati in modo strano la scrittura dell'immagine potrebbe fallire.
  1. Scaricare un Lile ISO come mostrato in Sezione 2.3, «Quali file devo scaricare?».
  2. Installare il pacchetto livecd-tools sul sistema. Per i sistemi Fedora, usare il seguente comando:
    su -c 'yum -y install livecd-tools'
    
  3. Collegare il dispositivo USB.
  4. Trovare il nome del dispositivo per il supporto USB. Se il supporto ha un nome di volume, cercare il nome in /dev/disk/by-label oppure usare findfs:
    su -c 'findfs LABEL="MyLabel"'
    
    Se il supporto non ha un nome di volume, oppure non lo si conosce, consultare il file log /var/log/messages per i dettagli:
    su -c 'less /var/log/messages'
    
  5. Usare il comando livecd-iso-to-disk per scrivere l'immagine ISO sul supporto:
    su -c 'livecd-iso-to-disk the_image.iso /dev/sdX1'
    
    Sostituire sdX1 con il nome della partizione del dispositivo USB. Molti dispositivi flash e dischi rigidi esterni utilizzano una sola partizione. Se si è cambiato questo comportamento o si ha un supporto mal partizionato, sarà necessario consultare altre risorse per l'aiuto.

2.5. Cosa fare se non si può scaricare Fedora?

Se non si dispone di una connessione rapida ad internet, oppure si hanno problemi nella creazione dei dispositivi di avvio, il download potrebbe non essere un opzione. I supporti CD e DVD di distribuzione Fedora sono disponibili da un numero di sorgenti online in tutto il globo ad un costo minimo. Utilizzare il motore di ricerca preferito per trovare un venditore, o fare riferimento a http://fedoraproject.org/wiki/Distribution.

2.6. Come avviare il programma di installazione?

Per avviare il programma di installazione dal supporto di avvio minimale, una immagine Live oppure il DVD di distribuzione, seguire questa procedura:
Potrebbe essere necessario premere un tasto specifico o una combinazione di tasti per avviare dal supporto oppure configurare il Basic Input/Output System o BIOS di sistema, per avviare dal supporto. Su molti computer bisogna selezionare il boot o l'opzione BIOS tempestivamente dopo l'accensione del computer. Molti computer compatibili con Windows usano un tasto speciale come F1, F2, F12 o Del per avviare il menù di configurazione del BIOS. Sui computer Apple, il tasto C avvia il sistema da un drive DVD. Su hardware Apple piu vecchio potrebbe essere necessario premere Cmd +Opt+Shift+Del per avviare dal drive DVD.

Configurare il BIOS

Se non si è sicuri sulle caratteristiche possedute dal proprio computer, o su come configurare il BIOS, consultare la documentazione resa disponibile dal produttore dell'hardware. Fornire informazioni dettagliate su specifiche hardware e sulla relativa configurazione va oltre lo scopo del presente documento.

Parte I. Prima di iniziare

Questa parte della Guida all'installazione Fedora copre decisioni che bisogna prendere e risorse che bisogna garantire prima di installare Fedora, esse includono:
  • la decisione di avanzare di versione una precedente installazione di Fedora o di installare una nuova copia.
  • considerazioni hardware e dettagli hardware di cui si potrebbe avere bisogno durante l'installazione.
  • preparare l'installazione di fedora tramite rete.
  • preparare i supporti driver.

Capitolo 3. Fasi necessarie per prepararvi all'installazione

3.1. Aggiornare o installare?

Per informazioni utili a determinare se eseguire un processo di aggiornamento oppure una installazione consultate il Capitolo 18, Aggiornamento del sistema in uso.

3.3. Lo spazio sul disco è sufficiente?

Lo spazio su disco usato da Fedora deve essere separato da quello usato da altri sistemi operativi installati sul sistema, come ad esempio Windows, OS/2, oppure da una versione diversa di Linux. Per sistemi x86, AMD64, e Intel® 64, almeno due partizioni (/ e swap) devono essere adibite a Fedora.
Prima di avviare il processo di installazione, è necessario
  • avere sufficiente spazio su disco non partizionato[1] per l'installazione di Fedora, o
  • essere in possesso di una o più partizioni che possono essere rimosse, e di conseguenza rendere disponibile spazio su disco sufficiente per installare Fedora.
Per avere una idea più chiara sulla quantità di spazio necessario, consultare le dimensioni di partizionamento consigliate riportate nella Sezione 7.21.4, «Schema di partizionamento consigliato».
Se non si è sicuri di soddisfare queste condizioni, oppure se si desidera sapere come creare spazio su disco per l'installazione di Fedora, consultare il Appendice A, Introduzione al partizionamento del disco.

3.4. E' possibile eseguire l'installazione usando il CD-ROM o il DVD?

Esistono diversi metodi per installare Fedora.
Per una installazione dal CD-ROM o DVD sarà necessario avere un CD-ROM o DVD di Fedora 11 e di una unità CD-ROM/DVD da cui sia possibile effettuare l'avvio.

3.5. Preparazione per una installazione di rete

Note

Assicurarsi che il CD di installazione (o qualsiasi altro tipo di CD), non sia nell'unità CD/DVD del sistema, se si sta eseguendo una installazione basata sulla rete. Avere un CD all'interno del lettore potrebbe generare errori inaspettati.
Il supporto di installazione di Fedora deve essere disponibile per una installazione di rete (tramite NFS, FTP, o HTTP) o per una installazione tramite lo storage locale. Se si sta effettuando una installazione NFS, FTP, o HTTP, seguire le seguenti fasi.
Il server NFS, FTP, o HTTP da usare per l'installazione attraverso la rete, deve essere una macchina separata in grado di fornire i contenuti completi del DVD-ROM d'installazione o dei CD-ROM d'installazione.

Note

Il programma d'installazione di Fedora è in grado di controllare l'integrità del supporto d'installazione. Funziona con l'ISO su disco fisso, CD / DVD, e con i metodi d'installazione ISO NFS. Si consiglia di testare tutti i supporti d'installazione prima di avviare il processo di installazione, e prima di riportare la presenza di bug relativi all'installazione stessa (numerosi bug sono causati da CD masterizzati in modo non corretto). Per eseguire questa prova, digitare il seguente comando al prompt di boot::
linux mediacheck

Note

Nei seguenti esempi, la cartella presente sul server di staging d'installazione che conterrà i file d'installazione, verrà specificata come /location/of/disk/space. La cartella destinata ad essere disponibile al pubblico tramite FTP, NFS, o HTTP, verrà specificata come /publicly/available/directory. Per esempio /location/of/disk/space potrebbe essere una cartella creata dall'utente e chiamata /var/isos. /publicly/available/directory potrebbe essere /var/www/html/11 per una installazione HTTP.
Per copiare i file dal DVD o dai CD-ROM d'installazione su di una macchina Linux che si comporta come un server di staging di installazione, eseguire le seguenti fasi:
  • Creare una immagine iso dal disco d'installazione utilizzando il seguente comando (per i DVD):
    dd if=/dev/dvd of=/location/of/disk/space/f11.iso
    dove dvd si riferisce al dispositivo del lettore DVD:
    Per istruzioni su come preparare una installazione di rete usando i CD-ROM, fare riferimento alle istruzioni sul file README-en nel disk1.

3.5.1. Preparazione per una installazione HTTP e FTP

Estrarre i file da immagine iso del DVD di installazione o dalle immagini iso dei CD di installazione e posizionarli in una cartella condivisa tramite HTTP o FTP.
Successivamente assicurarsi che la directory sia condivisa tramite FTP o HTTP verificando altresì l'accesso client. è possibile controllare se la cartella è accessibile dal server stesso e quindi da un'altra macchina presente sulla sottorete dalla quale sarà eseguito il processo d'installazione.

3.5.2. Preparazione per una installazione NFS

Per una installazione NFS non sarà necessario montare l'immagine ISO. Per tale scopo sarà sufficiente rendere la stessa immagine iso disponibile tramite NFS. Per eseguire tale operazione spostate le immagini iso nella directory NFS esportata:
  • Per DVD:
    mv /location/of/disk/space/f11.iso /publicly/available/directory/
  • Per CD-ROM:
    mv /location/of/disk/space/f11-disk*.iso /publicly/available/directory/
Assicurarsi che la directory /publicly/available/directory sia esportata tramite NFS utilizzando una voce in /etc/exports.
Per eseguire un processo di esportazione su di un sistema specifico:
/publicly/available/directory client.ip.address(ro,no_root_squash)
Per eseguire un processo d'installazione su tutti i sistemi, utilizzate una entry simile alla seguente:
/publicly/available/directory *(ro,no_root_squash)
Avviare il demone NFS (su di un sistema Fedora, utilizzare /sbin/service nfs start). Se NFS è in esecuzione, ricaricare il file di configurazione (su di un sistema Fedora utilizzare /sbin/service nfs reload).
Le installazioni dal disco fisso richiedono l'utilizzo delle immagini ISO (o CD-ROM/DVD). Una immagine ISO non è altro che un file contenente una copia esatta di una immagine CD-ROM/DVD. Dopo aver posizionato le immagini ISO necessarie (i CD-ROM/DVD binari di Fedora) in una cartella, scegliere di installare dal disco fisso. Quindi indicare al programma di installazione la directory in questione in modo da procedere con l'installazione.
Per preparare il sistema ad una installaziome dal disco fisso, impostare il sistema in uno dei seguenti modi:
  • Utilizzo di un set di CD-ROM o di un DVD — Creare i file di immagine ISO da ogni CD-ROM di installazione, o da ogni DVD. Per ogni CD-ROM (o una volta per il DVD), eseguire il seguente comando da un sistema Linux:
    dd if=/dev/cdrom of=/tmp/file-name.iso
    
  • Utilizzo immagini ISO — trasferire le suddette immagini sul sistema da installare.
    Per evitare spiacevoli inconvenienti, verificare che le immagini ISO siano intatte prima di effettuare una installazione. Per verificare che le immagini ISO siano intatte, usare un programma md5sum (molti programmi md5sum sono disponibili a seconda dei sistemi operativi). Un programma md5sum dovrebbe essere disponibile sulla stessa macchina Linux delle immagini ISO.

Note

Il programma d'installazione di Fedora è in grado di controllare l'integrità del supporto d'installazione. Funziona con l'ISO su disco fisso, CD / DVD, e con i metodi d'installazione ISO NFS. Si consiglia di testare tutti i supporti d'installazione prima di avviare il processo di installazione, e prima di riportare la presenza di bug relativi all'installazione stessa (numerosi bug sono causati da CD masterizzati in modo non corretto). Per eseguire questa prova, digitare il seguente comando al prompt di boot::
linux mediacheck
In aggiunta, se esiste un file chiamato updates.img nella cartella usata per eseguire l'installazione, questo file viene utilizzato per gli aggiornamenti del programma di installazione anaconda. Consultare il file install-methods.txt presente nel pacchetto RPM anaconda per informazioni dettagliate sui diversi metodi di installazione di Fedora, insieme ai suggerimenti su come apportare gli aggiornamenti al programma d'installazione stesso.


[1] Spazio su disco non partizionato significa che lo spazio disponibile sui dischi fissi interessati non è stato ancora diviso in sezioni per l'uso dei dati. Quando si partiziona un disco, ogni partizione si comporta come una unità disco separata.

Capitolo 4. Elenco specifiche di sistema

Comunque, quando si eseguono alcuni tipi di installazioni, alcuni dettagli specifici potrebbero essere utili o essenziali.
  • Se si intende usare una struttura di partizioni personalizzata, ricordare:
    • Il numero modelli, dimensioni, tipi e interfacce dei dischi collegati al sistema. Per esempio, Seagate ST3320613AS 320 GB su SATA0, Western Digital WD7500AAKS 750 GB su SATA1. Ciò consentirà di identificare i dischi durante il processo di installazione.
  • Se si sta installando Fedora come un sistema operativo aggiuntivo su un sistema esistente, nota:
    • Il punto di mount delle partizioni presenti sul sistema. Per esempio, /boot su sda1, / su sda2, e /home su sdb1. Questo consente di identificare le partizioni durante il processo di installazione.
  • Se si intende installare da una immagine du disco locale:
  • Se si intende installare da una posizione di rete, o installare su un target iSCSI:
    • Il marca e numeri di modello degli adattatori di rete sul sistema. Per esempio. Netgear GA311. Ciò consente di identificare gli adattatori quando si configura la rete.
    • Indirizzi IP, DHCP, e BOOTP
    • Maschera di rete
    • Indirizzo IP gateway
    • Uno o più indirizzi IP del name server (DNS)
    Se uno qualsiasi di questi requisiti di networking, o termini non vi sono familiari, contattate per assistenza, l'amministratore di rete.
  • Se si intende installare da una posizione di rete:
  • Se si intende installare su un target iSCSI:
    • La posizione del target iSCSI. A seconda della rete, potrebbe essere necessario anche un nome utente e una password CHAP, e pertanto un nome utente e password inverso CHAP – consultare Sezione 7.19, «Advanced Storage Options ».
  • Se il computer fa parte di un dominio:
    • Si dovrebbe verificare che il nome dominio venga fornito tramite il server DHCP. Se non è così, è necessario inserire il nome dominio manualmente durante l'installazione.

Capitolo 5. Driver Media per i sistemi Intel® e AMD

5.1. Perchè si necessita di un driver media?

Durante il caricamento del programma di installazione di Fedora, potrebbe comparire una schermata la quale richiede l'uso di un driver media. La schermata del driver media viene visualizzata principalmente nei seguenti casi:
  • Non ci sono driver disponibili per un pezzo di hardware necessario al procedimento dell'installazione.
  • Se si esegue il programma d'installazione tramite linux dd al prompt d'avvio.

5.2. Cos'è il driver media?

Il driver media è in grado di aggiungere supporto sia per hardware supportati che per quelli non supportati dal programma d'installazione. Il driver media può includere un dischetto driver oppure una immagine creata da Red Hat, esso può essere un dischetto o un CD-ROM creato dall'utente tramite immagini del driver trovate su internet, oppure un dischetto o CD-ROM incluso da un rivenditore hardware.
I dischi driver possono essere usati se è necessario accedere ad un dispositivo particolare per installare Fedora. I driver possono essere usati per dispositivi non standard, molto nuovi o poco comuni.

Note

Se un dispositivo non supportato non è richiesto per l'installazione di Fedora, continuare con l'installazione e aggiungere il supporto per il nuovo componente hardware al termine dell'installazione.

Parte II. Il processo di installazione

Questa parte della Guida all'installazione di Fedora descrive il processo d'installazione vero e proprio, dai vari metodi di avvio del programma d'installazione al punto dove il computer deve essere riavviato per terminare l'installazione. Questa parte del manuale include inoltre un capitolo sulla risoluzione dei problemi con il processo di installazione.

Indice

6. Iniziare l'installazione
6.1. Il menù di avvio
6.2. Installare da una sorgente differente
6.3. Verifica dei supporti
6.3.1. Verificare il Live CD
6.3.2. Verifica del DVD
6.4. Avviare dalla rete usando PXE
6.5. Interfacce grafiche e di testo
7. Installazione sui sistemi Intel e AMD
7.1. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
7.1.1. Una nota sulle console virtuali
7.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo
7.2.1. Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
7.3. Avvio del programma di installazione
7.3.1. Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64
7.3.2. Opzioni di avvio aggiuntive
7.4. Scelta del metodo di installazione
7.5. Installazione dal DVD/CD-ROM
7.5.1. Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
7.6. Installazione dal disco fisso
7.7. Eseguire una installazione di rete
7.8. Installazione tramite NFS
7.9. Installazione tramite FTP o HTTP
7.10. Benvenuti in Fedora
7.11. Language Selection
7.12. Keyboard Configuration
7.13. Installazione del disco fisso
7.14. Aggiornamento di un sistema esistente
7.14.1. Esaminare il passaggio ad una versione superiore
7.14.2. Effettuare il passaggio ad una versione successiva usando il programma di installazione
7.14.3. Aggiornamento della configurazione del boot loader
7.15. Network Configuration
7.15.1. Configurazione manuale
7.16. Configurazione del fuso orario
7.17. Impostare la password di root
7.18. Disk Partitioning Setup
7.18.1. RAID ed altri dispositivi su disco
7.19. Advanced Storage Options
7.20. Create Default Layout
7.21. Partizionamento del sistema
7.21.1. Display grafico dei dischi fissi
7.21.2. La schermata di partizionamento
7.21.3. Campi delle partizioni
7.21.4. Schema di partizionamento consigliato
7.21.5. Aggiunta di partizioni
7.21.6. Modifica delle partizioni
7.21.7. Cancellare una partizione
7.22. Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
7.22.1. Configurazione avanzata del boot loader
7.22.2. Rescue Mode
7.22.3. Boot loader alternativi
7.23. Package Group Selection
7.23.1. Installare da repository aggiuntivi
7.23.2. Personalizzazione della scelta del software
7.24. Prepararsi all'installazione
7.24.1. Prepararsi all'installazione
7.25. Installazione dei pacchetti
7.26. Installazione terminata
8. Troubleshooting dell'installazione su di un sistema Intel o AMD
8.1. Impossibile avviare Fedora
8.1.1. Problemi di avvio con la scheda RAID
8.1.2. Viene visualizzato il segnale di errore 11?
8.2. Problemi nell'avvio dell'installazione
8.2.1. Problemi nell'avvio dell'installazione grafica
8.3. Problemi durante l'installazione
8.3.1. No devices found to install Fedora Messaggio d'errore
8.3.2. Salvare i messaggi di errore traceback senza un supporto rimovibile
8.3.3. Problemi con la tabella delle partizioni
8.3.4. Uso dello spazio residuo
8.3.5. Altri problemi di partizionamento
8.3.6. Presenza di errori con Python
8.4. Problemi post installazione
8.4.1. Avete dei problemi con la schermata grafica di GRUB su di un sistema basato su x86?
8.4.2. Avvio in un ambiente grafico
8.4.3. Problemi con il sistema X Window (GUI)
8.4.4. Problemi con il crash del Server X e con utenti non-root
8.4.5. Problemi con il login
8.4.6. La vostra RAM non è stata riconosciuta?
8.4.7. La vostra stampante non funziona
8.4.8. Problemi con la configurazione audio
8.4.9. Sospensione di Sendmail/servizio httpd basato su Apache durante l'avvio

Capitolo 6. Iniziare l'installazione

Annullare l'installazione

Per annullare l'installazione è possibile premere Ctrl +Alt+Del oppure spegnere il computer dall'apposito tasto. È possibile annullare il processo di installazione senza conseguenze in qualsiasi momento prima di selezionare Scrivi i cambiamenti su disco dalla schermata Scrivi partizionamento su disco. Fedora non compie modifiche permanenti sul sistema fino a questo punto. Notare che interrompere l'installazione dopo il partizionamento potrebbe risultare nel lasciare il proprio sistema in uno stato inutilizzabile.

6.1. Il menù di avvio

Il supporto di avvio mostra un menù grafico di avvio con differenti opzioni. Se non viene premuto nessun tasto entro 60 secondi, verrà eseguita l'opzione di avvio predefinita. Per scegliere il predefinito, basta attendere che il timer si azzeri o premere Enter sulla tastiera. Per selezionare una opzione differente dalla predefinita, usare i tasti freccia sulla tastiera e selezionare Enter quando l'opzione corretta viene selezionata. Se si desidera personalizzare le opzioni di boot per una particolare opzione, premere il tasto Tab.

Utilizzo opzioni di avvio

Per un elenco e una spiegazione delle opzioni di boot comuni, fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio.
Quando si utilizza il supporto Fedora Live, premendo un tasto durante il conto alla rovescia all'avvio per portarsi al menu Opzioni di avvio. Le opzioni di avvio includono:
  • Avvia
    Questa opzione è la predefinita. Se si seleziona questa opzione, solo il kernel e i programmi di avvio verranno caricati in memoria. Questa opzione impiega meno tempo per caricare. Mentre si usano i programmi, essi vengono caricati dal disco, il che richiede più tempo. Questa modalità può essere utilizzata su macchine con memoria totale limitata.
  • Verifica e avvia
    Questa opzione verifica il disco prima di lanciare l'ambiente Live CD. Fare riferimento a Sezione 6.3, «Verifica dei supporti» per maggiori informazioni sul processo di verifica.
  • Test della memoria
    Questa opzione esegue un test esaustivo sulla memoria di sistema. Per ulteriori informazioni fare riferimento a Sezione 9.6.1, «Caricare la modalità di test della memoria (RAM)».
  • Avvio da disco locale
    Questa opzione avvia il sistema dal primo disco installato. Se questo disco è stato avviato in modo accidentale, utilizzare questa opzione per avviare immediatamente dal disco rigido senza avviare il programma di installazione.
Se si avvia il DVD, il CD di ripristino o il media di avvio minimo, le opzioni del menù di avvio includeranno:
  • Installare o aggiornare un sistema esistente
    Questa è l'opzione predefinita. Selezionare questa opzione per installare Fedora nel computer usando il programma di installazione grafico.
  • Installa il sistema con i driver video di base
    Questa opzione consente di installare Fedora in modalità grafica anche se il programma di installazione non è in grado di caricare i driver corretti per la scheda video. Se la schermata appare distorta o diventa bianca usando l'ozione Installa o aggiorna un sistema esistente, riavviare il computer e provare questa opzione.
  • Ripristino del sistema installato
    Selezionare questa opzione per riparare un problema con il sistema Fedora installato che impedisce il normale avvio. Anche se Fedora è una piattaforma di calcolo eccezionalmente stabile, è possibile che per problemi occasionali possa non avviarsi. L'ambiente di ripristino contiene programmi di utilità che consentono di risolvere un'ampia gamma di questi problemi.
  • Avvio da disco locale
    (come per il CD live)
  • Test della memoria
    (come per il CD live)

6.2. Installare da una sorgente differente

Tutti i supporti di avvio ad eccezione del DVD presentano un menù che consente di selezionare la sorgente di installazione, come la rete o il disco fisso. Se si sta avviando il DVD della distribuzione e non si desidera installare dal DVD premere Tab dal menù di avvio. Aggiungere uno spazio e l'opzione linux askmethod alla fine della linea che appare sotto il menù.
Si può installare Fedora da immagini ISO conservate su disco fisso, o da rete usando metodi NFS, FTP o HTTP. Gli utenti esperti usano frequentemente questi metodi poiché è spesso più veloce leggere i dati da hard disk o da server di rete che da CD o DVD.
La seguente tabella è un sommario dei differenti metodi di avvio e dei metodi di installazione raccomandati da usare con ognuna:
Metodo di avvio Installation method
DVD DVD, rete o disco fisso
CD di avvio minimo o USB, CD di ripristino Rete o disco fisso
Live CD o USB Applicazione Installa su disco
Tabella 6.1. Metodi di avvio e metodi d'installazione

Sezione 7.4, «Scelta del metodo di installazione» contiene informazioni dettagliate sull'installazione da locazioni alternative.

6.3. Verifica dei supporti

Il supporto della distribuzione DVD ed il supporto CD Live offrono una opzione per verificare l'integrità del media. A volte capitano errori di scrittura durante la produzione dei dispositivi CD o DVD con l'equipaggiamento dei computer casalinghi. Un errore in un pacchetto di dati scelto nel programma di installazione può causare il fallimento dell'installazione. Per minimizzare le probabilità che errori di dati influenzino l'installazione, verificare il supporto prima dell'installazione.

6.3.1. Verificare il Live CD

Se si avvia da Live CD, selezionare Verifica e avvia dal menù di avvio. Il processo di verifica verrà eseguito automaticamente durante il processo di avvio, e se avrà successo, il Live CD continuerà il caricamento. Se la verifica fallisce, creare un nuovo Live CD usando l'immagine ISO scaricata in precedentenza.

6.3.2. Verifica del DVD

Se si avvia dal DVD della distribuzione Fedora, l'opzione di verifica dei dispositivi appare dopo la scelta di installazione di Fedora. Se la verifica ha successo, il processo di installazione procede normalmente. Se il processo fallisce, creare un nuovo DVD usando l'immagine ISO scaricata in precedenza.

6.4. Avviare dalla rete usando PXE

Configurare il computer per l'avvio dall'interfaccia di rete. Tale opzione è disponibile nel BIOS, in cui potrebbe essere etichettata Network Boot o Boot Services. Una volta che si sarà configurato correttamente l'avvio tramite PXE, il computer può avviare il sistema di installazione Fedora senza alcun altro supporto.
Per avviare un computer da un server PXE:
  1. Assicurarsi che il cavo di rete sia inserito. L'indicatore luminoso del connettore di rete dovrebbe essere illuminato, anche se il computer non è acceso.
  2. Accendere il computer.
  3. Apparirà una schermata di menù. Premere il tasto del numero corrispondente all'opzione desiderata.

Risoluzione dei problemi di PXE

Se il PC non si dovesse avviare dal server netboot, assicurarsi che il BIOS sia configurato per avviarsi come prima opzione dalla corretta interfaccia di rete. Qualche BIOS potrebbe specificare l'interfaccia di rete come possibile dispositivo di avvio, ma non supportare lo standard PXE. Fare riferimento alla documentazione del proprio hardware per ulteriori informazioni.

NIC multipli e installazioni PXE

Alcuni server con più interfacce di rete potrebbero non assegnare eth0 alla prima interfaccia di rete riconosciuta dal BIOS, il che potrebbe causare il tentativo da parte del programma di installazione di utilizzare un'altra interfaccia di rete rispetto a quella usata da PXE. Per evitare questo comportamento, usare i seguenti file di configurazione pxelinux.cfg/*:
IPAPPEND 2
APPEND ksdevice=bootif
Le seguenti opzioni di configurazione fanno usare al programma di installazione la stessa interfaccia di rete che usa il BIOS e PXE. Inoltre è possibile usare l'opzione seguente:
ksdevice=link
Questa opzione fa usare al programma di installazione il primo dispositivo di rete che è collegato ad uno switch di rete.

6.5. Interfacce grafiche e di testo

Fedora 11 fornisce installazioni grafiche e in modalità testo. Comunque, l'immagine del programma di installazione deve entrare nella RAM oppure essere presente nella memoria locale, come il DVD di installazione o il disco Live. Quindi, solo i sistemi con più di 192 MB di RAM o che avviano il DVD di installazione o il disco Live possono usare l'installazione grafica. I sistemi con 192 MB di RAM o meno passeranno automaticamente alla modalità testo del programma di installazione. Notare che bisogna avere almeno 64 MB di RAM per proseguire nell'installazione in modalità testo. Se si preferisce utilizzare l'installazione in modalità testo, digitare linux text alle opzioni di boot: .
Se si dovesse verificare una delle seguenti situazioni, l'installazione utilizzerà la modalità testo:
  • Il sistema di installazione non riesce ad identificare l'hardware video sul computer
  • Il computer ha meno di 192 MB di memoria
  • E' stata selezionata l'installazione in modalità testo dal menù di avvio
Le schermate in modalità testo forniscono molte delle funzioni delle schermate grafiche, sebbene il partizionamento del disco sia semplificato, la configurazione del bootloader e la scelta dei pacchetti sono gestiti automaticamente in modalità testo. Se si sceglie di installare Fedora in modalità testo è possibile comunque configurare il sistema per usare una interfaccia grafica dopo l'installazione.

Uso dell'interfaccia grafica

L'utilizzo dell'installazione in modalità testo non impedisce l'utilizzo di una interfaccia grafica sul sistema una volta che il sistema è installato. Se si riscontrano problemi nel configurare il sistema per l'utilizzo dell'interfaccia grafica, consultare altre risorse per aiuto nella risoluzione di problemi come mostrato in Sezione 1.2, «Ottenere più aiuto».

L'installazione richiede almeno 64MB di RAM

Se il sistema ha meno di 64 MB di RAM, l'installazione non continuerà.

Capitolo 7. Installazione sui sistemi Intel® e AMD

7.1. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
7.1.1. Una nota sulle console virtuali
7.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo
7.2.1. Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
7.3. Avvio del programma di installazione
7.3.1. Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64
7.3.2. Opzioni di avvio aggiuntive
7.4. Scelta del metodo di installazione
7.5. Installazione dal DVD/CD-ROM
7.5.1. Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
7.6. Installazione dal disco fisso
7.7. Eseguire una installazione di rete
7.8. Installazione tramite NFS
7.9. Installazione tramite FTP o HTTP
7.10. Benvenuti in Fedora
7.11. Language Selection
7.12. Keyboard Configuration
7.13. Installazione del disco fisso
7.14. Aggiornamento di un sistema esistente
7.14.1. Esaminare il passaggio ad una versione superiore
7.14.2. Effettuare il passaggio ad una versione successiva usando il programma di installazione
7.14.3. Aggiornamento della configurazione del boot loader
7.15. Network Configuration
7.15.1. Configurazione manuale
7.16. Configurazione del fuso orario
7.17. Impostare la password di root
7.18. Disk Partitioning Setup
7.18.1. RAID ed altri dispositivi su disco
7.19. Advanced Storage Options
7.20. Create Default Layout
7.21. Partizionamento del sistema
7.21.1. Display grafico dei dischi fissi
7.21.2. La schermata di partizionamento
7.21.3. Campi delle partizioni
7.21.4. Schema di partizionamento consigliato
7.21.5. Aggiunta di partizioni
7.21.6. Modifica delle partizioni
7.21.7. Cancellare una partizione
7.22. Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
7.22.1. Configurazione avanzata del boot loader
7.22.2. Rescue Mode
7.22.3. Boot loader alternativi
7.23. Package Group Selection
7.23.1. Installare da repository aggiuntivi
7.23.2. Personalizzazione della scelta del software
7.24. Prepararsi all'installazione
7.24.1. Prepararsi all'installazione
7.25. Installazione dei pacchetti
7.26. Installazione terminata
Questo capitolo affronta come eseguire una installazione di Fedora da DVD/CD-ROM utilizzando il programma d'installazione grafico basato sul mouse. Vengono affrontati i seguenti argomenti:
  • Familiarizzazione con l'interfaccia utente del programma di installazione
  • Avvio del programma di installazione
  • Scelta del metodo di installazione
  • Configurazione del sistema durante l'installazione (lingua, tastiera, mouse, partizionamento, ecc)
  • Termine dell'installazione

7.1. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica

Se è stata già usata una interfaccia grafica utente (GUI), allora si è certamente familiari con questo tipo di procedimento; usare il mouse per navigare attraverso le schermate, cliccare i pulsanti o inserire dei campi di testo.
È possibile navigare attraverso le schermate di installazione usando la tastiera. Il pulsante Tab permette di muoversi attraverso la schermata, mentre le freccette Sù e Giù permettono di navigare attraverso gli elenchi, i pulsanti + e - di espandere e chiudere gli elenchi stessi, mentre Spazio eInvio di selezionare o rimuovere un oggetto selezionato. Si può altresì utilizzare la combinazione Alt+X per eseguire altri tipi di selezione, dove X viene sostituito con una lettera presente in quella schermata.

Note

Se si sta usando un sistema x86, AMD64, o Intel® 64 e non si desidera utilizzare il programma di installazione GUI, è anche disponibile la modalità di testo. Per avviare la modalità di testo, premere il tasto Esc mentre viene visualizzato il menu d'avvio di Fedora, quindi digitare il seguente comando al prompt boot::
linux text
Consultare Sezione 6.1, «Il menù di avvio» per una descrizione del menu di avvio e Sezione 7.2, «Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo» per le istruzioni sull'installazione in modalità di testo.
È fortemente consigliato eseguire le installazioni usando il programma di installazione GUI. Tale programma offre le piene funzionalità del programma di installazione di Fedora, inclusa la configurazione LVM, la quale non è disponibile durante l'installazione in modalità di testo.
Gli utenti forzati ad usare il programma di installazione in modalità di testo, possono seguire le istruzioni dell'installazione GUI e ottenere così tutte le informazioni necessarie.

7.1.1. Una nota sulle console virtuali

Il programma di installazione di Fedora fornisce diverse finestre di dialogo durante il processo di installazione. Sono presenti vari tipi di messaggi diagnostici come la possibilità di accedere ai comandi da un prompt della shell. Il programma di installazione visualizza questi messaggi su cinque console virtuali ed è possibile passare da una schermata all'altra tramite una semplice combinazione di tasti.
Una console virtuale è un prompt della shell in un ambiente grafico, accessibile dalla macchina fisica, non in modo remoto. Si può accedere simultaneamente a console virtuali multiple.
Generalmente, non è necessario lasciare la console di default (console virtuale #6) per installazioni grafiche, a meno che non si stia cercando di individuare eventuali problemi riguardanti l'installazione.
console combinazioni tasti contenuti
1 ctrl+alt+f1 messaggio di installazione
2 ctrl+alt+f2 prompt della shell
3 ctrl+alt+f3 log di installazione (messaggi dal programma di installazione)
4 ctrl+alt+f4 messaggi relativi al sistema
5 ctrl+alt+f5 altri messaggi
6 ctrl+alt+f6 display grafico
Tabella 7.1. Console, combinazioni di tasti e tipo di messaggio

7.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo

Il programma d'installazione in modalità testo di Fedora utilizza una interfaccia basata sulla schermata, che include la maggior parte dei widget comunemente presenti su interfacce utente grafiche. Figura 7.1, «Widget del programma d'installazione nella Configurazione del boot loader» e Figura 7.2, «Widget del programma d'installazione della schermata di partizionamento», illustrano le schermate visualizzate durante il processo d'installazione.
Il cursore viene utilizzato per selezionare (ed interagire con) un widget particolare. Quando il cursore viene spostato da un widget all'altro, il widget interessato cambierà colore, oppure sarà possibile visualizzare il cursore stesso accanto o sul widget selezionato.

Note

Fintanto che le installazioni in modalità testo non sono documentate esplicitamente, coloro che utilizzano il programma di installazione in modalità testo possono seguire le istruzioni per l'istallazione grafica. Comunque, a causa del fatto che l'installazione in modalità testo presenta un processo più semplice e più essenziale di installazione, alcune opzioni disponibili nella modalità grafica non saranno disponibili in modalità testo. Queste differenze sono annotate nella descrizione del processo d'installazione di questa guida e includono:
  • personalizzare lo schema di partizionamento.
  • personalizzare la configurazione del bootloader.
  • scelta dei pacchetti durante l'installazione.
Inoltre notare che la gestione di volumi di dischi LVM (Logical Volume Management) è possibile solo in modalità grafica. In modalità testo è solo possibile visualizzare e accettare le impostazioni predefinite per LVM.

Note

Non tutte le lingue supportate nel'installazione grafica sono supportate in modalità testo. In particolare, le lingue scritte con un set di caratteri diverso dall'alfabeto Latino o Cirillico non sono disponibili in modalità testo. Se si seleziona una lingua scritta con un set di caratteri non supportato in modalità testo, le schermate del programma d'installazione verranno visualizzate in Inglese.
Widget del programma d'installazione nella Configurazione del boot loader
Widget del programma d'installazione nella Configurazione del boot loader
Figura 7.1. Widget del programma d'installazione nella Configurazione del boot loader

Legenda
  1. Finestra — Le finestre (di solito definite finestre di dialogo in questo manuale) compaiono sullo schermo durante l'intero processo di installazione. A volte si sovrappongono; in questi casi è possibile interagire solo con l'ultima finestra visualizzata. Quando la finestra in questione scompare, sarà possibile proseguire con quella posizionata sotto.
  2. Casella di controllo — Le caselle di controllo consentono di selezionare o deselezionare un contenuto. La casella può mostrare un asterisco (selezionata) o vuota (non selezionata). Quando il cursore si trova all'interno della casella, premere la Barra spaziatrice per selezionare o deselezionare un contenuto.
  3. Input di testo — le righe per l'input di testo sono aree dove inserire le informazioni richieste dal programma di installazione. Se il cursore si posiziona su una riga, è possibile inserire e/o modificare le informazioni in quella riga.
Widget del programma d'installazione della schermata di partizionamento
Widget del programma d'installazione della schermata di partizionamento
Figura 7.2. Widget del programma d'installazione della schermata di partizionamento

Legenda
  1. Widget di testo — I widget di testo sono aree della schermata dove viene visualizzato il testo. A volte questi oggetti possono contenerne altri, come le caselle di controllo. Se un oggetto di testo contiene più informazioni di quante ne possano essere visualizzate, compare una barra di scorrimento; posizionando il cursore all'interno dell'oggetto, è possibile usare i tasti freccia Su e Giù per scorrere lungo tutte le informazioni disponibili. La posizione attuale sulla barra di scorrimento è contrassegnata dal carattere #, che si muove in alto e in basso a seconda di dove ci si trova.
  2. Barra di scorrimento — la barra di scorrimento compare nella parte laterale o inferiore della finestra per controllare la parte di elenco o documento visualizzato. La barra di scorrimento facilita lo spostamento all'interno dei file.
  3. Pulsante Widget — i pulsanti Widget rappresentano il metodo principale per interagire con il programma di installazione. Infatti servono per procedere da una finestra all'altra del programma di installazione, usando i tasti Tab e Invio. I pulsanti possono essere selezionati quando sono evidenziati.
Prima d'iniziare assicurarsi di avere tutte le risorse necessarie per l'installazione. Se si è letto il Capitolo 3, Fasi necessarie per prepararvi all'installazione e si sono seguite le istruzioni riportate, si è pronti ad iniziare il processo d'installazione. Una volta verificato che tutto sia in ordine, avviare il programma d'installazione usando il DVD o CD-ROM #1 di Fedora, o qualsiasi altro supporto d'avvio precedentemente creato.

7.3.1. Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel® 64

E' possibile avviare il programma di installazione usando uno dei seguenti supporti (a seconda di cosa supporta il sistema):
Per creare un CD-ROM di avvio o preparare una penna USB per l'installazione fare riferimento a Sezione 3.4.2, «Creazione di un CD-ROM di installazione».
Inserire il supporto di avvio e riavviare il sistema. Le impostazioni del BIOS potrebbero aver bisogno di essere cambiate per consentire l'avvio dal CD-ROM o dispositivo USB.

Note

Per cambiare le impostazioni del BIOS su un sistema x86, AMD64 o Intel® 64, guardare le istruzioni fornite sullo schermo alla prima schermata di avvio del sistema. Apparirà una linea di testo che dirà quale tasto premere per entrare nelle impostazioni del BIOS.
Una volta entrati nel programma di impostazione del BIOS, trovare la sezione dove è possibile modificare la sequenza di avvio (boot). Il valore predefinito spesso è C, A oppure A, C (a seconda di dove si desidera avviare se dal disco fisso [C] o da un dischetto [A]). Cambiare questa sequenza in modo che il CD-ROM sia il primo nell'ordine di avvio e che C o A (da dove si avvia normalmente) sia secondo. Con ciò si dice al computer di controllare prima il lettore CD-ROM per supporti avviabili; se non vengono trovati supporti avviabili nel lettore CD-ROM, verrà controllato il disco fisso o il lettore floppy.
Salvare i cambiamenti prima di uscire dal BIOS. Per maggiori informazioni, fare riferimento alla documentazione fornita con il sistema.
Dopo una breve attesa, dovrebbe comparire una schermata contenente il prompt boot:. La schermata contiene informazioni su varie opzioni di avvio. Ogni opzione di avvio ha inoltre una o più schermate di aiuto associate. Per accedere alle schermate di aiuto premere il tasto funzione appropriato come elencato nella linea in basso sullo schermo.
Mentre si avvia il programma di installazione, fare attenzione a due cose:
  • Una volta comparsa la schermata boot:, il programma di installazione inizierà automaticamente se non si tocca nulla entro un minuto. Per disattivare questa caratteristica premere uno dei tasti funzione di aiuto (f1, f2, ecc).
  • Se si preme un tasto funzione di aiuto (f1, f2, ecc..), ci sarà un leggero ritardo prima che la schermata di aiuto venga letta dal supporto di avvio.
Normalmente, per eseguire l'avvio è sufficiente premere Invio. Guardare i messaggi di avvio e controllare che il kernel di Linux rilevi l'hardware. Se l'hardware viene rilevato correttamente, andare alla sezione successiva. Se invece l'hardware non viene rilevato correttamente, potrebbe essere necessario riavviare l'installazione ed utilizzare una delle opzioni d'avvio fornite nel Capitolo 9, Opzioni di avvio.

7.3.2. Opzioni di avvio aggiuntive

A causa della semplicità nell'eseguire un avvio usando un CD-ROM o DVD ed effettuare una installazione grafica, talvolta si possono presentare alcune situazioni dove puó essere necessario effettuare un avvio in modo diverso. Questa sezione presenta delle opzioni d'avvio aggiuntive, disponibili per Fedora.
Pe dare le opzioni ad un sistema x86, AMD64 o Intel® 64, usare le istruzioni come fornite nel seguente esempio nel boot loader.

Note

Fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio per opzioni di avvio aggiuntive non coperte da questa sezione.

7.4. Scelta del metodo di installazione

A questo punto occorre scegliere il metodo di installazione desiderato. Questi sono i metodi disponibili:
Se si è avviata la distribuzione da DVD e non si utilizza l'opzione di installazione sorgente alternativa askmethod, lo stadio successivo carica automaticamente dal DVD. Continuare con Sezione 7.10, «Benvenuti in Fedora».

Attività CD/DVD

Se si avvia Fedora da un supporto di installazione, il programma di installazione caricherà il suo stadio successivo da questo disco. Ciò accade senza preoccuparsi di quale metodo di installazione si sceglie, fintanto che non si estrae il disco prima di procedere. Il programma di installazione scaricherà i dati pacchetti dalla sorgente selezionata.

7.5. Installazione dal DVD/CD-ROM

Per installare Fedora da un DVD/CD-ROM, posizionare il DVD o il CD #1 nel lettore DVD/CD-ROM, ed avviare il sistema dal DVD/CD-ROM. Anche se si è avviato il sistema da un altro dispositivo, si può sempre installare Fedora da un supporto CD o DVD.
Quindi il programma d'installazione esamina il sistema tentando di identificare le unità CD-ROM. Tale processo inizia con la ricerca di una unità CD-ROM IDE (conosciuta anche come ATAPI).
Se l'unità CD-ROM non viene rilevata ed è un CD-ROM SCSI, il programma di installazione richiederà di selezionare un driver SCSI. Scegliere l'unità che più si avvicina al vostro adattatore. Se necessario, è possibile specificare le opzioni per il driver, tuttavia, la maggior parte dei driver è in grado di rilevare gli adattatori SCSI automaticamente.
La schermata Seleziona partizione, si attiva solo se si sta eseguendo una installazione da una partizione del disco, (se selezionato Disco Fisso nella casella di dialogo Metodo di installazione). Ciò consente di nominare la partizione del disco e la cartella dalla quale si stà installando Fedora.
I file ISO devono essere salvati su un disco fisso che può essere o interno al computer o collegato alla macchina attraverso una porta USB. In aggiunta il file install.img dal quale i file ISO devono essere copiati in una cartella di nome images. Si può utilizzare questa opzione per installare Fedora su computer che non hanno né connessione di rete, né lettore CD o DVD.
Per estrarre il file install.img dalle ISO seguire la procedura:
mount -t iso9660 /path/to/Fedora11.iso /mnt/point -o loop,ro
  cp -pr /mnt/point/images /path/images/
  umount /mnt/point
Prima di iniziare l'installazione da un disco fisso, controllare il tipo di partizione per assicurarsi che Fedora possa leggerle. Per controllare il filesystem di una partizione sotto Windows, usare lo strumento Gestione del disco. Per controllare un filesystem sotto linux, usare lo strumento fdisk.

Impossibile installare da partizioni LVM

Non è possibile usare file di ISO su partizioni controllate da LVM (Logical Volume Management).
Selezione del dialogo di partizione per una installazione dal disco fisso.
Selezione del dialogo di partizione per una installazione dal disco fisso.
Figura 7.3. Selezione del dialogo di partizione per una installazione dal disco fisso.

Selezionare la partizione contenente i file ISO dalla lista delle partizioni disponibili. I nomi dei dispositivi IDE interno, SATA, SCSI e USB iniziano con /dev/sd. Ogni singolo drive ha la propria lettera, per esempio /dev/sda. Ogni partizione sul drive è numerata, per esempio /dev/sda1.
Inoltre specificare la Cartella contenente l'immagine. Inserire il percorso completo della cartella del drive che contiene i file di immagini ISO. La seguente tabella mostra alcuni esempi di come inserire questa informazione:
Tipo partizione Volume Percorso originale ai file Cartella da usare
VFAT D:\ D:\Downloads\F11 /Downloads/F11
ext2, ext3, ext4 /home /home/user1/F11 /user1/F11
Tabella 7.2. Posizione delle immagini ISO per diversi tipi di partizione

Se le immagini ISO sono nella directory root (cartella principale) della partizione, inserire uno /. Se le immagini ISO si trovano in una sottocartella di una partizione montata, inserire il nome della cartella che contiene le immagini ISO all'interno di questa partizione. Per esempio, se la partizione sulla quale sono presenti le immagini ISO viene normalmente montata come /home/, e le immagini sono in /home/new/, bisogna inserire /new/.

Usare uno slash interlinea

Una voce senza uno slash di interlinea potrebbe causare una installazione non riuscita.

7.7. Eseguire una installazione di rete

Il programma di installazione è utilizzabile via rete e può usare le impostazioni di rete per varie funzioni. Per esempio, si può installare Fedora da un server di rete usando i protocolli FTP, HTTP o NFS. Si può anche dare istruzione al programma di installazione di consultare repository aggiuntivi di software più avanti nel processo.
Se si sta eseguendo una installazione di rete, verrà visualizzata la finestra di dialogo Configura TCP/IP. Questa schermata richiederà l'indirizzo IP e altri indirizzi di rete. Si può scegliere di configurare gli indirizzi IP e la maschera di rete del dispositivo, tramite DHCP o in modo manuale.
Come impostazione predefinita, il programma di installazione usa DHCP per settare automaticamente le impostazioni di rete. Nel caso in cui si stia usando una connessione via cavo o un modem DSL, un router, un firewall o altro hardware di rete per comunicare con Internet, DHCP è una opzione adeguata. Se la rete non è munita di un server DHCP, bisogna lasciare in bianco la casella denominata Usa la configurazione IP dinamica (DHCP).
Inserire l'indirizzo IP che si utilizza durante l'installazione e premere Invio.
Configurazione TCP/IP
Configurare l'indirizzo del dispositivo di rete per l'installazione.
Figura 7.4. Configurazione TCP/IP

Quando il processo di installazione è completo, queste immpostazioni verranno trasferite al sistema.
È possibile installare dal web, FTP o server NFS sia da una rete locale che da una connessione ad internet, se connessi. È possibile installare Fedora dal proprio mirror privato, oppure usare uno dei mirror publici mantenuti dai membri della comunità. Per assicurarsi che la connessione sia il più veloce e affidabile possibile, usare un server vicino alla propria posizione geografica.
Il Fedora Project mantiene una lista di mirror pubblici web e FTP, raggruppati per regione, su http://fedoraproject.org/wiki/Mirrors. Per determinare il percorso completo delle cartelle per i file di installazione, aggiungere /11/Fedora/architettura/os/ al percorso mostrato sulla pagina web. Un indirizzo del mirror corretta per un sistema i386 potrebbe essere l'URL http://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/i386/os.

7.8. Installazione tramite NFS

La finestra di dialogo NFS si attiva solo se si stà eseguendo una installazione da un server NFS (se si è selezionato Immagine NFS nella finestra di dialogo Metodo di installazione).
Inserire il nome del dominio o l'indirizzo IP del server NFS. Per esempio, se si stà eseguendo una installazione da un host chiamato eastcoast nel dominio example.com, inserire eastcoast.example.com nel campo del Server NFS.
Se il server NFS esporta un mirror dell'albero d'installazione di Fedora, inserire la directory contenente la root dell'albero d'installazione. Più avanti sarà necessario inserire una chiave d'installazione la quale determinerà le sottocartelle usate per eseguire l'installazione. Se fin qui tutto è stato specificato correttamente, sarà visualizzato un messaggio il quale indicherà il corretto svolgimento dell'installazione di Fedora.
Finestra di configurazione di NFS
Finestra di configurazione di NFS.
Figura 7.5. Finestra di configurazione di NFS

Se il server NFS esporta le immagini ISO dei CD-ROM di Fedora, accedere alla cartella che contiene le immagini ISO.
Next, the Welcome dialog appears.
Qui la lingua scelta diventerà la lingua di default per il sistema operativo una volta installato. La selezione della lingua sarà utile più avanti per individuare la configurazione del fuso orario durante l'installazione. Il programma di installazione, cerca di definire il relativo fuso orario in base a quanto specificato in questa schermata.
Per aggiungere il supporto per ulteriori lingue, bisogna personalizzare l'installazione al momento della scelta dei pacchetti. Per ulteriori informazioni fare riferimento a Sezione 7.23.2.2, «Supporto aggiuntivo della lingua».
Language Selection
Selezione della lingua.
Figura 7.7. Language Selection

Dopo aver selezionato la lingua desiderata, fare clic su Avanti per continuare.
Se si sceglie di aggiornare alla versione successiva il sistema, utilizzando il programma di installazione, qualsiasi software non fornito da Fedora che entra in conflitto con Fedora, verrà sovrascritto. Prima di effettuare il passaggio alla versione successiva in questo modo, realizzare una lista dei pacchetti di sistema correnti per futuro riferimento:
rpm -qa --qf '%{NAME} %{VERSION}-%{RELEASE} %{ARCH}\n' > ~/old-pkglist.txt
Dopo l'installazione, consultare questa lista per scoprire quali pacchetti si ha bisogno di ricompilare o recuperare dai repository software non-Fedora.
In seguito, effettuare un backup dei dati di configurazione del sistema:
su -c 'tar czf /tmp/etc-`date +%F`.tar.gz /etc' su -c 'mv /tmp/etc-*.tar.gz /homè
Realizzare un backup completo di qualsiasi dato importante prima di realizzare il passaggio alla versione successiva. I dati importanti possono includere il contenuto dell'intera cartella /home, così come il contenuto dai servizi quali apache, FTP , server SQL oppure un sistema di gestione del codice sorgente. Anche se i passaggi alle versioni successive non sono distruttivi, se si lavora impropriamente ci potrebbe essere una piccola possibilità di perdita dei dati.

Conservazione dei backup

Notare che i seguenti esempi conservano il materiale di backup in una cartella /home. Se la cartella /home del sistema non è in una partizione separata, non bisogna seguire questo esempio alla lettera! Bisogna conservare i propri backup su un altro dispositivo come dei dischi CD o DVD oppure un hard disk esterno.
Per maggiori informazioni sul completamento del processo di aggiornamento di versione, fare riferimento a Sezione 16.2, «Terminare l'aggiornamento a versione superiore».

7.14.3. Aggiornamento della configurazione del boot loader

Se il boot loader esistente è stato installato da una distribuzione Linux, l'installazione del sistema può modificarlo per caricare il nuovo sistema Fedora. Per aggiornare un boot loader Linux esistente, bisogna selezionare Aggiornare la configurazione del boot loader. Questo è il comportamento predefinito quando si vuole aggiornare ad una versione superiore una installazione esistente di Fedora o di Red Hat Linux.
GRUB è il boot loader standard per Fedora. Se la macchina dovesse già utilizzare un altro boot loader, tipo BootMagic™, System Commander™, o il loader installato da Microsoft Windows, allora il sistema di installazione di Fedora non potrà aggiornarlo. In questo caso, bisogna selezionare Ignora l'aggiornamento del boot loader. Quando il processo di installazione sarà stato completato, fare riferimento alla documentazione del proprio prodotto per l'assistenza.
L'installazione di un nuovo boot loader come parte del processo di aggiornamento di un sistema esistente, va eseguita solo se si è certi di volere sostituire il boot loader esistente. Se si vuole installare un nuovo boot loader, si potrebbe non essere più in grado di avviare altri sistemi operativi sulla stessa macchina fino a quando non si sarà configurato il nuovo boot loader. Selezionare Creare una nuova configurazione del boot loader per rimuovere il boot loader esistente ed installare GRUB.
Dopo avere fatto le proprie scelte, cliccare Avanti per continuare.

7.15. Network Configuration

Fedora comprende il supporto completo sia per IPv4 che per IPv6. Per impostazione predefinita, il programma di installazione configura le interfacce di rete sul computer per il supporto di IPv4 e per l'utilizzo del DHCP tramite NetworkManager. Attualmente NetworkManager non supporta IPv6, se la rete supporta solo IPv6 si dovrebbe usare system-config-network dopo l'installazione per configurare le interfacce di rete.
Il setup richiederà di fornire un nome host e un nome dominio per il computer, nel formato hostname.domainname. Molte reti hanno un servizio di DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) che fornisce automaticamente i dati a sistemi connessi ad un nome di dominio, lasciando agli utenti l'inserimento di un nome host.
Impostazione dell'hostname
Impostazione dell'hostname
Figura 7.11. Impostazione dell'hostname

Per impostare una rete casalinga che è dietro ad un firewall internet o un router, si potrebbe usare hostname.localdomain per il sistema Fedora. Se si possiede più di un computer su questa rete, si potrà dare ad ognuno un nome host separato in questo dominio.

Hostname validi

Bisogna assegnare al proprio sistema un nome tale che il completo hostname sia unico. L'hostname può includere lettere, numeri e trattini.
Specificare un fuso orario anche se si sta pianificando di utilizzare NTP (Network Time Protocol) per mantenere costante la precisione dell'orologio di sistema.
Impostate il fuso orario selezionando la città più vicina alla posizione fisica del computer. Cliccare sulla mappa in modo da ingrandire l'area desiderata.
Specificare un fuso orario anche se si sta pianificando di utilizzare NTP (Network Time Protocol) per mantenere costante la precisione dell'orologio di sistema.
Da qui sono disponibili due modi per selezionare il fuso orario:
  • Usando il mouse, fate clic sulla mappa interattiva per selezionare una città specifica, (contrassegnata da un punto giallo). Comparirà una X rossa che indica la scelta.
  • Il fuso orario può anche essere selezionato tramite un elenco posto nella parte inferiore della schermata. Usando il mouse, cliccare sulla mappa per evidenziare la scelta.
Configurazione del fuso orario
Schermata di configurazione del fuso orario.
Figura 7.13. Configurazione del fuso orario

Se Fedora è l'unico sistema operativo sul computer, selezionare L'orologio di sistema usa UTC. L'orologio di sistema è una parte dell'hardware sul computer. Fedora utilizza le impostazioni di fuso orario per determinare lo sfasamento fra l'ora locale e l'UTC dell'orologio di sistema. Questo comportamento è universale per i sistemi operativi stile UNIX.

Windows e l'orologio di sistema

Non abilitare l'opzione L'orologio di sistema usa UTC se la macchina usa anche Microsoft Windows. I sistemi operativi Microsoft cambiano l'orologio del BIOS per coincidere con l'ora locale piuttosto che con UTC. Ciò potrebbe causare uno strano comportamento sotto Fedora.

Note

Per modificare la configurazione del fuso orario dopo aver completato l'installazione, utilizzate il Time and Date Properties Tool.
Digitate il comando system-config-date al prompt della shell per lanciare il Time and Date Properties Tool. Se non siete utenti root, vi verrà richiesta la password root per continuare.
Per eseguire Time and Date Properties Tool come un'applicazione di testo, usare il comando timeconfig.
Selezionare Avanti per continuare.
Impostare un account e una password root è una delle operazioni più importanti durante la fase di installazione. L'account di root è simile all'account di amministratore usato nelle macchine Microsoft Windows. L'account di root consente di installare pacchetti, aggiornare gli RPM ed eseguire la manutenzione del sistema. L'accesso come utente root fornisce il controllo completo del sistema.

Note

L'utente root (noto anche come super utente) ha un accesso libero su tutto il sistema; per questo motivo, é consigliabile effettuare una registrazione come utente root solo per effettuare una gestione o un mantenimento del sistema stesso.
Root Password
Impostazione della password root.
Figura 7.14. Root Password

Utilizzare l'account root solo per le funzioni di amministrazione del sistema. Creare un account non root per l'uso normale e su - per accedere come root quando si deve risolvere un problema rapidamente. Seguendo queste regole di base, i rischi di inserire un errore di battitura o un comando non corretto e dannoso per il sistema si riducono.

Note

Per diventare root, digitare su - al prompt della shell in una finestra del terminale, quindi premere Invio. A questo punto inserire la password root e premere Invio.
Il programma d'installazione chiederà d'impostare una password diroot[2] per il sistema. Non sarà possibile procedere alla fase successiva del processo d'installazione, se non si inserisce prima una password root.
La password root deve essere composta da almeno sei caratteri e non viene visualizzata sullo schermo. La password deve essere inserita due volte e se le due password non corrispondono, il programma di installazione vi chiederà di reinserirle.
Fare in modo che la password di root sia facile da ricordare ma difficile da indovinare. Il proprio nome, numero di telefono, qwerty, password, root, 123456 e anteater sono tutti esempi di password da non usare. Le password migliori sono composte da numeri e lettere maiuscole e minuscole e non contengono termini presenti in qualsiasi dizionario: per esempio Aard387vark o 420BMttNT. Ricordare che le password distinguono le maiuscole dalle minuscole. Se si annota la password su un foglio di carta, conservarlo in un posto sicuro. Si raccomanda tuttavia di non annotare mai le password.

Note

Non utilizzate le password fornite dall'esempio in questo manuale, il loro utilizzo potrebbe mettere a rischio la sicurezza del vostro sistema.

Note

Per modificare la password di root dopo aver completato l'installazione, utilizzare Strumento Password di Root.
Digitare il comando system-config-rootpassword in un prompt della shell per lanciare Strumento Password di Root. Se non si è utente root, verrà richiesto d'inserire la password root per continuare.
Inserire la password di root nel campo Password di root. Fedora visualizzerà degli asterischi al posto dei caratteri per motivi di sicurezza. Inserire la stessa password nel campo Conferma per assicurare che la password sia corretta. Dopo aver impostato la password di root, selezionare Next per procedere.

7.18. Disk Partitioning Setup

In questa schermata è possibile scegliere se creare un layout predefinito, oppure se eseguire un partizionamento manuale mediante l'opzione Crea una struttura personalizzata.
Le prime tre opzioni permettono di eseguire una installazione automatica senza dover partizionare le unità. Se non si è sicuri sul modo di partizionare il sistema, è consigliabile non scegliere il partizionamento manuale ma lasciare il compito al programma di installazione.
È possibile configurare un target iSCSI per il processo d'installazione, oppure disabilitare un dispositivo dmraid da questa schermata, semplicemente selezionando il pulsante 'Configurazione storage avanzata'. Per maggiori informazioni consultare la Sezione 7.19, «Advanced Storage Options ».

Warning

Il programma di aggiornamento PackageKit scarica in modo predefinito i pacchetti aggiornati su /var/cache/yum/. Se si effettua un partizionamento manuale e si crea una partizione /var/ separata, assicurarsi di creare una partizione sufficientemente larga (3.0 GB o più) per poter effettuare un download degli aggiornamenti del pacchetto.
Disk Partitioning Setup
Scegliere se eseguire il partizionamento automatico o manuale.
Figura 7.15. Disk Partitioning Setup

Se si desidera creare un layout personalizzato utilizzando Disk Druid, consultare la Sezione 7.21, «Partizionamento del sistema».

Warning

Se si riceve un segnale di errore simile al seguente dopo la fase di Impostazione del partizionamento del disco del processo d'installazione:
"La tabella di partizionamento sul dispositivo hda non è leggibile. Per creare nuove partizioni, esso deve essere inizializzato, causando la perdita di TUTTI I DATI su questo disco."
you may not have a partition table on that drive or the partition table on the drive may not be recognizable by the partitioning software used in the installation program.
Gli utenti che hanno usato programmi come EZ-BIOS hanno avuto dei problemi simili, causando una perdita dei dati (assumendo che non fosse stato effettuato un back up dei dati prima dell'inizio dell'installazione).
No matter what type of installation you are performing, backups of the existing data on your systems should always be made.

7.19. Advanced Storage Options

Advanced Storage Options
Opzioni memoria avanzate.
Figura 7.16. Advanced Storage Options

Per configurare un target ISCSI invocare il dialogo 'Configurazione parametri ISCSI', selezionando 'Aggiungi target ISCSI' e facendo clic sul pulsante 'Aggiungi unità'. Inserire le informazioni necessarie per l'IP del target ISCSI, e fornite un nome dell'inizializzatore ISCSI unico per identificare il sistema. Se il target ISCSI utilizza CHAP (Challenge Handshake Authentication Protocol) per l'autenticazione, inserire il nome utente e la password. Se l'ambiente utilizza un CHAP 2-way (anche chiamato "CHAP mutuo") inserire inoltre il nome utente e password inverso. Fare clic sul pulsante 'Aggiungi target', per cercare di collegarsi al target ISCSI utilizzando queste informazioni.
Configurazione parametri ISCSI
Configurazione parametri ISCSI.
Figura 7.17. Configurazione parametri ISCSI

Notare che è possibile inserire un IP target ISCSI diverso se in precedenza non sono state inserite informazioni corrette, per poter modificare il nome dell'inizializzatore ISCSI sarà necessario riavviare l'installazione.

7.20. Create Default Layout

La creazione di un layout predefinito consente di controllare quali sono i dati eventualmente rimossi dal sistema. Le opzioni sono:
  • Rimuovi tutte le partizioni sulle unità selezionate e crea un layout predefinito — selezionare questa opzione per rimuovere tutte le partizioni presenti sul disco fisso (o dischi fissi) (ciò include le partizioni create da altri sistemi operativi come partizioni Windows VFAT o NTFS).

    Warning

    Se si sceglie questa opzione, il programma di installazione rimuoverà tutti i dati presenti sui dischi fissi. Non selezionare l'opzione se sono presenti informazioni che si desidera mantenere sul disco(i) durante l'installazione di Fedora.
  • Rimuovi le partizioni Linux sulle unità selezionate e crea un layout predefinito — selezionare questa opzione per rimuovere solo le partizioni Linux (partizioni create da una precedente installazione di Linux). Tale operazione non rimuoverà altre partizioni presenti sul disco fisso (ad esempio partizioni VFAT or FAT32).
  • Usa spazio disponibile sulle unità selezionate e crea un layout predefinito — da utilizzare se si desidera mantenere i dati e le partizioni attuali, nel caso sia presente sufficiente spazio libero sul disco fisso.
Create Default Layout
Partizionamento automatico.
Figura 7.18. Create Default Layout

Utilizzando il mouse selezionare l'unità storage sulla quale si desidera installare Fedora. Se si dispone di due o più unità, sarà possibile scegliere l'unità nella quale eseguire l'installazione. Le unità non selezionate insieme ai rispettivi dati, non verranno interessate da tale processo.

Warning

É sempre buona idea effettuare un back up dei dati presenti nel sistema. Per esempio, se si sta effettuando un aggiornamento o creando un sistema dual-boot, bisogna effettuare un back up dei dati che si desidera mantenere nel disco fisso (o dischi fissi). Potrebbero sempre verificarsi degli errori e ne potrebbe risultare una perdita di tutti i dati.

Note

Se si possiede una scheda RAID, notare che alcuni BIOS non supportano l'avvio dalla scheda RAID. In questi casi, la partizione /boot/ deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato. Sarà necessario utilizzare un disco fisso interno per poter creare una partizione con schede RAID problematiche.
È necessaria per le impostazioni del software RAID una partizione /boot/.
Se si è scelto di eseguire il partizionamento automatico del sistema, selezionare Revisione e modificate manualmente la partizione /boot.
Selezionare Crittazione del sistema per crittografare tutte le partizioni tranne la partizione di /boot.
Usare l'opzione Opzioni avanzate per la memoria se:
  • Se si desidera installare Fedora su un disco collegato attraverso il protocollo iSCSI. Selezionare Opzioni avanzate per la memoria e selezionare Aggiungere target iSCSI, quindi selezionare Aggiungi disco. Fornire un indirizzo IP e il nome iniziale iSCSI e selezionare Aggiungi disco.
  • Si desidera disabilitare un dispositivo dmraid che è stato rilevato all'avvio.
Per rivedere le partizioni create con il partizionamento automatico, e apportare le modifiche necessarie, selezionare l'opzione Revisione. Dopo aver selezionato Revisione e aver fatto clic su Avanti per procedere, verranno visualizzate le partizioni create da anaconda. È possibile modificare queste partizioni se non si è soddisfatti del risultato.

Installing in text mode

Se si installa Fedora in modalità testo, è possibile utilizzare solo lo schema di partizionamento predefinito descritto in questa sezione. Perciò, sebbene sia possibile utilizzare l'intero disco, per rimuovere le partizioni Linux esistenti, o usare lo spazio libero sul disco, non è possibile personalizzare la configurazione delle partizioni. È così, non è possibile aggiungere o rimuovere partizioni o file system oltre a quelli che il programma di installazione aggiunge o rimuove automaticamente. Se si richiede una configurazione personalizzata al momento dell'installazione, è necessario eseguire una installazione grafica tramite una connessione VNC o una installazione kickstart.
Inoltre, opzioni avanzate come LVM, filesystem criptati e filesystem ridimensionabili sono disponibili solo in modalità grafica e kickstart.
Una volta effettuate le proprie scelte, fare clic su Avanti per continuare.
Se si seleziona l'opzione di partizionamento automatico e si seleziona l'opzione Revisiona, è possibile accettare sia le impostazioni attuali (facendo clic su Avanti) sia di modificare la configurazione manualmente nella schermata di partizionamento.

Nota

Notare che durante il processo d'installazione in modalità di testo, non sarà possibile lavorare con LVM (Logical Volumes) oltre le impostazioni esistenti. LVM può essere impostato solo utilizzando una installazione grafica.
Se si desidera creare uno schema personalizzato, è necessario indicare al programma d'installazione dove installare Fedora. È possibile eseguire la suddetta operazione definendo il mount point per una o più partizioni sulla quale è stato montato Fedora. A questo punto, molto probabilmente, sarà necessario creare e/o cancellare alcune partizioni.

Note

Se ancora non è stato deciso come impostare le partizioni, consultare Appendice A, Introduzione al partizionamento del disco e Sezione 7.21.4, «Schema di partizionamento consigliato». Come requisiti minimi sarà necessaria una partizione root con dimensioni appropriate, ed una partizione swap uguale o doppia rispetto alla quantità di RAM presente sul sistema. Gli utenti dei sistemi Itanium dovrebbero essere in possesso di una partizione /boot/efi/ di circa 100MB e di tipo FAT (VFAT), una partizione swap di almeno 512 MB, e una partizione (/) root con dimensioni appropriate.
Partizionamento su sistemi x86, AMD64, e Intel 64
La schermata principale di partizionamento.
Figura 7.19. Partizionamento su sistemi x86, AMD64, e Intel® 64

A parte in alcuni casi particolari, anaconda è in grado di gestire i requisiti di partizionamento per una installazione standard.

7.21.1. Display grafico dei dischi fissi

La schermata di partizionamento fornisce una rappresentazione grafica dei dischi fissi.
Usando il mouse, cliccare una volta per evidenziare un campo specifico nel display grafico. Fare doppio click per modificare una partizione esistente oppure creare una partizione con lo spazio libero disponibile.
Nella parte superiore del display compare il nome dell'Unità (per esempio /dev/hda), la Geom (che mostra la geometria del disco fisso ed è formata da tre numeri che rappresentano il numero dei cilindri, delle testine e dei settori così come riportato dal disco fisso) ed il Modello del disco fisso rilevato dal programma di installazione.

7.21.2. La schermata di partizionamento

Questi pulsanti sono usati per cambiare gli attributi di una partizione (per esempio il tipo di file system ed il punto di mount) ed anche a creare dispositivi RAID. I pulsanti di questa schermata vengono utilizzati, inoltre, per accettare le modifiche apportate o per uscire dalla schermata di partizionamento. Per maggiori informazioni, prendere visione dei pulsanti riportati di seguito:

7.21.3. Campi delle partizioni

Sopra la gerarchia di partizione vi sono delle etichette informative inerenti alle partizioni che state creando. Le etichette sono così definite:
  • Dispositivo: questo campo mostra il nome del dispositivo della partizione.
  • Mount point/RAID/Volume: Un mount point è il punto all'interno di una gerarchia della directory sulla quale èpresente un volume; tale volume viene "montato" in questa posizione. Questo campo indica il punto in cui verrà montata la partizione. Se la partizione è già esistente, ma non è impostata, occorre definire il mount point. Fate doppio clic sulla partizione o un clic solo sul pulsante Modifica.
  • Tipo: Questo campo mostra il tipo di file system della partizione (per esempio, ext2, ext3, ext4 o vfat).
  • Formato: questo campo mostra se la partizione creata verrà formattata.
  • Dimensioni: questo campo mostra le dimensioni della partizione (misurate in MB).
  • Inizio: questo campo mostra il settore del vostro disco fisso da cui inizia la partizione.
  • Fine: questo campo mostra il settore del vostro disco fisso in cui termina la partizione.
Nascondi dispositivo RAID/membri del gruppo di volumi LVM: questa opzione consente di non visualizzare i dispositivi RAID o i membri del gruppo di volumi LVM che avete creato.

7.21.4. Schema di partizionamento consigliato

7.21.4.1. sistemi x86, AMD64 e Intel® 64

Se non esiste una buona ragione per fare diversamente, si consiglia di creare le seguenti partizioni per i sistemi x86, AMD64, e Intel® 64:
  • Una partizione di swap
  • Una partizione /boot
  • Una partizione /
  • Una partizione swap (almeno 256 MB)
    Le partizioni swap vengono usate per supportare la memoria virtuale. In altre parole, i dati vengono salvati su di una partizione swap quando non vi è RAM sufficiente per conservare i dati che il sistema sta eseguendo. Inoltre, alcune opzioni di gestione energetica immagazzinano tutto il contenuto della memoria nella partizione di swap disponibile, nel caso di sospensione del sistema.
    Se non s è sicuri sulla dimensione della partizione swap da creare, farla del doppio della quantità di RAM presente sulla macchina. Tale partizione deve essere di tipo swap.
    La creazione della quantità adatta dello spazio di swap, varia a seconda dei seguenti fattori (elencati in ordine d'importanza):
    • Applicazioni in esecuzione sulla macchina.
    • Quantità di RAM fisica installata sulla macchina.
    • Versione dell'OS.
    Lo swap deve essere uguale a 2x rispetto alla RAM fisica fino a 2 GB della stessa, e 1x aggiuntiva della RAM fisica per qualsiasi valore superiore a 2 GB, ma mai minore di 32 MB.
    Quindi se:
    M = Quantità di RAM in GB, e S = Quantità di swap in GB,
    Se M < 2
            S = M *2
    Altro
            S = M + 2
    
    Usando questa formula, un sistema che presenta 2 GB di RAM fisica, avrà 4 GB di swap, mentre un sistema con 3 GB di RAM fisica, avrà 5 GB di swap. La creazione di uno spazio molto grande della partizione swap, può essere d'aiuto se desiderate eseguire in futuro un miglioramento della vostra RAM.
    Per i sistemi che presentano una quantità di RAM molto elevata (maggiore di 32 GB), sarà opportuno creare una partizione swap più piccola (di circa 1x, o minore, della RAM fisica).
  • Una partizione /boot/ (100 MB)
    La partizione montata su /boot/ contiene il kernel del sistema operativo (il quale permette al sistema di avviare Fedora), insieme ai file utilizzati durante il processo bootstrap. A causa di alcune limitazioni, è necessaria la creazione di una partizione ext3 nativa in modo da contenere i suddetti file. Per la maggior parte degli utenti, è sufficiente una partizione boot di 100MB.

    ext4 and Btrfs

    Il bootloader GRUB non supporta il file system ext4 o Btrfs. non è possibile usare partizioni ext4 o Btrfs per /boot/.

    Note

    Se il disco fisso è maggiore di 1024 cilindri (e il sistema è stato fabbricato più di due anni fa), potrebbe essere necessario creare una partizione /boot/ se si desidera che la partizione / (root), sia in grado di usare tutto lo spazio rimanente sul disco fisso.

    Note

    Se si possiede una scheda RAID, dovreste essere a conoscenza che alcuni BIOS non supportano l'avvio dalla scheda RAID. In casi sopra descritti, la partizione /boot/ deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato.
  • Una partizione root (3.0 GB - 5.0 GB)
    Questa è la posizione di / (la cartella root). In questa impostazione, tutti i file (ad eccezione di quelli conservati in /boot) si trovano sulla partizione root.
    Una partizine da 3 GB consente una installazione minima, mentre una partizione root da 5 GB consente una installazione completa, selezionando tutti i gruppi di pacchetti.

    Root e /root

    La partizione / (o root) è l'inizio della struttura delle cartelle. La cartella /root /root (a volte pronunciata "slash-root") è la cartella principale dell'account utente per l'amministrazione del sistema.
Se si creano più partizioni invece di un unica partizione / gli avanzamenti di sistema diventano più semplici. Fare riferimento alla descrizione delle opzioni di modifica in Sezione 7.21.2, «La schermata di partizionamento» per maggiori informazioni.
La seguente tabella riporta le dimensioni minime delle partizioni per le partizioni che contengono le cartelle elencate. Non bisogna creare una singola partizione per ognuna di queste cartelle. Per esempio, la partizione che contiene /foo deve essere almeno di 500MB e non bisogna fare una singola partizione /foo, quindi la partizione / (root) deve essere almeno 500 MB.
Cartella Dimensione minima
/ 250 MB
/usr 250 MB, ma è consentito spostarla in una partizione separata
/tmp 50 MB
/var 384 MB
/home 100 MB
/boot 75 MB
Tabella 7.3. Dimensioni minime partizioni

Lascia lo spazio in eccesso non allocato

Assegnare spazio su disco solo alle partizioni che ne hanno immediata necessità. Sarà possibile allocare lo spazio libero in qualsiasi momento, per venire incontro alle necessità che si verificheranno. Per imparare un metodo più flessibile per la gestione della memoria, fare riferimento a Appendice D, Comprensione di LVM.
Se non si è sicuri di come configurare al meglio le partizioni per il sistema, accettare lo schema di partizionamento predefinito.
7.21.4.1.1. Avviso sulle partizioni
Una impostazione ottimale delle partizioni dipende dall'utilizzo del sistema Linux in questione. I consigli di seguito potrebbero aiutare a decidere come allocare lo spazio su disco.
  • Se si pensa che qualche utente conserverà dati sul sistema, creare una partizione separata per la cartella /home all'interno del gruppo di volumi. Con una partizione /home separata, è possibile aggiornare o reinstallare Fedora senza la cancellazione dei dati personali.
  • Ogni kernel installato sul sistema richiede approssimativamente 10 MB nella partizione di /boot. Se non si pensa di installare un grande numero di kernel, la dimensione predefinita di 100 MB per /boot è sufficiente.

    ext4 and Btrfs

    Il bootloader GRUB non supporta il filesystem ext4 o Btrfs. Non è possibile usare una partizione ext4 o Btrfs per /boot.
  • La cartella /var mantiene contenuti per alcune applicazioni, incluso il server web Apache. Viene usata inoltre per contenere i pacchetti di aggiornamenti in maniera temporanea. Assicurarsi che la partizione contenente la cartella /var abbia abbastanza spazio per scaricare gli aggiornamenti in sospeso e stipare gli altri contenuti.

    Aggiornamenti sospesi

    Siccome Fedora è una raccolta di software in rapida progressione, potrebbero essere disponibili molti aggiornamenti successivi al ciclo di rilascio. È possibile aggiungere un repository software alle sorgenti di installazione successivamente per minimizzare questo problema. Per maggiori informazioni fare riferimento a Sezione 7.23.1, «Installare da repository aggiuntivi».
  • La cartella /usr contiene la maggior parte dei contenuti software di un sistema Fedora. Per l'installazione di un set di software predefinito sono necessari almeno 4GB di spazio. Se si è sviluppatori di software o si intende usare il sistema Fedora per imparare a sviluppare software, potrebbe essere necessario il doppio dello spazio.

    Non posizionare /usr su una partizione separata

    Se /usr si trova su una partizione diversa dalla /, il processo di avvio diventa molto più complicato ed in alcune situazioni (come installazioni su dischi iSCSI) potrebbe non funzionare del tutto.
  • Considerare di lasciare una porzione di spazio in un volume LVM non allocato. Questo spazio non allocato fornisce maggiore flessibilità se i requisiti di spazio dovessero cambiare ma non si desidera rimuovere dati da altre partizioni per riallocare spazio.
  • Se si separano le sottocartelle con delle partizioni, è possibile mantenere il contenuto di queste sottocartelle se si decide di installare una nuova versione di Fedora sul proprio sistema. Per esempio, se si desidera eseguire un database MySQL in /var/lib/mysql, realizzare una partizione a parte per questa cartella nel caso si desidera reinstallarla successivamente.
La seguente tabella rappresenta una possibile configurazione per un sistema con un solo hard disk nuovo da 80GB e con 1GB di RAM. Notare che circa 10GB del gruppo di volumi non è allocato per consentire aumenti di partizione successivi.

Esempi di utilizzo

L'impostazione non è ottimale per tutti i casi di utilizzo.
Partizione Dimensione e tipo
/boot partizione 100MB ext3.
swap 2 GB swap
Volume fisico LVM Spazio rimanente, come un gruppo di volumi LVM
Tabella 7.4. Impostazione partizioni d'esempio

Il volume fisico viene assegnato al gruppo di volumi predefinito e diviso nei seguenti volumi logici:
Partizione Dimensione e tipo
/ 13 GB ext4
/var 4 GB ext4
/home 50 GB ext4
Tabella 7.5. Esempio di impostazione partizioni: volume fisico LVM

Esempio 7.1. Impostazione partizioni d'esempio

7.21.5. Aggiunta di partizioni

Note

Per questa installazione sarà necessario dedicare una o più partizioni. Per maggiori informazioni consultare il Appendice A, Introduzione al partizionamento del disco.
Creazione di una nuova partizione
Creazione di una nuova partizione.
Figura 7.24. Creazione di una nuova partizione

  • Punto di montaggio: Inserire il punto di montaggio della partizione. Per esempio, se la partizione in oggetto è quella root, inserire /; digitare /boot per la partizione /boot e così via. Inoltre è possibile utilizzare il menu a tendina per selezionare il punto di montaggio corretto per la partizione. Per una partizione swap non sarà necessario impostare alcun punto di montaggio - sarà sufficiente selezionare swap come tipo di filesystem.
  • Tipo di File System: Utilizzando il menù a tendina selezionare il tipo di file system appropriato per questa partizione. Per maggiori informazioni sui tipi di file system, fare riferimento a Sezione 7.21.5.1, «Tipi di filesystem».
  • Unità disponibili: Questo campo contiene un elenco dei dischi fissi installati sul sistema. Se viene selezionata la casella relativa ad un disco fisso, allora la partizione potrà essere creata su quel disco. Se la casella non è selezionata, la partizione non verrà mai creata sul disco in questione. Utilizzando le impostazioni di queste caselle, è possibile scegliere se anaconda debba posizionare le partizioni a seconda delle esigenze personali, oppure lasciare che anaconda decida dove posizionarle.
  • Dimensione (MB): Inserire la dimensione della partizione (in megabyte). Nota, questo campo inizia con 100 MB; se tale valore non viene modificato verrà creata una partizione di 100 MB.
  • Dimensioni facoltative aggiuntive: decidere se mantenere la partizione alla dimensione stabilita, se permettere che "cresca" (riempiendo lo spazio del disco fisso) fino a un certo punto o se occupare tutto lo spazio rimanente del disco fisso.
    Se si seleziona Occupa tutto lo spazio fino a (MB), bisogna fornire un valore nel campo alla destra di questa opzione. In questo modo manterrete una certa quantità di spazio libero sul disco per un utilizzo futuro.
  • Forza come partizione primaria: Scegliere se la partizione che si sta creando deve essere una delle quattro partizioni presenti sul disco fisso. Se non selezionata, la partizione sarà creata come partizione logica. Consultare la Sezione A.1.3, «Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese» per maggiori informazioni.
  • Ok: Selezionare Ok se si è soddisfatti delle impostazioni e si desidera creare la partizione.
  • Annulla: selezionare Annulla se non si desidera creare la partizione.

7.21.5.1. Tipi di filesystem

Fedora permette di creare diversi tipi di partizione, a seconda del tipo di filesystem che si utilizza. Di seguito viene riportata una breve descrizione dei vari filesystem e del loro possibile utilizzo.

7.22. Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel® 64

Per avviare il sistema senza l'uso di media d'avvio, di norma è necessario installare un boot loader. Il boot loader è il primo programma software che viene eseguito all'avvio del computer. è responsabile del caricamento e del trasferimento del controllo al software del kernel del sistema operativo. Il kernel, a sua volta, inizializza la parte restante del sistema operativo.

Installing in text mode

Se si installa Fedora in modalità testo, il programma di installazione configura il bootloader automaticamente e non è possibile personalizzare le impostazioni del bootloader durante il processo d'installazione.
GRUB (GRand Unified Bootloader), installato per default, è un boot loader molto potente, in grado di caricare numerosi sistemi operativi gratuiti oltre ai sistemi operativi proprietari mediante il chain-loading (il meccanismo per caricare sistemi operativi non supportati caricando un altro boot loader, come DOS o Windows).

Il menù d'avvio di GRUB

Il menù di GRUB in modo predefinito viene nascosto, a parte su sistemi con doppio boot. Per mostrare il menù di GRUB durante l'avvio del sistema, mantenere premuto il tasto Shift prima del caricamento del kernel. (Funziona qualsiasi altro tasto, ma il tasto Shift è il migliore da usare.)
Configurazione del boot loader
Configurare l'avvio del sistema.
Figura 7.25. Configurazione del boot loader

Si potrebbe già avere un boot loader installato sul sistema. Un sistema operativo può installare il proprio boot loader preferito, o si potrebbe avere installato un boot loader di terze parti. Se il boot loader installato non dovesse riconoscere le partizioni Linux, si potrebbe non essere in grado di avviare Fedora. Usare GRUB come boot loader per avviare Linux e tanti altri sistemi operativi. Seguire quanto detto in questo capitolo per installare GRUB.

Installing GRUB

Installando GRUB, si potrebbe sovrascrivere il boot loader esistente.
Per impostazione predefinita, il programma di installazione installa GRUB nel master boot record o MBR, del dispositivo in cui è presente la root del file system. Per evitare l'installazione di un nuovo boot loader, deselezionare Installa boot loader su /dev/sda.

Warning

Se scegliete di non installare GRUB per qualsiasi motivo, allora non sarete in grado di avviare direttamente il sistema e dovrete utilizzare un metodo diverso, (per esempio un'applicazione di un boot loader commerciale). Utilizzate questa opzione solo se siete certi di disporre di un metodo alternativo per avviare il sistema!
Se si hanno altri sistemi operativi già installati, Fedora prova automaticamente a rilevarli ed a configurare GRUB per farli avviare. Si può anche configurare manualmente ogni sistema operativo aggiuntivo se GRUB non dovesse riuscire nell'intento.
Per aggiungere, rimuovere, o cambiare le impostazioni dei sistemi operativi rilevati, usare le opzioni fornite.
Aggiungi
Cliccare sul pulsante Aggiungi per includere un sistema operativo aggiuntivo in GRUB.
Selezionare dal menù a tendina la partizione del disco che contiene il sistema operativo avviabile e digitare l'etichetta desiderata. GRUB mostrerà tale etichetta nel proprio menù di avvio.
Modifica
Per cambiare una voce nel menù di avvio di GRUB, selezionare la voce e poi selezionare Modifica.
Elimina
Per rimuovere una voce dal menù di avvio di GRUB, selezionare la voce relativa e poi selezionare Elimina.
Selezionate Default accanto alla partizione root desiderata, per poter scegliere l'OS avviabile per default. Non potrete continuare con l'installazione se non sceglierete una immagine di avvio predefinita.

Note

La colonna Label elenca ciò che deve essere immesso al prompt di avvio, nei boot loader non grafici, per avviare il sistema operativo desiderato.
Dopo avere caricato la schermata di avvio di GRUB, utilizzate i tasti freccia per scegliere un boot label, oppure digitate e per la modifica. Verrà visualizzato un elenco di elementi del file di configurazione per il boot label selezionato.
Le password dei boot loader forniscono un meccanismo di sicurezza in un ambiente in cui è disponibile l'accesso fisico al server.
Se state installando un boot loader, è necessario creare una password per proteggere il sistema. Senza una password gli utenti che hanno accesso al sistema, possono passare opzioni al kernel rischiando di compromettere la sicurezza del sistema stesso. è necessario prima digitare la password per selezionare qualsiasi opzione di avvio non standard. Tuttavia potrebbe essere ancora possibile per coloro che possiedono un accesso fisico alla macchina, l'esecuzione di un avvio attraverso un dischetto, un CD-ROM, oppure un media USB se il BIOS lo supporta. I piani riguardanti la sicurezza che includono le password del boot loader, dovrebbero risolvere i metodi di avvio alternativi.

Quando fare a meno delle password per GRUB

Potrebbe non essere necessario definire una password per GRUB se il sistema ha solo operatori fidati, o se è fisicamente messo in sicurezza tramite consolle con accessi controllati. Comunque, se una persona non fidata può ottenere un accesso fisico alla tastiera del computer ed al monitor, la stessa persona può riavviare il sistema ed accedere a GRUB. In questi casi una password può essere di aiuto.
Se scegliete di utilizzare la password del boot loader per migliorare la sicurezza del sistema, assicuratevi di selezionare la casella di controllo Utilizza una password per il boot loader.
Al termine della selezione, digitate una password e confermatela.
GRUB archivia la password in forma criptata, affinché non possa essere letta o recuperata. Nel caso in cui la password di avvio venga dimenticata, si può avviare il sistema normalmente per poi cambiare la password nel file /boot/grub/grub.conf. Se si è impossibilitati ad effettuare un boot, si dovrebbe essere in grado di usare la modalità di "ripristino" tramite l'uso del primo disco di installazione di Fedora per azzerare la password di GRUB.
Per cambiare la password di GRUB, usare il programma grub-md5-crypt. Per maggiori informazioni a riguardo, usare il comando man grub-md5-crypt in un terminale, per leggere le pagine del manuale.
Per configurare un numero maggiore di opzioni avanzate del boot loader, come ad esempio l'ordine del drive o le opzioni di passaggio per il kernel, assicuratevi che Configura opzioni avanzate del boot loader, sia stato selezionato prima di fare clic sul pulsante Avanti.

7.22.1. Configurazione avanzata del boot loader

Dopo avere scelto il boot loader da installare, potete anche determinare dove installarlo. Avete a disposizione due opzioni:

Note

Se disponete di una scheda RAID, ricordate che alcuni BIOS non supportano l'avvio tramite questa scheda. In casi simili, il boot loader non deve essere installato sull'MBR dell'array RAID. Esso dovrebbe essere installato sull'MBR della stessa unità sulla quale è stata creata la partizione/boot.
Se il sistema utilizza solo Fedora, selezionare l'MBR.
Cliccare sul pulsante Cambia ordine unità se desiderate organizzare l'ordine delle unità o se il BIOS non restituisce il corretto ordine. Tale modifica può rivelarsi utile se disponete di più adattatori SCSI o di adattatori SCSI e IDE e desiderate eseguire l'avvio dal dispositivo SCSI.
Ora che avete effettuato la maggior parte delle scelte riguardanti l'installazione, sarete pronti a confermare la selezione dei pacchetti predefinita, o a personalizzare i pacchetti per il sistema.
Apparirà la schermata Installazione pacchetti predefinita con i dettagli dell'insieme di pacchetti predefiniti per l'installazione di Fedora. Questa schermata varia a seconda della versione di Fedora che si sta installando.

Installing from a Live Image

Se si installa da una immagine live di Fedora, non è possibile fare scelte sui pacchetti. Questo metodo di installazione trasferisce una copia dell'immagine live piuttosto che installare i pacchetti da un repository. Per cambiare la scelta dei pacchetti completare l'installazione e quindi usare l'applicazione Aggiungi/Rimuovi Software per effettuare le modifiche desiderate.

Installing in text mode

Se si installa fedora in modalità testo, non sarà possibile effettuare scelte sui pacchetti. Il programma di installazione selezionerà i pacchetti solo dai gruppi base e core. Questi pacchetti sono sufficienti per assicurare che il sistema sia operativo alla fine del processo di installazione, pronto per installare aggiornamenti e nuovi pacchetti. Per cambiare la scelta dei pacchetti, completare l'installazione, quindi usare l'applicazione Aggiungi/Rimuovi Software per effettuare le modifiche desiderate.
Package Group Selection
Selezionare i gruppi dei pacchetti che si desidera installare.
Figura 7.27. Package Group Selection

Il processo di installazione di Fedora carica in modo predefinito una selezione di software adeguata per un sistema desktop. Per includere o rimuovere software per i compiti comuni, selezionare le voci rilevanti dalla lista:
Ufficio e produttività
Questa opzione fornisce la suite di produttività OpenOffice.org, l'applicazione di pianificazione di gestione progetti, strumenti grafici come the GIMP ed applicazioni multimediali.
Sviluppo software
Questa opzione fornisce i vari strumenti necessari per compilare software sul sistema Fedora.
Server web
Questa opzione fornisce il server web Apache.
Per selezionare un componente cliccare sulla casella corrispondente (consultare la Figura 7.27, «Package Group Selection»).
Per personalizzare ulteriormente il pacchetto, selezionare l'opzione Personalizza ora sulla schermata. Cliccando su Successivo verrà visualizzata la schermata, Selezione del gruppo di pacchetti.

7.23.1. Installare da repository aggiuntivi

è possibile definire repository aggiuntivi per aumentare il software disponibile per il sistema durante l'installazione. Un repositorio è una locazione di rete che conserva i pacchetti software assieme ai metadata che li descrivono. Molti dei pacchetti software usati in Fedora richiedono che vengano installati altri software. Il programma d'installazione utilizza i metadata per assicurarsi che questi requisiti vengano rispettati per ogni software selezionato per l'installazione.
Le opzioni di base sono:
  • Il repositorio Installation Repo viene selezionato automaticamente. Questo rappresenta la raccolta di software disponibile sui CD o DVD di installazione.
  • Il repositorio Fedora 11 - i386 contiene la raccolta completa del software che è stato rilasciato come Fedora 11, con le varie parti di software nelle loro versioni che sono attualmente in rilascio. Se si sta installando da un Fedora 11 DVD o da un set di CD, questa opzione non offre niente di nuovo, questa opzione fornisce accesso a molto del software che è incluso nel disco. Notare che il computer deve avere accesso ad internet per usare questa opzione.
  • Il repositorio Fedora 11 - i386 - Updates contiene la raccolta completa del software riasciato come Fedora 11, con le varie parti di software nelle loro versioni stabili attuali. Questa opzione non solo installa il software che si sceglie, ma si assicura che sia aggiornato al meglio. Notare che il computer ha bisogno dell'accesso ad internet per usare questa opzione.
Aggiungere un repository software
Inserire i dettagli per repository di software aggiuntivo.
Figura 7.28. Aggiungere un repository software

Per aggiungere software da repository differenti dalla raccolta di pacchetti Fedora, selezionare Aggiungi repository software aggiuntivi. è possibile fornire la posizione di un repository di software di terze parti. A seconda della configurazione di quel repository sarà possibile selezionare software non Fedora durante l'installazione.
Per modificare una locazione del repository software, selezionare il repository dall'elenco e quindi cliccare su Modifica repositorio.

Connessione di rete necessaria

Se si modificano le informazioni di repository durante una installazione non basata su rete, come dal DVD di Fedora, il programma d'installazione richiederà le informazioni sulla configurazione di rete.
Se si seleziona Aggiungi repository software aggiuntivi, verrà visualizzata la finestra di dialogo Modifica repository . Fornire un Nome repository ed un URL Repository per queta locazione.

Mirror software Fedora

Per trovare un mirror software di Fedora geograficamente vicino, fare riferimento a http://fedoraproject.org/wiki/Mirrors.
Una volta localizzato un mirror, per determinare l'URL da utilizzare, trovare la cartella nel mirror che contiene una cartella dal nome repodata. Per intenderci, il repositorio "Everything" per Fedora normalmente viene posizionato nell'albero di cartelle releases/11/Everything/arch/os, dove arch è un nome di architettura di sistema.
Una volta fornite informazioni per repository aggiuntivi, il programma di installazione leggerà i metadata del pacchetto trramite la rete. In particolare, il software che viene marcato viene incluso nella scelta dei gruppi di pacchetti del sistema. Vedere Sezione 7.23.2, «Personalizzazione della scelta del software» per maggiori informazioni sulla scelta dei pacchetti.

Annullare la rimozione di metadata repository

Se si seleziona Back dalla schermata di scelta pacchetti, qualsiasi dato su repository extra inserito verrà perso. Ciò consente di cancellare effettivamente i repository extra. Attualmente non c'è modo di cancellare solo un singolo repository una volta inserito.

7.23.2. Personalizzazione della scelta del software

Selezionare Personalizza ora per specificare i pacchetti software per il sistema finale in maggiore dettaglio. Questa opzione fa in modo che il processo di installazione mostri una schermata di personalizzazione aggiuntiva quando si preme Avanti.

Installazione supporto per lingue aggiuntive

Selezionare Personalizza ora per installare il supporto ad altre lingue. Fare riferimento a Sezione 7.23.2.2, «Supporto aggiuntivo della lingua» per maggiori informazioni sulla configurazione del supporto linguaggi.
Particolari dei gruppi dei pacchetti
Scegliere di aggiungere o rimuovere i pacchetti opzionali da questo gruppo di pacchetti.
Figura 7.29. Particolari dei gruppi dei pacchetti



[2] Una password di root è una password amministrativa per il sistema Fedora. Si consiglia di eseguire un login come utenti root solo a scopo di manutenzione. L'account root opera senza seguire alcuna restrizione imposta ad utenti normali, per questo motivo le modifiche effettuate utilizzando un account root possono avere ripercussioni sull'intero sistema.

[3] L'applicazione fsck viene utilizzata per controllare il file system per la consistenza dei metadata, ed eventualmente riparare uno o più filesystem di Linux.

Capitolo 8. Troubleshooting dell'installazione su di un sistema Intel® o AMD

In quest'appendice vengono trattati alcuni problemi relativi all'installazione e la loro possibile risoluzione.

8.1. Impossibile avviare Fedora

Un segnale 11 di errore, conosciuto come errore di segmentazione , vuol dire che il programma ha provato ad accedere una posizione della memoria che non gli era stata assegnata. Un segnale 11 d'errore può essere causato da un bug in uno dei programmi software installato, oppure da un hardware difettoso.
Se viene visualizzato un segnale d'errore 11 durante l'installazione, il problema è probabilmente dovuto ad un errore presente nell'hardware della memoria sul bus del sistema. Come altri sistemi operativi, Fedora pone le sue richieste all'hardware del sistema. Parte dell'hardware potrebbe non riuscire a soddisfare tali richieste, anche se con altri OS non si riscontrano tali problemi.
Controllare di avere gli ultimissimi aggiornamenti ed immagini. Consultare gli errata online per verificare se sono disponibili versioni più aggiornate. Se anche l'immagine dell'ultima versione non funziona, il problema potrebbe dipendere dall'hardware. Di solito questi errori si trovano nella memoria o nella cache della CPU. Una possibile soluzione di questo errore può essere quella di disattivare la cache della CPU nel BIOS, se il sistema lo supporta. Si può anche provare a sostituire la memoria negli allogiamenti della scheda madre per verificare se il problema deriva dall'alloggiamento o dalla memoria.
Un'altra alternativa è rappresentata dall'esecuzione di un controllo del disco sui CD-ROM di installazione. Il programma di installazione Anaconda presenta la possibilità di verificare l'integrità dei supporti di installazione. Funziona con i metodi di installazione CD, DVD, disco fisso ISO NFS ed ISO. Red Hat consiglia di controllare tutti i supporti di installazione prima di riportare qualsiasi bug relativo all'installazione stessa (la maggior parte dei bug riportati sono dovuti a CD copiati incorrettamente). Per poter utilizzare questo test, digitare il seguente comando al prompt boot:
linux mediacheck
Per ulteriori informazioni sul segnale di errore 11, visitate il sito:
http://www.bitwizard.nl/sig11/

8.3. Problemi durante l'installazione

La tabella di partizionamento sul dispositivo hda non è leggibile. Per creare nuove partizioni, esso deve essere inizializzato, causando la perdita di TUTTI I DATI su questo disco.
you may not have a partition table on that drive or the partition table on the drive may not be recognizable by the partitioning software used in the installation program.
Utenti che hanno utilizzato programmi come EZ-BIOS hanno già avuto esperienza con problemi simili, causando la perdita di dati (supponendo che i dati non sono stati salvati prima di iniziare l'installazione) che non potevano essere recuperati.
No matter what type of installation you are performing, backups of the existing data on your systems should always be made.
Durante alcuni aggiornamenti o installazioni di Fedora, il programma d'installazione (conosciuto anche come anaconda) potrebbe fallire generando un errore di traceback o Python. Tale errore può verificarsi dopo aver selezionato pacchetti individuali, oppure durante il tentativo di salvare i log di aggiornamento nella directory /tmp/. L'errore potrebbe somigliare al seguente:
Traceback (innermost last):
File "/var/tmp/anaconda-7.1//usr/lib/anaconda/iw/progress_gui.py", line 20, in run
rc = self.todo.doInstall ()    
File "/var/tmp/anaconda-7.1//usr/lib/anaconda/todo.py", line 1468, in doInstall 
self.fstab.savePartitions ()    
File "fstab.py", line 221, in savePartitions      
sys.exit(0)  
SystemExit: 0   
Local variables in innermost frame:  
self: <fstab.GuiFstab instance at 8446fe0>  
sys: <module 'sys' (built-in)>  
ToDo object:  (itodo  ToDo  p1  (dp2  S'method'  p3  (iimage  CdromInstallMethod  
p4  (dp5  S'progressWindow'  p6   <failed>
Questo errore si verifica in alcuni sistemi dove i link tra /tmp e le altre posizioni sono simbolici, oppure sono stati modificati dopo la loro creazione. Tali link simbolici, o modificati, non sono validi durante il processo di installazione, e quindi il programma di installazione non può scrivere le informazioni.
Se si verifica questo errore, provare innanzitutto a scaricare qualunque aggiornamento disponibile per Anaconda. Gli aggiornamenti per anaconda e le istruzioni al'uso sono disponibili all'indirizzo:
http://fedoraproject.org/wiki/Anaconda/Updates
Il sito Web del programma anaconda potrebbe anche essere molto utile e potete trovarlo online:
http://fedoraproject.org/wiki/Anaconda
è possibile eseguire una ricerca di bug report relativi a questo problema. Per andare alla ricerca del sistema di monitoraggio dei bug di Red Hat, consultate:
http://bugzilla.redhat.com/bugzilla/

8.4. Problemi post installazione

Se è stato installato il sistema X Window, ma non si riesce ad ottenere un ambiente desktop grafico nel momento in cui si accede al sistema, è possibile avviare l'interfaccia grafica del sistema X Window utilizzando il comando startx.
Dopo aver digitato questo comando e premuto Invio, viene visualizzato l'ambiente desktop grafico.
Notate, comunque, che questa è una soluzione temporanea e quindi non cambia il processo di accesso per tutti i log in futuri.
Per impostare il sistema in modo da poter accedere alla schermata grafica di login, dovete modificare il file /etc/inittab, modificando solo un numero nella sezione del runlevel. La prossima volta che eseguite un login, vi sarà presentato un prompt di login grafico.
Aprite un prompt della shell. Se siete collegati con il vostro account utente, collegatevi come utente root digitando il comando su.
Digitate ora gedit /etc/inittab per modificare il file con gedit. Il file /etc/inittab verrà aperto. All'interno della prima schermata vedrete una sezione del file che è simile alla seguente:
# Runlevel predefinito. I runlevel usati sono: 
#   0 - halt (NON impostare initdefault a questo) 
#   1 - Single user mode 
#   2 - Multiutente, senza NFS (Come 3, se non si ha una rete) 
#   3 - Modalità multiutente completa 
#   4 - inutilizzata 
#   5 - X11 
#   6 - riavvio (NON impostare initdefault a questo) 
#  id:3:initdefault:
Per cambiare da una console ad un login grafico ,dovete cambiare il numero nella riga seguente id:3:initdefault: da 3 a 5.

Warning

Modificate solo il numero del runlevel di default da 3 a 5.
La riga modificata dovrebbe essere simile alla seguente:
 id:5:initdefault: 
Quando siete soddisfatti della vostra modifica, salvate il file ed uscite utilizzando i tasti Ctrl+Q. Verrà visualizzata una finestra che vi chiederà se desiderate salvare le vostre modifiche. Fate clic su Salva.
La prossima volta che eseguirete il riavvio del sistema, verrà presentato un prompt di login grafico.
Se non è stato creato un account utente nella schermata di firstboot, collegarsi come utente root e digitare la relativa password.
Se non ricordate la vostra password root, dovete avviare il sistema come linux single.
Se state utilizzando un sistema basato su x86, e GRUB è il boot loader installato,digitate e per la modifica dopo il caricamento della schermata di avvio di GRUB. Verrà visualizzato l'elenco degli elementi presenti nel file di configurazione per l'etichetta di avvio che avete selezionato.
Selezionate la riga che inizia con kernel, e digitate e per modificare la voce d'avvio interessata.
Alla fine della riga kernel, aggiungete:
single
Press Enter to exit edit mode.
Once the boot loader screen has returned, type b to boot the system.
Una volta eseguito l'avvio in modalità utente singolo e siete in grado di accedere al prompt #, digitate passwd root, il quale vi permetterà di inserire una nuova password di root. A questo punto potete digitare shutdown -r now per riavviare il sistema con la nuova password di root.
Se non ricordate la password del vostro account, dovete collegarvi come root. Per farlo, digitate su - e inserite la password di root quando richiesto. Digitate poi passwd <username>. Questo vi consente di inserire una nuova password per l'account utente specificato.
Se non visualizzate la schermata di registrazione grafica, controllare per problemi di compatibilità dell'hardware. Linuxquestions.org contiene un elenco della compatibilità hardware su:
http://www.linuxquestions.org/hcl/index.php

8.4.6. La vostra RAM non è stata riconosciuta?

A volte il kernel non rileva tutta la memoria (RAM). Potete verificarlo con il seguente comando:cat /proc/meminfo.
è necessario verificare se la quantità visualizzata coincide con la quantità di RAM nel sistema. Se i due valori non coincidono, aggiungete la riga seguente al file /boot/grub/grub.conf:
mem=xxM
Sostituite xx con la quantità di RAM presente sul sistema in megabyte.
In /boot/grub/grub.conf, l'esempio descritto sopra è molto simile a quanto segue:
# NOTICE: Si possiede una partizione /boot. ciò significa 
#  che tutti i percorsi del kernel si riferiscono a /boot/ 
default=0 
timeout=30 
splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz 
 title Fedora (2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686)
root (hd0,1)
kernel /vmlinuz-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 mem=1024M
initrd /initrd-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686.img
Al riavvio del computer, le modifiche apportate a grub.conf si rifletteranno sul sistema.
Dopo aver caricato la schermata di avvio di GRUB, digitate e per apportare modifiche. Verrà visualizzato un elenco di elementi nel file di configurazione per il label di boot selezionato.
Scegliete la riga che inizia con kernel e digitate e per modificare questa voce.
Alla fine della riga kernel, aggiungete
mem=xxM
dove xx corrisponde alla quantità di RAM presente nel sistema.
Press Enter to exit edit mode.
Once the boot loader screen has returned, type b to boot the system.
Gli utenti itanium devono inserire comandi di avvio con elilo seguito dal comando di avvio.
Ricordatevi di sostituire xx con la quantità di RAM disponibile sul sistema. Premere Invio per eseguire il boot.

Indice

9. Opzioni di avvio
9.1. Configurare il sistema di installazione nel menù di avvio
9.1.1. Specificare la lingua
9.1.2. Configurare l'interfaccia
9.1.3. Aggiornare anaconda
9.1.4. Specificare il metodo di installazione
9.1.5. Configurazione manuale dei parametri di rete
9.2. Abilitare l'acceso remoto al sistema di installazione
9.2.1. Abilitare l'accesso remoto con VNC
9.2.2. Connettere il sistema di installazione ad un VNC in ascolto (VNC Listener)
9.2.3. Abilitare l'accesso remoto con telnet
9.3. Inviare i file di log (logging) ad un sistema remoto durante l'installazione
9.3.1. Configurare un log server
9.4. Automatizzare l'installazione con Kickstart
9.5. Migliorare il supporto hardware
9.5.1. Aggiungere supporto hardware con driver specifici
9.5.2. Aggirare il riconoscimento automatico dell'hardware
9.6. Usare le modalità di avvio di manutenzione
9.6.1. Caricare la modalità di test della memoria (RAM)
9.6.2. Verifica del disco di avvio
9.6.3. Avviare il computer in modalità di ripristino
9.6.4. Avanzamento di versione del computer
10. Installazione senza supporti
10.1. Reperire i file di avvio
10.2. Modificare la configurazione di GRUB
10.3. Avviare l'installazione
11. Impostare un server di installazione
11.1. Preparazione di cobbler
11.2. Preparazione della distribuzione
11.3. Mirror di una locazione di rete
11.4. Importare la distribuzione
11.5. Configurare manualmente un server PXE
11.5.1. Impostare il server di rete
11.5.2. Configurazione di avvio PXE
11.5.3. Aggiunta di host PXE
11.5.4. TFTPD
11.5.5. Configurare il server DHCP
11.5.6. Aggiungere un messaggio di avvio personalizzato
11.5.7. Eseguire una installazione PXE
12. Installazione tramite VNC
12.1. VNC Viewer
12.2. Modalità VNC in Anaconda
12.2.1. Modo diretto
12.2.2. Modo connessione
12.3. Installazione usando VNC
12.3.1. Esempi di installazione
12.3.2. Considerazioni kickstart
12.3.3. Firewall Considerations
12.4. Riferimenti
13. Installazioni kickstart
13.1. Cosa sono le installazioni kickstart?
13.2. Come eseguire un'installazione kickstart?
13.3. Creazione di un file kickstart
13.4. Opzioni di kickstart
13.4.1. Esempio di partizionamento avanzato
13.5. Package Selection
13.6. Script di pre-installazione
13.6.1. Esempio
13.7. Script di post-installazione
13.7.1. Esempi
13.8. Come rendere disponibile un file kickstart
13.8.1. Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
13.8.2. Rendere il file kickstart disponibile sulla rete
13.9. Rendere disponibile l'albero di installazione
13.10. Avvio di una installazione kickstart
14. Configuratore di Kickstart
14.1. Configurazione di base
14.2. Metodo di installazione
14.3. Opzioni del boot loader
14.4. Informazioni sulla partizione
14.4.1. Creazione delle partizioni
14.5. Network Configuration
14.6. Autenticazione
14.7. Configurazione firewall
14.7.1. Configurazione SELinux
14.8. Configurazione display
14.9. Package Selection
14.10. Script di pre-installazione
14.11. Script di post-installazione
14.11.1. Ambiente chroot
14.11.2. Utilizzo di un interprete
14.12. Salvataggio del file

Capitolo 9. Opzioni di avvio

Il sistema di installazione di Fedora include un insieme di funzioni e di opzioni per gli amministratori. Per usare tali opzioni di avvio, digitare linux option al prompt di boot:.
Se si dovesse avere l'esigenza di specificare più di una opzione, occorrerà separarle con un singolo spazio. Per esempio:
linux opzione1 opzione2 opzione3

Opzioni di avvio anaconda

Il programma di installazione anaconda ha molte opzioni di avvio, molte sono elencate sulla wiki http://fedoraproject.org/wiki/Anaconda/Options.

Opzioni di avvio del kernel

La pagina web http://fedoraproject.org/wiki/KernelCommonProblems elenca molte opzioni di avvio del kernel comuni. La lista completa di opzioni del kernel è nel file /usr/share/doc/kernel-doc-version/Documentation/kernel-parameters.txt, che è installato con il pacchetto kernel-doc .

Rescue Mode

I dischi di installazione e i dischi di ripristino Fedora possono sia avviarsi in modalità di ripristino, sia caricare il sistema di installazione. Per ulteriori informazioni sui dischi di ripristino e sulla modalità di ripristino, fare riferimento a Sezione 9.6.3, «Avviare il computer in modalità di ripristino».

9.1. Configurare il sistema di installazione nel menù di avvio

Si può usare il menù di avvio per specificare un certo numero di parametri per il sistema di installazione, che includono:
  • language
  • risoluzione video
  • tipo di interfaccia
  • Metodo di installazione
  • parametri di rete

9.1.1. Specificare la lingua

Per configurare la lingua sia per il processo di installazione che per il sistema finale, specificare il codice ISO per la lingua con l'opzione lang. Usare l'opzione keymap per configurare la tastiera correttamente.
Per esempio, i codici ISO el_GR e gr identificano la lingua greca e la tastiera in uso in quel Paese:
linux lang=el_GR keymap=gr
Metodo di installazione Formato opzione
Drive CD o DVD method=cdrom
Hard Drive method=hd://device/
HTTP server method=http://server.mydomain.com/directory/
FTP server method=ftp://server.mydomain.com/directory/
NFS server method=nfs:server.mydomain.com:/directory/
Tabella 9.1. Metodi di installazione

9.1.5. Configurazione manuale dei parametri di rete

Per impostazione predefinita, il sistema usa DHCP per ottenere automaticamente i corretti parametri di rete. Per configurare manualmente i parametri di rete, si possono digitare o nella schermata Configurazione TCP/IP, oppure al prompt di boot:. Si possono specificare indirizzo ip, netmask, gateway e dns del server per il sistema di installazione al prompt. Se si dovesse specificare la configurazione della rete al prompt di boot:, tali parametri saranno usati per il processo di installazione, e la schermata Configurazione TCP/IP non apparirà.
Il seguente esempio configura i parametri di rete per un sistema di installazione che utilizzi l'indirizzo IP 192.168.1.10:
linux ip=192.168.1.10 netmask=255.255.255.0 gateway=192.168.1.1 dns=192.168.1.2,192.168.1.3

Configurare il sistema installato

Usare la schermata di configurazione della rete per specificare i parametri di rete per il nuovo sistema. Fare riferimento a Sezione 7.15.1, «Configurazione manuale» per ulteriori informazioni sulla configurazione dei parametri di rete per il sistema installato.

9.2. Abilitare l'acceso remoto al sistema di installazione

Si può accedere all'interfaccia grafica o testuale per l'installazione del sistema da qualsiasi altro sistema. L'accesso ad uno schermo in modalità testo richiede il telnet, che è installato per impostazione predefinita su sistemi Fedora. Per ottenere accesso remoto alla schermata grafica di un processo di installazione, usare il software client che supporta il protocollo di visualizzazione VNC (Virtual Network Computing). Molti fornitori mettono a disposizione dei client VNC per Microsoft Windows e per Mac OS ed anche su sistemi basati su UNIX.
linux syslog=192.168.1.20:514
linux ks=location/kickstart-file.cfg
Sorgente Kickstart Formato opzione
Drive CD o DVD ks=cdrom:/directory/ks.cfg
Hard Drive ks=hd:/device/directory/ks.cfg
Altri dispositivi ks=file:/device/directory/ks.cfg
HTTP server ks=http://server.mydomain.com/directory/ks.cfg
FTP server ks=ftp://server.mydomain.com/directory/ks.cfg
NFS server ks=nfs:server.mydomain.com:/directory/ks.cfg
Tabella 9.2. Sorgenti Kickstart

Per ottenere un file Kickstart da uno script o da un'applicazione su un server web, specificare l'URL dell'applicazione con l'opzione ks=. Se si è aggiunta l'opzione kssendmac, la richiesta manderà inoltre le intestazioni HTTP all'applicazione web. L'applicazione può usare queste intestazioni per identificare il computer. Queste righe mandano una richiesta con intestazione all'applicazione http://server.mydomain.com/kickstart.cgi:
linux ks=http://server.mydomain.com/kickstart.cgi kssendmac

9.5. Migliorare il supporto hardware

Per impostazione predefinita, Fedora cerca di riconoscere automaticamente e configurare tutti i componenti del computer. Fedora riconosce la maggior parte dell'hardware di uso comune con i drivers che sono inclusi nel sistema operativo. Per supportare altri dispositivi, si possono aggiungere driver aggiuntivi durante il processo di installazione, o in un secondo momento.

9.5.1. Aggiungere supporto hardware con driver specifici

Il sistema di installazione può caricare driver da dischi, pen drive o da server di rete per configurare il supporto a nuovi dispositivi. Dopo avere completato l'installazione, rimuovere i dischi contenenti i driver e conservarli per l'uso successivo.
dd if=drivers.img of=/dev/fd0
linux dd
Sorgente immagine Formato opzione
Selezionare un dispositivo o un unità disco dd
HTTP server dd=http://server.mydomain.com/directory/drivers.img
FTP server dd=ftp://server.mydomain.com/directory/drivers.img
NFS server dd=nfs:server.mydomain.com:/directory/drivers.img
Tabella 9.3. Sorgenti delle immagini disco dei driver

9.5.2. Aggirare il riconoscimento automatico dell'hardware

La configurazione automatica dell'hardware di alcuni modelli di dispositivi potrebbe fallire o causare instabilità al sistema. In questi casi, potrebbe essere necessario disabilitare la configurazione automatica per tali dispositivi e compiere dei passi aggiuntivi per configurare manualmente il dispositivo dopo avere completato il processo di installazione.

Controllare le note di rilascio

Fare riferimento alle note di rilascio per informazioni su problemi noti con particolari dispositivi.
Per prevaricare la procedura di riconoscimento automatico dell'hardware, usare una o più di una tra le seguenti opzioni:
Compatibilità Opzione
Disabilita il riconoscimento di tutto l'hardware noprobe
Disabilita il riconoscimento di schede grafiche, tastiera e mouse headless
Disabilita passando informazioni di tastiera e mouse alla fase 2 del programma di installazione nopass
Usa il driver VESA di base per il video xdriver=vesa
Disabilita l'accesso shell su console virtuale 2 durante l'installazione noshell
Disabilita configurazioni avanzate e interfaccia di alimentazione (ACPI) acpi=off
Disabilita l'auto diagnosi della CPU machine check exception (MCE). nomce
Disabilita l'accesso alla memoria non uniforme su architetture AMD64 numa-off
Forza il kernel a rilevare una specifica quantità di memoria, dove xxx è un valore in megabyte mem=xxxm
Abilita il DMA solo per i drive IDE e SATA libata.dma=1
Disabilita RAID assistiti dal BIOS nodmraid
Disabilita il riconoscimento dei dispositivi firewire nofirewire
Disabilita il riconoscimento delle porte parallele noparport
Disabilita il riconoscimento di dispositivi PC Card (PCMCIA) nopcmcia
Disabilita il riconoscimento di dispositivi di archiviazione USB nousbstorage
Disabilita il riconoscimento di tutti i dispositivi USB nousb
Disabilita tutti i test dell'hardware di rete nonet
Tabella 9.4. Opzioni hardware

Schermate aggiuntive

L'opzione isa fa mostrare al sistema una schermata testualeaggiuntiva all'inizio del processo di installazione. Utilizzare tale schermata per configurare dispositivi ISA sul computer.

Importante

Altre opzioni di avvio del kernel non hanno un particolare significato per anaconda e non influenzano il processo di installazione. Comunque, se si utilizzano queste opzioni per avviare il sistema di installazione, anaconda li conserverà nella configurazione del bootloader.

9.6. Usare le modalità di avvio di manutenzione

9.6.1. Caricare la modalità di test della memoria (RAM)

Errori nei moduli di memoria possono causare al sistema dei freeze o dei crash non prevedibili. In qualche caso, errori di memoria sono da attribuirsi a particolari combinazioni di software. Per queste ragioni, si potrebbe voler testare la memoria di un computer prima di installare Fedora per la prima volta, anche se sullo stesso computer sono già stati avviati altri sistemi operativi.
Questa sezione discute su come installare Fedora sul sistema senza l'aggiunta di alcun dispositivo fisico. Invece, è possibile usare il boot loader esistente GRUB per avviare il programma di installazione.

Linux è necessario

Questa procedura assume che si stia usando Fedora o un'altra distribuzione di linux relativamente moderna, ed il boot loader GRUB. Si assume inoltre che si abbia qualche esperienza in linux.

10.1. Reperire i file di avvio

Per eseguire un installazione senza supporti o server PXE, il sistema deve avere due file salvati in locale, un kernel ed un disco RAM iniziale.
  1. Scaricare una immagine Live o una distribuzione DVD, oppure localizzare un mirror di installazione, visitare http://mirrors.fedoraproject.org/publiclist/Fedora/11/.
  2. Localizzare la cartella isolinux/ utilizzando uno dei seguenti metodi:
    • Se si sceglie di scaricare una immagine, aprirla con lo strumento desktop appropriato. Se si utilizza Fedora, fare doppio click sul file per aprirlo con Archive Manager. Aprire la cartella isolinux/
    • Se si sceglie di non scaricare una intera immagine poiché si desidera installare tramite rete, localizzare la distribuzione desiderata. In generale, una volta trovato un mirror adatto, sfogliare la cartella releases/11/Fedora/arch/os/isolinux/.

    Tipi di installazione disponibili

    Se si scarica una immagine, allora si può scegliere una installazione basata su disco fisso o una installazione di rete. Se si scaricano solamente i file da un mirror, si può solo eseguire una installazione da rete.
  3. Copiare i file vmlinuz e initrd.img dalla sorgente selezionata nella cartella /boot/, rinominandoli in vmlinuz-install e initrd.img-install Bisogna avere i privilegi di root per scrivere i file nella cartella /boot/

10.2. Modificare la configurazione di GRUB

Il GRUB boot loader usa il file di configurazione /boot/grub/grub.conf. Per configurare GRUB per avviare dai nuovi file, aggiungere una istanza di avvio a /boot/grub/grub.conf che vi fa riferimento.
Una istanza di boot minima potrebbe essere come sottoelencato:
title Installation
        root (hd0,0)
        kernel /vmlinuz-install
        initrd /initrd.img-install
Si potrebbe desiderare aggiungere opzioni alla fine della linea del kernel dell'istanza di avvio. Queste opzioni impostano opzioni preliminari in Anaconda che l'utente normalmente imposta interattivamente. Per un elenco delle opzioni di avvio disponibili, fare riferimento a Capitolo 9, Opzioni di avvio.
Le seguenti opzioni sono generalmente utili per installazioni senza supporti:
  • ip=
  • metodo=
  • lingua=
  • mappa tastiera=
  • ksdevice= (se l'installazione richiede un'altra interfaccia oltre eth0)
  • vnc e vncpassword= per una installazione remota
Quando si ha finito, cambiare l'opzione default in /boot/grub/grub.conf per puntare alla nuova istanza precedentemente aggiunta.
default 0

10.3. Avviare l'installazione

Riavviare il sistema. GRUB avvierà il kernel di installazione e il disco RAM, incluse le opzioni settate. Si può fare riferimento al capitolo appropriato in questa guida per il prossimo passo. Se si è scelto di installare in remoto usando VNC, fare riferimento a Sezione 9.2, «Abilitare l'acceso remoto al sistema di installazione» per assistenza sulla connessione al sistema remoto.

Capitolo 11. Impostare un server di installazione

Richiede esperienza

Questa appendice è indirizzata ad utenti con precedenti esperienze linux. Se si è un nuovo utente linux, si potrebbe voler installare utilizzando il disco minimale di avvio oppure il DVD della distribuzione.

Warning

Le istruzioni in questa appendice configurano un server di installazione automatizzato. La configurazione predefinita include la distruzione di tutti i dati presenti su tutti i dischi per gli host che installano utilizzando questo metodo. Ciò è spesso diverso dalle altre configurazioni di server di installazione che potrebbero fornire una esperienza di installazione interattiva.
Fedora permette di eseguire una installazione attraverso una rete usando i protocolli NFS, FTP, o HTTP. Una installazione di rete può essere eseguita tramite un CD-ROM d'avvio, da una unità flash memory avviabile, oppure utilizzando askmethod con il CD #1 o il DVD di Fedora. In alternativa, se il sistema da installare contiene una network interface card (NIC) con un supporto Pre-Execution Environment (PXE), esso può essere configurato in modo da avviarsi tramite i file di un altro sistema presente sulla rete, invece di usare un supporto locale come ad esempio un CD-ROM.
Per una installazione di rete PXE, il NIC del client con il supporto PXE invia una richiesta generale per le informazioni DHCP. Il server DHCP fornisce al client un indirizzo IP, altre informazioni di rete come il nome server, l'indirizzo IP o l'hostname del server tftp (che fornisce i file necessari per avviare il programma d'installazione) e la posizione dei file sul server tftp.Ciò è possibile grazie a PXELINUX, che fa parte del pacchetto syslinux.
In passato, gli amministratori dovevano realizzare un gran numero di configurazioni manuali per realizzare un server di installazione. Tuttavia, se si possiede un server Red Hat Enterprise Linux, CentOS o Fedora sulla rete locale, si può utilizzare cobbler per eseguire queste procedure. Per configurare un server PXE manualmente, consultare Sezione 11.5, «Configurare manualmente un server PXE».
Per eseguire i lavori di questa sezione, passare all'utente root con il comando su -. In alternativa, si può eseguire un comando con l'opzione -c, usando la forma su -c 'command'.

11.1. Preparazione di cobbler

Per installare cobbler usare il seguente comando:
yum -y install cobbler
Il comando cobbler può controllare la validità delle proprie impostazioni e restituire i risultati. Eseguire il seguente comando per controllare le impostazioni:
cobbler check
Cambiare le impostazioni nel file /var/lib/cobbler/settings per riflettere le informazioni degli indirizzi IP per il server. Bisogna almeno cambiare le opzioni server e next_server, anche se queste opzioni possono puntare allo stesso indirizzo IP.
Se non si sta già eseguendo un server DHCP, bisognerà inoltre cambiare l'opzione manage_dhcp in 1. Se si sta eseguendo un server DHCP, configurarlo in accordo alle istruzioni trovate nella documentazione del pacchetto syslinux. Per maggiori informazioni, Fare riferimento ai propri file locali /usr/share/doc/syslinux-version/syslinux.doc e /usr/share/doc/syslinux-version/pxelinux.doc.

11.2. Preparazione della distribuzione

Per preparare una distribuzione da un DVD completo Fedora o una immagine ISO, utilizzare questa procedura.

Locazioni della rete

Per creare un mirror locale da una sorgente di rete esistente, saltare questa sezione e riferirsi invece a Sezione 11.3, «Mirror di una locazione di rete».
  1. Se si sta usando un disco DVD o una immagine ISO, creare una cartella punto di montaggio:
    mkdir /mnt/dvd
    
    Per montare un disco DVD fisico, usare il seguente comando:
    mount -o context=system_u:object_r:httpd_sys_content_t:s0 /dev/dvd /mnt/dvd
    
    Per montare un DVD immagine ISO, usare il seguente comando:
    mount -ro loop,context=system_u:object_r:httpd_sys_content_t:s0 /path/to/image.iso /mnt/dvd
    
  2. Per supportare l'installazione NFS, creare un file /etc/exports ed aggiungervi la seguente linea:
    /mnt/dvd *(ro,async)
    
    Avviare il server NFS usando i seguenti comandi:
    /sbin/service rpcbind start /sbin/service nfs start
    
  3. Per supportare l'installazione HTTP, usare yum per installare il server web apache se non è già installato:
    yum -y install httpd
    
    Creare un link al disco montato nell'area dei contenuti pubblica di Apache:
    ln -s /mnt/dvd /var/www/html/distro
    

11.3. Mirror di una locazione di rete

Se non si possiedono dischi o immagini ISO di una distribuzione, si può utilizzare il comando cobbler per creare un server di installazione. Il comando cobbler può eseguire il fetch della distribuzione tramite la rete come parte del processo di importazione.
Localizzare la distribuzione sulla rete. La locazione può trovarsi sulla rete locale oppure raggiungibile in un sito remoto tramite i protocolli FTP, HTTP oppure rsync. Nota l'URI, sarà in una delle seguenti forme:
  • http://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch/os
  • ftp://mirror.example.com/pub/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch/os
  • rsync://mirror.example.com/fedora/linux/releases/11/Fedora/arch/os

11.4. Importare la distribuzione

Per offrire una distribuzione tramite più di un metodo di installazione, eseguire cobbler import aggiuntivi usando un nome differente per ogni metodo. Per ottenere un risultato migliore, utilizzare il metodo di installazione come parte del nome, così apparirà nel menù di avvio del client.
  1. Per importare il disco DVD oppure la distribuzione ISO in cobbler, eseguire questo comando:
    cobbler import --path=/mnt/dvd --name=distro_name
    
    Per distro_name, sostituire un nome significativo per la distribuzione.
    Per importare una distribuzione locale o da rete remota in cobbler, eseguire questo comando. Sostituire network_URI con l'URI trovato in Sezione 11.3, «Mirror di una locazione di rete», e distro_name come di seguito:
    cobbler import --mirror=network_URI --name=distro_name
    

    Importazione di una sorgente

    Quando cobbler importa una distribuzione con i seguenti comandi, copia tutti i file dalla memoria locale del server, il che potrebbe richiedere del tempo.
    Se non si desidera fare delle copie locali della distribuzione poiché i client possono già raggiungere questa locazione, usare l'opzione --available-as.
    cobbler import --path=/mnt/dvd --name=distro_name --available-as=network_URI
    cobbler import --mirror=network_URI --name=distro_name --available-as=network_URI
    
    Per nework_URI, sostituire la locazione di rete appropriata della distribuzione. Questo URI indica come il server rende la distribuzione disponibile ai suoi client. I seguenti esempi assumono che il server cobbler raggiunga la locazione del mirror allo stesso URI del client. Se non è così, sostituire un URI appropriato per l'opzione --mirror. I seguenti esempi sono locazioni URI che funzionano se è stata seguita la procedura di questa sezione, e l'indirizzo IP del server sia 192.168.1.1:
    • nfs://192.168.1.1:/mnt/dvd
    • http://192.168.1.1:/distro
    Se necessario sostituire 192.168.1.1 con l'indirizzo IP del server cobbler.
  2. Eseguire il comando cobbler sync per applicare i cambiamenti. Per controllare che il server cobbler sia in ascolto sulle porte corrette, utilizzare il comando netstat -lp.

    Firewall Considerations

    A seconda della configurazione del server, potrebbe essere necessario usare il comando system-config-securitylevel per consentire l'accesso ad alcuni o a tutti questi servizi di rete:
    • 67 o bootps, per il server DHCP/BOOTP
    • 69 o tftp, per fornire il loader PXE
    • 80 o http, se il server cobbler sta fornendo servizio di installazione HTTP
    • 20 e 21 o ftp, se il server cobbler sta fornendo servizio di installazione FTP
    • 111 o sunrpc, se il server cobbler sta fornendo servizio di installazione NFS

11.5. Configurare manualmente un server PXE

Le seguenti operazioni devono essere eseguite per preparare una installazione PXE:
  1. Configurare il server di rete (NFS, FTP, HTTP) per esportare l'albero di installazione.
  2. Configurare i file sul server tftp necessari per l'avvio di PXE.
  3. Configurare quali host sono abilitati all'avvio dalla configurazione PXE.
  4. Attivazione del servizio tftp.
  5. Configurare il server DHCP.
  6. Avviare il computer ed avviare il processo di installazione.
Aggiungere host
Aggiungere host
Figura 11.1. Aggiungere host

Il passo successivo è configurare quali host sono abilitati alla connessione al server di boot PXE.
Per aggiungere degli host, are clic sul tasto Nuovo.
Aggiungere un host
Aggiungere un host
Figura 11.2. Aggiungere un host

Inserire le seguenti informazioni:
  • Hostname o Indirizzo IP/Sottorete — L'indirizzo IP, hostname completamente qualificato, oppure una sottorete del sistema che deve essere abilitata a connettersi al server PXE per l'installazione.
  • Sistema operativo — L'identificatore del sistema operativo da installare sul client. La lista è popolata dalle instanze di installazione di rete create dalla Schermata installazione di rete.
  • Console seriale — Questa opzione consente l'utilizzo di una console seriale.
  • Kickstart File — La posizione di un file kickstart da usare, tipo http://server.example.com/kickstart/ks.cfg. Questo file può essere creato con il Kickstart Configurator. Fare riferimento a Capitolo 14, Configuratore di Kickstart per maggiori dettagli.
Ignorare le opzioni Snapshot name e Ethernet. Vengono usate solo per ambienti senza disco.

Capitolo 12. Installazione tramite VNC

Il programma d'installazione di Red Hat Enterprise Linux e Fedora (anaconda) offre due modi interattivi di operare. a modalità originale è una interfaccia di testo. La modalità nuova usa GTK+ ed esegue un ambiente X Window. Questo capitolo spiega come usare l'installazione in modalità grafica in ambienti dove il sistema ha un display appropriato ed i dispositivi di input classici per una workstation. Questo scenario è tipico dei sistemi in datacenter, dove spesso sono istallati in un ambiente rack e non hanno uno schermo, tastiera o mouse. In aggiunta, alcuni di questi sistemi hanno la possibilità di connettersi ad un display grafico. Dato che l'hardware enterprise ha raramente la necessità di una sistema fisico, questa configurazione hardware è accettabile.
Anche in questi ambienti, comunque, il programma d'installazione grafico rimane il metodo di installazione raccomandato. L'ambiente in modalità testo manca di molte delle funzioni della modalità grafica. Molti utenti pensano che l'interfaccia in modalità testo fornisca maggiore potenza o possibilità di configurazione non disponibilie nella versione grafica. Risulta vero il contrario. Molti meno punti di sviluppo vengono inseriti nella modalità testo ed alcuni aspetti specifici (per esempio, la configurazione LVM, la configurazione delle partizioni, la scelta dei pacchetti e la configurazione del bootloader) vengono deliberatamente lasciati fuori dalla modalità testo. Le ragioni sono:
  • Meno schermate per la creazione di interfacce utente simili a quelle della modalità grafica.
  • Supporto per l'internazionalizzazione più difficile.
  • Desiderio di mantenere un singolo codice di percorso per installazione interattiva.
Anaconda comunque include una modalità Virtual Network Computing (VNC) che consente la modalità grafica del programma di installazione per l'esecuzione locale, ma lo schermo su un sistema connesso alla rete. L'installazione in modalità VNC fornisce una gamma completa di opzioni di istallazione, anche in situazioni in cui al sistema manca lo schermo oppure i dispositivi di input.

12.1. VNC Viewer

L'esecuzione di una installazione VNC richiede un VNC viewer in esecuzione sulla workstation o qualsiasi altro computer terminale. Posizioni dove si potrebbe volere un VNC viewer installato:
  • La propria workstation
  • Portatile su un datacenter crash cart
VNC è open source e sotto la licenza GNU General Public License. Ne esistono versioni per Linux, Windows e MacOS X. Ecco alcuni VNC viewer raccomandati:
  • vncviewer è disponibile su Red Hat Enterprise Linux e Fedora Linux istallando il pacchetto vnc:
    # yum install vnc
    
  • TightVNC è disponibile per Windows su http://www.tightvnc.com/
  • MacOS X include il supporto VNC predefinito della versione 10.5. nel Finder, cliccare al menù Go e selezionare Connect to Server. Nel campo indirizzo server, è possibile inserire vnc://SERVER:DISPLAY, dove SERVER è l'indirizzo IP o il nome host DNS del server VNC dove si desidera connettersi e DISPLAY è il numero del display VNC (normalmente 1), e cliccare su Connect.
Una volta verificato di avere una VNC viewer disponibile, è ora di avviare l'installazione.

12.2. Modalità VNC in Anaconda

Anaconda offre due modalità di installazione VNC. La modalità scelta dipende dalla configurazione di rete nel proprio ambiente.

12.2.1. Modo diretto

Il modo diretto di VNC in anaconda è quando il client inizia una connessione al server VNC in esecuzione in anaconda. Anaconda dirà quando iniziare questa connessione nel VNC viewer. Il modo diretto può essere attivato dai seguenti comandi:
  • Specificando vnc come argomento di avvio.
  • Specificando il comando vnc nel file di kickstart usato per l'istallazione.
Quando si attiva la modalità VNC, anaconda completerà il primo stadio del programma di installaione e quindi avvierà VNC per eseguire il programma di installazione grafico. Il programma di installazione visualizzerà un messaggio sulla console nel seguente formato:
Running anaconda VERSION, the PRODUCT system installer - please wait...
Anaconda fornirà anche l'indirizzo IP e mostrerà il numero da usae nel VNC viewer. A questo punto, bisogna avviare il VNC viewer e connettersi al sistema target per continuare l'installazione. Il VNC viewer mostrerà anaconda in modalità grafica.
Ci sono alcuni svantaggi nella modalità diretta, fra cui:
  • Richiede accesso virtuale alla console di sistema per vedere l'indirizzo IP e la porta a cui deve connettersi il sistema VNC viewer.
  • Richiede l'accesso interattivo alla console di sistema per completare il primo stadio del programma di installazione.
Se uno di questi svantaggi dovesse evitare l'utilizzo della modalità diretta di VNC in anaconda, allora probabilmente è meglio usare la modalità connessione.

12.2.2. Modo connessione

Alcune configurazioni di firewall o istanze dove il sistema target viene configurato per ottenere un indirizzo IP dinamico potrebbero causare problemi con la modalità diretta di VNC in anaconda. In aggiunta, se manca una console per visualizzare il messaggio che dice a quale indirizzo IP connettersi sul sistema target, allora non sarà possibile continuare il processo di installazione.
La modalità connessione VNC cambia il modo in cui si avvia VNC. Piuttosto che avviare anaconda ed attendere per una connessione. La modalità connessione VNC consente ad anaconda di connettersi automaticamente al viewer, Non è necessario conoscere l'indirizzo IP del sistema target in questo caso.
Per attivare la modalità connessione di VNC, fornire il parametro di avvio vncconnect:
boot: linux vncconnect=HOST
Sostituire HOST con l'indirizzo IP del VNC viewer oppure il nome host DNS. Prima di avviare il processo di installazione sul sistema target, avviare il VNC viewer e impostarlo in attesa per una connessione in ingresso.
Avviare l'installazione e quando il VNC viewer mostra il programma di installazione grafico, sarà tutto pronto.

12.3. Installazione usando VNC

Ora che è stata installata una applicazione VNC viewer e che è stato selezionato il modo VNC da usare in anaconda, si è pronti per iniziare l'installazione.

12.3.1. Esempi di installazione

Il modo più semplice per eseguire una istallazione usando VNC è di connettere un altro computer direttamente alla porta di rete sul sistema target. Il portatile su un datacenter crash cart normalmente riscontra questa regola. Se si sta eseguendo l'installazione in questo modo, assicurarsi di seguire questi passaggi:
  1. Connettere il portatile o l'altra workstation al sistema target usando un cavo incrociato. Se si stanno usando dei cavi normali, assicurarsi di connettere i due sistemi utilizzando un piccolo hub o switch. Le interfacce Ethernet più recenti rileveranno automaticamente se hanno bisogno di un cavo incrociato oppure no, quindi potrebbe essere possibile connettere i due sistemi direttamente usando un cavo normale.
  2. Configurare il sistema VNC viewer per usare un indirizzo RFC 1918 senza gateway. Questa connessione di rete privata verrà usata solo allo scopo dell'installazione. Configurare il sistema VNC viewer per essere 192.168.100.1/24. Se questo indirizzo è usato, usarne qualcun'altro nello spazio degli indirizzi RFC 1918 disponibili.
  3. Iniziare l'installazione sul sistema target.
    1. Avviare l'installazione DVD o CD.
      Se si avvia il supporto di installazione (CD o DVD), assicurarsi che vnc venga dato come parametro di boot. Per aggiungere il parametro vnc, è necessaria una console connessa al sistema target che consenta di interagire con il processo di avvio. Inserire quanto segue nel prompt:
      boot: linux vnc
      
    2. Avvio tramite rete.
      Se il sistema target è configurato con un indirizzo IP statico, aggiungere il comando vnc al file di kickstart. Se il sistema target utilizza DHCP, aggiungere vncconnect=HOST fra gli argomenti di avvio per il sistema target. HOST rappresenta l'indirizzo IP o il nome host DNS del sistema VNC viewer. Inserire quanto segue nel prompt:
      boot: linux vncconnect=HOST
      
  4. Quando viene richiesta la configurazione di rete sul sistema target, assegnare un indirizzo RFC 1918 disponibile nella stessa rete usata per il sistema VNC viewer. Per esempio, 192.168.100.2/24.

    Note

    Questo indirizzo IP viene usato solo durante l'installazione. Sarà possibile configurare successivamente le impostazioni finali di rete durante il processo di installazione, se necessario..
  5. Una volta che il programma di installazione indica che sta avviando anaconda, verra richiesto di connettersi al sistema tramite VNC viewer. Connettere il viewer e seguire le istruzioni per l'installazione grafica che si trovano nella documentazione del prodotto.

12.3.2. Considerazioni kickstart

Se il sistema target si avvierà tramite rete, VNC è ancora disponibile. Basta aggiungere il comando vnc al file kickstart per il sistema. Sarà possibile connettersi al sistema target usando il VNC viewer e visualizzando il processo di installazione. L'indirizzo da usare sarà quello configurato per il sistema tramite il file di kickstart.
Se si sta utilizzando DHCP per il sistema target, potrebbe funzionare meglio il metodo di vncconnect inverso. Piuttosto che aggiungere il parametro di boot vnc al file di kickstart, aggiungere il parametro vncconnect=HOST alla lista degli argomenti di avvio per il sistema target. Per HOST, inserire l'indirizzo IP o l'hostname DNS del sistema VNC viewer. Fare riferimento alla prossima sezione per maggiori dettagli sull'utilizzo della modalità vncconnect.

12.3.3. Firewall Considerations

Se si sta eseguendo una installazione dove il sistema viewer VNC è una workstation su una sottorete diversa da quella del sistema target, si potrebbero avere dei problemi di routing di rete. VNC funziona bene se il sistema viewer ha una rotta verso il sistema target e le porte 5900 e 5901 sono aperte. Se l'ambiente ha un firewall, assicurarsi che le porte 5900 e 5901 siano aperte fra la workstation e il sistema target.
In aggiunta per fornire il parametro di avvio vnc, si potrebbe inoltre voler fornire il parametro vncpassword in questo scenario. Fintanto che la password non viene inviata tramite rete, esso fornisce un passagio in più prima che il viewer possa connettersi al sistema. Una volta che il viewer si connette al sistema target tramite VNC, non sono consentite altre connessioni. Queste limitazioni normalmente sono sufficienti per gli obbiettivi dell'installazione.

Important

Assicurarsi di usare una password temporanea per l'opzione vncpassword. Non dovrebbe essere una password da usare su un sistema, specialmente una password di root.
Se si continuano a riscontrare problemi, considerare l'opportunità di usare il parametro vncconnect. In questa modalità di operazione, si avvia il viewer sul sistema indicandogli di rimanere in ascolto per delle connessioni in entrata. Passando vncconnect=HOST al prompt di avvio il programma di installazione tenterà di connettersi all'HOST specificato (un nome host oppure un indirizzo IP).

12.4. Riferimenti

Capitolo 13. Installazioni kickstart

13.1. Cosa sono le installazioni kickstart?

Molti amministratori di sistema preferiscono usare un metodo d'installazione automatizzato per installare Fedora sul sistema. Per far fronte a questa necessità, Red Hat ha creato un metodo d'installazione kickstart. Utilizzando kickstart, un amministratore di sistema è in grado di creare un file singolo contenente le risposte a tutte le domande normalmente formulate durante una installazione tipica.
I file kickstart possono essere contenuti in un sistema server singolo e letti da computer individuali durante l'installazione. Questo metodo d'installazione è in grado di supportare l'utilizzo di un file kickstart singolo per installare Fedora su macchine multiple, facilitando così il compito degli amministratori di rete e di sistema.
Kickstart fornisce agli utenti un modo attraverso il quale è possibile automatizzare una installazione di Fedora.

13.2. Come eseguire un'installazione kickstart?

Le installazioni kickstart richiedono l'installazione del software da un CD o da un disco fisso locale oppure via rete tramite i protocolli NFS, FTP o HTTP.
Per utilizzare kickstart occorre:
  1. Creare un file kickstart.
  2. Creare un supporto d'avvio con il file kickstart oppure rendete il file kickstart disponibile sulla rete.
  3. Rendere disponibile l'albero di installazione.
  4. Avviare l'installazione kickstart.
Il seguente capitolo affronta queste fasi in dettaglio.

13.3. Creazione di un file kickstart

Il file kickstart è un file di testo molto semplice, contenete un elenco di oggetti, ognuno identificato tramite una parola chiave. Si può creare usando l'applicazione Kickstart Configurator, oppure crearlo da zero. Il programma d'installazione di Fedora è in grado di creare altresì un esempio di file kickstart basato sulle opzioni selezionate durante l'installazione. Esso viene scritto sul file /root/anaconda-ks.cfg. Si dovrebbe essere in grado di modificare il file con un editor di testo o un processore word in grado di salvare i file come testo ASCII.
Prima di creare il file kickstart bisogna tenere presente alcuni punti importanti:

13.4. Opzioni di kickstart

Note

Se l'opzione è seguita dal carattere di uguale (=), dopo di esso occorre specificare un valore. Nei comandi di esempio, le opzioni in parentesi ([]) sono argomenti facoltativi per il comando.
autopart (facoltativo)
ignoredisk (facoltativo)
ignoredisk --drives=drive1,drive2,...
autostep (facoltativo)
auth o authconfig (necessari)
bootloader (necessario)
clearpart (opzionale)
cmdline (opzionale)
device (opzionale)
device <type> <moduleName> --opts=<options>
driverdisk (opzionale)
driverdisk <partition> [--type=<fstype>]
driverdisk --source=ftp://path/to/dd.img
driverdisk --source=http://path/to/dd.img
driverdisk --source=nfs:host:/path/to/img
firewall (opzionale)
firewall --enabled|--disabled [--trust=] <device> [--port=]
firstboot (opzionale)
halt (opzionale)
graphical (opzionale)
install (opzionale)
  • cdrom — Installa dalla prima unità CD-ROM sul sistema.
  • harddrive — Installa da un albero di installazione di Red Hat su una unità locale, la quale deve essere vfat o ext2.
    • --biospart=
      Partizione BIOS da installare da (ad esempio 82).
    • --partition=
      Partizione da installare da (ad esempio sdb2).
    • --dir=
      Directory contenente la directory variant dell'albero d'installazione.
    Per esempio:
    harddrive --partition=hdb2 --dir=/tmp/install-tree
    
  • nfs — Installa dal server NFS specificato.
    • --server=
      Server dal quale installare (hostname o IP).
    • --dir=
      Directory contenente la directory variant dell'albero d'installazione.
    • --opts=
      Opzioni di montaggio da usare per montare l'esportazione NFS. (opzionale)
    Per esempio:
    nfs --server=nfsserver.example.com --dir=/tmp/install-tree
    
  • url — Installa da un albero di installazione su un server remoto via FTP o HTTP.
    Per esempio:
    url --url http://<server>/<dir>
    
    oppure:
    url --url ftp://<username>:<password>@<server>/<dir>
    
interactive (opzionale)
iscsi (opzionale)
key (opzionale)
keyboard (necessario)
be-latin1, bg, br-abnt2, cf, cz-lat2, cz-us-qwertz, de, de-latin1, 
de-latin1-nodeadkeys, dk, dk-latin1, dvorak, es, et, fi, fi-latin1, 
fr, fr-latin0, fr-latin1, fr-pc, fr_CH, fr_CH-latin1, gr, hu, hu101, 
is-latin1, it, it-ibm, it2, jp106, la-latin1, mk-utf, no, no-latin1, 
pl, pt-latin1, ro_win, ru, ru-cp1251, ru-ms, ru1, ru2,  ru_win, 
se-latin1, sg, sg-latin1, sk-qwerty, slovene, speakup,  speakup-lt, 
sv-latin1, sg, sg-latin1, sk-querty, slovene, trq, ua,  uk, us, us-acentos
lang (necessario)
lang en_US
langsupport (deprecato)
@french-support
logvol (opzionale)
logvol <mntpoint> --vgname=<name> --size=<size> --name=<name> <options>
part pv.01 --size 3000 
volgroup myvg pv.01
logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
logging (opzionale)
mediacheck (opzionale)
monitor (opzionale)
mouse (non supportato)
network (opzionale)
multipath (opzionale)
part o partition (necessari per le installazioni, ignorati per gli aggiornamenti)
  • <mntpoint><mntpoint> indica dov'è montata la partizione ed è simile a quanto segue:
    • /<percorso>
      Per esempio, /, /usr, /home
    • swap
      La partizione viene usata come spazio di swap.
      Per determinare automaticamente la dimensione della partizione swap, usare l'opzione --recommended:
      swap --raccomandata
      
      La dimensione massima di swap per macchine con meno di 2GB di RAM è doppia rispetto alla quantità di RAM. Per macchine con 2GB o più, questo consiglio cambia a 2GB più la quantità di RAM.
    • raid.<id>
      La partizione è usata per il software RAID (consultare raid).
    • pv.<id>
      La partizione viene usata per LVM (consultare logvol).
  • --size= — La dimensione minima della partizione, misurata in megabyte. Indicare un valore intero, come per esempio 500. Non aggiungere MB dopo il numero.
  • --grow — Indica alla partizione di "allargarsi" e di occupare tutto lo spazio disponibile oppure di raggiungere la dimensione massima impostata.

    Note

    Se si utilizza --grow= senza impostare --maxsize= su una partizione swap, Anaconda limiterà la dimensione massima della partizione di swap. Per sistemi che hanno meno di 2GB di memoria fisica, il limite imposto è del doppio della memoria fisica. Per sistemi con più di 2GB il limite imposto è la dimensione della memoria fisica più 2GB.
  • --maxsize= — Imposta la dimensione massima della partizione in megabyte nel caso sia stata selezionata l'opzione grow. Specificare un valore intero e non aggiungere MB dopo il numero.
  • --noformat — Indica al programma d'installazione di non formattare la partizione, da utilizzare con il comando --onpart.
  • --onpart= o --usepart= — Posiziona la partizione sul dispositivo già esistente. Per esempio:
    partition /home --onpart=hda1
    
    inserisce /home su /dev/hda1, il quale deve essere già esistente.
  • --ondisk= o --ondrive= — Forza la creazione di una partizione su di un disco in particolare. Per esempio --ondisk=sdb inserisce la partizione sul secondo disco SCSI sul sistema.
  • --asprimary — Forza l'assegnazione automatica della partizione come partizione primaria, o il partizionamento fallirà.
  • --type= (sostituito da fstype) — Questa opzione non è più disponibile. Usare fstype.
  • --fstype= — Imposta il tipo di filesystem per la partizione. Valori validi sono xfs, ext2, ext3, ext4, swap, vfat e hfs.
  • --start= — Specifica il cilindro d'avvio per la partizione. È necessario specificare una unità con --ondisk= o ondrive=. Altresì, specificare il cilindro finale con --end= oppure specificare la dimensione della partizione con --size=.
  • --end= — Specifica il cilindro finale per la partizione. È necessario specificare il cilindro iniziale con --start=.
  • --bytes-per-inode= — Specifica la dimensione degli inode sul filesystem da creare sulla partizione. Non tutti i filesystem supportano questa opzione e per questi casi tale opzione viene ignorata.
  • --recommended — Determina automaticamente la dimensione della partizione.
  • --onbiosdisk — Forza la creazione della partizione su di un disco in particolare, come scoperto dal BIOS.
  • --encrypted — Specifica che la partizione dovrebbe essere cifrata.
  • --passphrase= — Specifica le frasi d'accesso da usare quando si cifrano le partizioni. Senza l'opzione --encrypted, questa opzione non fa niente. Se non viene specificata nessuna frase d'accesso, viene usata la predefinita per l'intero sistema, oppure il programma di installazione si interromperà e la richiederà se non ne è presente una predefinita.

Note

Se per qualche motivo il partizionamento fallisce, verranno visualizzati alcuni messaggi diagnostici sulla console virtule 3.
poweroff (opzionale)
raid (opzionale)
raid <mntpoint> --level=<level> --device=<mddevice> <partitions*>
part raid.01 --size=60 --ondisk=sda
part raid.02 --size=60 --ondisk=sdb 
part raid.03 --size=60 --ondisk=sdc
part swap --size=128 --ondisk=sda  
part swap --size=128 --ondisk=sdb  
part swap --size=128 --ondisk=sdc
part raid.11 --size=1 --grow --ondisk=sda  
part raid.12 --size=1 --grow --ondisk=sdb  
part raid.13 --size=1 --grow --ondisk=sdc
raid / --level=1 --device=md0 raid.01 raid.02 raid.03  
raid /usr --level=5 --device=md1 raid.11 raid.12 raid.13
reboot (opzionale)
repo (opzionale)
repo --name=<repoid> [--baseurl=<url>| --mirrorlist=<url>]
rootpw (necessario)
rootpw [--iscrypted] <password>
selinux (opzionale)
selinux [--disabled|--enforcing|--permissive]
services (opzionale)
shutdown (opzionale)
skipx (opzionale)
text (opzionale)
timezone (necessario)
timezone [--utc] <timezone>
upgrade (opzionale)
user (opzionale)
user --name=<username> [--groups=<list>] [--homedir=<homedir>] [--password=<password>] [--iscrypted] [--shell=<shell>] [--uid=<uid>]
vnc (opzionale)
vnc [--host=<hostname>] [--port=<port>] [--password=<password>]
volgroup (opzionale)
volgroup <name> <partition> <options>
part pv.01 --size 3000 
volgroup myvg pv.01 
logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
xconfig (opzionale)
zerombr (opzionale)
zfcp (opzionale)
%include (opzionale)
Il seguente è un esempio integrato singolo che mostra le opzioni kickstart clearpart, raid, part, volgroup e logvol in azione:
clearpart --drives=hda,hdc --initlabel  
# configurazione IDE Raid 1
part raid.11    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.12    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.13    --size 2000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.14    --size 8000                     --ondrive=hda 
part raid.15    --size 1 --grow                 --ondrive=hda             
part raid.21    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.22    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.23    --size 2000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.24    --size 8000                     --ondrive=hdc 
part raid.25    --size 1 --grow                 --ondrive=hdc  

# Si può aggiungere --spares=x  
raid /          --fstype ext3 --device md0 --level=RAID1 raid.11 raid.21 
raid /safe      --fstype ext3 --device md1 --level=RAID1 raid.12 raid.22 
raid swap       --fstype swap --device md2 --level=RAID1 raid.13 raid.23 
raid /usr       --fstype ext3 --device md3 --level=RAID1 raid.14 raid.24 
raid pv.01      --fstype ext3 --device md4 --level=RAID1 raid.15 raid.25  

# Configura LVM in modo da poter ridimensionare /var e /usr/local in futuro 
volgroup sysvg pv.01     
logvol /var             --vgname=sysvg  --size=8000     --name=var 
logvol /var/freespace   --vgname=sysvg  --size=8000     --name=freespacetouse 
logvol /usr/local       --vgname=sysvg  --size=1 --grow --name=usrlocal
Questo esempio avanzato implementa LVM attraverso RAID, insieme alla possibilità di ridimensionare le varie cartelle per una espansione futura.
Usare il comando %packages per iniziare una sezione del file di kickstart la quale elenca i pacchetti che si desidera installare (questo è valido solo per le installazioni, poichè la selezione dei pacchetti durante gli aggiornamenti non è supportata).
I pacchetti possono essere specificati sia in base al gruppo che in base al nome del pacchetto, includendo i glob usando un asterisco. Il programma d'installazione definisce diversi gruppi che contengono i relativi pacchetti. Consultare il file variant/repodata/comps-*.xml sul primo CD-ROM di Fedora, per un elenco dei gruppi. Ogni gruppo possiede un id, un valore di visibilità dell'utente, nome, descrizione ed elenco del pacchetto. Nell'elenco del pacchetto, i pacchetti segnati come obbligatori vengono sempre installati se il gruppo viene selezionato, i pacchetti segnati come predefiniti vengono selezionati per default se il gruppo viene selezionato ed i pacchetti segnati come facoltativi devono essere selezionati in modo specifico anche se il gruppo è stato selezionato per l'installazione.
In molti casi è solo necessario elencare i gruppi desiderati e non i pacchetti individuali. Da notare che i gruppi Core e Base sono sempre selezionati per default e per questo motivo non è necessario specificarli nella sezione %packages.
Di seguito viene riportato un esempio di selezione %packages:
%packages 
@ X Window System 
@ GNOME Desktop Environment 
@ Graphical Internet 
@ Sound and Video dhcp
Come è possibile vedere, i gruppi sono specificati uno per riga, iniziando con un simbolo @, uno spazio e successivamente il nome completo del gruppo come presente nel file comps.xml. È possibile specificare i gruppi utilizzando l'id per il gruppo, come ad esempio gnome-desktop. Specifica i singoli pacchetti senza la necessità di utilizzare caratteri aggiuntivi (la riga dhcp nell'esempio sopra riportato è un singolo pacchetto).
E' possibile specificare anche quali pacchetti non installare tra quelli elencati in modo predefinito:
-autofs
Le seguenti opzioni sono disponibili per %packages:
--nobase
Non installa il gruppo @Base. Utilizzare questa opzione se si stà cercando di creare un sistema molto piccolo.
--resolvedeps
L'opzione --resolvedeps non è più supportata. Le dipendenze ora vengono risolte automaticamente.
--ignoredeps
L'opzione --ignoredeps non è più supportata. Le dipendenze ora vengono risolte automaticamente.
--ignoremissing
Ignora i pacchetti e i gruppi mancanti invece di fermare l'installazione se il sistema richiede di abbandonare o continuare l'installazione stessa.Per esempio:
%packages --ignoremissing
E' possibile aggiungere i comandi da eseguire sul sistema immediatamente dopo che ks.cfg è stato analizzato. Questa sezione deve trovarsi alla fine del file di kickstart (dopo i comandi) e deve iniziare con il comando %pre. E' possibile accedere sulla rete nella sezione %pre; tuttavia name service non è stato ancora configurato, quindi funzionerà solo l'indirizzo IP.

Note

Notare che lo script di pre-installazione non viene eseguito nel cambiare ambiente di root.
--interpreter /usr/bin/python
Consente di specificare un linguaggio di scripting diverso, quale Python. Sostituire /usr/bin/python con il linguaggio di scripting scelto.

13.6.1. Esempio

Esempio della sezione %pre:
%pre  
#!/bin/sh  
hds="" 
mymedia=""  
for file in /proc/ide/h* do   
        mymedia=`cat $file/media`   
        if [ $mymedia == "disk" ] ; then       
                hds="$hds `basename $file`"   
        fi 
done  
set $hds 
numhd=`echo $#`  
drive1=`echo $hds | cut -d' ' -f1` 
drive2=`echo $hds | cut -d' ' -f2`  
#Scrive lo schema di partizionamento basato sul fatto che ci siano 1 o 2 dischi fissi  
if [ $numhd == "2" ] ; then   
        #2 dischi   
        echo "#schema di partizionamento generato in %pre per 2 dischi" > /tmp/part-include   
        echo "clearpart --all" >> /tmp/part-include   
        echo "part /boot --fstype ext3 --size 75 --ondisk hda" >> /tmp/part-include   
        echo "part / --fstype ext3 --size 1 --grow --ondisk hda" >> /tmp/part-include   
        echo "part swap --recommended --ondisk $drive1" >> /tmp/part-include   
        echo "part /home --fstype ext3 --size 1 --grow --ondisk hdb" >> /tmp/part-include 
else   
        #1 disco   
        echo "#schema di partizionamento generato in %pre per 1 disco" > /tmp/part-include   
        echo "clearpart --all" >> /tmp/part-include   
        echo "part /boot --fstype ext3 --size 75" >> /tmp/part-includ   
        echo "part swap --recommended" >> /tmp/part-include   
        echo "part / --fstype ext3 --size 2048" >> /tmp/part-include   
        echo "part /home --fstype ext3 --size 2048 --grow" >> /tmp/part-include 
fi
Questo script determina il numero di dischi fissi presenti nel sistema e scrive un file di testo con uno schema di partizionamento diverso a seconda che ne abbia uno o due. Invece di tenere un set di comandi di partizionamento nel file kickstart, inserire la linea:
%include /tmp/part-include
Vengono usati i comandi di partizionamento selezionati nello script.

Note

La sezione dello script di pre-installazione di kickstart non può gestire alberi d'installazione multipli o media sorgente. Queste informazioni devono essere incluse per ogni file ks.cfg creato, poichè lo script di pre-installazione si verifica durante la seconda fase del processo d'installazione.
Si ha a disposizione l'opzione di aggiungere i comandi da eseguire sul sistema una volta completata l'installazione. Questa sezione deve trovarsi alla fine del file kickstart e deve iniziare con il comando %post. Questa sezione è utile per le funzioni come l'installazione di software aggiuntivo e la configurazione di un nameserver addizionale.

Note

Se la rete è stata configurata con le informazioni dell'IP statico, incluso un nameserver, allora è possibile accedere alla rete e risolvere gli indirizzi IP nella sezione %post. Se la rete è stata configurata per DHCP, il file /etc/resolv.conf non è stato ancora completato quando l'installazione esegue la sezione %post. Ora è possibile accedere alla rete ma non è possibile risolvere gli indirizzi IP. Quindi se si stà usando DHCP, sarà necessario specificare gli indirizzi IP nella sezione %post.

Note

Lo script post-installazione viene eseguito in un ambiente chroot, per questo motivo, l'esecuzione di compiti come ad esempio la copiatura degli script o RPM dal media d'installazione non avrà l'esito sperato.
--nochroot
Permette di specificare i comandi che si desidera eseguire al di fuori dell'ambiente "chroot".
Il seguente esempio copia il file /etc/resolv.conf sul file system appena installato.
%post --nochroot cp /etc/resolv.conf /mnt/sysimage/etc/resolv.conf
--interpreter /usr/bin/python
Consente di specificare un linguaggio di scripting diverso, quale Python. Sostituire /usr/bin/python con il linguaggio di scripting scelto.

13.7.1. Esempi

Registra il sistema ad un Red Hat Network Satellite:
%post
( # Notare che in questo esempio si esegue l'intera sezione %post come una sottoshell per l'accesso.
wget -O- http://proxy-or-sat.example.com/pub/bootstrap_script | /bin/bash
/usr/sbin/rhnreg_ks --activationkey=<activationkey>
# Termina la sottoshell e cattura qualsiasi uscita in un file di log post installazione.
) 1
>/root/post_install.log 2
>&1
Esegue uno script chiamato runme da una condivisione NFS:
mkdir /mnt/temp 
mount -o nolock 10.10.0.2:/usr/new-machines /mnt/temp open -s -w -- 
/mnt/temp/runme 
umount /mnt/temp

Note

L'NFS file locking non è supportato in modalità kickstart, per questo motivo è necessario -o nolock quando si esegue il montaggio di un mount NFS.
Un file kickstart va collocato in una delle posizioni seguenti:
  • Su un dischetto di avvio
  • Su di un CD-ROM di avvio
  • Su una rete
Normalmente il file di configurazione kickstart viene copiato sul dischetto di avvio o reso disponibile via rete. Il secondo metodo è quello più utilizzato, poichè la maggior parte delle installazioni kickstart viene usata su computer in rete.
Osserviamo nel dettaglio le posizioni in cui si può collocare il file.

13.8.1. Creazione di un supporto d'avvio di kickstart

L'avvio basato sul dischetto non è più supportato in Fedora. Per l'avvio delle installazioni sarà necessario utilizzare il CD-ROM o delle memorie flash. Tuttavia il file kickstart potrebbe risiedere ancora in una cartella top-level del dischetto e deve essere chiamata ks.cfg.
Per eseguire una installazione kickstart da memorie flash tipo penna USB, il file kickstart deve essere nominato ks.cfg e posizionato nella cartella principale della memoria flash. Come prima cosa creare una immagine d'avvio e successivamente copiare il file ks.cfg.
Per esempio, quanto segue trasferisce l'immagine d'avvio sul pen drive (/dev/sda) utilizzando il comando dd:
dd if=diskboot.img of=/dev/sda bs=1M

Note

È possibile creare una penna USB di memoria flash per il processo d'avvio, ma tale processo dipende molto dalle impostazioni BIOS dell'hardware del sistema. Consultare l'hardware del produttore, per controllare se il sistema supporta l'avvio di dispositivi alternativi.
Le installazioni kickstart via rete sono molto diffuse, poichè gli amministratori di sistema possono facilmente automatizzare in modo rapido e indolore il processo di installazione su numerosi computer in rete. Di norma, l'approccio più comune prevede che l'amministratore disponga di un server BOOTP/DHCP e di un server NFS nella rete locale. Il server BOOTP/DCHP viene utilizzato per fornire al computer client le informazioni relative alla propria rete, mentre i file utilizzati nel corso dell'installazione sono forniti dal server NFS. Spesso, ma non necessariamente, questi due server funzionano sulla stessa macchina fisica.
Per eseguire una installazione kickstart basata sulla rete, sarà necessario avere sulla rete un server BOOTP/DHCP, il quale include le informazioni riguardanti la configurazione per la macchina sulla quale state cercando di installare Fedora. Il server BOOTP/DHCP fornisce al client le proprie informazioni di networking insieme alla posizione del file kickstart.
Se il server BOOTP/DHCP specifica un file kickstart, il sistema client cerca un mount NFS del percorso del file e copia il file specificato sul client utilizzandolo come file kickstart. Le impostazioni esatte dipendono dal tipo di server BOOTP/DHCP utilizzato.
Di seguito viene riportato un esempio di una riga dal file dhcpd.conf per il server DHCP:
filename "/usr/new-machine/kickstart/"; next-server blarg.redhat.com;
Da notare che sarà necessario sostituire il valore dopo filename, con il nome del file kickstart (o la directory nella quale risiede il file kickstart) ed il valore dopo next-server con il nome server NFS.
Se il nome ritornato dal server BOOTP/DHCP termina con una barra ("/"), allora verrà interpretato solo come percorso. In questo caso il sistema client monta il percorso in questione usando NFS e va alla ricerca di un file particolare. Il nome del file cercato dal client è:
<ip-addr>-kickstart
La sezione <ip-addr> del nome del file, dovrebbe essere sostituita con l'indirizzo IP del client sotto forma di numeri decimali separati da punti. Per esempio il nome del file per un computer con un indirizzo 10.10.0.1 dovrebbe essere 10.10.0.1-kickstart.
Da notare che se il server name non viene specificato, il sistema client cercherà di usare il server che ha risposto alla richiesta BOOTP/DHCP, come il proprio server NFS. Se non si specifica un percorso o un nome del file, il sistema client cercherà di montare /kickstart dal server BOOTP/DHCP e andrà alla ricerca del file di kickstart usando lo stesso nome del file <ip-addr>-kickstart come sopra descritto.

13.10. Avvio di una installazione kickstart

Per iniziare una installazione kickstart è necessario avviare il sistema dal media d'avvio creato precedentemente, oppure dal CD-ROM #1 di Fedora ed inserire un comando d'avvio speciale al prompt d'avvio. Il programma d'installazione va alla ricerca di un file kickstart, se l'argomento della linea di comando ks viene passato al kernel.
Altre opzioni per iniziare una installazione kickstart, sono le seguenti:
askmethod
Non utilizza automaticamente il CD-ROM come sorgente d'installazione, se viene rilevato un CD di Fedora nell'unità CD-ROM.
autostep
Rende kickstart non interattivo.
debug
Avvia pdb immediatamente.
dd
Utilizza un dischetto del driver.
dhcpclass=<class>
Invia un DHCP vendor class identifier personalizzato. Il dhcpcd di ISC è in grado di ispezionare questo valore usando "option vendor-class-identifier".
dns=<dns>
Un elenco di nameserver separato da virgole da usare per una installazione di rete.
driverdisk
Simile a 'dd'
esperto
Abilita le funzioni speciali:
  • permette il partizionamento di media rimovibili
  • richiede un dischetto del driver
gateway=<gw>
Gateway da utilizzare per una installazione di rete.
grafico
Forza l'installazione grafica. Necessario per utilizzare GUI con ftp/http.
isa
Richiede all'utente di configurare i dispositivi ISA.
ip=<ip>
IP da utilizzare per una installazione di rete, usa 'dhcp' per DHCP.
keymap=<keymap>
Layout della tastiera da utilizzare. I valori validi sono quelli che possono essere utilizzati per il comando 'keyboard' di kickstart.
ks=nfs:<server>:/<path>
Il programma d'installazione va alla ricerca del file di kickstart sul server NFS <server>, come file <path>. Il programma d'installazione utilizza DHCP per configurare la scheda Ethernet. Per esempio se il server NFS risulta essere server.example.com ed il file di kickstart si trova all'interno della condivisione NFS /mydir/ks.cfg, il comando d'avvio corretto sarà ks=nfs:server.example.com:/mydir/ks.cfg.
ks=http://<server>/<path>
Il programma d'installazione va alla ricerca del file di kickstart sul server HTTP <server>, come file <path>. Il programma d'installazione utilizza DHCP per configurare la scheda Ethernet. Per esempio se il vostro server HTTP risulta essere server.example.com ed il file di kickstart si trova all'interno della directory HTTP /mydir/ks.cfg, il comando d'avvio corretto sarà ks=http://server.example.com/mydir/ks.cfg.
ks=floppy
Il programma d'installazione va alla ricerca del file ks.cfg su di un file system vfat o ext2 sul dischetto in /dev/fd0.
ks=floppy:/<path>
Il programma d'installazione va alla ricerca del file di kickstart sul dischetto in /dev/fd0, come file <path>.
ks=hd:<device>:/<file>
Il programma d'installazione monta il file system su <device> (il quale deve essere vfat o ext2) e andrà alla ricerca del file di configurazione kickstart come <file>, nel file system in questione (per esempio, ks=hd:sda3:/mydir/ks.cfg).
ks=file:/<file>
Il programma d'installazione cerca di leggere il file <file> dal file system; in questo caso non vengono eseguiti processi mount. Tale processo viene normalmente eseguito se il file di kickstart è già presente sull'immagine initrd.
ks=cdrom:/<path>
Il programma d'installazione va alla ricerca del file di kickstart sul CD-ROM, come file <path>.
ks
Se ks viene usato da solo, il programma d'installazione configura la scheda Ethernet in modo da usare DHCP. Il file di kickstart viene letto dal "bootServer" dalla risposta DHCP, come se fosse un server NFS il quale condivide il file di kickstart. Per default il bootServer è lo stesso del server DHCP. Il nome del file kickstart può essere uno dei seguenti:
  • Se viene specificato DHCP ed il file d'avvio inizia con un /, si andrà alla ricerca sul server NFS del file d'avvio fornito da DHCP.
  • Se viene specificato DHCP ed il file d'avvio non inizia con /, si andrà alla ricerca all'interno della directory /kickstart del server NFS, del file d'avvio fornito da DHCP.
  • Se DHCP non ha specificato un file d'avvio, allora il programma d'installazione prova a leggere il file /kickstart/1.2.3.4-kickstart, dove 1.2.3.4 è l'indirizzo IP numerico della macchina installata.
ksdevice=<device>
Il programma d'installazione utilizza questo dispositivo di rete per collegarsi alla rete. Per esempio, considerare un sistema collegato ad un server NFS attraverso il dispositivo eth1. Per eseguire una installazione kickstart utilizzando il file di kickstart da un server NFS, usare il comando ks=nfs:<server>:/<path> ksdevice=eth1 al prompt boot:.
kssendmac
Aggiunge intestazioni HTTP sulle richieste ks=http:// le quali possono essere utili per i sistemi di provisioning. Include l'indirizzo MAC di tutti i nic nelle variabili dell'ambiente CGI di forma: "X-RHN-Provisioning-MAC-0: eth0 01:23:45:67:89:ab".
lang=<lang>
Lingua da usare per l'installazione. Questa dovrebbe essere la lingua da utilizzare con il comando di kickstart 'lang'.
loglevel=<level>
Imposta il livello minimo richiesto per i messaggi da registrare. I valori per <level> sono debug, info, warning, error, e critical. Il valore di default è info.
lowres
Forza l'esecuzione dell'installatore GUI in 640x480.
mediacheck
Attiva il codice del loader per dare una opzione all'utente per la prova dell'integrità della sorgente d'installazione (se si tratta di un metodo basato su ISO).
method=cdrom
Esegue una installazione basata sul CD-ROM.
method=ftp://<path>
Usa <path> per una installazione FTP.
method=hd:<dev>:<path>
Usa <path> su <dev> per una installazione dal disco fisso.
method=http://<path>
Usa <path> per una installazione HTTP.
method=nfs:<path>
Usa <path> per una installazione NFS.
netmask=<nm>
Maschera di rete da utilizzare per una installazione di rete.
nofallback
Esce se la GUI fallisce.
nofb
Non carica il VGA16 framebuffer necessario per eseguire l'installazione in modalità di testo per alcune lingue.
nofirewire
Non carica il supporto per i dispositivi firewire.
noipv6
Disabilita IPv6 networking durante l'installazione.
nokill
Una opzione di debug che impedisce ad anaconda di terminare tutti i programmi in esecuzione, quando si verifica un errore fatale.
nomount
Non monta automaticamente qualsiasi partizione Linux in modalità rescue.
nonet
Non esegue l'auto-probe dei dispositivi di rete.
noparport
Non cerca di caricare il supporto per i dispositivi delle porte parallele.
nopass
Disattiva il trasferimento delle informazioni della tastiera e del mouse, per la fase 2 del programma di installazione. Utile per verificare le schermate di configurazione del mouse e della tastiera durante la fase 2 del programma di installazione.
nopcmcia
Ignora qualsiasi controller PCMCIA nel sistema.
noprobe
Non cerca di rilevare hw, al contrario interroga l'utente.
noshell
Non posiziona alcuna shell sul tty2 durante l'installazione.
nostorage
Non esegue auto-probe sui dispositivi storage (SCSI, IDE, RAID).
nousb
Non carica il supporto USB (molto utile nelle fase iniziali se l'installazione entra in una fase di sospensione).
nousbstorage
Disattiva il caricamento del modulo usbstorage nel loader. Esso potrebbe essere utile nell'ordinare il dispositivo sui sistemi SCSI.
rescue
Esegue l'ambiente rescue.
resolution=<mode>
Esegue il programma d'installazione nella modalità specificata, per esempio '1024x768'.
serial
Abilita il supporto della console seriale.
skipddc
Salta il probe del DDC del monitor, utile se il sistema è sospeso.
syslog=<host>[:<port>]
Una volta che l'installazione è avviata, vengono inviati i messaggi di log al processo syslog su <host> e facoltativamente, sulla porta <port>. Necessita che il processo syslog remoto accetti i collegamenti (l'opzione -r ).
text
Forza l'installazione in modalità testo.

Importante

Se si seleziona la modalità testo per una installazione kickstart, assicurarsi di specificare le scelte per il partizionamento, il bootloader e le opzioni di scelta dei pacchetti. Questi punti sono automatizzati nella modalità testo e anaconda non può richiedere informazioni mancanti, se non si forniscono scelte per queste opzioni, anaconda interromperà il processo di installazione.
aggiornamenti
Richiede il floppy contenente gli aggiornamenti (risoluzione bug).
updates=ftp://<path>
Immagine contenente gli aggiornamenti attraverso FTP.
updates=http://<path>
Immagine contenente gli aggiornamenti attraverso HTTP.
upgradeany
Non necessita che /etc/redhat-release corrisponda alla sintassi prevista per eseguire un aggiornamento.
vnc
Abilita l'installazione basata su vnc. Sarà necessario eseguire il collegamento sulla macchina utilizzando un'applicazione client vnc.
vncconnect=<host>[:<port>]
Una volta che l'installazione è in esecuzione, collegarsi al client vnc chiamato <host> e facoltativamente utilizzare la porta <port>.
Necessita anche l'opzione 'vnc'.
vncpassword=<password>
Abilita una password per il collegamento vnc. Tale password impedirà che l'utente possa collegarsi inavvertitamente all'installazione basata su vnc.
Necessita anche l'opzione 'vnc'.

Capitolo 14. Configuratore di Kickstart

Il Configuratore di Kickstart consente di creare o modificare un file di kickstart usando una interfaccia grafica, in questo modo non sarà necessario ricordare la sintassi corretta del file.
Per usare il Configuratore di Kickstart è necessario eseguire il sistema X Window. Per avviare Kickstart Configurator, selezionare Applicazioni (sul menu principale del pannello) => Strumenti di sistema => Kickstart, oppure digitare il comando /usr/sbin/system-config-kickstart.
Durante la creazione del file di kickstart sarà possibile selezionare File => Anteprima in qualsiasi momento, in modo da ricontrollare le attuali scelte.
Per iniziare con un file di kickstart esistente, selezionare File => Apri e selezionare il file esistente.

14.1. Configurazione di base

Configurazione di base
Configurazione di base
Figura 14.1. Configurazione di base

Selezionare la lingua da usare durante l'installazione e come lingua di default da usare dopo l'installazione, dal menu Lingua di default.
Selezionare il tipo di tastiera del sistema dal menu Tastiera.
Dal menu Fuso Orario, selezionare il fuso orario da usare per il sistema. Per configurare il sistema in modo da usare UTC, selezionare Usa orologio UTC.
Inserire la password root desiderata per il sistema nel campo Password Root. Digitate la stessa password nel campo Conferma Password. Il secondo campo assicura che non ci sia alcun errore di battitura e quindi non vi permette di inserire una password diversa da quella precedentemente inserita. Per salvarla come password cifrata nel file, selezionate Cifra password root. Se l'opzione di cifratura è stata selezionata, una volta salvato il file, la password in testo chiaro precedentemente inserita, sarà ora cifrata e scritta sul file kickstart. Non digitate una password già cifrata e successivamente l'opzione di cifratura. Poichè il file di kickstart è un file in testo chiaro facile da leggere è consigliato usare una password cifrata.
La scelta di Architettura Target specifica quale distribuzione dell' architettura hardware specifica viene usata durante l'installazione.
La scelta di Riavvia il sistema dopo l'installazione, permette il riavvio del sistema in modo automatico dopo aver terminato l'installazione.
Le installazioni kickstart vengono eseguite di default in modalità grafica. Per annullare questa impostazioni di default ed utilizzare la modalità di testo, selezionare l'opzione Esegui installazione in modalità testo.
È possibile eseguire una installazione kickstart in modalità interattiva. Ciò significa che il programma d'installazione utilizza tutte le opzioni pre-configurate nel file di kickstart ma permette all'utente di visualizzare un'anteprima delle opzioni in ogni schermata, prima di continuare nella schermata successiva. Per continuare fare clic su Successivo dopo aver approvato le impostazioni, oppure dopo averle modificate prima di continuare con l'installazione. Per scegliere questo tipo d'installazione, selezionare l'opzione Esegui installazione in modalità interattiva.
Metodo di installazione
Metodo di installazione di kickstart
Figura 14.2. Metodo di installazione

La schermata Metodo d'installazione permette di scegliere se eseguire una nuova installazione oppure un aggiornamento. Se si sceglie la seconda opzione, verranno disabilitate le opzioni Informazioni sulla partizione e Selezione pacchetto. Le suddette sezioni non sono supportate per gli aggiornamenti kickstart.
Scegliere il tipo di aggiornamento o d'installazione kickstart dalle seguenti opzioni:

14.3. Opzioni del boot loader


Notare che questa schermata verrà disabilitata se è stata specificata un'architettura target diversa da x86 / x86_64.
GRUB è il boot loader predefinito per Fedora su architetture x86 / x86_64. Se non si desidera installare un boot loader, selezionare Non installare un boot loader. Se si sceglie tale opzione, assicurarsi di creare un dischetto d'avvio o di avere a disposizione un metodo alternativo per avviare il sistema, come ad esempio un boot loader di terze parti.
Scegliere dove installare il boot loader (Master Boot Record o sul primo settore della partizione /boot). Installare il boot loader sul MBR se si desidera usarlo come boot loader.
Per passare qualsiasi carattere speciale da usare al kernel quando il sistema esegue un processo d'avvio, inserire i suddetti caratteri nel campo di testo Parametri Kernel. Per esempio, se si è in possesso di un IDE CD-ROM Writer, è possibile indicare al kernel di usare il driver dell'emulatore SCSI il quale deve essere caricato prima di utilizzare cdrecord. Per fare questo configurare hdd=ide-scsi come parametro del kernel (dove hdd è il dispositivo CD-ROM).
È possibile proteggere, tramite l'utilizzo di una password, il boot loader GRUB, configurando la password di GRUB. Selezionare Usa password di GRUB ed inserire una password nel campo Password. Digitare la stessa password nel campo Conferma Password. Per salvarla come password cifrata nel file, selezionare Cifra password di GRUB. Se l'opzione di cifratura viene selezionata, quando il file viene salvato, la password in testo chiaro che è stata digitata verrà cifrata e scritta sul file di kickstart. Se la password digitata è stata precedentemente cifrata, deselezionare l'opzione di cifratura.
Se è stata selezionata l'opzione Aggiorna una installazione esistente sulla pagina Metodo d'installazione, selezionare Aggiorna il boot loader esistente per aggiornare la configurazione del boot loader esistente, preservando le voci più vecchie.
Informazioni sulla partizione
Informazioni sulla partizione di kickstart
Figura 14.4. Informazioni sulla partizione

Segliere se ripulire o meno il Master Boot Record (MBR). È possibile decidere di rimuovere tutte le partizioni esistenti o le sole partizioni Linux oppure di mantenere le partizioni esistenti.
Per inizializzare l'etichetta del disco sul valore di default per l'architettura del sistema (per esempio msdos per x86 e gpt per Itanium), selezionare Inizializza l'etichetta del disco se si sta eseguendo l'installazione su di un nuovo disco fisso.

Nota

Anche se anaconda e kickstart supportano il Logical Volume Management (LVM), al momento non vi è alcun meccanismo disponibile per la configurazione usando il Kickstart Configurator.

14.4.1. Creazione delle partizioni

Per creare una partizione fare clic su Aggiungi. A questo punto verrà visualizzata una finestra Opzioni della partizione come riportato in Figura 14.5, «Creazione delle partizioni». Selezionare il mount point, il tipo di file system e la dimensione per la nuova partizione. Facoltativamente è possibile scegliere in modo seguente:
  • Nella sezione Opizioni aggiuntive della dimensione, scegliere di creare una partizione con una dimensione fissa, o con una dimensione desiderata oppure riempendo lo spazio restante su di un disco fisso. Se è stato scelto swap come tipo di file system, allora è possibile fare in modo che il programma d'installazione sia in grado di creare una partizione swap, con la misura consigliata invece di doverne specificare una.
  • Impone che la partizione sia creata come primaria.
  • Creare la partizione su di un disco fisso specifico. Per esempio creare la partizione sul primo disco fisso IDE (/dev/hda), specificare hda come unità. Non includere /dev nel nome dell'unità.
  • Usare una partizione esistente. Per esempio per creare una partizione sulla prima partizione del primo disco fisso IDE (/dev/hda1), specificare hda1 come partizione. Non includere /dev nel nome della partizione.
  • Formattare la partizione come il filesystem prescelto.
Creazione delle partizioni
Creazione di partizioni per kickstart
Figura 14.5. Creazione delle partizioni

Per modificare una partizione esistente selezionarla dall'elenco e successivamente fare clic sul pulsante Modifica. A questo punto verrà visualizzata la stessa partizione, Opzioni della partizione, visualizzata nel processo di aggiunta di una partizione come riportato in Figura 14.5, «Creazione delle partizioni», ad eccezione del fatto che essa riflette i valori per la partizione selezionata. Modificare le opzioni della partizione e successivamente fare clic su OK.
Per cancellare una partizione esistente, selezionarla dall'elenco e successivamente fare clic sul pulsante Cancella.
La finestra Configurazione firewall è simile alla schermata nel programma d'installazione e Strumento di configurazione livello sicurezza.
Configurazione firewall
Configurazione del firewall per kickstart
Figura 14.10. Configurazione firewall

Se Disabilita firewall è stato selezionato, il sistema permette un accesso completo a qualsiasi servizio e porta attivi. Nessun collegamento al sistema verrà negato.
Selezionando Abilita firewall verrà configurato il sistema in modo da rifiutare i collegamenti in entrata che non sono in risposta alle richieste in uscita, come ad esempio repliche DNS o richieste DHCP. Se è necessario l'accesso ai servizi eseguiti sulla macchina, è possibile scegliere di abilitare servizi specifici attraverso il firewall.
Solo i dispositivi configurati nella sezione Configurazione di rete, vengono elencati come dispositivi fidati disponibili. I collegamenti da qualsiasi dispositivo selezionato tramite l'elenco, verranno accettati dal sistema. Per esempio, se eth1 riceve solo i collegamenti da sistemi interni, allora sarà buona idea abilitare i collegamenti provenienti dal sistema interessato.
Se selezionare un servizio nell'elenco Servizi fidati, i collegamenti per il servizio verranno accettati e processati dal sistema.
È possibile abilitare l'accesso ad altre porte non specificate, indicandole nel campo Altre porte. Utilizzare il seguente formato: port:protocol. Per esempio, per permettere l'accesso IMAP attraverso il firewall, specificare: imap:tcp. È inoltre possibile indicare numericamente le porte; per autorizzare il passaggio di pacchetti UDP sulla porta 1234, inserire 1234:udp. Per specificare più porte è necessario separarle con delle virgole.
Configurazione X
Configurazione di X per kickstart
Figura 14.11. Configurazione X

Selezionare altresì se avviare Setup Agent durante il primo riavvio del sistema. Esso risulta essere disabilitato per default ma le impostazioni possono essere modificate in modo da abilitarlo in modalità di riconfigurazione. Tale modalità abilita la lingua, il mouse, la tastiera, la password root, il livello di sicurezza, il fuso orario e le opzioni di configurazione del networking in aggiunta a quelle predefinite.

14.10. Script di pre-installazione

Script di pre-installazione
Script di pre-installazione per kickstart
Figura 14.13. Script di pre-installazione

I comandi da eseguire sul sistema possono essere aggiunti immediatamente dopo la lettura del file kickstart e prima che inizi l'installazione. Se è stata configurata la rete nel file kickstart, la rete viene attivata prima dell'elaborazione di questa sezione. Se si desidera includere uno script di pre-installazione digitarlo nel campo di testo.
Per specificare un linguaggio di programmazione 'scripting language' da utilizzare per eseguire lo script, selezionare l'opzione Usa un interprete ed inserire l'interprete nella casella corrispondente. Per esempio /usr/bin/python2.4 può essere specificato per uno script Python. Questa opzione corrisponde all'utilizzo di %pre --interpreter /usr/bin/python2.4 nel file di kickstart.
Numerosi comandi disponibili in un ambiente di pre-installazione, vengono forniti da una versione di busybox chiamata busybox-anaconda. I comandi forniti da Busybox non presentano tutte le funzioni ma semplicemente solo quelle più comuni. Di seguito vengono riportati tutti i comandi disponibili inclusi i comandi forniti da busybox:
addgroup, adduser, adjtimex, ar, arping, ash, awk, basename, bbconfig, bunzip2, busybox, bzcat, cal, cat, catv, chattr, chgrp, chmod, chown, chroot, chvt, cksum, clear, cmp, comm, cp, cpio, crond, crontab, cut, date, dc, dd, deallocvt, delgroup, deluser, devfsd, df, diff, dirname, dmesg, dnsd, dos2unix, dpkg, dpkg-deb, du, dumpkmap, dumpleases, e2fsck, e2label, echo, ed, egrep, eject, env, ether-wake, expr, fakeidentd, false, fbset, fdflush, fdformat, fdisk, fgrep, find, findfs, fold, free, freeramdisk, fsck, fsck.ext2, fsck.ext3, fsck.ext4, fsck.minix, ftpget, ftpput, fuser, getopt, getty, grep, gunzip, gzip, hdparm, head, hexdump, hostid, hostname, httpd, hush, hwclock, id, ifconfig, ifdown, ifup, inetd, insmod, install, ip, ipaddr, ipcalc, ipcrm, ipcs, iplink, iproute, iptunnel, kill, killall, lash, last, length, less, linux32, linux64, ln, load_policy, loadfont, loadkmap, login, logname, losetup, ls, lsattr, lsmod, lzmacat, makedevs, md5sum, mdev, mesg, mkdir, mke2fs, mkfifo, mkfs.ext2, mkfs.ext3, mkfs.ext4, mkfs.minix, mknod, mkswap, mktemp, modprobe, more, mount, mountpoint, msh, mt, mv, nameif, nc, netstat, nice, nohup, nslookup, od, openvt, passwd, patch, pidof, ping, ping6, pipe_progress, pivot_root, printenv, printf, ps, pwd, rdate, readlink, readprofile, realpath, renice, reset, rm, rmdir, rmmod, route, rpm, rpm2cpio, run-parts, runlevel, rx, sed, seq, setarch, setconsole, setkeycodes, setlogcons, setsid, sh, sha1sum, sleep, sort, start-stop-daemon, stat, strings, stty, su, sulogin, sum, swapoff, swapon, switch_root, sync, sysctl, tail, tar, tee, telnet, telnetd, test, tftp, time, top, touch, tr, traceroute, true, tty, tune2fs, udhcpc, udhcpd, umount, uname, uncompress, uniq, unix2dos, unlzma, unzip, uptime, usleep, uudecode, uuencode, vconfig, vi, vlock, watch, watchdog, wc, wget, which, who, whoami, xargs, yes, zcat, zcip
Per la descrizione di uno di questi comandi, eseguire:
busybox comando --help
In aggiunta ai comandi sopra riportati, vengono forniti i seguenti comandi nelle loro versioni complete:
anaconda, bash, bzip2, jmacs, ftp, head, joe, kudzu-probe, list-harddrives, loadkeys, mtools, mbchk, mtools, mini-wm, mtools, jpico, pump, python, python2.4, raidstart, raidstop, rcp, rlogin, rsync, setxkbmap, sftp, shred, ssh, syslinux, syslogd, tac, termidx, vncconfig, vncpasswd, xkbcomp, Xorg, Xvnc, zcat

Warning

Non includere il comando %pre. È stato aggiunto precedentemente.

Nota

Lo script di pre-installazione viene eseguito dopo aver montato il supporto sorgente e dopo aver caricato la fase 2 del boot loader. Per questa ragione non è possibile modificare il media sorgente nello script di pre-installazione.
Script di post-installazione
Script di post-installazione per kickstart
Figura 14.14. Script di post-installazione

I comandi da eseguire sul sistema possono essere aggiunti anche una volta completata l'installazione. Se la rete è stata configurata correttamente nel file di kickstart, la rete è attivata. Se si desidera includere uno script di post-installazione, digitarlo nel campo di testo.

Warning

Non includere il comando %post. Il suddetto comando è già stato aggiunto.
Per esempio, per modificare il messaggio del giorno per i sistemi appena installati, aggiungere il seguente comando alla sezione %post:
echo "Hackers will be punished!" > /etc/motd

14.11.1. Ambiente chroot

Per eseguire lo script di post-installazione esternamente all'ambiente chroot, fare clic sulla casella corrispondente all'opzione nella parte alta della finestra Post-Installazione. Tale operazione è equivalente all'utilizzo dell'opzione --nochroot nella sezione %post.
Per apportare le modifiche al file system appena installato, all'interno della sezione di post-installazione ma esternamente all'ambiente chroot, aggiungere /mnt/sysimage/ all'inizio del nome della directory.
Per esempio, se è stato selezionato Esegui fuori dall'ambiente chroot, l'esempio precedente deve essere modificato nel modo seguente:
echo "Hackers will be punished!" > /mnt/sysimage/etc/motd

14.11.2. Utilizzo di un interprete

Per specificare un linguaggio di programmazione 'scripting language' da utilizzare per eseguire lo script, selezionare l'opzione Usa un interpreter ed inserire l'interprete nella casella corrispondente. Per esempio /usr/bin/python2.2 può essere specificato per uno script Python. Questa opzione corrisponde all'utilizzo di %post --interpreter /usr/bin/python2.2 nel file di kickstart.

Parte IV. Dopo l'installazione

Questa parte della Guida all'installazione di Fedora descrive la procedura finale dell'installazione, così come alcuni compiti relativi all'installazione che bisogna eseguire in altri momenti in futuro. Ciò include:
  • l'uso di un disco di installazione di Fedora per ripristinare un sistema danneggiato.
  • avanzare ad una nuova versione di Fedora.
  • rimuovere Fedora dal proprio sistema.

Capitolo 15. Firstboot

Firstboot viene avviato la prima volta che si accede ad un nuovo sistema Fedora. Usare Firstboot per configurare il sistema all'uso prima dell'accesso.
Schermata di benvenuto di Firstboot
Schermata di benvenuto di Firstboot
Figura 15.1. Schermata di benvenuto di Firstboot

Selezionare Avanti per avviare l'applicazione Firstboot.

E' richiesta un'interfaccia grafica

Firstboot richiede un'interfaccia grafica. Se non ne è installata alcuna, o se Fedora dovesse avere qualche problema ad avviarla, si potrebbe vedere una schermata di setup leggermente differente.

15.2. Utente di sistema

Creare un account utente con questa schermata. Utilizzare sempre questo account per accedere al sistema Fedora, invece di usare l'account di root.
Schermata di creazione utente Firstboot
Schermata di creazione utente Firstboot
Figura 15.3. Schermata di creazione utente Firstboot

Digitare un nome utente ed il proprio nome completo e quindi digitare una password scelta. Digitare la password ancora una volta nel campo Conferma password per assicurarsi che sia stata immessa correttamente. Fare riferimento al Sezione 7.17, «Impostare la password di root» per delle linee guida su come scegliere una password sicura.

Creare degli account per utenti aggiuntivi

Per creare degli account per utenti aggiuntivi per il sistema dopo che l'installazione è stata completata, scegliere SistemaAmministrazioneUtenti e gruppi.
Per configurare Fedora ad usare la rete per l'autenticazione o per le informazioni sul singolo utente, selezionare Usa Network Login....

15.3. Data ed ora

Se il sistema non ha accesso ad Internet o ad un server di rete per la configurazione dell'ora, bisogna impostare manualmente la data e l'ora per il proprio sistema tramite questa schermata. In alternativa, si può usare un server NTP (Network Time Protocol) per mantenere la precisione dell'orologio. NTP fornisce il servizio di sincronizzazione del tempo a computer posti nella stessa rete. In Internet sono disponibili vari computer che offrono servizi pubblici di tipo NTP.

In alternativa selezionare la tabella Network Time Protocol per configurare il sistema all'uso di server NTP.

Impostare l'orologio

Per cambiare queste impostazioni in un secondo momento, scegliere SistemaAmministrazioneData e ora.
Per configurare il sistema ad usare server di rete per l'ora, selezionare l'opzione Abilitare il Network Time Protocol. Tale opzione disabilita le impostazioni della scheda Data e ora e abilita le altre impostazioni sullo schermo.
Schermata Network Time Protocol di Firstboot
Schermata Network Time Protocol di Firstboot
Figura 15.5. Schermata Network Time Protocol di Firstboot

Per impostazione predefinita, Fedora è configurato per usare tre gruppi separati, o pool, di server dell'ora. Il pool di server dell'ora crea ridondanza, in maniera tale che se un server non dovesse essere disponibile, il sistema è in grado di sincronizzarsi con un altro server.
Per usare un server dell'ora aggiuntivo, selezionare Aggiungi e digitare il nome DNS del server nella casella. Per rimuovere un server o un pool di server dall'elenco, selezionarne il nome e cliccare su Elimina.
Se la macchina è sempre connessa ad internet tramite una connessione via cavo, selezionare l'opzione Sincronizza l'orologio di sistema prima di avviare il servizio. Questa opzione potrebbe causare un piccolo ritardo all'avvio ma assicura un ora precisa sul sistema anche se l'orologio è significativamente sbagliato all'avvio.

Portatili ed NTP

Non usare questa opzione con computer portatili che utilizzano a volte reti senza fili.
Se l'orologio hardware del computer è molto poco preciso, si può disabilitare completamente la sorgente locale dell'ora. Per disabilitare la sorgente locale dell'ora, selezionare Mostra le opzioni avanzate e disabilitare l'opzione Utilizza il Local Time Source. Così facendo, i server NTP avranno la priorità sull'orologio interno.
Abilitando l'opzione avanzata Abilita il Broadcast NTP, Fedora prova a localizzare automaticamente server dell'ora sulla rete.
Schermata del profilo hardware di Firstboot
Schermata del profilo hardware di Firstboot
Figura 15.6. Schermata del profilo hardware di Firstboot

Per partecipare a questo importante lavoro, selezionare Invia Profilo. Se si sceglie di non sottomettere alcun profilo, non cambiare il valore predefinito. Selezionare Fine per continuare alla schermata di login.

Aggiornare il sistema

Per assicurare la sicurezza del sistema, avviare un aggiornamento dei pacchetti dopo avere completato l'installazione. Capitolo 16, Passi successivi spiega come aggiornare il sistema Fedora.

Capitolo 16. Passi successivi

Fedora fornisce un sistema operativo con ampie possibilità di risorse, supportato da una vasta comunità.

16.1. Aggiornamento del sistema

Il Fedora Project rilascia aggiornamenti dei pacchetti software per Fedora durante tutto il periodo di supporto di ogni versione. I pacchetti di aggiornamento aggiungono nuove opzioni, migliorano l'attendibilità, risolvono bug, o rimuovono vulnerabilità nell'ambito della sicurezza. Per assicurare la sicurezza al proprio sistema, aggiornarlo regolarmente ed il prima possibile dopo l'annuncio del rilascio di miglioramenti di sicurezza. Fare riferimento a Sezione 16.4, «Sottoscriversi a Fedora Announcements and News» per informazioni sui servizi di notifica di Fedora.
Una applet di aggiornamento ricordare di effettuare gli aggiornamenti quando disponibili. L'applet è installato per impostazione predefinita in Fedora. Esso verifica se è disponibile una versione più aggiornata dei software da tutti i repository configurati, ed agisce come un servizio in background. Genera un messaggio di notifica sul desktop se vengono trovati aggiornamenti e per avviare l'aggiornamento del software del sistema basta cliccare sullo stesso messaggio.
Per aggiornare il sistema con gli ultimi pacchetti manualmente, usare Update System:

su -c 'yum update'
Fare riferimento a http://docs.fedoraproject.org/yum/ per ulteriori informazioni sull'uso di yum.

E' richiesta una connessione di rete

Bisogna assicurarsi che il proprio sistema abbia una connessione di rete attiva prima di lanciare lo strumento Aggiorna software o il programma yum. Il processo di aggiornamento scaricherà informazioni e pacchetti da una rete di server.
Se il sistema Fedora è dotato di una connessione permanente di rete, si potrebbe scegliere di abilitare gli aggiornamenti di sistema giornalieri. Per abilitare gli aggiornamenti automatici, seguire le istruzioni riportate sulla pagina web http://docs.fedoraproject.org/yum/sn-updating-your-system.html.

16.2. Terminare l'aggiornamento a versione superiore

Aggiornamenti di sistema raccomandati

Una volta riavviato il sistema dopo l'esecuzione del passaggio alla versione successiva, bisogna inoltre effettuare un aggiornamento del sistema manuale. Per maggiori informazioni consultare Sezione 16.1, «Aggiornamento del sistema»
Se si sceglie di aggiornare il proprio sistema da una precedente release piuttosto che effettuare un installazione da capo, bisogna esaminare le differenze nel set di pacchetti. Sezione 7.14.2, «Effettuare il passaggio ad una versione successiva usando il programma di installazione» avvisa di creare una lista di pacchetti del sistema originale. Si potrà quindi utilizzare questa lista per determinare come riportare il nuovo sistema vicino allo stato del sistema originale.
La maggior parte delle configurazioni dei repository software sono conservate in pacchetti che terminano con release. Controllare la lista dei vecchi pacchetti per i repository che erano installati:
awk '{print $1}' ~/old-pkglist.txt | grep 'release$'
Se necessario, ottenere ed installare questi pacchetti di repository software dalla loro fonte originale su internet. Seguire le istruzioni dal sito originale per installare i pacchetti di configurazione repository da usare tramite yum e altri strumenti di gestione del software sul sistema Fedora.
Quindi eseguire i seguenti comandi per fare una lista di ulteriori pacchetti software mancanti:
awk '{print $1}' ~/old-pkglist.txt | sort | uniq > ~/old-pkgnames.txt
rpm -qa --qf '%{NAME}\n' | sort | uniq > ~/new-pkgnames.txt
diff -u ~/old-pkgnames.txt ~/new-pkgnames.txt | grep '^-' | sed 's/^-//' > /tmp/pkgs-to-install.txt
Ora usare il file /tmp/pkgs-to-install.txt con il comando yum per ripristinare la maggior parte di tutti i vecchi software:
su -c 'yum install `cat /tmp/pkgs-to-install.txt`'

Software mancante

A causa dei cambiamenti nei pacchetti complementari fra le versioni di Fedora, è possibile che questo metodo non ripristini tutto il software sul sistema. Si possono usare le routine qui sopra per confrontare nuovamente il software sul sistema, e compensare i problemi che si riscontrano.

16.3. Passare ad un login di tipo grafico

Se l'installazione è stata fatta usando un login testuale e si desidera passare ad un login grafico seguire la seguente procedura.
  1. Passare all'account root:
    su -
    
    Fornire la password di amministratore quando richiesta.
  2. Se non è già stato fatto, installare uno degli ambienti desktop grafici. Per esempio, per installare l'ambiente grafico GNOME, utilizzare questo comando:
    yum groupinstall "GNOME Desktop Environment"
    
    Questo passaggio potrebbe richiedere del tempo affinché il sistema Fedora possa scaricare ed installare il software aggiuntivo. Si potrà ricevere la richiesta di fornire il disco di installazione a seconda della sorgente originale d'installazione.
  3. Eseguire il seguente comando per modificare il file /etc/inittab:
    nano /etc/inittab
    
  4. Trovare la linea che include il testo initdefault. Cambiare il numero 3 in 5.
  5. Premere Ctrl+O per scrivere il file su disco, quindi premere Ctrl+X per uscire dal programma.
  6. Scrivere exit per effettuare il logout dell'utente amministratore.
Se si desidera, è possibile riavviare il sistema usando il comando reboot. Il sistema verrà riavviato presentando un accesso grafico.
Se si incontrano problemi con il login grafico, consultare una delle fonti di aiuto elencate in Sezione 1.2, «Ottenere più aiuto».

16.4. Sottoscriversi a Fedora Announcements and News

Per ricevere informazioni riguardanti gli aggiornamenti dei pacchetti, abbonarsi alla mailing list degli annunci, oppure utilizzare feed RSS.
Mailing list degli annunci del Fedora Project
Feed RSS del Fedora Project
La mailing list degli annunci da notizie anche sulle novità relative al Fedora Project ed alla comunità Fedora.

Annunci sulla sicurezza

Gli annunci che riportano la parola identificativa [SECURITY] nel titolo, identificano gli aggiornamenti di pacchetti che risolvono vulnerabilità di sicurezza.

16.5. Reperire documentazione e supporto

I membri della comunità Fedora forniscono supporto tramite le mailing list, forum web e Linux User Groups (LUG) sparsi in tutto il mondo.
Il sito web per i forum ufficiali è http://forums.fedoraforum.org/.
Le seguenti risorse forniscono ulteriori informazioni su molti aspetti di Fedora:
Molte altre organizzazioni o singoli forniscono tutorial ed HOWTO per Fedora sui propri siti web. Si possono reperire informazioni su qualsiasi argomento tramite l'uso del motore di ricerca su Linux di Google, raggiungibile all'indirizzo http://www.google.com/linux.

16.6. Unitevi alla Comunità Fedora

Il Fedora Project è sviluppato dai singoli individui che vi contribuiscono. I membri della comunità forniscono supporto e documentazione agli altri utenti, aiutano a migliorare il software incluso in Fedora durante i processi di test, ed a sviluppare nuovi software a fianco dei programmatori di Red hat. I risultati di questo lavoro sono disponibili a tutti.
Per fare la differenza, partite da qui:

Capitolo 17. Recupero di base del sistema

Quando si verificano degli imprevisti, c'é sempre una soluzione del problema, Tuttavia, questi rimedi, richiedono una buona comprensione del sistema. Questo capitolo descrive come effettuare l'avvio in modalitá di ripristino, modalitá singolo utente, e modalitá di emergenza, dove è possibile usare le proprie competenze per far fronte agli imprevisti del sistema.

17.1. Problemi comuni

A causa dei seguenti problemi potrebbe esser necessario eseguire il processo d'avvio tramite una modalità di recupero:
  • Non è possibile effettuare un avvio normale di Fedora (runlevel 3 or 5).
  • Si riscontrano problemi di hardware o software, e si desidera ottenere alcuni file importanti dal disco fisso del sistema.
  • Avete dimenticato la password di root.
La modalità di ripristino permette di avviare un piccolo ambiente Fedora direttamente da un CD-ROM, oppure utilizzando qualche altro metodo invece del disco fisso del sistema.
Come indica il nome, la modalità di ripristino viene fornita per ripristinare qualche cosa. Durante il funzionamento normale, il sistema Fedora utilizza i file contenuti nel disco fisso del sistema per effettuare di tutto — eseguire programmi, immagazzinare file ed altro ancora.
Tuttavia, a volte Fedora non riesce ad accedere ai file del disco fisso del sistema. Grazie alla modalità di ripristino è possibile accedere ai file contenuti nel disco fisso anche se non si riesce ad eseguire Fedora dallo stesso disco fisso.
  • Avviando il sistema da un CD-ROM o DVD di avvio d'installazione.
  • Avviando il sistema da un supporto di avvio d'installazione, come ad esempio dispositivi USB flash.
  • Avviando il sistema dal CD-ROM #1 o dal DVD di Fedora.
Dopo aver effettuato un avvio usando uno dei metodi descritti, inserire la parola chiave rescue come parametro del kernel. Per esempio, per un sistema x86, digitare il seguente comando al prompt di avvio di installazione:
linux rescue
Verrà richiesto di rispondere ad alcune semplici domande, del tipo quale lingua usare. Verrà richiesto anche di selezionare dov'é posizionata una immagine di ripristino valida. Selezionare da CD-ROM locale, Disco fisso, immagine NFS, FTP, o HTTP. La posizione selezionata deve contenere un albero d'installazione valido, e il suddetto albero deve essere della stessa versione di Fedora, del disco di Fedora dal quale é stato effettuato l'avvio. Se si usa un CD-ROM o un altro supporto per iniziare la modalitá di ripristino, l'albero d'installazione deve essere lo stesso albero dal quale é stato creato il supporto. Per maggiori informazioni su come impostare un albero d'installazione su di un disco fisso, server NFS, server FTP o server HTTP, consultare le sezioni precedenti di questa guida.
Se si seleziona una immagine di ripristino che non richiede una connessione di rete, verrà chiesto se si desidera o meno stabilire tale connessione. Una connessione di rete é utile se è necessario effettuare alcuni file di backup per un computer diverso o installare alcuni pacchetti RPM da una posizione di rete condivisa, per esempio.
Verrà visualizzato il seguente messaggio:
The rescue environment will now attempt to find your Linux installation and mount it under the directory /mnt/sysimage. You can then make any changes required to your system. If you want to proceed with this step choose 'Continue'. You can also choose to mount your file systems read-only instead of read-write by choosing 'Read-only'. If for some reason this process fails you can choose 'Skip' and this step will be skipped and you will go directly to a command shell.
Se si seleziona Continua, esso tenterà di montare il file system sotto la cartella /mnt/sysimage. Qualora non si riesca a montare una partizione, visualizzerà un avviso. Se si seleziona Solo lettura, tenterà di montare il file system sotto la cartella /mnt/sysimage, ma in modalità di sola lettura. Se si seleziona Ignora, il file system non viene montato. Scegliere Ignora se si ritiene che il file system possa essere corrotto.
Una volta entrati nella modalità di ripristino, compare un prompt nella console virtuale (VC) 1 e 2. Per accedere alla VC 1, usare la combinazione di tasti Ctrl-Alt-F1 , mentre per accedere alla VC 2, usare Ctrl-Alt-F2):
sh-3.00b#
Se è stato selezionato Continua per montare automaticamente le partizioni e queste sono state montate correttamente, si è in modalità utente singolo.
Se il file system è montato e si vuole che la partizione root sia la partizione del sistema invece che dell'ambiente di modalitá di ripristino, usare il seguente comando:
chroot /mnt/sysimage
Ciò è utile se è necessario eseguire comandi come rpm, per i quali è necessario che la partizione root sia montata come /. Per uscire dall'ambiente chroot, digitare exit e si tornerà al prompt.
Se è stato selezionato Ignora, è ancora possibile tentare di montare una partizione o un volume logico LVM2 manualmente all'interno della modalitá di ripristino, creando una cartella come /foo, e digitando il seguente comando:
mount -t ext4 /dev/mapper/VolGroup00-LogVol02 /foo
Nel comando riportato sopra, /foo rappresenta una cartella creata dall'utente, e /dev/mapper/VolGroup00-LogVol02 è il volume logico LVM2 che si desidera montare. Se la partizione è di tipo ext2 o ext3, sostituire ext4 rispettivamente con ext2 o ext3.
Se non si conoscono i nomi delle partizioni, utilizzare il seguente comando per ottenere un elenco:
fdisk -l
Se non si conosono i nomi di tutti i volumi fisici LVM2, gruppi di volume o volumi logici, utilizzare i seguenti comandi per ottenere un elenco:
pvdisplay
vgdisplay
lvdisplay
Dal prompt è possibile avviare molti comandi utili, quali:
  • ssh,scp, e ping se é avviata la rete
  • dump e restore per utenti con lettori a nastro
  • parted e fdisk per la gestione delle partizioni
  • rpm per l'installazione o l'avanzamento di versione del software
  • joe per la modifica dei file di configurazione

    Note

    Se si prova ad avviare altri editor molto comuni come ad esempio emacs, pico, o vi, sarà avviato l'editor joe.


[4] Per maggiori informazioni, consultare:

Capitolo 18. Aggiornamento del sistema in uso

Questo capitolo affronta i vari metodi disponibili per un avanzamento di versione del sistema Fedora.

18.1. Scegliere se aggiornare o reinstallare

Anche se è supportato l'avanzamento di versione da Fedora 10, si ottiene una esperienza migliore effettuando un back up dei dati per poi procedere all'installazione di questa release di Fedora 11 attraverso la precedente installazione di Fedora.
Per eseguire un avanzamento da Fedora 10 aggiornare il sistema prima di effettuare l'avanzamento.

Importante

Non è possibile avanzare direttamente da Fedora 9 a Fedora 11. Per effettuare l'avanzamento da Fedora 9 a Fedora 11 avanzare prima a Fedora 10.
Questo metodo di reinstallazione, assicura la migliore stabilità possibile del sistema.
Se si sta utilizzando Fedora 10, è possibile eseguire un avanzamento tradizionale, basato sul programma dell'installazione.
Tuttavia, prima di eseguire un aggiornamento del sistema vi sono alcune cose da tener presente:
  • I file di configurazione del pacchetto individuale potrebbero non funzionare dopo aver eseguito l'aggiornamento, questo a causa di alcune modifiche in alcuni formati o strutture, nel file di configurazione stesso.
  • Se è stato installato uno dei prodotti di Red Hat (come ad esempio Cluster Suite), tale prodotto dovrebbe essere aggiornato manualmente dopo che l'avanzamento stesso di Fedora è stato completato.
  • Le applicazione di terzi o ISV potrebbero non funzionare correttamente dopo la procedura di aggiornamento.
Eseguendo l'upgrade del sistema si installeranno le versioni aggiornate dei pacchetti attualmente installati sul sistema.
Il processo di aggiornamento preserva i file di configurazione esistenti rinominandoli con l'estensione .rpmsave (per esempio, sendmail.cf.rpmsave). Tale processo genera, inoltre, una registrazione delle proprie azioni in /root/upgrade.log.

Warning

Con il continuo sviluppo del software, i formati del file di configurazione possono variare. Risulta essere molto importante quindi, paragonare i vostri file di configurazione originali, ai nuovi file prima di integrare i vostri cambiamenti.

Note

E' sempre consigliabile effettuare un backup dei dati presenti nel sistema. Per esempio, se state effettuando un aggiornamento oppure se state creando un sistema dual-boot, dovreste effettuare un backup dei dati che desiderate mantenere sul disco fisso. Purtroppo si possono sempre verificare errori con una conseguente perdita dei dati.
Alcuni pacchetti aggiornati potrebbero richiedere l'installazione di altri pacchetti per poter lavorare correttamente. Se scegliete di configurare manualmente i pacchetti da aggiornare, potrebbe esservi richiesto di risolvere i problemi della dipendenza. Altrimenti, la procedura di aggiornamento si occuperà delle dipendenze installando, se necessario, pacchetti aggiuntivi non presenti nel sistema.
A seconda di come è stato partizionato il sistema, il programma di aggiornamento può chiedervi di aggiungere un file swap aggiuntivo. Se il programma di aggiornamento non rileva il suddetto file con dimensioni pari al doppio della RAM, vi chiede se desiderate aggiungere un nuovo file swap. Se il sistema non dispone di molta RAM (meno di 256 MB), si raccomanda di aggiungere tale file.

Capitolo 19. Rimozione di Fedora

Rispettiamo la libertà di scegliere il sistema operativo per il proprio computer. Questa sezione spiega come disinstallare Fedora.

Queste istruzioni potrebbero distruggere i dati!

Se si possiedono dati su Fedora che si desidera mantenere, copiarli prima di procedere. Scrivere i propri dati su CD, DVD, dischi fisici esterni o altri dispositivi di memorizzazione.
Come precauzione, conservare inoltre i dati da qualsiasi altro sistema operativo installato sullo stesso computer. Potrebbero verificarsi problemi che potrebbero risultare in una perdita di tutti i dati.
Se si conservano dati da Fedora da utilizzare successivamente in altri sistemi operativi, assicurarsi che il supporto di memorizzazione o il dispositivo sia leggibile da quel sistema operativo. Per esempio, senza un software di terze parti, Microsoft Windows non può leggere un disco esterno formattato da Fedora per usare i filesystem ext2, ext3 oppure ext4.
Per disinstallare Fedora dal sistema basato su x86, bisogna rimuovere le informazioni del boot loader di Fedora dal master boot record (MBR) e rimuovere le partizioni che contengono il sistema operativo. Il metodo per la rimozione di Fedora dal computer varia, a seconda se Fedora è il solo sistema operativo installato sul computer, oppure se il computer è configurato per avviare sia Fedora che un altro sistema operativo.

Versioni obsolete di sistemi operativi Microsoft

Fdisk, lo strumento di partizionamento del disco fornito da MS-DOS e Microsoft Windows, non è in grado di rimuovere i filesystem usati da Fedora. MS-DOS e le versioni di Windows precedenti a XP (tranne Windows 2000) non hanno altro modo di rimuovere o modificare le partizioni. Fare riferimento a Sezione 19.3, «Sostituire Fedora con MS-DOS o versioni obsolete di Microsoft Windows» per metodi di rimozione alternativi per l'utilizzo in MS-DOS e queste versioni di Windows.

19.1. Fedora è il solo sistema operativo sul computer

Se Fedora è il solo sistema operativo sul computer, usare il supporto di installazione per la sostituzione del sistema operativo per rimuovere Fedora. Esempi di supporti di installazione sono il CD di installazione di Windows XP, il DVD di installazione di Windows Vista, i CD o il DVD di installazione di Mac OS X oppure il CD o DVD di installazione di un altra distribuzione Linux.
Notare che alcuni produttori o computer prodotti in fabbrica con Microsoft Windows pre installato non forniscono il CD o DVD di installazione di Windows con il computer. I produttori potrebbero comunque aver fornito il loro "disco di ripristino del sistema", oppure includono software con il computer che consente la creazione del proprio "disco di ripristino del sistema" al primo avvio del computer. In alcuni casi, il software di ripristino del sistema viene memorizzato su una partizione separata sul disco fisso. Se non si riesce ad identificare il supporto di installazione per un sistema operativo pre installato sul computer, consultare la documentazione fornita con la macchina, o contattare il produttore.
Quando si trova il supporto di installazione per il sistema operativo scelto:
  1. Effettuare una copia dei dati che si desidera conservare.
  2. Spegnere il computer.
  3. Avviare il computer con il disco di installazione per la sostituzione del sistema operativo.
  4. Seguire le indicazioni descritte dal processo di installazione. Molti dischi di installazione di Windows, OS X, e Linux consentono di partizionare manualmente il disco fisso durante il processo di installazione, oppure offriranno l'opzione di rimuovere tutte le partizioni e cominciare con un nuovo schema di partizionamento . A questo punto, rimuovere tutte le partizioni rilevate dal software di installazione oppure consentire al programma d'installazione di rimuovere automaticamente le partizioni. Il supporto di "Ripristino del sistema" per i computer con Microsoft Windows già installato potrebbero creare uno schema di partizionamento predefinito automaticamente senza effettuare richieste all'utente.

    Avvertimento

    Se il computer ha un software di ripristino del sistema all'interno di una partizione su un disco fisso, fare attenzione durante la rimozione di partizioni durante l'installazione di un sistema operativo da altri supporti. In questi casi, si potrebbe distruggere la partizione che contiene il software di ripristino del sistema.

19.2. Il computer avvia Fedora e un altro sistema operativo

Se il computer è configurato per poter effettuare il dual-boot di Fedora ed un altro sistema operativo, la rimozione di Fedora senza rimuovere le partizioni contenenti l'altro sistema operativo e i suoi dati è più complicata. Di seguito vengono elencate le istruzioni specifiche per alcuni sistemi operativi. Per non mantenere sia Fedora che l'altro sistema operativo, seguire i passaggi descritti per un computer in cui è istallato solo Fedora: Sezione 19.1, «Fedora è il solo sistema operativo sul computer»

19.2.1. Il computer avvia sia Fedora che un sistema operativo Microsoft Windows

19.2.1.1. Windows 2000, Windows Server 2000, Windows XP, e Windows Server 2003

Avvertimento

Una volta iniziata questa procedura, il computer potrebbe rimanere in uno stato non avviabile fintanto che non si completa l'intero set di istruzioni. Leggere attentamente i seguenti passaggi prima di iniziare il processo di rimozione. Considerare di aprire queste istruzioni su un altro computer oppure di stamparle in modo di averne accesso in qualsiasi momento durante il processo.
Questa procedura confida nella Windows Recovery Console caricata dal disco di installazione di windows, quindi non è possibile effettuare questa procedura senza l'accesso a questo disco. Se si avvia questa procedura e non la si completa, si potrebbe lasciare il computer in una condizione in cui è impossibile avviare il sistema. Il "system restore disk" fornito con alcuni computer di marca venduti con Windows pre istallato potrebbero non includere il Windows Recovery Console.
Durante il procedimento descritto in queste istruzioni, la Windows Recovery Console richiederà una password di amministratore per il sistema. Non seguire queste istruzioni fintanto che non si conosce la password di amministratore per il sistema oppure si è certi del fatto che la password di amministratore non è stata mai creata, neanche dal produttore del computer.
  1. Rimuovere le partizioni Fedora
    1. Avvia il computer nell'ambiente Microsoft Windows.
    2. Fare click su Start>Esegui..., digitare diskmgmt.msc e premere Invio. Si aprirà lo strumento Disk Management.
      Lo strumento mostra una rappresentazione grafica del disco, con barre che rappresentano ogni partizione. La prima partizione normalmente è etichettata NTFS e corrisponde al drive C:. Saranno presenti almeno due partizioni Fedora, Windows non mostrerà un tipo di filesystem per queste partizioni, ma potrebbe allocare delle lettere ad esse.
    3. Fare click con il tasto destro sulle partizioni Fedora, quindi cliccare su Delete Partition e selezionare Yes per confermare la cancellazione. Ripetere questo procedimento per le altre partizioni Fedora sul sistema. Mentre si cancellano le partizioni, Windows etichetterà lo spazio sul disco precedentemente occupato da queste partizioni come unallocated.
  2. Abilita Windows ad utilizzare lo spazio sul disco lasciato vuoto da Fedora (opzionale)

    Nota

    Questo passaggio non è necessario per rimuovere Fedora dal computer. Comunque, se si salta questo punto, si lascerà parte della memoria del disco non disponibile per Windows. A seconda della propria configurazione, potrebbe rappresentare una porzione notevole della capacità del disco.
    Decidere se estendere una partizione Windows esistente per usare lo spazio extra, oppure di creare una nuova partizione Windows in questo spazio. Se si crea una nuova partizione Windows, Windows assegnerà una nuova lettera di drive a questa partizione e verrà visualizzato come un disco fisso separato.
    Estensione di una partizione Windows esistente

    Nota

    Lo strumento diskpart utilizzato in questi passaggi viene istallato come parte dei sistemi operativi Windows XP e Windows 2003. Se si sta seguendo questa procedura su un computer che esegue Windows 2000 o Windows server 2000, si può scaricare una versione di diskpart per il proprio sistema operativo dal sito della Microsoft.
    1. Fare click su Start>Esegui..., digitare diskpart e premere Invio. Apparirà una finestra di comando.
    2. Digitare list volume e premere Invio. Diskpart mostrerà una lista delle partizioni sul sistema con un numero di volume, la sua lettera di drive, l'etichetta di volume, il tipo di filesystem e la dimensione. Identificare la partizione Windows che si desidera usare per occupare tutto lo spazio lasciato vuoto sul disco da Fedora e prendere nota del suo numero di volume (per esempio, il drive Windows C: potrebbe essere "Volume 0").
    3. Digitare select volume N (dove N è il numero di volume per la partizione Windows che si desidera espandere) e premere Invio. Ora digitare extend e premere Invio. Diskpart ora estenderà la partizione scelta per riempire lo spazio rimanente sul disco fisso. Verrà notificato quando l'operazione sarà completata.
    Aggiungere una nuova partizione Windows
    1. Nella finestra Disk Management cliccare con il tasto destro sullo spazio su disco che windows identifica come unallocated e selezionare New Partition dal menù. Verrà avviato il New Partition Wizard.
    2. Seguire la procedura mostrata dal New Partition Wizard. Se si accettano le opzioni predefinite, lo strumento creerà una nuova partizione che riempie lo spazio disponibile sul disco, assegnando le lettere di drive disponibili, e formattando con il filesystem NTFS.
  3. Ripristinare il bootloader di Windows
    1. Inserire il disco di installazione di Windows e riavviare il computer. All'avvio del computer, comparirà il seguente messaggio per alcuni secondi:
      Press any key to boot from CD
      
      Press any key while the message is still showing and the Windows installation software will load.
    2. Quando compare la schermata Welcome to Setup, è possibile avviare la Windows Recovery Console. La procedura è leggermente diversa per le diverse versioni di Windows:
      • Su Windows 2000 e Windows Server 2000, premere il tasto R, quindi il tasto C.
      • Su Windows XP e Windows Server 2003, premere il tasto R.
    3. La Windows Recovery Console controllerà i dischi fissi per installazioni di windows, ed assegnerà un numero ad ognuna. Mostrerà una lista di installazioni di Windows e richiederà di sceglierne una. Digitare il numero corrispondente all'installazione di Windows che si desidera ripristinare.
    4. La Windows Recovery Console richiederà la password di amministratore per l'installazione di Windows. Digitare la password di amministratore e premere il tasto Invio. Se non è presente nessuna password di amministratore sul sistema, premere solo il tasto Invio.
    5. Nel prompt, digitare il comando fixmbr e premere Invio, Lo strumento fixmbr ripristinerà l'MBR del sistema.
    6. Quando ricomparirà il prompt, digitare exit e premere il tasto Invio.
    7. Riavvio del computer ed avvio del sistema operativo Windows.

19.2.1.2. Windows Vista e Windows Server 2008

Avvertimento

Una volta iniziata questa procedura, il computer potrebbe rimanere in uno stato non avviabile fintanto che non si completa l'intero set di istruzioni. Leggere attentamente i seguenti passaggi prima di iniziare il processo di rimozione. Considerare di aprire queste istruzioni su un altro computer oppure di stamparle in modo di averne accesso in qualsiasi momento durante il processo.
Questa procedura discute del Windows Recovery Environment caricato dal disco di installazione di Windows e non sarà possibile completare questa procedura senza questo disco. Se si avvia questa procedura e non la si completa. Si potrebbe lasciare il computer in una condizione in cui il sistema non può essere avviato. Il "system restore disk" fornito con alcuni computer di marca venduti con Windows pre istallato potrebbero non includere il Windows Recovery Environment.
  1. Rimuovere le partizioni Fedora
    1. Avvia il computer nell'ambiente Microsoft Windows.
    2. Fare click su Start quindi digitare diskmgmt.msc nel box Start Search e premere Invio. Apparirà lo strumento Disk Management.
      Lo strumento mostra una rappresentazione grafica del disco, con barre che rappresentano ogni partizione. La prima partizione normalmente è etichettata NTFS e corrisponde al drive C:. Saranno presenti almeno due partizioni Fedora, Windows non mostrerà un tipo di filesystem per queste partizioni, ma potrebbe allocare delle lettere ad esse.
    3. Fare click con il tasto destro sulle partizioni Fedora, quindi cliccare su Delete Partition e selezionare Yes per confermare la cancellazione. Ripetere questo procedimento per le altre partizioni Fedora sul sistema. Mentre si cancellano le partizioni, Windows etichetterà lo spazio sul disco precedentemente occupato da queste partizioni come unallocated.
  2. Abilita Windows ad utilizzare lo spazio sul disco lasciato vuoto da Fedora (opzionale)

    Nota

    Questo passaggio non è necessario per rimuovere Fedora dal computer. Comunque, se si salta questo punto, si lascerà parte della memoria del disco non disponibile per Windows. A seconda della propria configurazione, potrebbe rappresentare una porzione notevole della capacità del disco.
    Decidere se estendere una partizione Windows esistente per usare lo spazio extra, oppure di creare una nuova partizione Windows in questo spazio. Se si crea una nuova partizione Windows, Windows assegnerà una nuova lettera di drive a questa partizione e verrà visualizzato come un disco fisso separato.
    Estensione di una partizione Windows esistente
    1. Nella finestra Disk Management, cliccare con il tasto destro sulla partizione Windows che si desidera estendere e selezionare Extend Volume dal menù. Si aprirà l'Extend Volume Wizard.
    2. Seguire le istruzioni mostrate dall'Extend Volume Wizard. Se si accettano i valori predefiniti, lo strumento estenderà il volume selezionato per riempire lo spazio disponibile sul disco fisso.
    Aggiungere una nuova partizione Windows
    1. Nella finestra Disk Management, cliccare con il tasto destro sullo spazio su disco che Windows indica come unallocated e selezionare New Simple Volume dal menù. Si avvierà il New Simple Volume Wizard.
    2. Seguire le schermate mostrate da New Simple Volume Wizard. Se si accettano le opzioni predefinite, lo strumento creerà una nuova partizione che riempie lo spazio disponibile sul disco fisso, assegnerà la lettera successiva disponibile al drive e lo formatterà con il filesystem NTFS.
  3. Ripristinare il bootloader di Windows
    1. Inserire il disco di installazione di Windows e riavviare il computer. All'avvio del computer, comparirà il seguente messaggio per alcuni secondi:
      Press any key to boot from CD or DVD
      
      Press any key while the message is still showing and the Windows installation software will load.
    2. Nella schermata Install Windows, selezionare la lingua, ora, fuso orario e tipo di tastiera. Fare click su Avanti
    3. Fare click su Repair your computer.
    4. Il Windows Recovery Environment (WRE) mostra le installazioni di Windows che vengono rilevate sul computer. Selezionare l'installazione che si desidera ripristinare e cliccare su Avanti.
    5. Fare click su Command prompt. Verrà aperta una finestra dei comandi.
    6. Digitare bootrec /fixmbr e premere Invio.
    7. Quando ricomparirà il prompt, chiudere la finestra dei comandi e cliccare su Restart.
    8. Riavvio del computer ed avvio del sistema operativo Windows.

19.2.2. Il computer avvia sia Fedora che Mac OS X

La procedura per rimuovere Fedora da un sistema che avvia sia Fedora che Mac OS X varia a seconda di dove è stato installato Boot Camp sul computer:
Non si utilizza Boot Camp sul computer
  1. Su Disk Utility in /Applications/Utilities.
  2. Selezionare la voce alla sinistra del volume disco contenente Fedora.
  3. Fare click sulla scheda Partizione sul lato destro della schermata.
  4. Selezionare le partizioni Fedora e cliccare sul tasto meno sotto il diagramma del layout di partizione.
  5. Ridimensionare la propria partizione OS X per includere lo spazio appena liberato.
Si sta utilizzando Boot Camp sul computer
  1. Aprire il Boot Camp Assistant in /Applications/Utilities.
  2. Selezionare Create or remove a Windows partition quindi cliccare su Next.
  3. Se il computer ha un solo disco interno, cliccare su Restore.
  4. Se il computer ha più dischi interni, selezionare il disco Linux e quindi selezionare Restore to a single Mac OS partition. Cliccare su Continue.

19.2.3. Il computer avvia sia Fedora che una diversa distribuzione Linux

Nota

A causa delle differenze fra le molte distribuzioni di Linux, queste istruzioni sono soltanto una guida generale. I dettagli specifici varieranno a seconda della distribuzione scelta e la configurazione del proprio computer. Questo esempio utilizza GParted come editor delle partizioni e gedit come editor di testo, ma sono disponibili molti altri strumenti per eseguire questi compiti. Per seguire queste istruzioni esattamente come descritte, installare GParted e gedit.
  1. Rimozione delle partizioni Fedora
    1. Avviare la versione di Linux che si desidera mantenere sul computer.
    2. Open GParted, either from a desktop menu or by typing gparted at the command line and pressing Enter.
    3. GParted mostra le partizioni che rileva sul computer, sia come grafico che come tabella.
      Cliccare con il tasto destro sulle partizioni Fedora, quindi selezionare Elimina.
  2. Rimuovere le voci di Fedora dal bootloader

    Solo esempio

    Queste istruzioni assumono che il sistema usi il bootloader GRUB. Se si utilizza un bootloader differente (come LILO) consultare la documentazione per quel software per identificare e rimuovere le voci di Fedora dalla lista degli obbiettivi di avvio e per assicurare che il sistema operativo predefinito venga specificato correttamente.
    1. Alla linea di comando, inserire su - e premere Invio. Quando il sistema richiede la password di root, inserire la password e premere Invio.
    2. Inserire gedit /boot/grub/grub.conf e premere Invio. Si aprirà il file grub.conf nell'editor di testo gedit.
    3. Una voce di Fedora tipica nel file grub.conf consiste di quattro linee:
      titolo Fedora (2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686)
      root (hd0,1)
      kernel /vmlinuz-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 rhgb quiet
      initrd /initrd-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686.img
      Esempio 19.1. Voce di esempio Fedora in grub.conf

      A seconda della configurazione del sistema, potrebbero esserci voci multiple di Fedora in grub.conf, ognuna corrispondente ad una differente versione del kernel di Linux. Cancellare ognuna delle voci Fedora dal file.
    4. Grub.conf contiene una linea che specifica il sistema operativo predefinito da avviare, nel formato default=N dove N è un numero maggiore o uguale a zero.Se N viene impostato a 0, GRUB avvierà il primo sistema operativo della lista. Se N viene impostato a 1, avvierà il secondo sistema operativo della lista.
      Identifica la voce per il sistema operativo che si desidera avviare con GRUB in modo predefinito e nota la sua posizione nell'ordine della lista.
      Assicurarsi che la linea default= Contenga il numero precedente al numero del sistema operativo nella lista che si sceglie come predefinito.
      Salvare il file grub.conf aggiornato e chiudere gedit
  3. Creare spazio per il proprio sistema operativo

    Nota

    Questo passaggio non è necessario per rimuovere Fedora dal computer. Comunque, se si salta questo passaggio, verrà lasciata parte della memoria del disco fisso non utilizzata da altri sistemi operativi Linux. A seconda della propria configurazione delle partizioni, potrebbe rappresentare una porzione significante della memoria del disco.

    Nota

    Per eseguire questo passaggio, è necessario un supporto live per una distribuzione Linux, per esempio, il CD live di Fedora o il DVD di Knoppix.
    Il metodo per rendere lo spazio liberato dalla rimozione delle partizioni Fedora disponibile agli altri sistemi operativi Linux varia, a seconda se si è scelto di installare il sistema operativo sulle partizioni su disco configurato per usare Logical Volume Management (LVM) oppure no.
    • Se non si utilizza LVM
      1. Avviare il computer dal supporto live di Linux e installare gparted nel caso in cui non sia già presente.
      2. Open GParted, either from a desktop menu or by typing gparted at the command line and pressing Enter.
      3. GParted mostra le partizioni sul sistema sia in forma grafica che in tabella. Cliccare sulla partizione che si desidera espandere per usare lo spazion liberato dalla rimozione di Fedora e cliccare sul tasto Ridimensiona/Muovi.
      4. Si aprirà una nuova schermata di dialogo, che consente di specificare una nuova dimensione per la partizione inserendo un numero, o trascinando i bordi della rappresentazione grafica della partizione in modo da riempire lo spazio disponibile. Fare click sul tasto Ridimensiona/Muovi in questa schermata per confermare la propria scelta.
      5. Tornare indietro alla schermata principale di GParted, cliccare su Applica. Prendere nota del nome della partizione appena ridimensionata, per esempio, /dev/sda3.
      6. Quando GParted termina il ridimensionamento del tipo di partizione, digitare e2fsck partition nella linea di comando e premere Invio, dove partition è la partizione appena ridimensionata. Per esempio, se si è appena ridimensionata /dev/sda3, si dovrà inserire e2fsck /dev/sda3.
        Linux ora controllerà il file system della partizione appena ridimensionata.
      7. Quando termina il controllo del file system, digitare resize2fs partition nella linea di comando e premere Invio, dove partition è la partizione appena ridimensionata. Per esempio, se è stata ridimensionata /dev/sda3, bisognerà inserire resize2fs /dev/sda3.
        Linux ora ridimensionerà il file system per riempire la partizione appena ridimensionata.
      8. Restart your computer. The extra space is now available to your Linux installation.
    • Se si utilizza LVM
      1. Avviare il computer dal supporto live di Linux e installare gparted e lvm2 se non sono già presenti.
      2. Creare una nuova partizione nello spazio libero del disco
        1. Open GParted, either from a desktop menu or by typing gparted at the command line and pressing Enter.
        2. GParted mostra le partizioni sul sistema sia come grafico che come tabella.Lo spazio liberato dalla rimozione di Fedora viene etichettato come non allocato. Fare click con il tasto destro sullo spazio non allocato e selezionare Nuovo. Accettare i valori predefiniti e GParted creerà una nuova partizione che riempirà lo spazio disponibile sul disco.
        3. Fare click su Applica. GParted scriverà i cambiamenti su disco. Prendere nota del nome della partizione appena creata ed il nome del dispositivo che contiene la partizione. Per esempio, si potrebbe creare /dev/sda3 sul dispositivo /dev/sda.
      3. Cambiare identificatore del tipo di partizione
        1. Fdisk è uno strumento di partizionamento capace di preparare le partizioni per LVM. Nella linea di comando, digitare fdisk device e premere Invio, dove device rappresenta il nome del dispositivo sul quale si è appena creata la partizione. Per esempio , fdisk /dev/sda.
        2. Nel prompt Command (m for help):, premere T e Invio per usare fdisk per cambiare tipo di partizione.
        3. Nel prompt Partition number (1-4):, inserire il numero della partizione appena creata. Per esempio, se si è appena creata la partizione /dev/sda3, inserire il numero 3 e premere Invio. Questo identifica quale tipo di partizione fdisk cambierà.
        4. Nel prompt Hex code (type L to list codes):, inserire il codice 8e e premere Invio. Questo è il codice per una partizione Linux LVM.
        5. Nel prompt Command (m for help):, premere W e Invio. Fdisk scriverà il nuovo tipo di codice ed uscirà.
      4. Espandere il gruppo di volumi
        1. Nella linea di comando, inserire lvm e premere Invio per avviare lo strumento lvm2.
        2. Nel prompt lvm>, inserire pvcreate partition e premere Invio, dove partition è la partizione appena creata. Per esempio, pvcreate /dev/sda3. Questo creerà /dev/sda3 come volume fisico in LVM.
        3. Nel prompt lvm>, digitare vgextend VolumeGroup partition e premere Invio, dove VolumeGroup è il gruppo di volumi LVMsul quale è installato Linux partition è la partizione creata da poco. Per esempio: Se Linux è installato su /dev/VolumeGroup00, bisogna inserire vgextend /dev/VolumeGroup00 /dev/sda3 per estendere quel gruppo di volumi per includere il volume fisico in /dev/sda3.
        4. Nel prompt lvm>, inserire lvextend -l +100%FREE LogVol e premere Invio, dove LogVol è il volume logico che contiene il filesystem Linux. Per esempio, per estendere LogVol00 per riempire il nuovo spazio disponibile in questo gruppo di volumi, VolGroup00, digitare lvextend -l +100%FREE /dev/VolGroup00/LogVol00.
        5. Nel prompt lvm>, digitare exit e premere Invio per uscire da lvm2
      5. Digitare e2fsck LogVol alla linea di comando e premere Invio, dove LogVol è il volume logico appena realizzato. Per esempio, se si è appena realizzato /dev/VolumeGroup00/LogVol00, si dovrebbe digitare e2fsck /dev/VolumeGroup00/LogVol00.
        Linux ora controllerà il file system sul volume logico appena realizzato.
      6. Quando il controllo del filesystem termina, digitare resize2fs LogVol nella linea di comando e premere Invio, dove LogVol è la partizione appena realizzata. Per esempio, se si è appena realizzata /dev/VolumeGroup00/LogVol00, bisogna digitare resize2fs /dev/VolumeGroup00/LogVol00.
        Linux ora ridimensionerà il file system per riempire il volume logico appena ridimensionato.
      7. Restart your computer. The extra space is now available to your Linux installation.

19.3. Sostituire Fedora con MS-DOS o versioni obsolete di Microsoft Windows

In DOS e Windows, è possibile usare lo strumentofdisk di Windows per creare un nuovo MBR con l'opzione non documentata /mbr. Con questa opzione viene riscritto SOLO l'MBR in modo da avviare la partizione DOS primaria. Il comando dovrebbe essere simile a quanto segue:
fdisk /mbr
Se bisogna rimuovere Linux da un disco fisso e si cerca di farlo con l'fdisk predefinito di DOS (Windows), si incorrerrà nel problema del tipo, Partizioni presenti ma non esistenti. Il miglior modo per rimuovere le partizioni non-DOS è quello di utilizzare uno strumento che riconosca le partizioni non-DOS.
Per iniziare, inserire il CD #1 di Fedora ed avviare il sistema. Una volta avviato il CD, verrà visualizzato un prompt di avvio. Una volta comparso il prompt, inserire: linux rescue. Esso avvierá la modalità di ripristino del programma.
Verrà richiesto di inserire il tipo di tastiera e la lingua. Inserire questi valori come nel caso di una installazione di Fedora.
Successivamente comparirà una schermata che informa che il programma è alla ricerca di una installazione di Fedora da ripristinare. Selezionare Salta su questa schermata.
Dopo aver selezionato Salta, vi verrà fornito un prompt di comando dove potrete accedere alle partizioni che desiderate rimuovere.
Inserire prima il comando list-harddrives. Questo comando vi fornirà un elenco di tutti i dischi fissi presenti sul sistema, i quali possono essere riconosciuti dal programma di installazione, fornendone anche la misura in megabyte.

Warning

Prestare molta attenzione nel rimuovere solo le partizioni Fedora necessarie. La rimozione di altre partizioni può comportare la perdita di dati o la corruzione dell'ambiente del sistema.
Per rimuovere le partizioni, usare l'utility parted. Avviare parted, dove /dev/hda é il dispositivo sul quale si deve rimuovere la partizione:
parted /dev/hda
Usando il comando print, si visualizza la tabella della partizione attuale in modo da determinare il numero minore della partizione da rimuovere:
print
Il comando print visualizzerà anche il tipo di partizioni (come ad esempio linux-swap, ext2, ext3, ext4 e così via). Sapere il tipo di partizione, aiuterà nel determinare se rimuovere o meno la partizione stessa.
Rimuovere la partizione con il comando rm. Per esempio, per rimuovere la partizione con il numero minore pari a 3:
rm 3

Important

I cambiamenti avranno luogo subito dopo aver premuto [Invio], per questo motivo rivedere il comando prima di confermarlo.
Dopo aver rimosso la partizione, usare il comando print per confermare che la stessa sia stata rimossa dalla tabella.
Dopo aver rimosso le partizioni Linux ed effettuato tutti i cambiamenti richiesti, scrivere quit per uscire da parted.
Dopo aver abbandonato parted, digitare exit al prompt d'avvio per uscire dalla modalità di ripristino e riavviare il sistema, invece di continuare con l'installazione. Il sistema dovrebbe riavviarsi automaticamente. In caso contrario sarà possibile riavviare il computer utilizzando Control+Alt+Delete .

Parte V. Appendici tecniche

Le appendici in questa sezione non contengono istruzioni su come installare Fedora. Forniscono invece supporto tecnico che potrebbe risultare utile a capire le opzioni offerte da Fedora in vari punti del processo d'installazione.

Indice

A. Introduzione al partizionamento del disco
A.1. Concetti di base sui dischi fissi
A.1.1. Non conta ciò che si scrive, ma come lo si scrive
A.1.2. Partizioni: ottenere più unità da una sola
A.1.3. Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese
A.1.4. Creazione di spazio per Fedora
A.1.5. Schema dei nomi per le partizioni
A.1.6. Partizioni ed altri sistemi operativi
A.1.7. Partizioni su disco e punti di montaggio
A.1.8. Quante partizioni?
B. Dischi ISCSI
B.1. dischi iSCSI in anaconda
B.2. dischi iSCSI durante l'avvio
C. Guida alla crittografia del disco
C.1. Cosa è la cifratura del dispositivo a blocchi?
C.2. Crittografare dispositivi a blocchi usando dm-crypt/LUKS
C.2.1. Panoramica di LUKS
C.2.2. Come accedere ai dispositivi criptati dopo l'installazione? (Avvio del sistema)
C.2.3. Scegliere una buona password
C.3. Creazione di dispositivi a blocchi criptati in anaconda
C.3.1. Quali tipi di dispositivi a blocchi possono essere cifrati?
C.3.2. Limitazioni al supporto cifratura dispositivi a blocchi di anaconda
C.4. Creazione di dispositivi a blocchi cifrati sul sistema installato dopo l'installazione
C.4.1. Creazione dei dispositivi a blocchi
C.4.2. Opzionale: Riempire il dispositivo con dati casuali
C.4.3. Formattare il dispositivo come dispositivo cifrato dm-crypt/LUKS
C.4.4. Creare una mappatura per consentire l'accesso ai contenuti decriptati del dispositivo
C.4.5. Creare filesystem sul dispositivo mappato, o continuare a costruire strutture complesse usando il dispositivo mappato
C.4.6. Aggiungere le informazioni di mappatura a /etc/crypttab
C.4.7. Aggiungere una voce a /etc/fstab
C.5. Compiti comuni post installazione
C.5.1. Impostare una chiave generata in modo casuale come metodo aggiuntivo per l'accesso ad un dispositivo cifrato
C.5.2. Aggiungere una nuova frase d'accesso al dispositivo preesistente
C.5.3. Rimozione di una frase d'accesso o chiave da un dispositivo
D. Comprensione di LVM
E. Il boot loader GRUB
E.1. GRUB
E.1.1. Processo di avvio di GRUB e x86
E.1.2. Caratteristiche di GRUB
E.2. Installing GRUB
E.3. Terminologia GRUB
E.3.1. Nomi dei dispositivi
E.3.2. Nomi dei file ed elenchi dei blocchi
E.3.3. Il file System root e GRUB
E.4. Interfacce di GRUB
E.4.1. Ordine di caricamento delle interfacce
E.5. Comandi
E.6. File di configurazione del menu di GRUB
E.6.1. Struttura del file di configurazione
E.6.2. Direttive del file di configurazione
E.7. Modifica dei runlevel all'avvio
E.8. Risorse aggiuntive
E.8.1. Documentazione installata
E.8.2. Siti Web utili
E.8.3. Libri correlati
F. Processo di avvio, init e spegnimento
F.1. Il processo di avvio
F.2. Esame dettagliato del processo di avvio
F.2.1. Il BIOS
F.2.2. Il boot loader
F.2.3. Il kernel
F.2.4. Il programma /sbin/init
F.3. Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
F.4. SysV Init Runlevels
F.4.1. Runlevel
F.4.2. Utilità dei Runlevel
F.5. Arresto del sistema
G. Altra documentazione tecnica

Introduzione al partizionamento del disco

Note

This appendix is not necessarily applicable to non-x86-based architectures. However, the general concepts mentioned here may apply.
This appendix is not necessarily applicable to non-x86-based architectures. However, the general concepts mentioned here may apply.
Se si possiede una certa praticità con le partizioni del disco, consultare la Sezione A.1.4, «Creazione di spazio per Fedora», per maggiori informazioni su come rendere disponibile lo spazio sul disco, e per eseguire così una installazione di Fedora. Questa sezione affronta anche lo schema di denominazione delle partizioni usato dai sistemi Linux, come condividere lo spazio del disco con altri sistemi operativi, insieme ad altri argomenti correlati.

A.1. Concetti di base sui dischi fissi

I dischi fissi svolgono una funzione molto semplice: possono archiviare dati e recuperarli a comando.
Unità disco mai utilizzata
Immagine di un'unità disco mai utilizzata.
Figura A.1. Unità disco mai utilizzata

Non c'è molto da vedere, vero? Ma se parliamo di dischi fissi a livello base, la questione cambia. Supponiamo di voler archiviare alcuni dati su questa unità. In questo momento non è possibile. Dobbiamo prima compiere alcune operazioni.

A.1.1. Non conta ciò che si scrive, ma come lo si scrive

Gli utenti più esperti probabilmente hanno già familiarità con queste operazioni. Occorre formattare l'unità. Con la formattazione (in genere definita "creazione di un filesystem") vengono scritte delle informazioni sul disco e viene fatto ordine sfruttando lo spazio vuoto di un disco non formattato.
Unità disco con filesystem
Immagine di un'unità disco formattata.
Figura A.2. Unità disco con filesystem

Come indicato dalla Figura A.2, «Unità disco con filesystem», l'ordine imposto dal file system implica quanto segue:
  • Una piccola percentuale dello spazio libero su disco è usata per archiviare i dati relativi al filesystem e può essere considerata come overhead.
  • Un file system divide lo spazio restante in segmenti piccoli di dimensioni regolari. Per Linux questi segmenti sono conosciuti come blocchi. [5]
Poichè i file system consentono di eseguire numerose operazioni, tra le quali la creazione di directory e file, questi compromessi non sono che un piccolo prezzo da pagare.
Vale la pena ricordare che non è presente alcun file system singolo ed universale. Come mostrato sulla Figura A.3, «Unità disco con un filesystem differente», una unità disco è in grado di avere un tipo di file system conservato su di essa. è facile immaginare che diversi file system possono essere incompatibili, cioè, un sistema operativo che supporta un file system (oppure un certo tipo di file system), potrebbe non supportarne altri. Per esempio, Fedora supporta una vasta gamma di file system (incluso file system utilizzati da altri sistemi operativi), facilitando così il processo di scambio dei dati tra diversi file system.
Unità disco con un filesystem differente
Immagine di un'unità disco con un filesystem differente.
Figura A.3. Unità disco con un filesystem differente

Naturalmente, scrivere un filesystem su disco costituisce solo l'inizio. L'obiettivo di questo processo è quello di archiviare e recuperare i dati. Diamo uno sguardo al disco dopo la scrittura di alcuni file su di esso.
Unità disco contenente dati
Immagine di un'unità disco contenente dati.
Figura A.4. Unità disco contenente dati

Come mostrato dalla Figura A.4, «Unità disco contenente dati» alcuni dei blocchi precedentemente vuoti, contengono ora dati. Tuttavia guardando questa figura, non sarà possibile determinare esattamente il numero di file presenti su questo drive. Potrebbe esserci un file o numerosi file poichè tutti i file utilizzano almeno un blocco, ed alcuni di loro utilizzano blocchi multipli. Un'altro punto fondamentale da tener presente è quello che i blocchi usati non devono formare un'area contigua; i blocchi usati e quelli non usati possono essere distribuiti. Tale processo è conosciuto come frammentazione. La frammentazione può essere utile nel processo di ridimensionamento di una partizione esistente.
Con lo sviluppo delle tecnologie informatiche, le unità disco hanno continuato a mutare nel tempo. In particolare, sono diventate più grandi, non dal punto di vista delle dimensioni ma delle capacità, in quando possono archiviare più dati. E questo ha introdotto un cambiamento fondamentale nella modalità di utilizzo dei dischi.

A.1.2. Partizioni: ottenere più unità da una sola

Con l'aumento delle capacità delle unità disco, alcune persone hanno cominciato a chiedersi se fosse una buona idea avere tutto quello spazio disponibile su un unico disco. Questa linea di pensiero era guidata da vari argomenti, alcuni filosofici, altri tecnici. Da un punto di vista filosofico, oltre una certa dimensione, sembrava che lo spazio aggiuntivo fornito da un disco più grande creasse solo confusione. Da un punto di vista tecnico, alcuni filesystem erano stati ideati per supportare fino a una certa capacità. Oppure i filesystem potevano supportare dischi più grandi, ma l'overhead imposto dal filesystem per tenere traccia dei file diventava eccessivo.
Per risolvere il problema, si è deciso di dividere i dischi in partizioni. Si può accedere a ogni partizione come se fosse un disco separato. Questo avviene mediante l'aggiunta di una tabella delle partizioni.

Note

Mentre i diagrammi in questo capitolo mostrano la tabella delle partizioni separata dal resto del disco, in realtà questa è archiviata all'inizio del disco, prima di ogni filesystem o di qualsiasi dato dell'utente. Ma per maggior chiarezza, nei nostri diagrammi verrà visualizzata separatamente.
Unità disco con tabella delle partizioni
Immagine di un'unità disco inutilizzata con una tabella delle partizioni.
Figura A.5. Unità disco con tabella delle partizioni

Come mostrato in Figura A.5, «Unità disco con tabella delle partizioni», la tabella delle partizioni è divisa in quattro sezioni o quattro partizioni primarie. Una partizione primaria è una partizione presente su di un disco fisso in grado di contenere solo una unità logica (o sezione). Ogni sezione può contenere le informazioni necessarie per definire una singola partizione, ciò significa che la tabella delle partizioni può definire non più di quattro partizioni.
Ogni voce della tabella delle partizioni contiene molte caratteristiche importanti della partizione:
  • I punti sul disco dove la partizione inizia e finisce
  • Se la partizione è "attiva"
  • Il tipo di partizione
Analizziamo più in dettaglio ognuna di queste caratteristiche. I punti iniziali e finali indicano la dimensione e la posizione sul disco della partizione. Il flag "attivo" viene usato dai loader di avvio di alcuni sistemi operativi. In altre parole, viene avviato il sistema operativo della partizione "attiva" viene avviato.
Il tipo di partizione può confondere. è un numero che identifica l'utilizzo della partizione. Questa informazione può sembrare un po vaga, perché il significato stesso del tipo di partizione è vago. Alcuni sistemi operativi utilizzano il tipo di partizione per denotare un tipo specifico di filesystem, per identificare la partizione come associata a un sistema operativo particolare, per indicare che la partizione contiene un sistema operativo avviabile o una combinazione di queste tre possibilità.
A questo punto ci si può domandare come vengono usate tutte queste informazioni aggiuntive. A tal proposito consultare l'esempio disponibile nella Figura A.6, «Disco fisso con partizione singola».
Disco fisso con partizione singola
Immagine di un disco fisso con partizione singola.
Figura A.6. Disco fisso con partizione singola

In molti casi un'unica partizione occupa tutto il disco. In questo caso, nella tabella delle partizioni viene utilizzata solo una voce, che punta all'inizio della partizione.
Abbiamo etichettato questa partizione come partizione di tipo "DOS". Anche se risulta essere uno dei diversi tipi di partizione disponibile presente nella Tabella A.1, «Tipi di partizione», questa tipologia risulta essere idonea allo scopo di questa discussione.
Tabella A.1, «Tipi di partizione», contiene un elenco di alcuni tipi di partizioni molto diffuse (e oscure) ed i loro valori numerici esadecimali.
Tipo di partizione Valore Tipo di partizione Valore
Vuoto 00 Novell Netware 386 65
DOS 12-bit FAT 01 PIC/IX 75
XENIX root 02 Vecchio MINIX 80
XENIX usr 03 Linux/MINUX 81
DOS 16-bit <=32M 04 Linux swap 82
Estesa 05 Linux nativa 83
DOS 16-bit >=32 06 Linux estesa 85
OS/2 HPFS 07 Amoeba 93
AIX 08 Amoeba BBT 94
AIX avviabile 09 BSD/386 a5
OS/2 Boot Manager 0a OpenBSD a6
Win95 FAT32 0b NEXTSTEP a7
Win95 FAT32 (LBA) 0c BSDI fs b7
Win95 FAT16 (LBA) 0e BSDI swap b8
Win95 Extended (LBA) 0f Syrinx c7
Venix 80286 40 CP/M db
Novell 51 DOS access e1
PPC PReP Boot 41 DOS R/O e3
GNU HURD 63 DOS secondaria f2
Novell Netware 286 64 BBT ff
Tabella A.1. Tipi di partizione

Naturalmente col passare del tempo quattro partizioni sono diventate insufficienti. Con la crescita delle dimensioni dei dischi fissi, è diventato sempre più diffuso creare quattro partizioni di dimensioni ragionevoli ed avere ancora spazio libero sul disco. è divenuto necessario quindi creare altre partizioni.
Inserire la partizione estesa. Come potreste aver notato nella Tabella A.1, «Tipi di partizione», è presente partizione di tipo "Estesa". Questo tipo di partizione risulta essere nel cuore delle partizioni estese.
Quando si crea una partizione ed il suo tipo è impostato ad "Estesa,"verrà creata anche una tabella di partizionamento estesa. In essenza, la partizione estesa è come un unità disco indipendente — cioè ha una tabella delle partizione che si riferisce ad una o più partizioni (ora chiamate partizioni logiche, che al contrario delle quattro partizioni primarie), sono contenute interamente all'interno della partizione estesa. La Figura A.7, «Unità disco con partizione estesa» mostra una unità disco con una partizione primaria, ed una partizione estesa contenente due partizioni logiche (insieme a dello spazio disponibile non partizionato).
Unità disco con partizione estesa
Immagine di un'unità disco con partizione estesa.
Figura A.7. Unità disco con partizione estesa

Come si può notare da questa figura, esiste una differenza tra partizioni primarie e partizioni logiche — si possono avere solo quattro partizioni primarie, ma non c'è limite al numero di partizioni logiche che è possibile ottenere. Tuttavia, dato il modo in cui si accede alle partizioni in Linux, non è una buona idea tentare di definire più di 12 partizioni logiche su una singola unità.
Ora che abbiamo trattato in modo generale l'argomento delle partizioni, vediamo come utilizzare queste informazioni per installare Fedora.

A.1.4. Creazione di spazio per Fedora

Il seguente elenco presenta alcuni possibili scenari che è possibile incontrare durante la ripartizione del disco fisso:
  • Spazio libero non partizionato disponibile
  • E' disponibile una partizione inutilizzata
  • E' disponibile spazio libero in una partizione utilizzata attivamente
Analizziamo nell'ordine ogni scenario.

Note

Occorre tenere presente che i seguenti esempi sono stati semplificati per fornire maggior chiarezza e non riflettono la struttura generale delle partizioni necessarie durante l'installazione di Fedora.

A.1.4.1. Utilizzo dello spazio libero non partizionato

Unità disco con spazio libero non partizionato
Immagine di una unità disco con spazio libero non partizionato, dove 1 rappresenta una partizione non definita con spazio non allocato, e 2 rappresenta una partizione definita con spazio allocato.
Figura A.8. Unità disco con spazio libero non partizionato

Nella Figura A.8, «Unità disco con spazio libero non partizionato» 1 rappresenta una partizione non definita con spazio non assegnato, e 2 rappresenta una partizione definita con spazio assegnato.
In fondo, anche un disco fisso non utilizzato rientra in questa categoria. La sola differenza è che lo spazio non fa parte di alcuna partizione definita.
In qualsiasi caso sarà possibile creare le partizioni necessarie dallo spazio non utilizzato. Sfortunatamente questo scenario, anche se molto semplice, non è probabile (a meno che non abbiate acquistato un nuovo disco solo per Fedora). Numerosi sistemi operativi pre-installati, sono configurati per utilizzare tutto lo spazio disponibile su di un disco fisso (consultare la Sezione A.1.4.3, «Utilizzo dello spazio libero di una partizione attiva»).
Vediamo ora una situazione più comune.

A.1.4.2. Utilizzo dello spazio di una partizione non utilizzata

Unità disco con partizione inutilizzata
Immagine di una unità disco con una partizione non usata, dove 1 rappresenta una partizione non usata e 2 rappresenta la ridistribuzione di una partizione non usata per Linux.
Figura A.9. Unità disco con partizione inutilizzata

In Figura A.9, «Unità disco con partizione inutilizzata», 1 è rappresentata una partizione non usata e 2 rappresenta la ridistribuzione di una partizione non usata per Linux.
Se ci si trova in questa situazione, è possibile utilizzare lo spazio assegnato per la partizione inutilizzata. è necessario prima di tutto cancellare la partizione e quindi creare al suo posto la partizione (o le partizioni) appropriata per Linux. Durante il processo d'installazione, è possibile creare manualmente le nuove partizioni e cancellare partizioni non usate.

A.1.4.3. Utilizzo dello spazio libero di una partizione attiva

Questa è la situazione più comune. è anche, purtroppo, la più difficile da gestire. Il problema principale infatti è che, anche se è disponibile abbastanza spazio libero, questo è comunque allocato a una partizione già in uso. Se è stato acquistato un computer con un software preinstallato, il disco rigido ha probabilmente una partizione ampia contenente il sistema operativo e i dati.
Oltre ad aggiungere un nuovo disco fisso al sistema, si hanno due alternative:
Ripartizionamento distruttivo
Unità disco partizionata in modo distruttivo
Immagine di una unità disco ripartizionata in modo distruttivo, dove 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.
Figura A.10. Unità disco partizionata in modo distruttivo

In Figura A.10, «Unità disco partizionata in modo distruttivo», 1 è rappresentata la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.

Warning

Come mostrato da Figura A.10, «Unità disco partizionata in modo distruttivo», qualsiasi dato presente nella partizione originale verrà perso senza un backup correttamente eseguito!
Ripartizionamento non distruttivo
Come mostrato in Figura A.11, «Unità disco durante la compressione», la prima fase è quella di comprimere i dati nella partizione esistente. Facendo questo si è in grado di riordinare i dati in modo da massimizzare lo spazio disponibile alla "fine" della partizione.
Unità disco durante la compressione
Immagine di una unità disco compressa, dove 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.
Figura A.11. Unità disco durante la compressione

In Figura A.11, «Unità disco durante la compressione», 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.
Questo passo è cruciale. Senza di esso, la posizione dei dati può impedire che la partizione venga ridimensionata nella misura desiderata. Notare anche che alcuni dati non possono essere spostati. Se questo succede (e restringe la misura della/e nuova/e partizione/i), si rischia di dover eseguire il ripartizionamento distruttivo forzato del disco.
A.1.4.3.2. Ridimensionamento della partizione esistente
Figura A.12, «Unità disco con partizione ridimensionata», mostra il processo di ridimensionamento. Anche se il risultato finale dell'operazione di ridimensionamento può variare in funzione del software utilizzato, in molti casi lo spazio appena liberato viene utilizzato per creare una partizione non formattata dello stesso tipo della partizione originale.
Unità disco con partizione ridimensionata
Immagine di una unità disco con una partizione ridimensionata, dove 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.
Figura A.12. Unità disco con partizione ridimensionata

In Figura A.12, «Unità disco con partizione ridimensionata», 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.
E' importante capire come il software di ridimensionamento lavora con lo spazio libero creato, in modo da poter eseguire le operazioni necessarie. Nell'esempio fornito, sarebbe più appropriato cancellare la nuova partizione DOS e creare le partizioni appropriate per Linux.
A.1.4.3.3. Creazione di nuove partizioni
Come indicato nella fase precedente potrebbe essere necessario creare nuove partizioni. Tuttavia se il software non risulta essere compatibile con Linux, sarà necessario rimuovere le partizioni create durante il processo di ridimensionamento. Figura A.13, «Unità disco con configurazione di partizione finale» mostra come fare.
Unità disco con configurazione di partizione finale
Immagine di una unità disco con una configurazione della partizione finale, dove 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva
Figura A.13. Unità disco con configurazione di partizione finale

In Figura A.13, «Unità disco con configurazione di partizione finale», 1 rappresenta la condizione originaria e 2 rappresenta la condizione successiva.

Note

Le informazioni seguenti riguardano solo i computer basati su x86.
Per una questione di convenienza per gli utenti, viene fornito lo strumento parted. Si tratta di un programma distribuito gratuitamente che può ridimensionare le partizioni.
Se si decide di ripartizionare l'unità disco con parted, è importante avere una certa familiarità con la memoria del disco, è importante per questo scopo effettuare anche un backup dei dati del computer. Fare due copie di tutti i dati importanti presenti sul computer. Queste copie dovrebbero essere fatte su dispositivi rimovibili (come nastri, CD-ROM, o dischetti). Prima di procedere, dopo aver fatto il backup assicurarsi che i dati siano leggibili.
Se si decide di utilizzare parted, dopo la sua esecuzione saranno presenti due partizioni: quella ridimensionata e quella che parted ha ricavato dallo spazio libero appena creato. Se l'obiettivo è quello di utilizzare questo spazio per installare Fedora, cancellare la partizione appena creata utilizzando lo strumento di partizionamento dell'attuale sistema operativo, oppure durante l'impostazione delle partizioni durante l'installazione.
Linux fa riferimento alle partizioni del disco utilizzando una combinazione di lettere e numeri che può confondere, soprattutto se si è abituati al metodo di riferimento "disco C" per i dischi e le partizioni. Nel mondo DOS/Windows, le partizioni sono nominate usando il seguente metodo:
  • Ogni tipo di partizione viene controllato per determinare se può essere letto da DOS/Windows.
  • Se la partizione è compatibile, le viene assegnata una "lettera del disco". Le lettere dei dischi iniziano dalla lettera "C" e proseguono in funzione del numero di partizioni da etichettare.
  • La lettera del disco può quindi essere utilizzata per riferirsi a una data partizione così come al filesystem contenuto in essa.
Fedora utilizza uno schema di assegnazione dei nomi più flessibile e ricco di informazioni rispetto all'approccio utilizzato da altri sistemi operativi. Tale schema si basa sui file, con nomi del tipo /dev/xxyN.
Ecco come decifrare lo schema per l'assegnazione dei nomi delle partizioni:
/dev/
Questo è il nome della directory nella quale risiedono tutti i file dispositivo. Visto che le partizioni risiedono su disco e i dischi rigidi sono dispositivi, i file che rappresentano tutte le possibili partizioni sono contenuti in /dev/.
xx
Le prime due lettere del nome della partizione indicano il tipo di dispositivo su cui risiede la partizione. In genere si trova hd (per i dischi IDE) oppure sd (per i dischi SCSI).
y
Questa lettera indica su quale dispositivo si trova la partizione. Per esempio, /dev/hda (il primo disco IDE) oppure /dev/sdb (il secondo disco SCSI).
N
Il numero finale indica la partizione. Le prime quattro partizioni (primarie o estese) vengono numerate da 1 a 4. Le partizioni logiche iniziano da 5. Per esempio, /dev/hda3 è la terza partizione primaria o estesa sul primo disco IDE e /dev/sdb6 è la seconda partizione logica sul secondo disco SCSI.

Note

Non esiste nessuna convenzione su questa metodologia di denominazione basata sul tipo di partizione. A differenza di DOS/Windows, tutte le partizioni possono essere identificate sotto Fedora. Naturalmente, questo non significa che Fedora può accedere ai dati su qualunque tipo di partizione, ma in molti casi è possibile accedere ai dati di partizioni dedicate ad altri sistemi operativi.
Ricordare queste informazioni; esse renderanno più semplice la configurazione delle partizioni richieste da Fedora.
Uno degli aspetti che spesso confonde i nuovi utenti di Linux è capire come vengono utilizzate le partizioni nel sistema operativo Linux. In DOS/Windows è relativamente semplice: se esistono più partizioni, ogni partizione utilizza una "lettera del disco". Quindi è possibile utilizzare una lettera per fare riferimento ai file ed alle cartelle presenti sulla partizione corrispondente.
Il modo con cui Linux gestisce le partizioni e, quindi, l'archiviazione sulle unità disco in generale, è completamente diverso. La differenza risiede nel fatto che ogni partizione viene utilizzata per supportare l'archiviazione di un singolo set di file e cartelle. Questo avviene associando una partizione a una cartella attraverso un processo chiamato montaggio. Montare una partizione vuol dire rendere disponibile il contenuto in essa archiviato all'interno della cartella specificata (nota come punto di montaggio).
Per esempio, se la partizione /dev/hda5 viene montata su /usr, significa che tutti i file e le cartelle sotto /usr risiedono fisicamente su /dev/hda5. Così il file /usr/share/doc/FAQ/txt/Linux-FAQ sarà archiviato in /dev/hda5, ma non il file /etc/gdm/custom.conf.
Continuando con questo esempio, è anche possibile che una o più cartelle sotto /usr siano punto di montaggio per altre partizioni. Per esempio, una partizione (come /dev/hda7) può essere montata su /usr/local, il che significa che /usr/local/man/whatis risiede su /dev/hda7 anziché su /dev/hda5.


[5] I blocchi in realtà sono di dimensioni regolari, a differenza delle illustrazioni. Tenere inoltre presente che un disco fisso medio contiene migliaia di blocchi. Ma ai fini di questa spiegazione, non è il caso di dar peso a queste piccole discrepanze.

Dischi ISCSI

Internet Small Computer System Interface (iSCSI) è un protocollo che consente ai computer di comunicare con dispositivi di memorizzazione tramite richieste e risposte iSCSI inviate tramite TCP/IP. Siccome iSCSI si basa sul protocollo iSCSI utilizza la terminologia di SCSI. I dispositivi sul bus SCSI verso i quali vengono inviate le richieste (e che rispondono alle richieste) sono noti come target e il dispositivo che invia richieste è noto come iniziatore. In altre parole, un disco iSCSI è un target e il software equivalente iSCSI a un controller SCSI o SCSI Host Bus Adapter (HBA) viene chiamato iniziatore. Questa appendice copre solo Linux come iniziatore iSCSI: come Linux usa dischi iSCSI ma non come Linux ospita dischi iSCSI.
Linux è fornito di un iniziatore software iSCSI nel kernel che sostituisce e forma un driver HBA iSCSI e pertanto consente a linux di usare dischi iSCSI. Comunque, iSCSI è un protocollo completamente basato sulla rete. Il supporto all'iniziatore iSCSI non è solo in grado di inviare pacchetti SCSI tramite rete. Prima che Linux possa usare un target iSCSI, Linux deve trovare il target sulla rete e creare una connessione. In alcuni casi, Linux deve inviare informazioni di autenticazione tramite rete per guadagnare l'accesso al target. Linux inoltre deve rilevare eventuali errori della connessione di rete e deve stabilire una nuova connessione, incluso un nuovo accesso se necessario.
Il rilevamento, connessione e logging vengono gestiti nello spazio utente dallo strumento iscsiadm e la gestione dell'errore viene inoltre gestita da iscsid.
Sia iscsiadm che iscsid sono parte del pacchetto iscsi-initiator-utils sotto Fedora.

B.1. dischi iSCSI in anaconda

Anaconda può scoprire (e quindi effettuare l'accesso) a dischi iSCSI in due modi:
  1. Quando si avvia anaconda, viene controllato se il BIOS o le ROM di avvio del sistema supporta iSCSI Boot Firmware Table (iBFT), una estensione BIOS per sistemi che possono avviare da iSCSI. Se il BIOS supporta iBFT, anaconda leggerà le informazioni del target iSCSI per il disco di avvio configurato dal BIOS e accederà a questo target, rendendolo disponibile come target di installazione.
  2. La schermata iniziale del partizionamento mostra un tasto Configurazione avanzata dello spazio disco che consente di aggiungere informazioni su target iSCSI come la scoperta dell'indirizzo IP. Anaconda controllerà l'indirizzo IP fornito ed effettuerà l'accesso a qualsiasi target che dovesse trovare. Consultare Sezione 7.19, «Advanced Storage Options » per i dettagli sui target iSCSI che sono possibili specificare.
Mentre anaconda usa iscsiadm per cercare ed accedere in un terget iSCSI, iscsiadm conserva automaticamente informazioni su questi target iscsiadm iSCSI database. Anaconda quindi copia questo database sul sistema installato e marca qualsiasi target iSCSI non usato per / in modo che il sistema effettuerà l'accesso in modo automatico all'avvio. Se / si trova su un target iSCSI, initrd effettuerà l'accesso a questo target e anaconda non includerà questo target negli script di avvio per evitare tentativi multipli di accesso nello stesso target.
Se / viene posizionato su un target iSCSI, anaconda imposta NetworkManager per ignorare interfacce di rete attive durante il processo di installazione. Queste interfacce verranno configurate da initrd quando si avvia il sistema. Se NetworkManager dovesse riconfigurare queste interfacce, il sistema potrebbe perdere la connessione verso /.

B.2. dischi iSCSI durante l'avvio

Potrebbero verificarsi eventi collegati a iSCSI in alcuni punti fintanto che il sistema si avvia:
  1. Lo script di init in initrd effettuerà l'accesso in target iSCSI usati per / (se presente). Questo viene fatto usando lo strumento iscsistart (che può essere fatto senza la richiesta che iscsid sia in esecuzione).
  2. Quando il filesystem root è stato montato e i vari servizi di initscript vengono avviati, verrà richiamato l'initscript iscsid. Questo script avvierà iscsid se un target iSCSI viene usato per /, o se qualche target nel database iSCSI è marcato per essere loggato automaticamente.
  3. Dopo che è stato avviato lo script dei servizi di rete classico (o dovrebbe essere avviato se abilitato) verrà avviato lo script di init iscsi. Se la rete è disponibile verrà effettuato l'accesso ai target nel database iSCSI che sono marcati per l'accesso automatico. Se la rete non è accessibile, questo script terminerà in modo silenzioso.
  4. Quando si usa NetworkManager per accedere alla rete (invece del classico script di servizio di rete), NetworkManager richiamerà lo script di init iscsi. Vedere: /etc/NetworkManager/dispatcher.d/04-iscsi

    Importante

    Siccome NetworkManager è installato in /usr, non è possibile usarlo per configurare l'accesso di rete se /usr si trova su un dispositivo collegato via rete come un target iSCSI.
Se iscsid non è richiesto all'avvio del sistema, non verrà avviato automaticamente. Se si avvia iscsiadm, iscsiadm avvierà iscsid in seguito.

Guida alla crittografia del disco

C.1. Cosa è la cifratura del dispositivo a blocchi?

La cifratura del dispositivo a blocchi protegge i dati su un dispositivo a blocchi cifrandoli. Per accedere ai contenuti del dispositivo decriptati, l'utente deve fornire una frase d'accesso o chiave per l'autenticazione. Ciò fornisce sicurezza aggiuntiva oltre alla sicurezza già presente nei meccanismi del sistema quindi protegge i contenuti del dispositivo anche se è stato fisicamente rimosso dal sistema.

C.2. Crittografare dispositivi a blocchi usando dm-crypt/LUKS

LUKS (Linux Unified Key Setup) è una specifica per la codifica di dispositivi a blocchi. Esso stabilisce un formato su-disco per i dati, così come una politica di gestione frase d'accesso/chiave.
LUKS utilizza il sottosistema di mappatura del dispositivo del kernel tramite il modulo dm-crypt. Questo aggiustamento fornisce una mappatura di basso livello che gestisce la codifica e decodifica dei dati del dispositivo. Le operazioni a livello utente, come la creazione e l'accesso ai dispositivi criptati, vengono realizzate tramite l'utilizzo dello strumento cryptsetup.

C.2.1. Panoramica di LUKS

  • Cosa fà LUKS:
    • LUKS codifica completamente i dispositivi a blocchi
      • In questo modo LUKS è predisposto meglio per la protezione di contenuti su dispositivi mobili come:
        • supporti di memorizzazione rimovibili
        • Dischi di portatili
    • I contenuti inferiori del dispositivo a blocchi cifrato sono arbitrari.
      • Ciò lo rende utile per la cifratura di dispositivi di swap.
      • Ciò potrebe essere utile con determinati database che utilizzano dispositivi a blocchi formattati in modo particolare per l'immagazzinamento dati.
    • LUKS usa il sottosistema del kernel di mappatura dei dispositivi esistente.
      • Questo è lo stesso sottosistema usato da LVM, quindi è testato bene.
    • LUKS fornisce il rafforzamento delle frasi d'accesso.
      • Questo protegge contro attacchi a dizionario.
    • I dispositivi LUKS contengono slot per chiavi multiple.
      • Ciò consente agli utenti di aggiungere chiavi/frasi d'accesso di backup.
  • Cosa LUKS non fà:
    • LUKS non và bene per le applicazioni che richiedono chiavi di accesso differenti per più utenti (più di otto) allo stesso dispositivo.
    • LUKS non va bene per applicazioni che richiedono la cifratura a livello dei file.

C.2.2. Come accedere ai dispositivi criptati dopo l'installazione? (Avvio del sistema)

Durante l'avvio del sistema verrà richiesta una password. Dopo aver fornito la password corretta il sistema continuerà l'avvio normalmente. Se sono state usate differenti frasi d'accesso per più dispositivi criptati è necessario inserire più di una frase d'accesso durante l'avvio.

Consiglio

Considerare di usare la stessa frase d'accesso per tutti i dispositivi a blocchi per un dato sistema. Semplificherà l'avvio del sistema e sarà necessario ricordare meno password. Basta scegliere una buona password!

C.2.3. Scegliere una buona password

dm-crypt/LUKS supporta sia chiavi che frasi d'accesso, il programma di installazione anaconda supporta solo l'utilizzo di frasi d'accesso per la creazione e l'accesso ai dispositivi a blocchi cifrati durante l'installazione.
LUKS fornisce il rafforzamento delle frasi d'accesso ma è comunque una buona idea scegliere una buona (cioè "difficile da indovinare") frase d'accesso. Notare l'utilizzo del termine "frase d'accesso" invece del termine "password" (parola d'accesso). Questo è intenzionale. È importante fornire una frase che contiene più parole per incrementare la sicurezza dei dati.

C.3. Creazione di dispositivi a blocchi criptati in anaconda

È possibile creare dispositivi cifrati durante l'installazione del sistema. Ciò consente di configurare in maniera semplice un sistema con partizioni cifrate.
Per abilitare la cifratura del dispositivo a blocchi, spuntare la casella di "Crittazione del sistema" quando si seleziona il partizionamento automatico, oppure la casella "Cripta" durante la creazione di una singola partizione, array RAID software o volume logico. Dopo aver terminato il partizionamento, verrà richiesta una frase d'accesso per la crittografia. Questa frase d'accesso verrà richiesta per accedere ai dispositivi cifrati. Se sono già presenti dispositivi cifrati LUKS e sono state precedentemente fornite le corrette frasi d'accesso per questi dispositivi la voce chiave d'accesso conterrà inoltre una casella di controllo. Selezionando questa casella si indica il desiderio che la nuova frase venga aggiunta in uno slot disponibile in ognuno dei dispositivi a blocchi preesistenti.

Consiglio

Selezionando la casella "Crittazione del sistema" nella schermata "Partizionamento automatico" e quindi selezionando "Crea una struttura personalizzata" non causerà la cifratura automatica di tutti i dispositivi a blocchi.

Consiglio

È possibile usare kickstart per impostare differenti frasi d'accesso per ogni dispositivo a blocchi cifrato.

C.3.1. Quali tipi di dispositivi a blocchi possono essere cifrati?

Molti tipi di dispositivi a blocchi possono essere cifrati usando LUKS. Da anaconda è possibile cifrare partizioni, volumi fisici LVM, volumi logici LVM e array RAID software.

C.3.2. Limitazioni al supporto cifratura dispositivi a blocchi di anaconda

Questa sezione discute del supporto cifratura dispositivi a blocchi di anaconda

C.4. Creazione di dispositivi a blocchi cifrati sul sistema installato dopo l'installazione

I dispositivi a blocchi cifrati possono essere creati e configurati dopo l'installazione.

C.4.1. Creazione dei dispositivi a blocchi

Creare il dispositivo a blocchi che si desidera cifrare usando parted, pvcreate, lvcreate e mdadm.

C.4.2. Opzionale: Riempire il dispositivo con dati casuali

Riempiendo <device> (es: /dev/sda3) con dati casuali prima della cifratura incrementa notevolmente la robustezza della cifratura. Il problema è che l'operazione richiede parecchio tempo.

Warning

I seguenti comandi distruggeranno qualsiasi dato sul dispositivo.
  • Il modo migliore che fornisce una alta qualità di dati casuali ma che richiede un tempo maggiore (su molti sistemi alcuni minuti ogni gigabyte):
    dd if=/dev/urandom of=<device>
    
  • Metodo rapido che fornisce dati casuali di bassa qualità:
    badblocks -c 10240 -s -w -t random -v <device>
    

C.4.3. Formattare il dispositivo come dispositivo cifrato dm-crypt/LUKS

Warning

Il seguente comando distruggerà qualsiasi dato presente sul dispositivo.
cryptsetup luksFormat <device>

Consiglio

Per maggiori informazioni leggere la pagina di man cryptsetup(8).
Dopo aver fornito la frase d'accesso due volte il dispositivo verrà formattato per l'utilizzo. Per verificare, usare il comando seguente:
cryptsetup isLuks <device> && echo Success
Per visualizzare un sommario delle informazioni di cifratura del dispositivo, usare il comando seguente:
cryptsetup luksDump <device>

C.4.4. Creare una mappatura per consentire l'accesso ai contenuti decriptati del dispositivo

Per accedere ai contenuti decriptati del dispositivo deve essere stabilita una mappatura utilizzando il kernel device-mapper.
È utile selezionare un nome significativo per questa mappatura.. LUKS fornisce un UUID (Universally Unique Identifier) per ogni dispositivo. Questo, come per il nome dispositivo (es: /dev/sda3) è garantito per rimanere costante fintanto chè l'intestazione di LUKS rimane intatta. Per trovare l'UUID di un dispositivo LUKS, eseguire il comando seguente:
cryptsetup luksUUID <device>
Un esempio di un nome di mappatura affidabile, informativo ed univoco potrebbe essere luks-<uuid>, dove <uuid> va sostituito con l'UUID LUKS del dispositivo (es: luks-50ec957a-5b5a-47ee-85e6-f8085bbc97a8). Questa convenzione di nomi potrebbe sembrare molto lunga ma non è necessario inserire questo nome spesso.
cryptsetup luksOpen <device> <name>
Ora dovrebbe essere presente un nodo di dispositivo, /dev/mapper/<name>, che rappresenta il dispositivo cifrato. Questo dispositivo a blocchi si può leggere e scrivere da qualsiasi altro dispositivo a blocchi non cifrato.
Per maggiori informazioni sui dispositivi mappati, usare il seguente comando:
dmsetup info <name>

Consiglio

Per maggiori informazioni, leggere la pagina man dmsetup(8).

C.4.5. Creare filesystem sul dispositivo mappato, o continuare a costruire strutture complesse usando il dispositivo mappato

Usare il nodo dispositivo mappato (/dev/mapper/<name>) come qualsiasi altro dispositivo a blocchi. Per creare un filesystem ext2 sul dispositivo mappato, usare il seguente comando:
mke2fs /dev/mapper/<name>
Per montare questo filesystem su /mnt/test, usare il seguente comando:

Importante

La cartella /mnt/test deve esistere prima di eseguire il comando.
mount /dev/mapper/<name> /mnt/test

C.4.6. Aggiungere le informazioni di mappatura a /etc/crypttab

Per impostare nel sistema una mappatura per il dispositivo, bisogna riportare una voce nel file /etc/crypttab. Se il file non esiste, bisogna crearlo e cambiare il proprietario e il gruppo in root (root:root) e cambiare chmod in 0744. Aggiungere una linea al file con il seguente formato:
<name>  <device>  none
Il campo <device> dovrebbe essere fornito nella forma "UUID=<luks_uuid>", dove <luks_uuid> è l'uuid LUKS come fornito dal comando cryptsetup luksUUID <device>. Ciò assicura che verrà identificato e usato il corretto dispositivo anche se il nodo dispositivo (es: /dev/sda5) dovesse cambiare.

Consiglio

Per maggiori dettagli sul formato del file /etc/crypttab, consultare la pagina man crypttab(5).

C.4.7. Aggiungere una voce a /etc/fstab

Aggiungere una voce a /etc/fstab. Ciò è necessario solo se si desidera stabilire una associazione persistente fra il dispositivo e un punto di montaggio. Usare il dispositivo decriptato /dev/mapper/<name> nel file/etc/fstab.
In molti casi è preferibile elencare i dispositivi in /etc/fstab per UUID o per etichetta di filesystem. Lo scopo principale è quello di fornire un identificatore costante nel caso in cui il nome dispositivo (es: /dev/sda4) dovesse cambiare. I nomi dispositivi LUKS nella forma /dev/mapper/luks-<luks_uuid> sono basati solo sull'UUID LUKS e pertanto sono garantiti costanti. Ciò li rende adeguati per l'utilizzo in /etc/fstab.

Titolo

Per dettagli sul formato del file /etc/fstab, consultare la pagina di man fstab(5).

C.5. Compiti comuni post installazione

Le sezioni seguenti discutono i compiti post installazione piu comuni.

C.5.1. Impostare una chiave generata in modo casuale come metodo aggiuntivo per l'accesso ad un dispositivo cifrato

Queste sezioni discutono su come generare e aggiungere chiavi.

C.5.1.1. Generare una chiave

Questo comando genererà una chiave a 256-bit nel file $HOME/keyfile.
dd if=/dev/urandom of=$HOME/keyfile bs=32 count=1
                chmod 600 $HOME/keyfile

C.5.1.2. Aggiungere la chiave ad uno slot disponibile sul dispositivo cifrato

cryptsetup luksAddKey <device> ~/keyfile

C.5.2. Aggiungere una nuova frase d'accesso al dispositivo preesistente

cryptsetup luksAddKey <device>
Dopo la richiesta per una delle frasi d'accesso già presenti per l'autenticazione, verrà richiesto l'inserimento della nuova frase d'accesso.

C.5.3. Rimozione di una frase d'accesso o chiave da un dispositivo

cryptsetup luksRemoveKey <device>
Verrà richiesta la frase d'accesso che si desidera rimuovere e successivamente un'altra fra le rimanenti frasi d'accesso per l'autenticazione.

Comprensione di LVM

Quando si avvia un computer con Linux, il sistema operativo viene caricato all'interno della memoria da un programma speciale chiamato boot loader. Un boot loader generalmente è composto da un disco fisso primario del sistema (o da un altro dispositivo media), ed il suo compito è quello di caricare il kernel di Linux con i file richiesti, o di caricare (in alcuni casi) altri sistemi operativi all'interno della memoria.
Questo capitolo affronta i comandi e le opzioni di configurazione per il boot loader GRUB incluso con Fedora con l'architettura x86.

E.1. GRUB

GNU GRand Unified Bootloader (GRUB) è un programma che consente di selezionare quale sistema operativo o kernel è da caricare al momento dell'avvio del sistema. Consente inoltre di passare argomenti al kernel.

E.1.1. Processo di avvio di GRUB e x86

Il processo di caricamento di GRUB avviene in diverse fasi:
  1. La fase 1 o boot loader primario viene letta all'interno della memoria dal BIOS dall'MBR[6]. Il boot loader primario è situato in meno di 512 byte di spazio del disco all'interno dell'MBR ed è in grado di caricare la fase 1.5 o la fase 2 del boot loader.
  2. Se necessario il boot loader alla fase 1.5 viene letto nella memoria dal boot loader alla fase 1. Alcuni hardware richiedono una fase intermedia per poter avanzare al boot loader alla fase 2. Tale tendenza risulta essere vera se la partizione /boot/ si trova oltre il cilindro 1024 del disco fisso, oppure quando si utilizza la modalità LBA. Il boot loader della fase 1.5 si può trovare sia sulla partizione /boot/ sia su di una parte molto piccola dell'MBR e sulla partizione /boot/.
  3. La fase 2 o boot loader secondario, viene caricata nella memoria. Il boot loader secondario visualizza il menu di GRUB e l'ambiente dei comandi. Questa interfaccia consente di selezionare il sistema operativo o il kernel da avviare, il passaggio degli argomenti al kernel o di osservare i parametri del sistema.
  4. Il boot loader secondario legge il sistema operativo o il kernel, insieme ai contenuti di /boot/sysroot/, nella memoria. Una volta che GRUB determina quale sistema operativo o kernel deve avviare, lo carica all'interno della memoria e trasferisce il controllo della macchina al sistema operativo in questione.
Il metodo utilizzato per avviare Linux viene chiamato direct loading, poichè il boot loader carica il sistema operativo in modo diretto. Non è presente alcun intermediario tra il boot loader ed il kernel.
Il processo d'avvio utilizzato da altri sistemi operativi può variare leggermente. Per esempio iI sistema operativo Microsoft® Windows®, oltre a numerosi altri sistemi operativi,vengono caricati mediante il metodo di caricamento a catena. Con questo metodo l'MBR fa semplicemente riferimento al primo settore della partizione contenente il sistema operativo, dove trova i file necessari per avviare il sistema.
GRUB supporta entrambi i metodi di avvio di caricamento, consentendo di avviare qualsiasi sistema operativo.

Warning

Durante l'installazione, il programma di installazione DOS e Windows di Microsoft, sovrascrive completamente l'MBR, eliminando qualsiasi boot loader esistente. Se si crea un sistema dual-boot, è preferibile installare prima il sistema operativo Microsoft.

E.1.2. Caratteristiche di GRUB

GRUB vanta una serie di caratteristiche che lo rendono preferibile ad altri boot loader disponibili per l'architettura x86. Ecco alcune delle peculiarità più importanti:
Una delle cose più importanti da capire prima di usare GRUB è il modo in cui il programma fa riferimento a dispositivi come i dischi fissi o le partizioni. Questa informazione è fondamentale se si desidera configurare GRUB per l'avvio di più sistemi operativi.

E.3.1. Nomi dei dispositivi

Quando si fa riferimento ad un dispositivo particolare con GRUB, bisogna farlo usando il seguente formato (notare che le parentesi e la virgola sono molto importanti):
(<type-of-device><bios-device-number>,<partition-number>)
<bios-device-number> è il numero del dispositivo BIOS. Il disco fisso IDE primario viene numerato 0 ed il disco fisso IDE secondario viene numerato 1. La sintassi risulta più o meno equivalente a quella usata per i dispositivi del kernel. Per esempio, a in hda per il kernel, risulta essere analogo a 0 in hd0 per GRUB, b in hdb è analogo a 1 in hd1, e così via.
<partition-number> specifica il numero di una partizione su di un dispositivo. Similmente a <bios-device-number>, numerosi tipi di partizioni vengono numerate iniziando con 0. Tuttavia le partizioni BSD vengono specificate usando lettere, con a che corrisponde a 0, b che corrisponde a 1, e così via.

Note

Con GRUB, tale sistema di numerazione per i dispositivi inizia sempre con 0 e non con 1. Molti nuovi utenti spesso commettono l'errore di dimenticare tale caratteristica in questo tipo di numerazione.
Per esempio, se un file system presenta più di un disco fisso, GRUB farà riferimento al primo disco fisso come (hd0), ed al secondo come (hd1). In modo simile GRUB farà riferimento alla prima partizione sulla prima unità come (hd0,0) e la terza partizione sul secondo disco fisso come (hd1,2).
Per assegnare un nome a dispositivi e partizioni GRUB, utilizzare le seguenti regole:
  • Non ha importanza se i dischi fissi del sistema sono IDE o SCSI, tutti i dischi fissi iniziano con lettere hd. Le lettere fd vengono usate per specificare i dischetti 3.5.
  • Per specificare l'intero dispositivo senza tener presente le partizioni, non aggiungere alcuna virgola e numero di partizione. Ciò è molto importante quando viene indicato a GRUB di configurare l'MBR per un disco particolare. Per esempio, (hd0) specifica l'MBR sul primo dispositivo, e (hd3) specifica l'MBR per il quarto dispositivo.
  • Se un sistema presenta dispositivi drive multipli, allora è importante conoscere il loro ordine all'interno del BIOS. Tale compito non risulta essere molto complesso se il sistema presenta solo unità IDE o SCSI, se invece sono unità miste è importante accedere prima al tipo di unità che presenta la partizione di avvio.

E.3.2. Nomi dei file ed elenchi dei blocchi

Quando si digitano i comandi per GRUB che fanno riferimento ad un file, come un elenco del menu, è necessario includere il file subito dopo aver specificato i numeri di dispositivo e partizione.
Qui di seguito viene riportata la struttura di tale comando:
(<device-type><device-number>,<partition-number>)</path/to/file>
In questo esempio sostituire <device-type> con hd, fd o nd. Sostituire <device-number> con il valore intero per il dispositivo. Sostituire </path/to/file> con un percorso assoluto, relativo al livello alto del dispositivo.
Inoltre è possibile specificare a GRUB i file che non compaiono nel filesystem, come per esempio un loader a catena (chain loader) contenuto nei primissimi blocchi di una partizione. Per caricare questi file, occorre fornire un elenco dei blocchi, che indichi a GRUB, blocco per blocco, la posizione del file nella partizione. Poichè un file può essere composto da molti insiemi di blocchi differenti, il suddetto elenco utilizza una sintassi speciale. Il blocco contenente il file, viene specificato da un numero di offset di blocchi, seguito dal numero di blocchi riferiti da quel punto specifico di offset. Gli offset dei blocchi sono elencati in un elenco e separati da virgole.
Il seguente è un esempio di elenco di blocchi:
0+50,100+25,200+1
Questo esempio di elenco dei blocchi, specifica un file che inizia sul primo blocco sulla partizione ed utilizza i blocchi 0 fino a 49, da 100 fino a 124 e 200.
Quando si usa GRUB è utile sapere come scrivere gli elenchi dei blocchi in modo da caricare i sistemi operativi che utilizzano il caricamento a catena. Si può omettere il numero di blocchi se si inizia dal blocco 0. Per esempio, il file di caricamento a catena nella prima partizione del primo disco fisso avrà il seguente nome:
(hd0,0)+1
Il seguente mostra il comando chainloader con una designazione simile di elenco dei blocchi sulla linea di comando di GRUB, dopo aver impostato il dispositivo corretto e la partizione come root:
chainloader +1

E.4. Interfacce di GRUB

GRUB dispone di tre potenti interfacce che forniscono diversi livelli di funzionalità. Ognuna di queste interfacce vi permette di avviare il kernel di Linux oppure un altro sistema operativo.
Le interfacce sono:

Note

È possibile accedere alle seguenti interfacce di GRUB premendo, entro tre secondi, qualsiasi pulsante presente nella schermata di bypass del menu di GRUB.
Interfaccia menu
Essa risulta essere l'interfaccia predefinita mostrata quando GRUB viene configurato dal programma d'installazione. Un menu dei sistemi operativi o dei kernel pre-configurati verrà visualizzato sottoforma di elenco e suddiviso a seconda del nome. Utilizzare le freccette della tastiera per selezionare un sistema operativo o una versione del kernel e successivamente premete il tasto Invio per avviarlo. Alternativamente, verrà impostato un periodo di timeout, dopo il quale GRUB caricherà l'opzione di default.
Premere il tasto e per inserire l'interfaccia dell'editor oppure c per caricare l'interfaccia della linea di comando.
Consultare la Sezione E.6, «File di configurazione del menu di GRUB» per maggiori informazioni su come configurare questa interfaccia.
Interfaccia Editor per le voci del menu
Per accedere all'editor della voce del menu, premere e dal menu del boot loader. Qui i comandi di GRUB per la voce in questione vengono visualizzati e gli utenti saranno in grado di alterare le righe del comando prima di avviare il sistema operativo, aggiungendo una linea di comando (o inserisce una nuova riga dopo la riga corrente e O antepone una nuova riga), modificare (e), o cancellare una (d).
Dopo aver eseguito tutte le modifiche, il tasto b esegue i comandi ed avvia il sistema operativo. Il tasto Esc annulla tutte le modifiche e ricarica l'interfaccia standard del menu. Il tasto c carica l'interfaccia della linea di comando.

Note

Per informazioni sulla modifica dei runlevel utilizzando l'editor della voce del menu, consultare la Sezione E.7, «Modifica dei runlevel all'avvio».
Interfaccia a linea di comando
L'interfaccia a linea di comando è l'interfaccia GRUB di base più semplice, ma al tempo stesso è in grado di conferire all'utente un controllo più esteso. La linea di comando rende possibile digitare qualsiasi comando GRUB rilevante, seguito dal tasto Invio per eseguirli. Questa interfaccia contiene alcune caratteristiche simili ad una shell molto avanzate, incluso la funzione di completamento Tab, in base al contesto e le combinazioni del tasto Ctrl durante l'inserimento dei comandi, come ad esempio Ctrl+a per spostarsi all'inizio di una riga, e Ctrl+e per spostarsi alla fine della riga stessa. In aggiunta, le freccette ed i tasti Home, Fine e Cancella funzionano in modo simile ad una shell bash.
Consultare la Sezione E.5, «Comandi» per un elenco di comandi.
GRUB dispone di numerosi comandi nella propria interfaccia della linea di comando. Per alcuni di questi comandi è possibile digitare delle opzioni, dopo il nome, che vanno separate tramite spazi dal comando e da altre opzioni.
Qui di seguito viene riportato un elenco dei comandi più utili:
  • boot — Avvia il sistema operativo o il loader a catena 'chain loader' caricato per ultimo.
  • chainloader </path/to/file> — Carica il file specificato come loader a catena. Se il file si trova nel primo settore della partizione specificata, utilizzare la numerazione dell'elenco dei blocchi, +1, invece di usare il nome del file.
    Il seguente è un esempio di comando chainloader:
    chainloader +1
    
  • displaymem — Visualizza l'uso corrente della memoria, in base alle informazioni provenienti dal BIOS. Ciò è utile per determinare la quantità di RAM di un sistema prima che lo stesso sia stato avviato.
  • initrd </path/to/initrd> — Permette agli utenti di specificare una RAM disk iniziale da utilizzare al momento dell'avvio. Un initrd risulta essere necessario quando il kernel ha bisogno di determinati moduli per avviarsi in modo corretto, come ad esempio quando la partizione root viene formattata con il file system ext3 o ext4.
    Il seguente è un esempio di comando initrd:
    initrd /initrd-2.6.8-1.523.img
    
  • install <stage-1> <install-disk> <stage-2> p config-file — Installa GRUB sul MBR.
    • <stage-1> — Indica un dispositivo, una partizione ed un file dove viene trovata l'immagine del primo boot loader, come ad esempio (hd0,0)/grub/stage1.
    • <install-disk> — Specifica il disco dove è necessario installare il boot loader della prima fase, ad esempio (hd0).
    • <stage-2> — Passa la posizione del boot loader della seconda fase al boot loader della prima fase, ad esempio (hd0,0)/grub/stage2.
    • p <config-file> — Questa opzione indica al comando install di ricercare il file di configurazione del menu specificato da <config-file>, come ad esempio (hd0,0)/grub/grub.conf.

    Warning

    Il comando install sovrascrive qualsiasi informazione già presente sull'MBR.
  • kernel </path/to/kernel> <option-1> <option-N> ... — Specifica il file del kernel da caricare durante l'avvio del sistema operativo. Sostituire </path/to/kernel> con un percorso assoluto dalla partizione specificata dal comando root. Sostituire <option-1> con le opzioni per il kernel di Linux, come ad esempio root=/dev/VolGroup00/LogVol00, per specificare il dispositivo sul quale si trova la partizione root per il sistema. È possibile passare le opzioni multiple al kernel in un elenco separato da spazi.
    Quanto segue risulta essere un esempio di comando kernel:
    kernel /vmlinuz-2.6.8-1.523 ro root=/dev/VolGroup00/LogVol00
    
    L'opzione nell'esempio precedente specifica che il file system root per Linux si trova sulla partizione hda5.
  • root (<device-type><device-number>,<partition>) — Configura la partizione root per GRUB, come ad esempio (hd0,0), montando la partizione.
    Il seguente rappresenta un esempio del comando root:
    root (hd0,0)
    
  • rootnoverify (<device-type><device-number>,<partition>) — Configura la partizione root per GRUB, proprio come il comando root, senza però montare la partizione.

E.6. File di configurazione del menu di GRUB

E.6.1. Struttura del file di configurazione

Il file di configurazione dell'interfaccia del menu di GRUB è /boot/grub/grub.conf. I comandi usati per impostare le preferenze globali per l'interfaccia del menu, vengono posizionati nella parte superiore del file, seguite da istanze per ogni kernel operativo o da un sistema operativo presente nel menu.
Di seguito viene riportato un file di configurazione di base del menu di GRUB creato per avviare sia Fedora che Microsoft Windows Vista:
default=0 
timeout=10 
splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz 
hiddenmenu 
title Fedora (2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686)
root (hd0,1)
kernel /vmlinuz-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 rhgb quiet
initrd /initrd-2.6.27.19-170.2.35.fc10.i686.img 

# sezione per il caricamento di Windows 
title Windows         
rootnoverify (hd0,0)         
chainloader +1
Questo file configura GRUB in modo da creare un menu con Fedora come sistema operativo predefinito, impostandolo in avvio automatico dopo 10 secondi. Vengono assegnate due sezioni, una per ogni voce del sistema operativo, con comandi specifici per la tabella della partizione del disco del sistema.

Note

Notare che il valore predefinito viene specificato come valore intero. Ciò si riferisce alla prima riga title nel file di configurazione di GRUB. Per impostare la sezione Windows come predefinita nell'esempio precedente, modificare default=0 in default=1.

E.6.2. Direttive del file di configurazione

Le direttive seguenti sono generalmente utilizzate solo nel file di configurazione a menu di GRUB:
  • chainloader </path/to/file> — Carica il file specificato come un loader a catena. Sostituire </path/to/file> con il percorso assoluto per il loader a catena. Se il file è posizionato sul primo settore della partizione specificata, usare la numerazione dell'elenco dei blocchi, +1.
  • color <normal-color> <selected-color> — Permette l'utilizzo di colori specifici nel menu, dove due colori vengono configurati come foreground e background. Utilizzare nomi semplici di colori come red/black. Per esempio:
    color red/black green/blue
    
  • default=<integer> — Sostituire <integer> con il numero del titolo della voce di default, da caricare se l'interfaccia del menu raggiunge il tempo limite.
  • fallback=<integer> — Sostituire <integer> con il numero del titolo della voce da provare se il primo tantativo fallisce.
  • hiddenmenu — Impedisce la visualizzazione dell'interfaccia del menu GRUB, caricando la voce default quando il periodo di timeout viene raggiunto. L'utente è in grado di visualizzare il menu GRUB standard premendo il tasto Esc.
  • initrd </path/to/initrd> — Permette agli utenti di specificare una RAM disk iniziale da usare al momento dell'avvio. Sostituire </path/to/initrd> con il percorso assoluto per la RAM disk iniziale.
  • kernel </path/to/kernel> <option-1> <option-N> — Specifica il file kernel da caricare al momento dell'avvio del sistema operativo. Sostituire </path/to/kernel> con un percorso assoluto dalla partizione specificata dalla direttiva root. Le opzioni multiple possono essere passate al kernel una volta caricato.
  • password=<password> — Impedisce ad un utente che non conosce la password, di modificare le voci per questa opzione del menu.
    È possibile specificare anche un file di configurazione del menu alternativo dopo la direttiva password=<password>. In questo caso, GRUB riavvia il boot loader della seconda fase ed utilizza il file di configurazione alternativo specificato per creare il menu. Se un file di configurazione del menu alternativo viene lasciato fuori dal comando, un utente che conosce la password sarà in grado di modificare il file di configurazione corrente.
    Per maggiori informazioni su come rendere sicuro GRUB, consultare il capitolo Sicurezza della Workstation nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
  • root (<device-type><device-number>,<partition>) — Configura la partizione root per GRUB, come ad esempio (hd0,0), montando la partizione.
  • rootnoverify (<device-type><device-number>,<partition>) — Configura la partizione root per GRUB, proprio come il comando root, senza però montare la partizione.
  • timeout=<integer> — Specifica l'intervallo, in secondi, che GRUB attende prima di caricare la voce designata nel comando default.
  • splashimage=<path-to-image> — Specifica la posizione dell'immagine della schermata splash da usare all'avvio di GRUB.
  • title group-title — Specifica un titolo da usare con un gruppo di comandi particolari, usati per caricare un kernel o un sistema operativo.
Per aggiungere commenti in grado di esser letti da un utente al file di configurazione, iniziare la riga con il carattere cancelletto (#).


[6] Per maggiori informazioni sul sistema BIOS e MBR, consultare Sezione F.2.1, «Il BIOS».

Processo di avvio, init e spegnimento

Un importantissimo aspetto di Fedora è il metodo aperto e configurabile da parte dell'utente, utilizzato per avviare il sistema operativo. Gli utenti sono liberi di configurare diversi aspetti relativi al processo d'avvio, incluso la possibilità di specificare i programmi lanciati al momento dell'avvio. In modo simile, lo spegnimento del sistema termina i processi interessati in modo corretto, organizzato e configurabile, anche se la personalizzazione di tale processo è richiesta raramente.
La comprensione del funzionamento dei processi di avvio e di arresto non solo consente di effettuare una personalizzazione ma aiuta a trovare una soluzione ai problemi legati all'avvio o allo spegnimento del sistema.
L'inizio del processo di avvio varia in base alla piattaforma utilizzata. Tuttavia, quando il kernel viene rilevato e caricato dal boot loader, il processo di avvio di default è identico per tutte le architetture. Questo capitolo si dedica principalmente all'architettura x86.

F.2.1. Il BIOS

Quando viene avviato un computer x86, il processore controlla il BIOS o Basic Input/Output System alla fine della memoria del sistema, eseguendolo. Il BIOS controlla non solo la prima fase del processo di avvio ma fornisce l'interfaccia di livello inferiore alle periferiche. Per questo motivo è scritto in una memoria permanente in sola lettura e può sempre essere utilizzato.
Altre piattaforme utilizzano programmi diversi per eseguire attività di livello inferiore, in minima parte equivalenti a quelle del BIOS di un sistema x86. Per esempio i computer con processore Itanium utilizzano la shell Extensible Firmware Interface (EFI).
Dopo il caricamento, il BIOS esamina il sistema, cerca e controlla le periferiche e cerca un dispositivo valido per avviare il sistema. Di solito controlla le unità floppy ed i CD-ROM presenti alla ricerca di supporti avviabili, se non riesce ad eseguire tale operazione, verifica il disco fisso. Nella maggior parte dei casi, la sequenza delle unità utilizzate per l'avvio è controllata da una particolare configurazione del BIOS, eseguendo una ricerca sul dispositivo master IDE sul bus IDE primario. Il BIOS carica in memoria qualsiasi programma presente nel primo settore di questo dispositivo, denominato MBR o Master Boot Record. L'MBR ha dimensioni pari a soli 512 byte e contiene le istruzioni in codice macchina per l'avvio del computer oltre alla tabella delle partizioni. Al termine dell'operazione il BIOS passa il controllo a qualsiasi programma che si trova nell'MBR.
Un boot loader per la piattaforma x86 è caratterizzato da almeno due fasi. La prima delle quali è rappresentata da una piccola porzione del codice binario della macchina dell'MBR. L'unico obiettivo di questa fase è quello di rilevare il boot loader secondario e caricare la prima parte in memoria.
GRUB presenta la possibilità di leggere ext2 e ext3 [7] e di caricare il proprio file di configurazione — /boot/grub/grub.conf — al momento dell'avvio. Consultare la Sezione E.6, «File di configurazione del menu di GRUB» per informazioni su come modificare questo file.

ext4 and Btrfs

Il bootloader GRUB non supporta i file system ext4 e Btrfs.

Note

Se si aggiorna il kernel utilizzando il Red Hat Update Agent, il file di configurazione del boot loader viene aggiornato automaticamente. Maggiori informazioni su Red Hat Network sono disponibili online sul seguente URL: https://rhn.redhat.com/.
Quando il boot loader secondario è in memoria, viene visualizzata la schermata grafica che mostra i diversi sistemi operativi o i kernel che sono stati configurati per l'avvio. Su questa schermata un utente può usare i tasti direzionali per scegliere quale sistema operativo o kernel vuole avviare e premere Invio. Se nessun tasto è premuto, il boot loader carica la selezione di default dopo un determinato periodo di tempo.
Quando il boot loader della seconda fase ha determinato quale kernel avviare, esso rileva il kernel binario corrispondente nella directory /boot/. Il kernel binario viene chiamato usando il formato seguente — /boot/vmlinuz-<kernel-version> (dove <kernel-version> corrisponde alla versione del kernel specificata nelle impostazioni del boot loader).
Per informazioni sull'utilizzo del boot loader per fornire gli argomenti della linea di comando al kernel, consultare il Appendice E, Il boot loader GRUB. Per informazioni su come modificare il runlevel al prompt del boot loader, consultare la Sezione E.7, «Modifica dei runlevel all'avvio».
Il boot loader colloca quindi in memoria una o più immagini initramfs. Successivamente il kernel decomprime e trasferisce queste immagini dalla memoria a /sysroot/, un file system virtuale basato sulla RAM tramite il comando cpio. initramfs viene usato dal kernel per caricare tutti i driver ed i moduli necessari per avviare il sistema. Questa operazione è particolarmente importante se si dispone di unità SCSI o se i sistemi utilizzano il file system ext3 o ext4.
Dopo avere caricato in memoria il kernel e l'immagine initramfs, il boot loader trasferisce il controllo del processo di avvio al kernel.
Per una panoramica più dettagliata del boot loader GRUB, consultare il Appendice E, Il boot loader GRUB.
Il programma /sbin/init (chiamato anche init) coordina la fase restante del processo di avvio e configura l'ambiente per l'utente.
Quando il comando init viene eseguito, diventa il genitore di tutti i processi che si avviano automaticamente sul sistema. Innanzitutto esegue lo script /etc/rc.d/rc.sysinit che imposta il percorso dell'ambiente, attiva lo swap, controlla i filesystem e si occupa di tutti i processi che vanno eseguiti per l'inizializzazione del sistema. Per esempio, la maggior parte dei sistemi utilizza un orologio, così rc.sysinit legge il file di configurazione /etc/sysconfig/clock per inizializzare l'orologio dell'hardware. Un altro esempio potrebbe essere quello con il quale è necessario inizializzare processi speciali per le porte seriali, rc.sysinit può eseguire anche il file /etc/rc.serial.
Successivamente il comando init imposta la libreria di funzione della sorgente, /etc/rc.d/init.d/functions, per il sistema il quale a sua volta configura il modo di avvio o come eliminare e determinare il PID di un programma.
A questo punto il programma init avvia tutti i processi di background cercando nella relativa directory rc, il runlevel specificato come predefinito in /etc/inittab. Le directory rc sono numerate in modo da corrispondere ai runlevel che rappresentano. Per esempio /etc/rc.d/rc5.d/ è la directory per il runlevel 5.
Quando si esegue l'avvio dal runlevel 5, il programma init cerca nella directory /etc/rc.d/rc5.d/ per determinare quali processi iniziare e quali da arrestare.
Di seguito è riportato un esempio che illustra la directory /etc/rc.d/rc5.d/:
K05innd -> ../init.d/innd 
K05saslauthd -> ../init.d/saslauthd 
K10dc_server -> ../init.d/dc_server 
K10psacct -> ../init.d/psacct 
K10radiusd -> ../init.d/radiusd 
K12dc_client -> ../init.d/dc_client 
K12FreeWnn -> ../init.d/FreeWnn 
K12mailman -> ../init.d/mailman 
K12mysqld -> ../init.d/mysqld 
K15httpd -> ../init.d/httpd 
K20netdump-server -> ../init.d/netdump-server 
K20rstatd -> ../init.d/rstatd 
K20rusersd -> ../init.d/rusersd 
K20rwhod -> ../init.d/rwhod 
K24irda -> ../init.d/irda 
K25squid -> ../init.d/squid 
K28amd -> ../init.d/amd 
K30spamassassin -> ../init.d/spamassassin 
K34dhcrelay -> ../init.d/dhcrelay 
K34yppasswdd -> ../init.d/yppasswdd 
K35dhcpd -> ../init.d/dhcpd 
K35smb -> ../init.d/smb 
K35vncserver -> ../init.d/vncserver 
K36lisa -> ../init.d/lisa 
K45arpwatch -> ../init.d/arpwatch 
K45named -> ../init.d/named 
K46radvd -> ../init.d/radvd 
K50netdump -> ../init.d/netdump 
K50snmpd -> ../init.d/snmpd 
K50snmptrapd -> ../init.d/snmptrapd 
K50tux -> ../init.d/tux 
K50vsftpd -> ../init.d/vsftpd 
K54dovecot -> ../init.d/dovecot 
K61ldap -> ../init.d/ldap 
K65kadmin -> ../init.d/kadmin 
K65kprop -> ../init.d/kprop 
K65krb524 -> ../init.d/krb524 
K65krb5kdc -> ../init.d/krb5kdc 
K70aep1000 -> ../init.d/aep1000 
K70bcm5820 -> ../init.d/bcm5820 
K74ypserv -> ../init.d/ypserv 
K74ypxfrd -> ../init.d/ypxfrd 
K85mdmpd -> ../init.d/mdmpd 
K89netplugd -> ../init.d/netplugd 
K99microcode_ctl -> ../init.d/microcode_ctl 
S04readahead_early -> ../init.d/readahead_early 
S05kudzu -> ../init.d/kudzu 
S06cpuspeed -> ../init.d/cpuspeed 
S08ip6tables -> ../init.d/ip6tables 
S08iptables -> ../init.d/iptables 
S09isdn -> ../init.d/isdn 
S10network -> ../init.d/network 
S12syslog -> ../init.d/syslog 
S13irqbalance -> ../init.d/irqbalance 
S13portmap -> ../init.d/portmap 
S15mdmonitor -> ../init.d/mdmonitor 
S15zebra -> ../init.d/zebra 
S16bgpd -> ../init.d/bgpd 
S16ospf6d -> ../init.d/ospf6d 
S16ospfd -> ../init.d/ospfd 
S16ripd -> ../init.d/ripd 
S16ripngd -> ../init.d/ripngd 
S20random -> ../init.d/random 
S24pcmcia -> ../init.d/pcmcia 
S25netfs -> ../init.d/netfs 
S26apmd -> ../init.d/apmd 
S27ypbind -> ../init.d/ypbind 
S28autofs -> ../init.d/autofs 
S40smartd -> ../init.d/smartd 
S44acpid -> ../init.d/acpid 
S54hpoj -> ../init.d/hpoj 
S55cups -> ../init.d/cups 
S55sshd -> ../init.d/sshd 
S56rawdevices -> ../init.d/rawdevices 
S56xinetd -> ../init.d/xinetd 
S58ntpd -> ../init.d/ntpd 
S75postgresql -> ../init.d/postgresql 
S80sendmail -> ../init.d/sendmail 
S85gpm -> ../init.d/gpm 
S87iiim -> ../init.d/iiim 
S90canna -> ../init.d/canna 
S90crond -> ../init.d/crond 
S90xfs -> ../init.d/xfs 
S95atd -> ../init.d/atd 
S96readahead -> ../init.d/readahead 
S97messagebus -> ../init.d/messagebus 
S97rhnsd -> ../init.d/rhnsd 
S99local -> ../rc.local
Come illustrato in questa lista, nessuno degli script che avviano e arrestano realmente i servizi si trova nella directory /etc/rc.d/rc5.d/ . Tutti i file in /etc/rc.d/rc5.d/ sono link simbolici diretti a script che si trovano nella directory /etc/rc.d/init.d/. I link simbolici sono utilizzati in ciascuna delle directory rc per fare in modo che i runlevel possano essere riconfigurati creando, modificando ed eliminando i link simbolici senza influire sugli script a cui fanno riferimento.
Il nome di ciascun link simbolico inizia con K o S. I link K sono processi che vengono terminati, mentre quelli che iniziano con S vengono avviati.
Il comando init arresta innanzitutto i link simbolici K della directory eseguendo il comando /etc/rc.d/init.d/<command> stop, in cui <command> è il processo da terminare. Avvia quindi tutti i link simbolici S eseguendo il comando /etc/rc.d/init.d/<command> start.

Note

Una volta terminato il processo d'avvio del sistema, sarà possibile eseguire il login come utente root ed eseguire gli stessi script per avviare ed arrestare i servizi. Per esempio, il comando /etc/rc.d/init.d/httpd stop arresta il server HTTP di Apache.
Ciascuno dei link simbolici è numerato in modo da stabilire l'ordine di avvio. Potete modificare l'ordine in cui i servizi vengono avviati o interrotti cambiando questo numero. Più il numero è basso, prima il servizio corrispondente viene avviato. I link simbolici che presentano lo stesso numero, vengono avviati in base ad un ordine alfabetico.

Note

Una delle ultime cose che il programma init esegue è il file /etc/rc.d/rc.local. Il suddetto file è molto utile durante il processo di personalizzazione del sistema. Per maggiori informazioni su come utilizzare il file rc.local, consultate Sezione F.3, «Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio».
Dopo che il comando init è passato attraverso la directory appropriata rc del runlevel, lo script /etc/inittab dirama un processo /sbin/mingetty per ogni console virtuale (prompt di login) assegnata al runlevel. Dal runlevel 2 fino al 5 sono presenti tutte e sei le console virtuali, mentre il runlevel 1 (modalità utente singolo) ne ha solo una ed i runlevel 0 e 6 non presentano alcuna console virtuale. Il processo /sbin/mingetty apre alcuni percorsi di comunicazione per i dispositivi tty [8], imposta le rispettive modalità, stampa il prompt di login, accetta la password ed il nome utente ed inizializza il processo di login.
Nel runlevel 5, /etc/inittab esegue lo script /etc/X11/prefdm. Lo script prefdm esegue l'X display manager preferito[9]gdm, kdm, o xdm, a seconda dei contenuti del file /etc/sysconfig/desktop.
Una volta terminato, il sistema è operativo sul runlevel 5, mostrando anche una schermata di login.
Il sistema di runlevel SysV init fornisce un processo standard per controllare quale programma init viene avviato o interrotto per un runlevel particolare. SysV init è stato scelto perchè è piè semplice da utilizzare e più flessibile del processo tradizionale a stile BSD init.
I file di configurazione di SysV init si trovano in /etc/rc.d/. In questa directory troverete gli script rc, rc.local, rc.sysinit e facoltativamente gli script rc.serial e le seguenti directory:
init.d/ rc0.d/ rc1.d/ rc2.d/ rc3.d/ rc4.d/ rc5.d/ rc6.d/
La directory init.d/ contiene gli script utilizzati dal comando /sbin/init durante il controllo dei servizi. Ognuna delle directory numerate, rappresentano i sei runlevel configurati in modo predefinito per Fedora.

F.4.1. Runlevel

Il concetto dietro i runlevel SysV init si basa sul fatto che è possibile utilizzare sistemi diversi in modi differenti. Per esempio, un server opera in modo più efficiente sulle risorse del computer creato dal sistema X Window, se esso non presenta alcun sovraccarico. Altre volte, un amministratore di sistema potrebbe avere il bisogno di operare in un runlevel minore per effettuare delle operazioni di diagnosi, come risolvere delle corruzioni sul disco in runlevel 1.
Le caratteristiche di ogni runlevel determinano quale servizio èinterrotto e quale viene avviato dal comando init. Per esempio, runlevel 1 (modalità utente singolo) interrompe qualunque servizio di rete, mentre il runlevel 3 avvia questi servizi. Assegnando specifici servizi per l'interruzione o l'avvio di un particolare runlevel, init è in grado di modificare la modalità del computer senza che l'utente debba interrompere o avviare i servizi manualmente.
I seguenti runlevel sono definiti in modo predefinito in Fedora:
  • 0 — Arresto
  • 1 — Modalità a utente singolo
  • 2 — Non utilizzato (definito dall'utente)
  • 3 — Modalità multiutente completa
  • 4 — Non utilizzato (definito dall'utente)
  • 5 — Modalità grafica multiutente completa (con schermata di login basata su X)
  • 6 — Riavvio
In generale, gli utenti eseguono Fedora con un runlevel 3 o 5 — entrambi sono modalità utente multiplo complete. Talvolta gli utenti personalizzano i runlevel 2 e 4 per far fronte a requisiti specifici, in quanto i suddetti runlevel non vengono utilizzati.
Il runlevel predefinito per il sistema è scritto nel file /etc/inittab. Per scoprire il runlevel di default per un sistema, cercare la riga simile a quella riportata all'inizio del file /etc/inittab:
id:5:initdefault:
Il runlevel predefinito nell'esempio di cui sopra, è cinque, come indicato dal numero dopo i primi due punti. Per cambiarlo, modificare /etc/inittab come root.

Warning

Stare attenti quando si modifica il file /etc/inittab. Errori semplici possono causare l'impossibilità di riavvio del sistema. Se si verifica quanto detto, usare un dischetto di avvio, immettere la modalità utente singolo, o la madalità rescue e correggere il file.
Per maggiori informazioni sulla modalità rescue ed utente singolo, consultare il capitolo Ripristino di base del sistema nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.


[7] GRUB è in grado di leggere file system ext3 come se fossero ext2, ignorando il file journal. Consultare il capitolo intitolato Il file system ext3 nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide, per maggiori informazioni sul file system ext3.

[8] Consultare la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide per maggiori informazioni sui dispositivi tty.

[9] Consultate la Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide per maggiori informazioni sui display manager.

Altra documentazione tecnica

Questo documento fornisce un riferimento per usare il software di installazione di Fedora, anche conosciuto come anaconda. Per approfondire la conoscenza di anaconda, visitare la pagina internet del progetto: http://www.fedoraproject.org/wiki/Anaconda.
Sia anaconda che il sistema Fedora usano un gruppo comune di componenti software. Per informazioni dettagliate sulle tecnologie chiave, fare riferimento ai siti web elencati di seguito:
Boot loader
Partizionamento del disco
Fedora usa parted per partizionare i dischi. Fare riferimento a http://www.gnu.org/software/parted/ per ulteriori informazioni.
Gestione dello storage
Supporto audio
Sistema grafico
Display remoti
Interfaccia a linea di comando
Per impostazione predefinita, Fedora usa la shell bash di GNU per fornire un'interfaccia a linea di comando. Le Core Utilities di GNU completano l'ambiente della linea di comando. Fare riferimento a http://www.gnu.org/software/bash/bash.html per ulteriori informazioni su bash. Per approfondire la propria conoscenza delle Core Utilities di GNU, fare riferimento a http://www.gnu.org/software/coreutils/.
Accesso remoto al sistema
Controllo degli accessi
Firewall
Installazione del software
Virtualizzazione

Contributori e metodi di produzione

H.1. Contributori

  • Fabian Affolter (traduttore - Tedesco)
  • Amanpreet Singh Alam (traduttore - Punjabi)
  • Jean-Paul Aubry (traduttore - Francese)
  • David Barzilay (traduttore - Portoghese Brasiliano)
  • Domingo Becker (traduttore - Spagnolo)
  • Subhransu Behera (traduttore - Oriya)
  • Michał Bentkowski (traduttore - Polacco)
  • Rahul Bhalerao (traduttore - Marathi)
  • Runa Bhattacharjee (traduttore - Bengali (India))
  • Teta Bilianou (traduttore - Greco)
  • Lucas Brausch (traduttore - Tedesco)
  • Hector Daniel Cabrera (traduttore - Spagnolo)
  • David Cantrell (scrittore - istallazione VNC)
  • Guido Caruso (traduttore - Italiano)
  • Guillaume Chardin (traduttore - Francese)
  • Nikos Charonitakis (traduttore - Greco)
  • Chester Cheng (traduttore - Cinese (tradizionale))
  • Glaucia Cintra (traduttore - Portoghese Brasiliano)
  • Fabien Decroux (traduttore - Francese)
  • Hans De Goede (scrittore - iSCSI)
  • Claudio Rodrigo Pereyra Diaz (traduttore - Spagnolo)
  • Piotr Drąg (traduttore - Polacco)
  • Damien Durand (traduttore - Francese)
  • Stuart Ellis (scrittore, editor)
  • Ali Fakoor (traduttore - Persiano)
  • Felix I (translator - Tamil)
  • Tony Fu (traduttore - Cinese (Semplificato))
  • Paul W. Frields (scrittore, editor)
  • Paul Gampe (traduttore - Giapponese)
  • Sree Ganesh (traduttore - Telugu)
  • Dimitris Glezos (traduttore - Greco)
  • Guillermo Gómez (traduttore - Spagnolo)
  • Rui Gouveia (traduttore - Portoghese)
  • Kiyoto James Hashida (traduttore - Giapponese)
  • Severin Heiniger (traduttore - Tedesco)
  • Xi Huang (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Ryuichi Hyugabaru (traduttore - Giapponese)
  • Jayaradha N (traduttore - Tamil)
  • Chris Johnson (scrittore)
  • Eunju Kim (traduttore - Coreano)
  • Michelle J Kim (traduttore -Coreano)
  • Miloš Komarčević (traduttore - Serbo)
  • Alexey Kostyuk (traduttore - Russo)
  • Daniela Kugelmann (traduttore - Tedesco)
  • Rüdiger Landmann (scrittore, editor)
  • Magnus Larsson (traduttore - Svedese)
  • Christopherus Laurentius (traduttore - Indonesiano)
  • Florent Le Coz (traduttore - Francese)
  • Erick Lemon (scrittore)
  • Andy Lu (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Wei Liu (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Yelitza·Louze (traduttore - Spagnolo)
  • Gan Lu (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Igor Miletić (traduttore - Serbo)
  • Noriko Mizumoto (traduttore - Giapponese)
  • Jeremy W. Mooney (scrittore)
  • Enikő Nagy (traduttore - Ungerese)
  • Igor Nestorović (traduttore - Serbo)
  • David Nalley (scrittore, editor)
  • John Nguyen (scrittore)
  • Manuel Ospina (traduttore - Spagnolo)
  • Janis Ozolins (traduttore - Lettone)
  • Ankit Patel (traduttore - Gujarati)
  • Davidson Paulo (traduttore - Brasiliano Portoghese)
  • Ani Peter (traduttore - Malayalam)
  • Amitakhya Phukan (traduttore - Assamese)
  • Silvio Pierro (traduttore - Italiano)
  • Micha Pietsch (traduttore - Tedesco)
  • José Nuno Pires (traduttore - Portoghese)
  • Piotr Podgórski (traduttore - Polacco)
  • Yulia Poyarkova (traduttore - Russo)
  • Shankar Prasad (traduttore - Kannada)
  • Rajesh Ranjan (traduttore - Hindi)
  • Tommy Reynolds (scrittore)
  • Tim Richert (traduttore - Tedesco)
  • Dominik Sandjaja (traduttore - Tedesco)
  • Sharuzzaman Ahmat Raslan (traduttore - Malay)
  • Mohsen Saeedi (traduttore - Persiano)
  • Tian Shixiong (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Audrey Simons (traduttore - Francese)
  • Keld Simonsen (traduttore - Danese)
  • Jared K. Smith (scrittore, editor)
  • Espen Stefansen (traduttore - Norwegian Bokmål)
  • Sulyok Péter (traduttore - Ungherese)
  • Sümegi Zoltán (traduttore - Ungherese)
  • Francesco Tombolini (traduttore - Italiano)
  • Timo Trinks (traduttore - Tedesco)
  • Dimitris Typaldos (traduttore - Greco)
  • Göran Uddeborg (traduttore - Svedese)
  • Michaël Ughetto (traduttore - Francese)
  • Francesco Valente (traduttore - Italiano)
  • Karsten Wade (scrittore, editor, publicatore)
  • Sarah Saiying Wang (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Geert Warrink (traduttore - Olandese)
  • Elizabeth Ann West (editor)
  • Tyronne Wickramarathne (traduttore - Sinhalese)
  • Ben Wu (traduttore - Cinese (tradizionale))
  • Xiaofan Yang (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Yuan Yijun (traduttore - Cinese (semplificato))
  • Diego Búrigo Zacarão (traduttore - Brasiliano Portoghese)
  • Izaac Zavaleta (traduttore - Spagnolo)

H.2. Metodi di produzione

Gli scrittori producono la guida all'installazione direttamente in DocBook XML in un repository di controllo revisione. Essi collaborano con altri esperti di altre cose durante la fase di versione beta di Fedora per spiegare il processo di installazione. Il gruppo di modifica assicura la consistenza e la qualità della guida finale. A questo punto, il gruppo dei traduttori produce le versioni in altre lingue delle note di rilascio e quindi diventano disponibili al pubblico come parte di Fedora. Il gruppo di pubblicazione inoltre rende disponibili le guide e gli errata corrige successivi tramite web.

Storia revisione

Diario delle Revisioni
Revisione 11.0.0Wed Apr 01 2009Hans De Goede, Paul W. Frields, Ruediger Landmann, David Nalley, The anaconda team, Red Hat Engineering Content Services
Aggiornamento principale, che include il materiale dalla Guida all'installazione Red Hat Enterprise Linux e da altrove, oltre a correzioni per molti errori
Revisione 10.0.1Mon Feb 16 2009Ruediger Landmann
Conversione per essere compilata da Publican
Revisione 10.0.0Mon Nov 24 2008Karsten Wade
Creata e publicata la versione di Fedora 10
Revisione 9.9.2Sat Oct 18 2008Jared K. Smith
Preparazione per il rilascio di Fedora 10
Revisione 9.0.2Fri Jul 25 2008Paul W. Frields
Corrette istruzioni errate di livecd-tools
Revisione 9.0.1Sat Jun 28 2008Paul W. Frields
Corretti molti errori
Revisione 9.0.0Tue May 13 2008Paul W. Frields
Aggiunta informazione sull'aggiornamento della distribuzione

Indice analitico

Simboli

/root/install.log
posizione del file di log dell'installazione, Prepararsi all'installazione

A

adding partitions, Aggiunta di partizioni
file system type, Tipi di filesystem
aggiornamento, Scegliere se aggiornare o reinstallare
aggiungere un file di swap, Scegliere se aggiornare o reinstallare
ambiente senza disco
configurazione DHCP, Configurare il server DHCP
Anaconda, Altra documentazione tecnica
architettura, Di quale architettura è il mio computer?
determinazione, Di quale architettura è il mio computer?
array (vedi RAID)
arresto, Arresto del sistema
(vedi anche interruzione)
automatic partitioning, Disk Partitioning Setup, Create Default Layout
avvio
installation, Avvio del programma di installazione
programma d'installazione
x86, AMD64 e Intel 64, Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64

B

Basic Input/Output System (vedi BIOS)
BIOS
definizione di, Il BIOS
(vedi anche processo di avvio)
BIOS (Basic Input/Output System), Come avviare il programma di installazione?
BitTorrent, Da BitTorrent
seeding, Da BitTorrent
boot loader, Aggiornamento della configurazione del boot loader, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
(vedi anche GRUB)
avanzamento, Aggiornamento della configurazione del boot loader
configuration, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
GRUB, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
installazione su partizione root, Configurazione avanzata del boot loader
MBR, Configurazione avanzata del boot loader
password, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
boot loaders, GRUB
(vedi anche GRUB)
definition of, Il boot loader GRUB
boot manager di OS/2, Configurazione avanzata del boot loader
boot options, Opzioni di avvio aggiuntive
boot.iso, Opzioni di avvio aggiuntive
linux mediacheck, Preparazione per una installazione dal disco fisso
mediacheck, Opzioni di avvio aggiuntive
modalità testo, Opzioni di avvio aggiuntive
modo seriale, Opzioni di avvio aggiuntive
UTF-8, Opzioni di avvio aggiuntive
boot process, Processo di avvio, init e spegnimento, Esame dettagliato del processo di avvio
(vedi anche boot loaders)
caricamento a catena, Processo di avvio di GRUB e x86
caricamento diretto, Processo di avvio di GRUB e x86
fasi del, Il processo di avvio, Esame dettagliato del processo di avvio
BIOS, Il BIOS
boot loader, Il boot loader
comando /sbin/init, Il programma /sbin/init
kernel, Il kernel
shell EFI, Il BIOS
per x86, Esame dettagliato del processo di avvio
boot.iso, Creazione di un CD-ROM di installazione, Opzioni di avvio aggiuntive
booting
modalità di emergenza, Avvio nella modalitá di emergenza
modalità di ripristino, Avvio della modalitá di ripristino
modalità utente singolo, Avvio della modalità utente singolo

C

CD-ROM
ATAPI, Installazione dal DVD/CD-ROM
unrecognized, problems with, Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
avvio da CD-ROM, creazione, Creazione di un CD-ROM di installazione
IDE, Installazione dal DVD/CD-ROM
unrecognized, problems with, Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
installazione da, Installazione dal DVD/CD-ROM
SCSI, Installazione dal DVD/CD-ROM
CD-ROM ATAPI
unrecognized, problems with, Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
CD-ROM d'avvio, Metodi di avvio alternativi
creating, Creazione di un CD-ROM di installazione
CD-ROM IDE
unrecognized, problems with, Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
chkconfig, Utilità dei Runlevel
(vedi anche servizi)
clock, Configurazione del fuso orario
comando init, Il programma /sbin/init
(vedi anche processo di avvio)
accesso ai runlevel da parte del, Runlevel
file di configurazione
/etc/inittab, SysV Init Runlevels
i runlevel
directory utilizzate da, SysV Init Runlevels
ruolo nel processo di avvio, Il programma /sbin/init
(vedi anche processo di avvio)
SysV init
definizione di, SysV Init Runlevels
comando setserial
configurazione, Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
commento
informazioni di contatto per questo manuale, Inviateci i vostri commenti!
configuration
clock, Configurazione del fuso orario
GRUB, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
hardware, Elenco specifiche di sistema
orario, Configurazione del fuso orario
time zone, Configurazione del fuso orario
Configuratore di Kickstart, Configuratore di Kickstart
%post_script, Script di post-installazione
%pre_script, Script di pre-installazione
anteprima, Configuratore di Kickstart
boot loader, Opzioni del boot loader
configurazione di rete, Network Configuration
Configurazione display, Configurazione display
configurazione firewall, Configurazione firewall
configurazione SELinux, Configurazione SELinux
installazione in modalità testo, Configurazione di base
interactive, Configurazione di base
keyboard, Configurazione di base
language, Configurazione di base
opzioni di autenticazione, Autenticazione
opzioni di base, Configurazione di base
opzioni per il boot loader, Opzioni del boot loader
partitioning, Informazioni sulla partizione
RAID software, Creare partizioni RAID software
reboot, Configurazione di base
root password, Configurazione di base
cifrata, Configurazione di base
salvataggio, Salvataggio del file
selezione dei pacchetti, Package Selection
selezione del metodo di installazione, Metodo di installazione
time zone, Configurazione di base
configurazione TCP/IP, Eseguire una installazione di rete
console virtuali, Una nota sulle console virtuali
console, virtuale, Una nota sulle console virtuali

E

ext2 (vedi file systems)
ext3 (vedi file systems)
ext4 (vedi file systems)
extended partitions, Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese

F

file di log dell'installazione
/root/install.log, Prepararsi all'installazione
file di swap
aggiornamento, Scegliere se aggiornare o reinstallare
file kickstart
%include, Opzioni di kickstart
%post, Script di post-installazione
%pre, Script di pre-installazione
aspetto, Creazione di un file kickstart
auth, Opzioni di kickstart
authconfig, Opzioni di kickstart
autopart, Opzioni di kickstart
autostep, Opzioni di kickstart
basata su CD-ROM, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
basata su dischetto, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
basati su memorie flash, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
bootloader, Opzioni di kickstart
clearpart, Opzioni di kickstart
cmdline, Opzioni di kickstart
configurazione di post-installazione, Script di post-installazione
configurazione di pre-installazione, Script di pre-installazione
creating, Opzioni di kickstart
device, Opzioni di kickstart
driverdisk, Opzioni di kickstart
firewall, Opzioni di kickstart
firstboot, Opzioni di kickstart
formato del, Creazione di un file kickstart
grafico, Opzioni di kickstart
halt, Opzioni di kickstart
ignoredisk, Opzioni di kickstart
include il contenuto di un altro file, Opzioni di kickstart
installa, Opzioni di kickstart
interactive, Opzioni di kickstart
iscsi, Opzioni di kickstart
key, Opzioni di kickstart
keyboard, Opzioni di kickstart
lang, Opzioni di kickstart
langsupport, Opzioni di kickstart
logging, Opzioni di kickstart
logvol, Opzioni di kickstart
mediacheck, Opzioni di kickstart
metodi di installazione, Opzioni di kickstart
mouse, Opzioni di kickstart
multipath, Opzioni di kickstart
network, Opzioni di kickstart
opzioni, Opzioni di kickstart
esempi di partizionamento, Esempio di partizionamento avanzato
part, Opzioni di kickstart
partition, Opzioni di kickstart
poweroff, Opzioni di kickstart
raid, Opzioni di kickstart
reboot, Opzioni di kickstart
rootpw, Opzioni di kickstart
selinux, Opzioni di kickstart
services, Opzioni di kickstart
shutdown, Opzioni di kickstart
skipx, Opzioni di kickstart
specifiche di selezione dei pacchetti, Package Selection
text, Opzioni di kickstart
timezone, Opzioni di kickstart
upgrade, Opzioni di kickstart
user, Opzioni di kickstart
via rete, Rendere il file kickstart disponibile sulla rete, Rendere disponibile l'albero di installazione
vnc, Opzioni di kickstart
volgroup, Opzioni di kickstart
xconfig, Opzioni di kickstart
zerombr, Opzioni di kickstart
zfcp, Opzioni di kickstart
file systems
ext2, Installazione dal disco fisso
ext3, Installazione dal disco fisso
ext4, Installazione dal disco fisso
vfat, Installazione dal disco fisso
filesystem
formati, panoramica sui, Non conta ciò che si scrive, ma come lo si scrive
firewall
documentation, Altra documentazione tecnica
Firstboot, Firstboot
FTP
installation, Preparazione per una installazione di rete

G

GRUB, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64 , Il boot loader
(vedi anche boot loaders)
alternativi, Boot loader alternativi
caratteristiche, Caratteristiche di GRUB
comandi, Comandi
configuration, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
definition of, GRUB
documentation, Altra documentazione tecnica
file di configurazione
/boot/grub/grub.conf, Struttura del file di configurazione
struttura, Struttura del file di configurazione
file di configurazione del menu, File di configurazione del menu di GRUB
direttive, Direttive del file di configurazione
installing, Installing GRUB
interfacce, Interfacce di GRUB
editor voci di menu, Interfacce di GRUB
linea di comando, Interfacce di GRUB
menu, Interfacce di GRUB
ordine di, Ordine di caricamento delle interfacce
Modifica dei runlevel all'avvio, Modifica dei runlevel all'avvio
modifica dei runlevel con, Interfacce di GRUB
processo di avvio, Processo di avvio di GRUB e x86
risorse aggiuntive, Risorse aggiuntive
documentazione installata, Documentazione installata
libri correlati, Libri correlati
siti Web utili, Siti Web utili
ruolo nel processo di avvio, Il boot loader
terminologia, Terminologia GRUB
dispositivi, Nomi dei dispositivi
file, Nomi dei file ed elenchi dei blocchi
root file system, Il file System root e GRUB
grub.conf, Struttura del file di configurazione
(vedi anche GRUB)
gruppi di pacchetti, Personalizzazione della scelta del software

I

i runlevel (vedi comando init)
configurazione di, Utilità dei Runlevel
(vedi anche servizi)
Immagini ISO
downloading, Scaricare i file, Come posso scaricare i file di installazione?
installation
CD-ROM, Installazione dal DVD/CD-ROM
è possibile eseguire l'installazione con un CD-ROM o DVD, E' possibile eseguire l'installazione usando il CD-ROM o il DVD?
FTP, Preparazione per una installazione di rete
GUI
CD-ROM, Installazione sui sistemi Intel e AMD
hard drive, Preparazione per una installazione dal disco fisso, Installazione dal disco fisso
HTTP, Preparazione per una installazione di rete, Installazione tramite FTP o HTTP
interrompere, Installazione dal DVD/CD-ROM
kickstart (vedi installazioni kickstart)
mediacheck, Opzioni di avvio aggiuntive
metodo
CD-ROM, Scelta del metodo di installazione
hard drive, Scelta del metodo di installazione
immagine NFS, Scelta del metodo di installazione
selecting, Scelta del metodo di installazione
URL, Scelta del metodo di installazione
modalità testo, Opzioni di avvio aggiuntive
modo seriale, Opzioni di avvio aggiuntive
UTF-8, Opzioni di avvio aggiuntive
network, Preparazione per una installazione di rete
NFS, Preparazione per una installazione di rete, Installazione tramite NFS
informazioni sul server, Installazione tramite NFS
partitioning, Partizionamento del sistema
problemi
relativi al CD-ROM IDE, Cosa fare se il CD-ROM non viene rilevato?
program
avvio, Avvio del programma di installazione
console virtuali, Una nota sulle console virtuali
Interfaccia utente grafica, Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
interfaccia utente in modalità di testo, Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo
spazio su disco, Lo spazio sul disco è sufficiente?
starting, Installazione dal DVD/CD-ROM
uso della tastiera per spostarsi tra i menu, Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
installazione dei pacchetti, Package Group Selection
installazioni kickstart, Installazioni kickstart
albero di installazione, Rendere disponibile l'albero di installazione
basata su CD-ROM, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
basata su dischetto, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
basati su memorie flash, Creazione di un supporto d'avvio di kickstart
formato del file, Creazione di un file kickstart
LVM, Opzioni di kickstart
posizioni del file, Come rendere disponibile un file kickstart
starting, Avvio di una installazione kickstart
da un CD-ROM di avvio, Avvio di una installazione kickstart
dal CD-ROM #1 con un dischetto, Avvio di una installazione kickstart
via rete, Rendere il file kickstart disponibile sulla rete, Rendere disponibile l'albero di installazione
Installazioni PXE
aggiunta host, Aggiunta di host PXE
anteprima, Configurare manualmente un server PXE
configuration, Configurazione di avvio PXE
impostare il server di rete, Impostare il server di rete
messaggio d'avvio, personalizzato, Aggiungere un messaggio di avvio personalizzato
performing, Eseguire una installazione PXE
installazioni PXE
configurazione DHCP, Configurare il server DHCP
Interfaccia shell Extensible Firmware (vedi shell EFI)
interfaccia utente, grafica
installation program, Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
interfaccia utente, in modalità di testo
installation program, Interfaccia utente del programma di installazione in modalità di testo
interruzione, Arresto del sistema
(vedi anche arresto)
interruzione dell'installazione, Installazione dal DVD/CD-ROM
IPv4, Network Configuration
iscsi
installation, Advanced Storage Options

K

kernel
ruolo nel processo di avvio, Il kernel
keyboard
configuration, Keyboard Configuration
spostarsi tra i menu del programma di installazione, Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
Kickstart, Automatizzare l'installazione con Kickstart
kickstart
come viene individuato il file, Avvio di una installazione kickstart

L

language
selecting, Language Selection
LILO, Il boot loader
(vedi anche boot loaders)
ruolo nel processo di avvio, Il boot loader
LVM
capire, Comprensione di LVM
con kickstart, Opzioni di kickstart
documentazione, Altra documentazione tecnica
logical volume, Comprensione di LVM
physical volume, Comprensione di LVM
volume group, Comprensione di LVM

M

mappa dei caratteri
selezionare il tipo di tastiera, Keyboard Configuration
master boot record, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
Master Boot Record, Impossibile effettuare un avvio di Fedora (vedi MBR)
re-installazione, Re-installazione del boot loader
MBR
definizione di, Esame dettagliato del processo di avvio, Il BIOS
(vedi anche boot loaders)
(vedi anche processo di avvio)
installazione del boot loader su, Configurazione avanzata del boot loader
memory testing mode, Caricare la modalità di test della memoria (RAM)
metodi d'avvio
CD-ROM d'avvio, Metodi di avvio alternativi
Penna USB, Metodi di avvio alternativi
mirror, Da un mirror
modalità di emergenza, Avvio nella modalitá di emergenza
modalità di ripristino
definition of, Avvio della modalitá di ripristino
utilità disponibili, Avvio della modalitá di ripristino
modalità utente singolo, Avvio della modalità utente singolo
modem, Network Configuration

O

OpenSSH, Altra documentazione tecnica
(vedi anche SSH)
Opzioni del kernel, Opzioni del kernel

P

packages
groups, Package Group Selection
selecting, Package Group Selection
installing, Package Group Selection
selecting, Package Group Selection
partition
estesa, Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese
non consentite, La schermata di partizionamento
root, La schermata di partizionamento
partitioning, Partizionamento del sistema
altri sistemi operativi, Partizioni ed altri sistemi operativi
attribuzione di un nome alle partizioni, Schema dei nomi per le partizioni
automatico, Create Default Layout
basic concepts, Introduzione al partizionamento del disco
cancellare, Cancellare una partizione
consigliato, Schema di partizionamento consigliato
creating new, Aggiunta di partizioni
file system type, Tipi di filesystem
creazione di spazio per le partizioni, Creazione di spazio per Fedora
distruttivo, Utilizzo dello spazio libero di una partizione attiva
extended partitions, Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese
how many partitions, Partizioni: ottenere più unità da una sola, Quante partizioni?
introduzione a, Partizioni: ottenere più unità da una sola
modificare, Modifica delle partizioni
non distruttivo, Utilizzo dello spazio libero di una partizione attiva
numerazione delle partizioni, Schema dei nomi per le partizioni
partizioni primarie, Partizioni: ottenere più unità da una sola
punti di montaggio e, Partizioni su disco e punti di montaggio
tipi di partizione, Partizioni: ottenere più unità da una sola
utilizzo dello spazio libero, Utilizzo dello spazio libero non partizionato
utilizzo di una partizione in uso, Utilizzo dello spazio libero di una partizione attiva
utilizzo di una partizione non utilizzata, Utilizzo dello spazio di una partizione non utilizzata
Partitioning, Partizionamento del sistema
adding partitions
file system type, Tipi di filesystem
cancellare partizioni, Cancellare una partizione
modifica delle partizioni, Modifica delle partizioni
pulsanti, La schermata di partizionamento
partizionamento del disco, Disk Partitioning Setup
Partizionatore del disco
adding partitions, Aggiunta di partizioni
partizione /boot/
recommended partitioning, Schema di partizionamento consigliato
partizione /var/
recommended partitioning, Schema di partizionamento consigliato
partizione di swap
recommended partitioning, Schema di partizionamento consigliato
partizione root /
recommended partitioning, Schema di partizionamento consigliato
Partizioni NTFS
ridimensionamento, Preparazione per l'installazione
password
boot loader, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
impostazione root, Impostare la password di root
password del boot loader, Configurazione Boot Loader per x86, AMD64, and Intel 64
Penna USB
metodi d'avvio, Metodi di avvio alternativi
porte seriali (vedi comando setserial)
programma d'installazione
x86, AMD64 e Intel 64
avvio, Avviare il programma d'installazione su sistemi x86, AMD64 e Intel 64
programmi
esecuzione all'avvio, Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
PulseAudio, Altra documentazione tecnica
punti di montaggio
partizioni e, Partizioni su disco e punti di montaggio
PXE (Pre-boot eXecution Environment), Avviare dalla rete usando PXE

R

RAID
creare un RAID software, La schermata di partizionamento
hardware, RAID ed altri dispositivi su disco
installazioni kickstart, Opzioni di kickstart
Installazioni kickstart
Configuratore di Kickstart, Creare partizioni RAID software
partizionare un RAID, La schermata di partizionamento
problemi avviando da dischi connessi ad un RAID, Problemi di avvio con la scheda RAID
sistema non avviabile dopo un errore del disco, Installing GRUB
software, RAID ed altri dispositivi su disco
rc.local
modifica, Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
rc.serial, Esecuzione di programmi aggiuntivi durante l'avvio
(vedi anche comando setserial)
recupero del sistema, Recupero di base del sistema
problemi comuni, Problemi comuni
dimenticare la password di root, Root Password
impossibile effettuare un avvio di Fedora, Impossibile effettuare un avvio di Fedora
problemi hardware/software, Problemi hardware/software
re-installazione del boot loader, Re-installazione del boot loader
reinstallazione, Scegliere se aggiornare o reinstallare
rescue discs, Avviare il computer in modalità di ripristino
rescue mode, Rescue Mode, Avviare il computer in modalità di ripristino
rimuovere
Fedora, Rimozione di Fedora
root password, Impostare la password di root
runlevel
modifica con GRUB, Interfacce di GRUB
runlevel 1, Avvio della modalità utente singolo

S

Scheda penna USB
immagine del driver , Creazione di un dischetto dei driver da un file d'immagine
scp, Altra documentazione tecnica
(vedi anche SSH)
selecting
packages, Package Group Selection
SELinux
documentazione, Altra documentazione tecnica
serial console, Configurare l'interfaccia
servizi
configurazione con chkconfig , Utilità dei Runlevel
configurazione con ntsysv , Utilità dei Runlevel
configurazione con Strumento configurazione servizi , Utilità dei Runlevel
Setup agent
tramite kickstart, Opzioni di kickstart
shell EFI
definizione di, Il BIOS
(vedi anche processo di avvio)
spazio su disco, Lo spazio sul disco è sufficiente?
SSH (Secure SHell)
documentation, Altra documentazione tecnica
starting
installation, Installazione dal DVD/CD-ROM
steps
compatibilità hardware, L'hardware è compatibile?
installazione con il CD-ROM o DVD, E' possibile eseguire l'installazione usando il CD-ROM o il DVD?
spazio su disco, Lo spazio sul disco è sufficiente?
Strumento configurazione servizi, Utilità dei Runlevel
(vedi anche servizi)
strumento di partizionamento parted, Creazione di nuove partizioni
Supporti USB flash
booting, Come avviare il programma di installazione?
downloading, Come posso scaricare i file di installazione?
Supporto CD/DVD
booting, Come avviare il programma di installazione?
downloading, Come posso scaricare i file di installazione?
(vedi anche Immagini ISO)
supporto di installazione
prova, Preparazione per una installazione dal disco fisso
syslog, Inviare i file di log (logging) ad un sistema remoto durante l'installazione
system-config-kickstart (vedi Configuratore di Kickstart)
SysV init (vedi comando init)

T

Telnet, Abilitare l'accesso remoto con telnet
text interface, Configurare l'interfaccia
tftp, Attivazione del server tftp
time zone
configuration, Configurazione del fuso orario
tipi di filesystem, Tipi di filesystem
traceback messages
saving traceback messages without removeable media, Salvare i messaggi di errore traceback senza un supporto rimovibile
troubleshooting, Troubleshooting dell'installazione su di un sistema Intel o AMD
after the installation, Problemi post installazione
avvio in GNOME o KDE, Avvio in un ambiente grafico
avvio in un ambiente grafico, Avvio in un ambiente grafico
avvio nel sistema X Window, Avvio in un ambiente grafico
configurazione audio, Problemi con la configurazione audio
crash del server X, Problemi con il crash del Server X e con utenti non-root
login, Problemi con il login
RAM non riconosciuta, La vostra RAM non è stata riconosciuta?
schermata grafica di GRUB, Avete dei problemi con la schermata grafica di GRUB su di un sistema basato su x86?
Sendmail si blocca durante l'avvio, Sospensione di Sendmail/servizio httpd basato su Apache durante l'avvio
Sospensione del servizio httpd basato su Apache durante l'avvio, Sospensione di Sendmail/servizio httpd basato su Apache durante l'avvio
stampanti, La vostra stampante non funziona
X (Sistema X Window), Problemi con il sistema X Window (GUI)
beginning the installation, Problemi nell'avvio dell'installazione
frame buffer, disabilitazione, Problemi nell'avvio dell'installazione grafica
Metodo di installazione GUI non disponibile, Problemi nell'avvio dell'installazione grafica
booting, Impossibile avviare Fedora
schede RAID, Problemi di avvio con la scheda RAID
segnale di errore 11, Viene visualizzato il segnale di errore 11?
CD-ROM failure
CD-ROM verification, Preparazione per una installazione dal disco fisso, Opzioni di avvio aggiuntive
during the installation, Problemi durante l'installazione
completamento partizioni, Altri problemi di partizionamento
errori di Python, Presenza di errori con Python
Messaggio d'errore No devices found to install Fedora, No devices found to install Fedora Messaggio d'errore
partition tables, Problemi con la tabella delle partizioni
saving traceback messages without removeable media, Salvare i messaggi di errore traceback senza un supporto rimovibile
uso dello spazio disco residuo, Uso dello spazio residuo